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Autore: moni93    14/05/2012    6 recensioni
Questa fanfic la dedico ai miei compagni di classe, perchè sono loro i protagonisti. Ebbene sì, qui non si parla di sovrannaturale o di fantasie nate nella mia mente, ma di fatti tangibili, reali e, cosa più importante, idioti.
Se siete curiosi di paragonare la vostra classe con la mia o se volete tornare indietro nel tempo, quando eravate stupidi e ignoranti (perchè il vostro unico pensiero era quello di arrivare vivi fino al fine settimana, per giocare con la play contro gli amici), siate i benvenuti!
Attenzione: i contenuti sono altamente comici e demenziali e potrebbero sconvolgere i più delicati di cuore. Alcune battutine potranno sembrarvi offensive o altro, ma vi assicuro che sono pronunciate con il solo scopo di far ridere tutti, anche i diretti interessati. In classe funziona, perciò non scandalizzatevi.
Non mi rimane che augurarvi buon divertimento! ^^
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TERZO GIORNO: ASPETTANDO LA LOMBY

 

“Oh, Sole mio!!!”

“MATTIA, BASTA CON STO STRAZIO!!!”

La protesta fu mossa da Matilde, Francesca e Eleonora, che erano talmente esasperate da essersi portate le mani a coprire le cavità uditive.

“Mamo Signur! Che pesanti!” protestò il moro “Non si può mai far niente con voi!”

“È tre ore che canti sta canzone, hai rotto!” brontolò Eleonora, che pianificava di ficcargli un astuccio in bocca, se il compagno non avesse smesso.

“Se canto qualcos’altro va bene, vostre Maestà?” chiese, con tono canzonatorio.

Le tre si osservarono per qualche secondo, consultandosi mentalmente.

“No.” fu la loro secca ed unisona risposta.

“IAMME IAMME, IAMME IAMME IA!” fu la replica del ragazzo.

Le giovani sospirarono, rassegnate, e decisero di concentrarsi nuovamente sulla loro discussione.

“MARIIIAAA!! Questa è per te!!” urlò Mattia, battendosi le mani al petto con più foga di King Kong.

Tutti i compagni scoppiarono a ridere, compresa Maria, che si nascose la faccia rossa per la vergogna. Ogni ragazzo stava beatamente facendo i cavoli suoi o, nel migliore dei casi, aiutava il pagliaccio della classe a creare zizzania e caos: c’erano le tre dell’Ave Maria, comodamente appoggiate al calorifero spento dell’aula (vigeva, infatti, nell’istituto la strana legge che d’inverno il riscaldamento fosse spento, mentre d’estate emanasse come minimo 200°C), che erano intente a dibattere su quale film andare a vedere nel fine settimana e la lotta era accanita, dato che ognuna voleva vedere un film diverso. Poco distanti, Ofelia, Sabrina, Eva e Innocenza parlavano delle possibili coppie di “Uomini e Donne” (anche se per la maggior parte del tempo lanciavano gridolini sognanti, riferendosi ai vari partecipanti maschili delle show). Maria mordicchiava una mela e ascoltava della musica coll’I-pod insieme a Patrick, che se ne stava svaccato e con i piedi sopra al banco. I restanti tre maschi, invece, facevano di tutto per scocciare gli altri membri della classe: chi cantava (Mattia), chi lanciava palline (Guido e Mattia) o semplicemente si divertiva a nascondere nei luoghi più impensabili l’I-phone di Ilaria (Andrea e Mattia) per mandarla in crisi.

Insomma, una normale e tranquilla ricreazione.

Peccato che l’intervallo fosse terminato da dieci minuti abbondanti.

“Ma secondo voi la Lomby si è dimentica (di nuovo) che ha lezione con noi?”

La domanda di Francesca fu ignorata dai più, ma Matilde si era offerta di dare la risposta che tutti i presenti avevano pensato nelle loro geniali menti.

“Non lo so, ma di certo non mi dispiacerebbe. E, comunque, sai he novità!”

Francesca posò una mano sul mento, segno che stava ragionando, il che era preoccupante, date le idee che sparava poi.

“Ma non sarebbe il caso di chiedere in segreteria?”

La classe s’immobilizzò all’istante: sembrava che qualcuno avesse improvvisamente premuto il tasto “stop”. Persino il sonoro era sparito.

Fino a quando Mattia ruppe, con garbo, l’imbarazzante silenzio.

“Madonna Santa! Chista è scema!”

La mora strabuzzò gli occhietti verdi, in un’espressione indignata.

“Oh! Mattia!” urlò.

“Ehi! Abbassa quel naso, che sennò accechi qualcuno!!” gli rispose lui, abbassandosi e proteggendosi gli occhi con le braccia.

Francesca borbottò dei versi sconnessi, leggermente imbarazzata, e le sue amiche furono ben liete di andare in suo soccorso e, di conseguenza, di compiere la loro vendetta sul pazzo pagliaccio canterino.

“Mattia, sei il solito elefante.” disse Matilde.

“Ma che dici? Mica ho la proboscide della Fra!”

“Mattia, sei pesante.” rimbeccò Eleonora.

“Eleonora: Vaffanculo!”

Partì l’inseguimento.

Eleonora rincorse Mattia per tutta la classe, mentre quello rideva come una iena e saltava tra i banchi e le sedie come un’antilope. Quando si trovò la via sbarrata da Matilde, andò leggermente in panico.

“Oh, Matty, spostati!!” le gridò, cercando di spostarla.

Quella rimase lì dov’era e, anzi, incitò l’amica a raggiungerla.

“Dai, Elly! Te lo tengo fermo io!”

La ragazza non perse un secondo: si fiondò sull’omaccione palestrato, come un’aquila affonda gli artigli sul povero topolino indifeso, e lo riempì di pugni.

“Ahi, AHIO!” protestò “No, non uccidermi!! Oh, piano... OHI! Mi hai graffiato!!”

Dopo quell’ultimo grido isterico, “Eleonora la grande” se ne andò soddisfatta e con un sorriso tutto denti.

“Che pazza!” brontolò il ragazzo.

Matilde rideva come una pazza, ma si trovava ancora troppo vicino a Mattia, il quale decise di compiere la sua vendetta.

“Matilde, questa me la paghi!”

“Ah, sì?” chiese sarcastica lei, poggiando le mani sui fianchi “Sto tremando di paura!”

Tre, due, uno... il secondo match ebbe inizio!

Matilde non era molto strategica, ma fece di tutto per non darla vinta all’avversario, dando calci e pugni a vuoto (poi dicono che fare a botte con i fratelli non è istruttivo!) anche se il risultato non mutò. La poverina finì rovinosamente a terra, a causa di uno sgambetto del ragazzo.

“Ehi! Non vale!” protestò da terra.

Mattia si gettò su di lei, abbracciandola.

“PRESTO!” urlò “APPROFITTIAMONE!!”

Le risate durarono a lungo, ma Matilde scansò via l’idiota in meno di un decimo di secondo.

“Piantala, deficiente!” fece, rossa in viso.

“Oh, l’ho messa in imbarazzo!” si gongolò Mattia “Dai, Matilde, facciamo... il SESSO!”

Altre risate, se possibile più forti delle precedenti, che però furono sedate da Ofelia.

“Mattia, è inutile che ci provi: non hai capito che tanto la Matty non ti caga nemmeno di striscio?”

Tutti gli occhi furono puntati sul ragazzo, ancora steso a terra, che a sua volta osservò ognuno di loro in cerca di aiuto. Quando i suoi occhi si posarono sulle iridi di Matilde, il ragazzo arrossì e brontolò un “Ma va a cagare!”.

In risposta al suo disperato richiamo d’aiuto, gli amici lo derisero.

“Povero Mattia: scaricato prima ancora del primo appuntamento!”

Il briciolo d’orgoglio rimasto a Mattia, gli permise di rispondere nel solito modo strafottente.

“Se, se. In realtà fa tanto la difficile, ma lo sappiamo che sei una panterona!” disse, rivolto a Matilde.

Lei lo osservò divertita e perplessa, poi rispose a tono.

“Oh, sì! Passo i fine settimana a rimorchiare! Per questo non ho il ragazzo.”

“Davvero? Dai, allora, limoniamo!!” fece il ragazzo, avvicinandosi a lei con le braccia aperte, quasi a voler dire “sono tutto tuo”.

La ragazza fece una smorfia.

“Non spreco il primo bacio con uno come te!”

L’aria si congelò.

“Cosa?”

Matilde si tappò la bocca, in ritardo.

Cavoli, quello non avrebbe dovuto dirlo...

“Vuoi dire che non ai mai baciato nessuno?”

Tutti la fissavano curiosi. Matilde pensò per qualche secondo a una balla da sparare ma, notando che ormai era troppo tardi, optò per la cruda verità.

“No, se non ho mai avuto il ragazzo, come faccio ad averne baciato uno?”

Mattia la fissava con una faccia da pesce fuor d’acqua.

“No, no, tu scherzi... cioè sei vergine?!”

Matilde arrossì e alzò il tono della voce, leggermente offesa.

“Ci mancherebbe appena che non ho mai baciato nessuno e che non sono più vergine!! Ma secondo te?!”

A quella risposta, Mattia si sfregò le mani, soddisfatto.

“Ragazzi, avete sentito la notizia?” chiese agli amici, senza però attendere una risposta “Basta, è deciso allora: Matty, io ti darò il tuo primo bacio!!”

Matilde assunse la tonalità di un peperone maturo e scrollò la testa.

“Tu sei fuori: NEMMENO PER SOGNO!!!”

Fortuna volle che una pallina-rimbalzina colpì in piena testa Mattia.

“Ohi! Chi è l’imbecille?” sbraitò, massaggiandosi la testa.

Eleonora, in tutta risposta, ridacchiò divertita.

“Colpito e affondato!” trillò.

La guerra scoppiò, senza un motivo e senza risparmiare nessuno.

La pallina colorata di Eleonora era il passatempo più spassoso e pericoloso della V A: tutti erano obbligati a partecipare, perchè i rimbalzi del minuscolo oggetto erano assolutamente imprevedibili (oltre che violentissimi), perciò o t’impegnavi a prenderla e rilanciarla, o la evitavi oppure te ne stavi fermo e subivi il tuo destino.

Che spasso!! Come cavolo facevano gli altri a divertirsi, senza quella meraviglia?

Matilde non aveva ancora trovato una risposta a quell'interrogativo, ma fu ben felice di partecipare alla battaglia, mentre mentalmente ringraziava di cuore Eleonora che, grazie a quello stratagemma, le aveva risparmiato parecchi minuti imbarazzanti).Proprio quando la pallina stava per uscire dall’aula, la sua traiettoria fu deviata. Qualcuno, improvvisamente, era sbucato dalla porta e si era beccato l’oggetto in fronte. L’urto fece cascare gli occhiali che l’essere portava malamente in testa.

La scena, di per sé, avrebbe fatto sbellicare di risate tutti (cosa che, comunque avvenne), solo che il responsabile del tiro provò un’irrefrenabile voglia di sprofondare 20000 leghe sotto i mari.

Già, perchè la capoccia che aveva centrato Mattia (e chi altri poteva essere, se non lo lui?), era quella della professoressa Lombardi, la docente di storia e filosofia.

“Ragazzi, scusate il ritardo...!” aveva tentato di dire, prima dell’incidente.

Privata dei suoi occhiali, la talpa strizzò gli occhietti miopi e tentò di identificare il colpevole. Dato che tutti ridevano come iene, eccezion fatta per Mattia, la donna sospirò e, dopo aver raccolto occhiali e oggetto del delitto, fece la sua ramanzina.

“Ragazzi... alla vostra età, in quinta superiore!, giocate ancora con la pallina-rimbalzina?”

Stava per aggiungere un “Non vi vergognate?”, quando Ofelia, l’avvocato della classe, salvò tutti dall’ennesima nota collettiva.

“Profe, mi scusi, ma dov’è stata? L’ora è quasi finita, mancano solo dieci minuti, e in segreteria non sapevano dov’era!”

Premettendo che la seconda parte del discorso era una palla colossale, Ofelia riuscì a farsi credere, non solo perchè era la tipica alunna diligente e con la faccia da angelo, ma anche perchè sapeva fin troppo bene che la Lombardi non avrebbe mai osato controllare la cosa, altrimenti, si sarebbe tirata la zappa sui piedi.

“Ehm...” tentò di dire la Lomby.

Tutti la fissarono, curiosi di sentire la verità o una succosa balla.

“Perdonatemi, ragazzi! Ma proprio me ne sono scordata di avere lezione con voi: sono andata in Comune ed ho...”

Il resto mai nessuno lo conobbe. Gli alunni erano troppo impegnati a morire dalle risate, che trattennero a stento per non beccarsi una nota.

“Comunque sia, adesso facciamo lezione! Oggi dobbiamo vedere la Prima Guerra Mondiale, dunque...”

DRIIIIINNN!!!!

Quel dolcissimo suono fece balzare tutti e quattordici i ragazzi come molle.

“Spiacente, prof! Ma è ricreazione!” urlò entusiasta Mattia, recuperando dalla cattedra la sua arma letale e volatilizzandosi in corridoio.

“Ma... ma... oh, va bene! Recupereremo in settimana. Buona giornata ragazzi!”

E come era apparsa, la Lomby svanì.

“Dovremmo fare più spesso storia durante la settimana, non trovate?” chiese ai compagni Matilde.

Francesca sogghignò soddisfatta.

“E tu che hai da essere così felice?” chiese Guido, il suo migliore amico.

“E me lo chiedi? Oggi mi doveva interrogare!! Ragazzi, niente storie: oggi festa a casa mia!!” urlò, mentre improvvisava una danza della vittoria.

Fu così che, per l’ennesima volta, le interrogazioni programmate della Lomby andarono a farsi friggere.

Beh, per una volta, non era colpa loro!

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Ciao a tutti! ^^

Chiedo perdono per la lunga attesa! Scusate davvero, ma ho avuto delle giornate che sono solo da dimenticare, tanto erano zeppe d’impegni... e le prossime saranno anche peggio! *sigh*

Comunque! Allegria!!! Alle lunghe ho aggiornato e spero di tutto cuore che anche questo chappy sia di vostro gradimento. La lezione di storia mi è stata richiesta da Serpentina, che dopo due soli tentativi ha scoperto la mia vera identità!

I miei complimenti, spero di aver soddisfatto il tuo desiderio.

Per chi ancora non lo sapesse, sono Matilde, piacere! ^^ (così imparerete a conoscere che persona malata sono nella vita di tutti i giorni! XD)

Prima di salutarvi, vorrei ringraziare di cuore Serpentina e pretty vampire, che hanno messo la storia tra le preferite e  Angie99, clalla97, Evans Hailey e Pyra che, invece, l’hanno messa sulle seguite.

Grazie di cuore a tutti, anche a quelli che hanno letto e recensito finora, spero di riuscire sempre a strapparvi una risata o due!

Se avete domande, curiosità, richieste, suggerimenti o anche solo voglia di complimentarvi con me, per il coraggio di raccontare certe panzane, scrivete pure: i commenti sono sempre ben graditi!!

La V A vi saluta e vi attende per un altro, imprevedibile, esuberante e assolutamente privo di senso, nuovo capitolo! Non mancateee!!!

 

Moni =)

   
 
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