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Autore: puffo11    14/05/2012    0 recensioni
La situazione è complicata: come può una ragazza di diciotto anni destreggiarsi tra i consigli della ragione e gli impulsi del cuore?
Saprà trovare il giusto equilibrio tra mente e cuore?
Saprà dare il giusto valore ad entrambi?
Vittoria e Andrea hanno vissuto il loro amore, ma la fase luna di miele non può durare in eterno e se il destino ci mette del suo, come farà Vittoria ad affrontare ciò che l'aspetta?
Amante dei libri e del sapere in toto, si ritiene una discreta manipolatrice delle coscienze umane, superiore a molti, dei quali critica la facilità con cui si lasciano travolgere e sconvolgere dagli eventi. Ma se tutto questo dovesse toccare a lei, cosa succederà?
Vittoria vince sempre. Vittoria ha sempre ragione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera pioveva, Vittoria e Andrea erano usciti per fare un giro, pur non avendo niente da dirsi: non si guardavano negli occhi, si tenevano per mano per abitudine, ma non dicevano nulla.
Il silenzio era sempre piaciuto a Vittoria: lo trovava estremamente rilassante; ma ad Andrea non piaceva, ad uno estroverso come lui il silenzio non sarebbe mai potuto piacere.
Vittoria aveva la testa piena di pensieri: non sapeva come fare per introdurre il discorso, sapeva solo che voleva farlo; voleva sentirsi libera di essere sé stessa dopo tanto tempo.
Non ci fu bisogno che si ingegnasse molto per introdurre quel discorso spinoso: lo stava facendo Andrea.
<< Amore, devi dirmi qualcosa? Ti vedo pensierosa… E anche un po’ fredda nei miei confronti ultimamente. Non sarà che questi tuoi cambiamenti ti hanno sconvolto anche il cervello?>>
Se prima aveva avuto qualche dubbio, ora era certa della decisione che aveva preso; se fosse stato un po’ più attento, avrebbe potuto leggergliela negli occhi verdi, che lui diceva di amare tanto, quella decisione.
<< In effetti vorrei parlarti di una cosa… Hai ragione a dire che sono fredda nei tuoi confronti, ma, credimi, non sono i miei cambiamenti a rendermi tale. Ho avuto modo di rendermi conto che i miei sentimenti per te si sono molto raffreddati ultimamente; non so nemmeno io il motivo per il quale è accaduto, solo che è così e non credo che si possa rimediare in alcun modo>>. Doveva mantenere la mente fredda, doveva cercare le parole giuste per fargli capire la confusione che provava in quel momento; confusione dettata solamente dai bei ricordi che aveva di lui e con lui, nulla di recente comunque.
Si erano fermati per strada, incuranti della pioggia, che si faceva sempre più insistente e inzuppava la tela delle povere Converse turchesi di Vittoria; Andrea la stava guardando sconvolto, non riusciva a credere che la sua ragazza gli stesse comunicando in maniera così indifferente che aveva intenzione di lasciarlo.
<< E tu mi comunichi con così tanta leggerezza il fatto che mi stai lasciando perché credi che i tuoi sentimenti nei miei confronti si siano raffreddati?>>, le chiese allibito.
<< Io non lo credo, lo so! E comunque mi sembra di averla presa un po’ più seriamente di “alla leggera”; ma, ovviamente, ciò che dico e ciò che penso non va mai bene per te: quindi perché affannarmi e cercare di spiegarti le mie motivazioni? Salterai alle tue conclusioni affrettate e darai, come al solito, la colpa a me!>> rispose, cominciando ad impallidire man mano che la rabbia repressa tornava alla ribalta.
Vittoria era sempre stata una ragazza inusuale: per prima cosa la sua carnagione era pallida e quando si arrabbiava, non arrossiva, come la maggior parte delle persone faceva, bensì impallidiva ancora di più, se possibile. Inoltre non essere ascoltata dalle persone, alle quali si rivolgeva, le creava un senso di rabbia che faticava a reprimere; ma stava lavorando sul suo carattere. Anche quello era stato argomento di discussione tra lei ed Andrea: lui affermava che lei soffrisse di megalomania, perché sceglieva attentamente le persone che erano degne di parlare con lei e si riteneva, in ogni modo, superiore a tutti. Ma fargliene una colpa addirittura? Era sempre stata selettiva nelle sue conoscenze e a volte anche un po’ stronza, però non aveva mai ferito qualcuno in modo clamoroso: aveva messo in pratica la sua capacità dialettica e aveva allontanato educatamente la compagnia non richiesta.
<< Allora come puoi dirmi così improvvisamente che non provi più niente per me?>> le chiese, arrabbiato. << Mi hai mentito quando ti ho chiesto come stavi e mi hai risposto che andava tutto bene! Hai tradito la mia fiducia! L’unica cosa che ti ho chiesto, quando ci siamo messi insieme, era di non tradire mai la mia fiducia e tu l’hai fatto senza nemmeno pensarci! Io non posso accettarlo!>> le aveva urlato contro tutto il suo risentimento e aveva cominciato a camminare verso casa sua. Lei l’aveva seguito più per scrupolo di coscienza, che per interesse reale. Aveva cominciato a parlare, mentre cercava di tenere il suo passo << Non hai fatto altro che confermare ciò che avevo detto! Tu non mi ascolti! Io non ho tradito la tua fiducia. Come avrei potuto dirti quello che pensavo realmente, se ogni volta che ci sentivamo te ne uscivi con un problema sul lavoro? Non volevo appesantirti di un problema, che non ero nemmeno sicura fosse davvero un problema. E mi reputi un’egoista! Non ho fatto altro che pensare a te in tutto questo tempo! Ho diciotto anni e sono impegnata in una relazione che mi costringe a vedere il mio ragazzo per tre giorni ogni due mesi! Io non sono pronta per tutto questo, non me la sento di affrontare i problemi da “adulti” già da adesso: ho bisogno di sentirmi ancora adolescente, ho bisogno di sapere che posso fare cose stupide senza dover rendere conto a nessuno e, soprattutto, non voglio più avere paura della tua reazione per qualsiasi mio cambiamento. Quindi no, non te lo sto dicendo così alla leggera! Dovresti sapere bene che cerco di non prendere mai decisioni avventate! Ti sto lasciando per il mio ed il tuo bene, ci facciamo solo del male rimanendo insieme>>- dopo aver pronunciato il suo monologo, che non era nemmeno certa fosse stato ascoltato, si fermò e lo guardò fermarsi, voltarsi verso di lei e guardarla con disprezzo; ma quello sguardo non la feriva, se lo aspettava: non l’aveva mai compresa del tutto.
<< Visto che mi stai lasciando, perché non mi dici la cosa più importante?>> le chiese con un tono amaramente sarcastico.
Lei lo guardò confusa, non capiva dove volesse arrivare. << Cosa vuoi che ci sia di più importante di tutto ciò che ti ho già detto?>>
<< Se mi stai lasciando, allora rendimi libero… Dimmi che non mi ami più!>>.
Quelle parole erano sempre state difficili da dire: aveva faticato a dirle la prima volta, poi avevano perso il loro significato e adesso era difficile anche dire il contrario, ma Vittoria si sforzò, doveva farlo, sapeva che era vero. << Io… Io… Io non ti amo più>> lo disse a voce alta e guardandolo negli occhi: doveva trasmettergli il messaggio.
Andrea la guardò deluso, senza dire più una parola le voltò le spalle e se ne andò.
Vittoria, respirando a pieni polmoni l’aria fredda e pregna di pioggia di fine febbraio, si avviò verso casa, sentendosi finalmente libera; non era felice, ovviamente: aveva condiviso due anni con quel ragazzo e dimenticarlo non sarebbe stato facile- specialmente con l’esame scritto per la patente che l’attendeva di lì a due giorni. Tuttavia aveva la consapevolezza di essere libera di fare ciò che voleva e questo, per il momento, le bastava.
  
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