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Autore: Depeep    14/05/2012    3 recensioni
Ossequi! In questa raccolta si narrano alcune vicende che hanno visto come protagonisti diversi personaggi di SE quando erano piccoli. Spero che vi piaccia.
Di nascosto. - Non andava agli altri. Ma questa era la loro realtà, non la sua.
Anniversario. - - Grazie, Spirit - disse soltanto, afferrando il mazzo come se fosse stata costretta ad accettarlo.
Come i grandi. - Non avete mai colpa di nulla. Quella... è sempre mia.
Paura di un no. - Se lui non avesse voluto giocare, le avrebbe ugualmente detto di no.
Farfalla agrias. - Perché quell’espressione preoccupata, padre? E’ totalmente antiestetica.
Tetto di nuvole. - Ma non la vide, perché a nasconderla c’erano le nuvole.
Senza risposte. - - Gli strumenti non provano emozioni - bisbigliò l’altro con gli occhi umidi.
Cameratismo. - Il nostro è semplice cameratismo. Noi non siamo amici.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: Tetto di nuvole (Elizabeth & Patricia Thompson)

-E’ ora di andare a dormire, spegnete le luci!
La voce profonda di quella robusta donna vestita di nero risuonò per il corridoio. Si udì il suono secco di qualche interruttore che si spegneva, di qualche porta che si chiudeva, i brusii dei bambini che non ne volevano sapere di addormentarsi. I passi leggeri della donna si facevano più forti, segno che si stava avvicinando alla loro stanza. La ragazzina socchiuse gli occhi, tirando lentamente la porta verso l’interno, cercando di non farla cigolare.
-Thompson, cosa fai ancora in piedi?
La ragazzina sospirò. La donna l’aveva scoperta. E adesso si era fermata davanti alla porta della loro stanza, chiusa troppo tardi.
-Stavo giusto andando a dormire- gridò la bambina con le spalle appoggiate alla porta, non prendendo nemmeno in considerazione l'idea di aprirla –Le altre sono già crollate dal sonno. Buonanotte, mistress!
Ricevette solo un acido borbottio come risposta, prima di sentire nuovamente i passi della donna.
La ragazzina espirò profondamente. Ogni volta che c’era lei, il suo respiro si bloccava. Odiava quella donna.
Sbuffò, dirigendosi verso quello scomodo materasso rattoppato che avrebbe dovuto farle da letto. Vi si distese, lasciando che le molle al suo interno facessero rimbalzare il suo corpo. Respirò a fondo. Stranamente non se la sentiva di chiudere gli occhi su una giornata che sarebbe stata uguale alla seguente. Perché la vita all’orfanotrofio di Brooklyn era come una pagina che si ripeteva all’infinito, e lei ne sapeva qualcosa. Posò lo sguardo sui letti delle altre bambine che condividevano con lei quella stanza del dormitorio. Bambine di cui sapeva a malapena il nome, immerse in sonni confusi, disturbati; lo si capiva dai loro volti tirati, quasi afflitti. Solo un letto era vuoto. Sgranò gli occhi, preoccupata. Si tirò su a sedere e prese a cercare con lo sguardo la bambina che mancava all’appello. La trovò qualche istante dopo, seduta su una piccola sedia posta vicino a un ripiano, con la testa appoggiata su di esso, vicino a un foglio di carta su cui figurava il disegno incompleto di una giraffa. La bambina dormiva serenamente, con una mano che dondolava stringendo ancora un pennarello giallo.

-Patty…- sussurrò l’altra, con un lieve sorriso. Era accomunata a quella bambina dal triste destino di essere figlia di un uomo il cui nome non andava rammentato, che aveva venduto la sua vita ai vizi e alla violenza. Era a causa sua se adesso anche loro due erano rinchiuse in quel posto malfamato, in cui erano frequenti punizioni impensabili e falsi abbracci. Anche se non accettavano per niente l’ipocrisia e la cattiveria di quella donna che le aveva strappate alla loro famiglia disastrata in seguito a un incidente, preferivano di certo questa vita a quella in cui il loro depravato genitore aveva libero arbitrio sulla progenie.

La ragazza sospirò, alzandosi dal letto. Non riusciva proprio a prendere sonno. Si diresse verso l’unica finestra della stanza, una specie di grande foro che presentava a chi vi si avvicinava più di una possibilità di graffiarsi. Volse lo sguardo al cielo, cercando la luna. Ma non la vide, perché a nasconderla c’erano le nuvole. Perché lì c’erano sempre le nuvole. Ormai la ragazza lo sapeva, e non stava lì a farsi domande. I luoghi tristi hanno sempre un tetto di nuvole.

Voleva andarsene. Ogni ora che scoccava, ogni giorno che finiva, lei desiderava sempre di più andarsene da quel posto così deprimente, così soffocante. Voleva scappare con sua sorella, voleva percorrere le strade di New York con il vento in faccia, voleva fare quello che le pareva. E, ogni volta, se lo riprometteva. Si sarebbero liberate da quell’inferno.
-Liz, sei sveglia…
La ragazza si voltò verso la sorella. –Patty, ti prometto che ce ne andremo da qui!
L’altra distese le labbra in un largo sorriso infantile. –Me lo dici sempre…
-Perché così sarà!
-Fuori da qui ci sono le giraffe…- mormorò la bambina, lasciando cadere a terra il pennarello che teneva in mano, prima di riaddormentarsi.
La sorella rise, intenerita. –Buonanotte, Patty.

~

Note: Ossequi! Eccomi, stavolta in tempo, con il sesto e (forse)penultimo capitolo della mia raccolta. Questo mi piace particolarmente, le sorelle Thompson mi fanno tanta simpatia ma anche tanta tenerezza, se penso al loro passato... Qui non ho molto da spiegare, tranne che ho deciso di infilare Liz e Patty in un orfanotrofio. Beh, che dire, ce le vedo! Inoltre non mi va di raccontare che il padre si ubriacava e le picchiava, dopotutto non ho mai detto che Backgrounds è una fanfiction triste! Sì, tra poco forse finiamo. Ho pensato di metterci anche l'adolescenza di Spirit e Stein e l'infanzia di Kirikou, Ox e Kim, ma non so se scartare queste idee. Voi che mi dite? Potrei sempre prenderle in considerazione... Intanto, il prossimo capitolo sarà quello dedicato a Chrona e Ragnarok(nel quale quest'ultimo si dimostrerà più sensibile del solito, a modo suo), non so quando riuscirò a pubblicarlo... Intanto pensiamo a questo! Spero che recensiate, un piccolo commentino costa pochi minuti ma rende tanto tanto felice l'autore! Naturalmente ringrazio chi ha recensito o semplicemente letto, grazie di cuore!
See ya!
(Note chilometriche, stavolta...)

  
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