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Autore: FeIdEn91    15/05/2012    1 recensioni
Era un giorno come tanti lì a Seoul ... Eppure qualcosa di diverso forse c'era ... Continuava a guardarla in attesa di qualsiasi banale movimento, come ormai continuava a fare da più di un mese, e come ogni volta lei restava immobile, perfetta e silenziosa nel suo letto ... Lei era speciale e lui l'amava più della sua stessa vita perchè grazie a quella ragazza aveva imparato ad amare ... E lei meritava di vivere, non solo per lui, ma per se stessa.
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Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

I giorni sono trascorsi lenti qui in Italia, ma per lo meno sono trascorsi. Mi sono diplomata all'istituto d'arte con 91...non è il massimo, ma non mi lamento! Finalmente sono libera adesso. E' una sensazione strana ma mi piace molto. Sono curiosa di scoprire cosa mi accadrà adesso. Ad essere sincera non ho molte aspettative...i miei sogni sono morti lì a Seoul. Ma l'idea che qualcosa possa sconvolgere la mia vita da un momento all'altro ancora mi resta viva in mente. E' come un sesto senso o forse è la vana speranza. Ma come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire e senza di essa noi tutti non potremmo definirci umani!
N: mamma sono a casa! - dissi togliendomi le scarpe in punta di porta.
M: ciao cara, ben tornata a casa - mi sorrise teneramente.
N: che buon odorino, che hai preparato di buono? - chiesi curiosa ricambiando il sorriso.
M: pollo alle mandorle! - esordì felice. Doveva essere un giorno importante...non capitava spesso che mamma si cimentasse in un piatto tanto particolare e prettamente asiatico. La cosa mi colpì ma cercai di non badarci molto, ormai alla vita non chiedevo null'altro per non rimanerci male poi. Vedevo mia madre, una donna rotondetta sul metro e sessanta, capelli mossi neri e occhi azzurri, che camminava quasi saltellando d'avanti a me. Indossava uno strano grembiule rosso con pupazzetti gialli che la rendeva ancora più buffa e quel suo canticchiare mi mise, stranamente, di buon umore. Io continuavo a seguirla lungo il corridoio e prima che entrassimo in cucina mi disse una frase che mi fece bloccare di colpo.
M: so che non dovrei farti prendere certi spaventi, ma non crollare ora! - si girò a guardarmi tra il preoccupato e il divertito ed entrò in cucina. Io restai appoggiata al muro ancora per qualche secondo cercando di capire il significato di quella frase ma futili furono i miei pensieri. Così senza indugiare entrai in cucina.
F: uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!! - un urlo madornale mi accolse e mi scossò.
N: Fonesi!!!!! o mio dio, che ci fai qui!!! - le corsi incontro senza pensarci due volte e l'abbracciai forte a me. Non potevo crederci, la mia migliore amica era in casa mia, tra le mie braccia. Cominciai a piangere per la gioia che provai e la strinsi ancora di più.
F: così mi ammazzi però! - disse in coreano stretto e ricambiando l'abbraccio.
N: non ci posso credere che sei qui - mi staccai da lei guardandola negli occhi - non sei una visione vero?
F: se fossi una visione potrei fare questo?? - mi diede un buffetto sulla testa e rise.
N: non sei cambiata per niente - l'abbracciai ancora. Effettivamente, Fonesi era rimasta esattamente come la ricordavo: giocosa, con la battuta pronta e pazza! Esteticamente era cambiata. Da piccola aveva le guanciotte paffute e rosse, era più bassa di me e aveva i capelli castani, lunghi e lisci. Di certo lo sviluppo aveva interagito positivamente su di lei. I capelli a caschetto color miele le incorniciavano il viso magro mettendo in risalto le bellissime labbra piene e rosee. Era circa sul metro e settanta, magra, slanciata e con gli occhi vispi.
F: beh tu sei cambiata tantissimo invece...ma guardati...da quando sei diventata così brutta? - mi sorrise ancora e mi diede un bacio sulla guancia.
N: mi stai facendo venire i complessi d'inferiorità - ci scherzai su, mettendo su un finto broncio.
F: maddai! sai credevo peggio...invece dal vivo non sei niente male.
Era come ai vecchi tempi quando ci piaceva scherzare insieme. Certo, eravamo cresciute entrambe, il nostro fisico era cambiato, avevamo stili di vita differenti...ma serviva ben altro per scalfire la nostra amicizia.
N: sono contenta che tu sia qui. - Ero sincera e serena e il battito regolare del mio cuore me ne diede la conferma. Adesso capivo il perchè del pollo alle mandorle!

 
  
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