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Autore: Paolina91    15/05/2012    2 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Una volta a casa si distese sul suo letto.

Sua sorella si stava facendo la doccia, e lei si sentiva così sola.

Sentiva un grande vuoto dentro di se.

Forse il suo cuore si era irrimediabilmente spezzato a causa di quel ragazzo.

Ora ne era certa, l’amore fa solo soffrire.

Per cui decise di allontanarlo da lei, d’ora in poi basta relazioni amorose.

Anche se quella per lei era stata la prima, una grande delusione.

Ed ora si ritrovava sola nella sua stanza a riflettere sul primo amore di cui stava provando le sofferenze.

Pensò a perché lei non potesse essere felice?

Era sbagliata?

Forse era lei che amava in modo sbagliato oppure Gabriele voleva solo usarla, in fin dei conti lui era molto più grande e avrebbe potuto avere qualsiasi ragazza.

Calde lacrime cominciarono a scorrere sul suo volto senza che lei se ne accorgesse.


**


Hilary entrò nella stanza e si sorprese di trovare la sorella in quelle condizioni.

Era completamente distrutta cosa strana visto che sorrideva sempre.

-Ehi che succede? – le chiese sedendosi al suo fianco.

Honey aveva lo sguardo perso e spento, così Hilary cominciò a preoccuparsi.

-Rispondimi Honey non farmi preoccupare. –

E come se fosse percossa da una scarica elettrica Honey si alzò di scatto abbracciando la sorella.

-Calmati piccola! Va tutto bene. – la bionda le sussurrò dolci parole mentre i singhiozzi della mora piano piano si calmavano.

Quando si riprese da quel momento di debolezza le raccontò quello che era successo.

-Tesoro mi dispiace. So che eri innamorata di lui, ma devi dimenticarlo! –

-Lo so, però non voglio più amare se fa così male! –

-Non dire così, prima o poi troverai quello giusto per te. –

Honey annuì e poi scesero per la cena.


**


I genitori si preoccuparono vedendo così spenta la loro bambina.

Chissà che cosa le era successo?

Avrebbero tanto voluto chiederglielo ma preferirono evitarle ulteriori sofferenze.

Cenarono in silenzio, gli unici rumori che si sentivano in casa erano i tintinnii delle posate che si scontravano con il piatto.

Honey non mangiò molto.

Si alzò da tavola correndo nella sua stanza.

Una volta restati soli con la bionda le chiesero spiegazioni sul comportamento di Honey.

Hilary raccontò quello che era successo omettendo la parte del ballo, in quel caso i genitori non l’avrebbero presa molto bene.

I due annuirono dispiaciuti.

Era arrivata la prima delusione d’amore per la loro seconda figlia.

Non sapevano come comportarsi qualsiasi cosa poteva essere sbagliata.

Pochi minuti dopo però si ritrovarono ad annuire alla richiesta secondo loro bizzarra di Honey.

Voleva andare in discoteca con i suoi compagni di classe.

Speravano che potesse distrarsi dai brutti pensieri.


**

Honey si preparò accuratamente.

Indossò un paio di leggins di pelle nera, abbinandoci un corpetto sempre di pelle.

Si truccò con colori chiari che contrastavano il suo abbigliamento.

Decise anche di piastrare i suoi capelli.

Li portava quasi sempre ricci ma quella sera voleva essere diversa.

Stava creando una nuova Honey.

Sua sorella restò senza parole quando rientrò in camera per preparare la borsa e indossare delle scarpe vertiginose.

La abbracciò stringendola forte.

Scese di sotto e dopo aver salutato i genitori salì nella macchina della sua amica.

Jennifer le fece molti complimenti per come era vestita.

-Wow tesoro sei uno schianto! Cosa vuoi combinare stasera?- le chiese con tono malizioso.

-Niente tranquilla. –

In effetti era vero.

Voleva solo ballare fino a non sentire più i piedi, diventare un tutt’uno con la pista da ballo e le luci psichedeliche.

E poi bere per dimenticare.

Molte persone lo facevano, sapeva che non era la soluzione giusta ma le sembrava l’unica strada in quel momento.

Dopo circa venti minuti di macchina arrivarono fuori dalla discoteca.

Trovarono subito il loro gruppo di compagni ed entrarono in tutta fretta.


Una volta dentro si sentì quasi al settimo cielo.

Lì stava bene.

C’era tutto quello di cui aveva bisogno.

Musica a tutto volume e alcool che avevano il potere di farti dimenticare qualsiasi cosa.

Anche la delusione più cocente al mondo.

Corse subito al centro della pista pronta a scatenarsi.

Sentì immediatamente una sensazione fantastica dentro di sé.

Il ballo la liberava da qualsiasi preoccupazione ma però le faceva anche ricordare quello scemo.

Decise di andare al bancone.

Si sedette su uno sgabello molto alto in ferro battuto, e cominciò a guardarsi intorno.

C’era tantissima gente, tutti presi a ballare per dimenticare i problemi quotidiani.

Sentì una presenza al suo fianco.

Un ragazzo sconosciuto.

Abbastanza alto e muscoloso, occhi azzurri che ti lasciano senza parole.

Un bellissimo ragazzo peccato che lei avesse chiuso con gli uomini.

Si sedette al suo fianco salutandola.

Lei ricambiò ma decise di non prestargli molta attenzione comunque.

Però il tipo sembra non volersi arrendere.

Cominciarono a chiacchierare.

Era veramente carino e dolce, anche lui però troppo grande per lei.

-Balliamo?- le chiese.

Lei annuì trascinandolo in pista.

Avevano bevuto molto in quelle due ore di conversazione.

Honey era un po’ fuori però sapeva che non doveva fidarsi troppo.

La canzone stava per finire quando lui cominciò a baciarla dolcemente.

Sembrava diverso da tutti gli altri.

Si scambiarono i numeri visto che entrambi dovevano tornare a casa.

Jenny le chiese un resoconto della serata.

Honey ancora elettrizzata da quel bacio le raccontò tutto.

Si sentiva così bene, nuovamente viva.

Aveva riacquistato la sua gioia.

Una volta davanti a casa salutò la sua amica con due baci sulla guancia.

Prese le chiavi dalla sua borsetta.

Fuori dalla porta di casa si tolse i tacchi per non fare troppo rumore, aprì la porta principale.

La richiuse senza fare rumore.

Si struccò con calma e prima di andare a dormire controllò il telefono.

Ci trovò un sms da parte di quel ragazzo, Tim.

Le augurava la buonanotte mandandole anche un baciò.

Arrossì come una ragazzina innamorata e decise di ricambiare.

Si sistemò sotto le coperte e in brevissimo tempo prese sonno.


**

Ormai il week end era terminato.

Le ragazze stavano preparando i libri per il giorno seguente.

Non si prospettavano grandi interrogazioni o verifiche per Hilary, ormai era iniziato il ripasso per gli esami.

Mentre Honey avrebbe dovuto recuperare due materie quel giorno, storie e filosofia.

Sapeva però che poteva farcela.

Aveva studiato molto, e due interrogazioni non erano poi così pesanti.

Almeno avrebbe avuto la testa occupata.

Non avrebbe più pensato a quegli occhi azzurri.

Se li sentiva ancora addosso.

Non sapeva cosa le stesse succedendo.

Era consapevole che quella sensazione le piaceva, anche se faceva fatica a fidarsi di qualsiasi ragazzo.

Aveva paura di essere usata.

Usata solo perché aveva un bel corpo.

Quel corpo che lasciava senza parole, era perfetta fisicamente.

Tutto merito delle lezioni di danza.

Ecco adesso che pensava al suo insegnante la rabbia tornava.

Ma ormai di lui non gli importava più nulla.

Certo sapeva di non essersi ripresa completamente.

Non era possibile dimenticare una persona in una serata.

Cancellarla completamente dal cuore se ne ha fatto parte per almeno tre anni.

Decise di mettersi sotto le coperte.

Aveva bisogno di riposare per affrontare la giornata seguente.



Al mattino il sole risplendeva.

Fuori cominciava a sentirsi un arietta leggermente più calda.

Per quello che era possibile a Montreal.

Si alzò e dopo essersi preparata accuratamente, scese in cucina per la colazione.

I genitori molto probabilmente erano già usciti per il lavoro.

Hilary dormiva ancora.

Infatti quel lunedì sarebbe entrata a scuola più tardi.

Prese la sua borsa e si avviò in completa solitudine verso la fermata dell’autobus.

Quella mattina tutto sembrava così splendente.

Forse era il sole.

L’unica cosa negativa era l’autobus in ritardo come sempre.

Possibile che quell’autista fosse così lento?

E mentre si arrovellava il cervello con tutte quelle domande e insulti vari al conducente, sentì in lontananza il rombo di una moto.

Una moto stupenda, nera e perfettamente lucente.

Lei non amava i motori ma in quel caso era rimasta piacevolmente colpita.

Poco dopo il guidatore si tolse il casco.

Honey rimase impalata di fronte a quegli occhi.

-Ti serve un passaggio?- le chiese Tim dolcemente.

Lei riuscì solo ad annuire.

Salì sulla moto e in pochissimo tempo arrivò davanti alla scuola.

-Grazie mille, mi hai salvato dall’ennesimo ritardo. –

-Figurati… beh ci sentiamo. –

Sparì in pochissimo tempo.

Lei era ancora concentrata a pensare a quel corpo muscoloso al quale si era aggrappata per non cadere quando Jennifer come una furia le piombò addosso.

-Dove eri finita? Mi sono spaventata tantissimo non vedendoti alla fermata?-

-Mi ha accompagnata papà… entriamo dai. –

-Ok. –

Arrivarono in brevissimo tempo nell’aula di storia.

Honey deglutì rumorosamente quando entrò la professoressa.

Era troppo agitata.

Doveva calmarsi in fin dei conti era solo un interrogazione.

No.

Era l’interrogazione più importante della sua vita.

Poteva recuperare tutto il programma svolto fino ad ora.

Quindi rimediare un'altra materia.

E questo significava concerto quasi assicurato.

Visto che nel giro di due settimane avrebbe rimediato alla sua situazione.

Lo studio costante era molto di aiuto.

Ripassare tutti i giorni facilitava.

C’era sempre poco da studiare, non si ritrovava con duecento pagine tutte insieme.

-Benissimo possiamo interrogare. C’è qualcuno che si offre?-

-Io professoressa. –

L’insegnante restò stupita e si limitò solamente ad annuire.

Honey cominciò ad esporre il suo argomento a scelta, rispose a tutte le domande che le erano state poste.

Tornò a posto con un bellissimo 8.

Era felicissima e anche la professoressa sembrava aver cambiato opinione su di lei.


La giornata scolastica si era conclusa positivamente.

Aveva recuperato due materie.

Ora restavano solo matematica, fisica, biologia e chimica.

Insomma tutte le discipline scientifiche che lei odiava.

Doveva ammettere però che aveva fatto dei passi in avanti in matematica.

Faceva tutti i giorni degli esercizi e stava studiando la teoria.

Sapeva che l’insegnante l’avrebbe sottoposta ad una verifica scritta la settimana successiva, così come per chimica.

Piano piano stava facendo dei passi in avanti.

Era migliorata tantissimo.

Arrivò a casa del suo insegnante.

Non suonò nemmeno il campanello.

La stava aspettando.

Non parlarono molto se non di matematica e chimica.

C’era un grande distacco tra di loro.

Si chiedeva se sarebbe riuscita a preparare le coreografie con questo gelo.

Ma lei era forte.

Sicuramente in sala prove sarebbe andato tutto meglio.

Finite le tre ore di studio, la mora si alzò dalla sedia sistemandosi i pantaloni.

Cominciò a riordinare i libri.

Una volta pronta si avviò verso la porta.

-Ci vediamo domani in sala prove. –

Uscì da quella casa che in quel momento era diventata troppo stretta anche per lei.

Non riusciva quasi a respirare.

Ora si sentiva notevolmente meglio, l’aria fresca scorreva sul suo viso.

In brevissimo tempo arrivò a casa.

I suoi genitori erano già rientrati.

La mamma stava preparando la cena mentre suo padre apparecchiava la tavola.

-Ciao mamma, ciao papà. Scusate il ritardo ma ho studiato fino ad ora matematica e chimica. Devo recuperarle settimana prossima. –

-Tranquilla tesoro va tutto bene. Come è andata oggi a scuola?-

-Benissimo ho preso 8 in storia recuperando tutto il programma e 7 e mezzo in filosofia.-

-Bravissima bel lavoro. –

Si sedettero a tavola per la cena.

Era tutto così tranquillo e familiare.

  
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