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Autore: Reina    05/12/2006    5 recensioni
Quando bene e male hanno un significato ben diverso da quello che gli viene generalmente attribuito. Quando a distanza di 12000 anni la tragedia rischia di ripetersi ancora una volta e due anime devono lottare per proteggere il loro amore... un amore che per alcuni, invece, è sinonimo di peccato. Attenzione: Il penultimo capitolo è stato modificato. Per coprendere al meglio alcuni avvenimenti ne è consigliata la lettura.
Genere: Triste, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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L’esame di selezione degli ANBU

L’esame di selezione degli ANBU!!!!

Se LoN non aveva fatto lo sconto cospirazione allora doveva trattarsi di un rarissimo morbo che colpiva i cervelli dei grandi capi, o una nuovissima moda dove chi non passava settimane a progettare qualcosa di losco allora erano fuori dal giro.

Da Gaara c’era da aspettarselo, ma la Godaime?!

- Tranquilli gente. 

A parlare era stata TenTen.

Tutti i presenti si girarono verso di lei.

- Tu lo sapevi?!

- Beh, sì, sapete, Neji

- Non aggiungere altro.

- Tsè. Che seccatura. Ci toccherà combattere ancora.

- Ma no!! Dovremo solo sostenere un test scritto e un’altro di resistenza alla tortura psicologica.

I neo Jounin cominciarono a schiamazzare.

Passi l’esame scritto, ma il test psicologico?

- E chi si occuperà del test di resistenza alla tortura psicologica?!

- Che io sappia di norma se ne occupa Morino!

Lo specialista dell’interrogatorio IBIKI MORINO?!

Panico!

 

Alla fine fu una bazzecola.

Molti Jonin passarono testimone ancor prima dell’esame teorico.

Hinata, Sakura e Shikamaru erano già intelligenti di loro, quindi non ebbero alcuno problema, TenTen e Lee riuscirono a cavarsela con le loro tecniche di spionaggio d’altissimo livello.

Lee sfortunatamente crollò sotto il test psicologico; invece per le due coinquiline che alla tortura psicologica ci avevano fatto il callo, TenTen che si era preparata con una maratona mensile di film horror e Shikamaru che ammise di aver più paura della madre, Ino e Temari messe assieme, filò tutto liscio come l’olio.

O almeno, dipende dal punto di vista.

Gli ANBU accolsero Sakura come se fosse una manna piovuta dal cielo, considerando la bassa presenza di un membro medico nelle loro squadre.

La ragazza dal conto suo stava già meditando su una possibile strategia per comunicare la notizia al suo ragazzo addolcendo il più possibile il colpo.

Un po’ come Hinata che dovette offrire venti ciotole di ramen a Naruto prima che l’umore risalisse a livello stomaco (poi gliene dovette offrire altre cinque) e cominciasse a ciarlare sulla sua futura carriera da Hokage. Sulla soglia di casa Hinata dimostrò che anche lei di essere umano, tanto che dopo un’ora di discussione unilaterale monotematica bisbigliò un disperato “Dio esiste” che il ragazzo sembrò non cogliere. Forse. Si spera.

Genitori e sensei quella sera si unirono a festeggiare ubriacarono con stile, anche se i maestri in fondo in fondo erano dispiaciuti per la promozione perché d’ora in avanti non solo sarebbero stati loro colleghi, ma molto probabilmente i vecchi team sarebbero stati riformati. La cosa li rattristava parecchio, anche se non volevano ammetterlo.

Ma quel mese infernale poteva dirsi concluso così?!

Non sia mai!

Siamo parlando di demoni, possono essere meglio di certe divinità del bene, ma sempre demoni restano, e un Dark Lord, per quanto simpatico possa essere, non fa mai nulla per nulla.

Davvero vi aspettavate che Zelas Metallium impartisse lezioni di ballo alle due ragazze SOLO per usare un metodo alternativo agli esercizi di riscaldamento.

Aspetta e spera.

 

Non erano passata tre giorni dalla promozione che vennero i neo ANBU convocati nell’ufficio dell’Hokage.

Lady Tsunade comunicò che assieme ai loro ex-compagni avrebbero dovuto scortare un nobiluomo fino ad un’oasi presso la regione dei fiumi (situata tra il paese del fuoco e quello del vento).

Due novizie di nostra conoscenza ebbero un principio di slogatura alla mascella.

Il nobile in questione somigliava in modo strabiliante a Lord Dynast Graushella.

Stessi capelli neri, carnagione nivea, occhi blu scuro impenetrabili e a prova di proiettili, espressività di un blocco di porfido che facevano sembrare Neji, per quanto stoico, ad un attore comico.

 

La prima missione da ANBU era stata talmente semplice che avrebbe potuto benissimo occuparsene una squadre di Genin capitanati da un solo Jounin.

Niente agguati, niente imprevisti di alcun genere.

Una passeggiata in ogni senso la si volesse intendere.

La cosa non poté quindi non suscitare sospetti al nostro trio preferito quando si ritrovarono a destinazione tutti e cinque i Dark Lord riuniti.

Esatto, persino quella sogliola catatonica di Lady Dolphin Deep Sea, la regina degli abissi meglio conosciuta come la miglior demone veggente di tutti i tempi.

Niente dubbi.

Specialmente se ci si trova tra le mani una lettera di Xell.

“Carissime ragazze.

Stasera si terrà uno dei soliti party annuali organizzati da sua signoria Lady Zelas Metallium.

Sfortunatamente due delle tigri mannare che dovevano prendere parte al ballo di apertura non hanno potuto presentarsi (non ditelo a nessuno, ma stiamo ancora cercando di scongelarle dopo che si sono trovate sulla traiettoria di uno starnuto di Lord Dynast!).

Cercate di essere pronte per le 18:45.

Le coreografie le conoscete e i costumi sono negli scatoloni delle vostre camere.

Vostro Xellos Metallium

 

- Ohi! Mi fischiano le orecchie.   

- Devono aver trovato la tua lettera.

- Tu dici?

 

Hinata in quel momento stava ringraziando mille divinità diverse per l’assenza dei propri genitori, ma smise subito quando scoprì il cugino studiare un libretto d’istruzioni per la sua nuova videocamera alto come tre volumi dell’Icha Icha Paradise messi assieme.

Le amiche delle due ragazze si preoccuparono non poco vedendo la moretta ripetere come un mantra “Mi diseredano! È ufficiale mi diseredano”.

La rosina non era da meno: stava interminabili minuti e fissare gli scatoloni, si alzava, sollevava il coperchio, ne osservava il contenuto diceva “No, io non lo metto. Se lo possono scordare” e se ne tornava a sedere nella stessa posizione.

Ormai la curiosità era ai vertici massimi, si dirigono con passo sicuro verso i pacchi ma vengono bloccate dalle due che le guardano con sguardo implorante.

- TenTen-san, ti prego. Mio padre mi diserederà quando vedrà il filmino.

- Ino. Noi siamo amiche, quindi lasciami quel poco di dignità che ancora mi rimane.    

- Sono tanto brutti?  

- Solo un tantino *glip* … osé.

- Un tantino osé?!

- Temari? Che ci fai qui?

- Ospite della festa. Complimenti per la vostra promozione (sorridendo)…  MA VOI SIETE PAZZE. Altro che diseredarvi. Vi chiudono in un monastero, buttano via la chiave e DOPO vi diseredano.

STUD!

--- TEMARI!!

- Ops!    

 

Da quel momento Hinata venne distesa su un divano con una pezza sulla fronte.

Mancava un’ora e mezza all’orario stabilito e nessuna aveva avuto il coraggio di indossare i costumi quando un’orda di truccatrici, parrucchieri e costumisti fecero irruzione nella camera.

E a nulla valsero le proteste delle due; anche se avevano una presa ferrea sulla porta, questa venne scardinata e le due vennero narcotizzate e trascinate nello spogliatoio dove vennero preparate con tutta calma per la serata.

 

La festa era stata allestita nelle vicinanze del laghetto da cui aveva avuto origine l’oasi che da sempre era l’ultima roccaforte tra la desolazione del deserto e la civiltà.

Al centro era predisposto un gigantesco focolare attorno al quale avrebbero aperto le danze le ballerine.

Vicino alla sorgente erano stati predisposti invece i tavoli con le cibarie, un altro era stracarico di vini raffinati e bevande di tutti i tipi e tutti i gusti mentre sensuali cameriere vestite con microscopici vestiti neri da gothic lolita erravano armate di vassoi con gli assaggi facendo venire alla maggior parte della popolazione maschile attacchi sincronizzati di torcicollo, mal di testa e mal di stomaco fulminante.

E chissà perché molte delle moglifidanzate degli invitati il giorno dopo erano affette da un’epidemia del gomito del tennista. Misteri del gentil sesso.

Se gli ospiti indossavano comode tutti Yukate dai motivi coloratissimi (floreali per le donne e ideogrammi o righe per gli uomini) su base nera di lino nero e tutti, senza eccezione portavano l’Obi nero, i padroni di casa vestivano abiti arabi in seta nera (no, non c’è una svendita sui capi neri. È solo per fare un po’ di atmosfera NdA).

- Piantala Choji di mangiare. Sei già un ciccione, non vorrai diventare obeso.

E da copione Choji si infuriò

- INO! NON SONO UN CICCIONE! Ho solo le ossa larghe.

La ragazza stava per ribattere quando le danze ebbero inizio.

Sbiancò.

Le due amiche avevano ragione e anche lei al loro posto si sarebbe rifiutata di indossare una cosa simile.

Con quel costume erano splendide, ma rasentava il limite dell’indecenza pura.

Di sicuro dovevano averle minacciate per farle entrare in scena, drogate, prese a calci, ma farsi vedere conciata così…

Potrebbe passare la sopraveste di organza, ma il resto…

I pantaloncini avevano giusto tre o quattro centimetri di stoffa in più di un paio di slip e il Top… bisognava aver un bel coraggio per chiamare così che un pezzo di stoffa abbastanza alto e stretto da non lasciar scappare amenità.

La fascia era chiusa sulla schiena tramite un filo lunghissimo che passava tra dei ganci e s’incrociava per tre volte fino a venire annodato sulla schiena.

Tutto era rigorosamente in nero come le perline laccate infilate nei capelli rosa confetto di Sakura che portava al collo un laccetto con un pendente in madreperla. Hinata al posto delle perline che sarebbero passate inosservate sui capelli scuri dei nastri inseriti in tante minuscole treccine che si alternavano in lilla, lavanda a pervinca abbinate ad un laccetto con un pendente in ametista.

Erano tutte lì, immobili come statue esposte da un artista per aiutare un cliente immaginario nel suo acquisto.

Il strucco era talmente marcato da impedire di attribuirle una qualche età.

Giovani angeli bambini travestite da diavoli adulti.

I suonatori cominciarono a dar voce agli strumenti mentre le danzatrici cominciavano a danzare attorno al grande fuoco.

In principio con movimenti lenti e dolci, poi sempre più rapidi e appassionati finché tutto non venne catturato da quell’antico e al contempo nuovissimo ballo tribale.

Resistervi fu impossibile e incitati dalle ballerine che afferravano gli ospiti per i polsi il movimento si estese rapidamente.

 

Occhi di rubino e iridi di ghiacci osservavano la festa da lontano.

- Andiamo a prenderla?

- Non ora. Lasciamo che si diverta ancora un po’. Poi sarà tutto più divertente distruggerla.

- Un po’ quanto?!

- Un mese o due. ma credo che il nostro intervento non sarà comunque necessario.

- Perché?!

- Ciò che doveva proteggerla la sta uccidendo. È solo questione di tempo.

 

I balli continuarono fino all’alba.

Per allora erano andati quasi tutti a dormire.

Solo i Dark Lord stavano ancora allegramente bevendo mentre in un angolino la pila di bottiglie cresceva incontrastata.

- Brindiamo fratelli a questo ultimo periodo di tranquillità che ci attende.    

- Oh, andiamo Garv. Un po’ di ottimismo. In fondo il sigillo del moccioso non l’ha ancora uccisa.   

- Mi sono persa qualcosa. Grezzone. Piattola. Ghiacciolone e anche tu sottospecie di sogliola catatonica. Mi sono forse persa qualcosa? 

- Il sigillo sta manifestando un piccolo effetto collaterale trasmettendo il marchio dell’orrida serpe su di lei portandola lentamente verso il trapasso.   

- Traduzione? 

- Ciò che messo fu in sua difesa verso la morte la sta attirando.  

- Ho chiesto una spiegazione non una filastrocca… Ho capito che la nostra protetta sta lentamente tirando le cuoia, ma quello che volevo sapere è perché?  

Garv sbatté con violenza la bottiglia di saké.

- Te lo spiego io sorella. Ti ricordi che il ragazzo, quell’Uchiha ha impresso sul collo il marchio di potenziamento di Orochimaru? E che il moccioso con il nobile intento di salvarla da quegli idioti sequestratori di demoni le ha impresso un sigillo?

- Beh, sì. Parli dello Seishin no kusari (catene dell’anime)

-Esattamente, come dice il suo significato il sigillo lega le loro due anime, non abbastanza da far sì che percepiscano ogni singolo sentimento dell’altro, ma sanno quando uno dei due è in pericolo. Ora, il legame dello spirito in un certo senso implica anche quello della carne con la condivisione dei poteri sotto ogni sua forma.

- Anche il marchio giusto? E questo la sta uccidendo, ho capito bene?

- Purtroppo.  

- E cosa pensate di fare? 

- Per ora niente. Ma sai, è da un po’ che pensavo di prendere un altro priest.

- Un’altra vorrai dire

- Già. Un’altra.    

 

Angolo dell’autrice:

Con questo molte carte sono messe in tavola.

Cosa vuole fare Garv lo avrete capito tutti.

Il pezzo aggiunto al nono capitolo in origine era parte del decimo, ma poi ho visto che stava meglio lì e lì è stato messo.

Il nome del sigillo e molte altre tecniche sono di invenzione mia e di un mio amico che gentilmente me le traduce in Jappo (grazie DK86 perché mi sopporti).

X Topomouse: non sempre mea culpa. Certe volte il computer mi corregge automaticamente dei termini (tipo Sakura e Naruto me li trasforma in Satura e Nasuto) e non sempre me ne accorgo o se rileggo mi sfuggono.

Grazie a tutti gli altri che continuano a sostenermi.

  
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