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Autore: Haruakira    16/05/2012    10 recensioni
Juvia, Gray, Leon.
I rimpianti di uno, la felicità di altri.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gray Fullbuster, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RIMPIANTI





Il sette era un numero che ricorreva spesso nella vita di Juvia.
Sette erano gli anni in cui era rimasta bloccata sull' isola della gilda.
Un martedì sette era il giorno in cui si era sposata.
Sette gli anni che il maggiore dei suoi due figli avrebbe compiuto tra qualche mese.
Sette erano gli anni che erano trascorsi da quando aveva lasciato Fairy Tail.
Camminando per le strade di Magnolia molte cose erano rimaste le stesse. Altre erano cambiate. C' era un chiosco di panini affollato di gente di fronte al municipio e che prima non c' era, una casa aveva rifatto il prospetto prima rosa e ora di un giallo pastello. Si guardò intorno catalogando ciò che c' era sempre stato e ciò che invece era diverso. Non aveva fretta di percorrere la via principale per arrivare alla gilda, anzi, in tutta onestà aveva anche un po' di paura.
Le tremava il cuore.
Decise di godersi con calma la città che la aveva adottata, di temporeggiare in un certo senso.
Una manina si intrufolò tra le sue dite, Juvia guardò verso il basso. Ame, la più piccola dei suoi due bambini, cinque anni e due occhi blu come i suoi,  la guardava allegra tenendo stretto col braccio libero Koko, il coniglietto rosa che il fratello le aveva regalato tre anni prima. Non se ne separava mai.
-Mamma!-Degel la chiamò correndo verso un negozio con le vetrine colorate e piene di ninnoli- entriamo!
-Uhm. Ma non toccare niente- si affrettò a seguire il figlio all' interno temendo che potesse combinare qualche danno, era un bambino decisamente curioso. Juvia trovò il figlio trafficare con uno di quei souvenir a forma di palla di vetro e con la neve che scendeva all' interno.
-Degel posalo.
-Degel posalo- fece eco Ame posandogli una manina sul braccio e guardandolo supplicante. Il piccolo sbuffò:- Quanto sei appiccicosa.- poi posò l' oggetto e la bimba sorrise. Apparentemente il maggiore poteva essere scortese con la sorella e Juvia ricordava che in effetti non aveva fatto proprio i salti di gioia quando aveva saputo dell' arrivo di una sorellina. Quando l' aveva vista aveva dichiarato che era bruttissima e che lui era di sicuro più bello. Quando Ame aveva cercato di camminare fino a lui e quando aveva pronunciato il suo nome per la prima volta, se lo era conquistato. Degel era sempre stato una calamita per la bambina sin da quando era nata e il bambino aveva finito per volerle bene più di quanto potesse immaginare.
Ame era stata attirata da una coppia di sposini di plastica su una torta finta:- Tu e papà avete fatto la torta quando vi siete sposati?- domandò
-E' ovvio che abbiano fatto una torta. Che matrimonio è senza potersi abbuffare di cibo?- rispose piccato il fratello al suo posto- Tch- Degel incrociò le braccia al petto guardando gli sposini di plastica- chissà quand' è che tu ti sposi? Così finalmente vai via e la smetti di starmi appiccicata.
-Ame sposerà Degel- sentenziò la piccola oltrepassandolo e fermandosi di fronte a una piccola giostra di legno.
-Ma chi ti vuole!
-Adesso basta- sospirò Juvia uscendo dal negozio. Guardò a destra e a sinistra- Vorrei sapere dov' è vostro padre.
-E' là- rispose Ame indicando col dito un negozio di fiori.
-Leon?- lo chiamò Juvia arrivandogli alle spalle e facendolo saltare di qualche metro più in là.
-C-che ci fai tu qui?
-Dovevamo vederci qui in centro. Hai detto tu a Juvia di andare avanti.
Leon si passò una mano tra i capelli, imbarazzato, poi sorrise tendendole un mazzo di fiori:- Tulipani- affermò.
Juvia accettò arrossendo. Guardò suo marito grata per la fortuna inaspettata che aveva ricevuto e iniziò a piagnucolare.
-O-ohi... Juvia... che succede? Ho fatto qualcosa-
-N...no- si asciugò gli occhi tornando a guardarlo- Juvia... Juvia è felice- e iniziò a ridere sotto lo sguardo dei tre. Degel si voltò verso la sorella facendole segno che la mamma non aveva tutte le rotelle a posto.
La famiglia aveva ricominciato a camminare, Ame aveva insistito per tenere i fiori della madre, poi si era avvicinata al fratello porgendoglieli come dono.
-E non farmi regali riciclati!- sbottò lui camminando avanti.
-Degel non ti allontanare- lo richiamò Leon tenendo la manina di Ame. Poi si rivolse alla piccola sorridendo imbarazzato- in effetti non dovresti riciclare i regali.
La bimba lo guardò interrogativa:- Ma la mamma ha regalato alla signora Robin la teiera che le ha comprato Sherry-san.
Leon guardò Juvia che iniziò a tossire:- Non... non lo saprà mai.
-Non è quello il punto!
-Era bruttissima. A Juvia non piaceva per niente. E nemmeno a Leon- ci tenne a puntualizzare.
-Oh... er...ah- Leon si arrese- meno male che Ren e Sherry non vengono ogni giorno.
-Siamo arrivati!- urlò Degel entusiasta- è quella Fairy Tail?
Juvia guardò la gilda che si ergeva imponente alla fine della via, non si era accorta di essere arrivata così presto. Fairy Tail era ritornata al suo legittimo posto, era di nuovo splendente nel cuore di Magnolia. Era da una vita che non metteva piede lì dentro. Aprì timidamente il portone mentre Degel si nascondeva dietro il padre.
Quello che vide la riportò nel passato di sette anni. Non era cambiato apparentemente nulla, c' era il solito caos, il solito rumore di festa e di allegria.
Non appena entrarono tutti si girarono verso di loro, per un attimo ci fu solo il silenzio, poi un' esplosione di urla e risate, di braccia che la circondavano e la reclamavano.
Dopo un po' si era seduta al bancone, Leon stava parlando con il Master, i bambini gironzolavano per la grande sala. Iniziò a guardarsi intorno quando Mirajane le parlò:- Sta arrivando.
-Come?
Le sorrise dicendo ciò che era ovvio:- Gray sta arrivando.
-Ah... ah... ma Juvia non... non lo stava affatto cercando.
-Come vuoi- la accontentò Mira facendo il giro del bancone e sedendosi al suo fianco mostrando un ventre prominente sotto il vestito.
-E quello?- domandò stupita Juvia.
Mira rise:- Qui dentro c' è un bambino. Sono successe tante cose sai? Io mi sono sposata con Fried per iniziare... da un anno più o meno. Elfman ed Evergreen sono stati i primi a mettere su famiglia.
-Lo immaginavo-
-Levi e Gajiel fanno gli eterni fidanzatini. Quello sciocco pensa che Levi sia ancora troppo giovane per il matrimonio.
-E' che Levi sembra sempre piccola.
-Ma non lo è- precisò Mira. La ragazza si picchettò il mento con l' indice- vediamo un po'... che altro...ah, Erza e Gerard si sono dichiarati giusto la settimana scorsa. Ci hanno impiegato un sacco di tempo.
-G-Gray?- sussurrò Juvia- Gray-sama...
-Il tuo Gray è ancora libero, non preoccuparti.
-Non è il mio Gray!
Già- Mira divenne seria- sai, ho sempre pensato che sareste finiti insieme. Ne ero sicura. Ma tu poi sei andata via con Leon. Cosa è successo? Pensavo che il tuo amore fosse incrollabile.
Juvia abbassò gli occhi sulle mani:- Mi sono innamorata di Leon, tutto qui.
-Io ho avuto l' impressione che stessi scappando.

Gray entrò all' interno della gilda che stava litigando con Natsu come al solito. Lucy li aveva fermati buttando un urlo non appena aveva aperto il portone. Anzi, non un urlo. Juvia. Disse precisamente Juvia.
Il mago del ghiaccio si bloccò sulla soglia. Cos' era? Uno scherzo?
Quando incrociò lo sguardo di Juvia circondata da Natsu, Lucy ed Happy dovette convenire che forse non lo era. Allora stava sognando. Oppure aveve le allucinazioni. Forse era sotto l' effetto dell' incantesimo di qualche nemico che li stava attaccando in sordina.
-Ehi Gray!- la faccia di Leon di fronte a lui gli fece pensare di escludere tutte le precedenti opzioni.
-E... Ehy.
Leon arcuò le sopracciglia:- Non mi aspettavo un benvenuto festoso ma nemmeno questo devo ammettere.
-No... scusa è che...
Ti spaccherei la faccia...
-Non me lo aspettavo.
Perchè me l' hai portata via.
-Bè lo sai, adesso abitiamo nella città in cui ha sede Lamia Scale. Non è proprio vicina.
Gray si fece spazio verso un tavolo sedendosi insieme a Leon.
-Sei ancora un mago di Lamia Scale quindi.
Leon sorrise:- Non proprio. Faccio l' architetto, però ogni tanto non mi dispiace lavorare per la gilda- si alzò la maglietta mostrando il simbolo di Lamia Scale.- Ehi... potresti rimettersi i vestiti?
-Eh?!
Quando Gray si fu finalmente rivestito ritornò a parlare, questa volta con un tono beffardo:- Mi deludi, Leon. Cos' è? Sei troppo vecchio per fare il mago?
-Troppo vecchio? No, assolutamente. E' che non ci è sembrata una buona idea. Sai meglio di me quanto la vita di un mago sia pericolosa e onestamente non ho molta voglia di lasciare due bambini orfani.
Solo in quel momento, quando il mondo di Grey sembrava crollare definitivamente, si accorse dei due marmocchi che stavano giocando con Azusa. Leon li chiamò presentando ai piccoli il suo vecchio compagno di apprendistato.
Il maggiore era il ritratto di Juvia. La pelle chiara, gli occhi, il colore dei capelli, non fosse che i suoi erano decisamente disordinati. La più piccola aveva i capelli del padre ma lisci e ordinati come quelli della madre.
-Che diavolo stai guardando, maniaco!- lo riprese il piccoletto.
-Degel!- intervenne Leon mentre il ragazzino afferrava la mano della sorella allontanandosi.
-Scusa. Mio figlio non ama essere al centro dell' attenzione.
-Quindi- Gray si voltò a guardarlo cupo- ora sei un architetto.
-Anche parecchio affermato direi- rise Leon
-Sei sposato.
-Felicemente con Juvia- sentenziò sorridendo.
-E hai due figli.
-Adorabili- confermò annuendo.
-Adorabili- ripetè Gray assente. In pratica Leon aveva una vita perfetta. Era cresciuto in quegli anni, era cambiato. Era cambiato a tal punto da abbandonare la magia. Non lo credeva possibile. Ancora non avevano nemmeno litigato.
-Sei cambiato- gli disse a un certo punto.
Leon strabuzzò gli occhi:- No, non sono cambiato. Credi che sia cambiato solo perchè non sono più un mago? Non a tempo pieno almeno. Juvia in fondo aveva bisogno di una vita tranquilla e di essere amata. E io sono felice se posso darle tutto questo. Inoltre non potevo perdermi per nulla al mondo la possibilità di veder crescere i miei figli, non credi?- Leon allargò le braccia mettendosi le mani dietro la testa- sono scelte. C' è chi continua a fare il mago magari facendo crescere i propri figli all' interno di una gilda e c' è chi si mette a fare l' architetto ritornando ogni tanto sul campo di battaglia.
Non avevano voglia di parlare del passato, di come Juvia fosse andata via con lui abbandonando Fairy Tail. Si guardarono semplicemente, per un attimo interminabile e in quell' attimo passò la consapevolezza di essere stati rivali, che Gray era stato lento e aveva perso Juvia, che Leon aveva approfittato della confusione nei sentimenti del ragazzo e si era insinuato tra loro fino a portargliela via. No, anzi, era stata Juvia ad essere andata via. Lei aveva deciso.
Leon l' aveva amata limpidamente, chiaramente senza confusione, senza se e senza ma.
-Ti chiamo Juvia- affermò alzandosi. Si girò un secondo verso di lui- ah, Gray... se volete andare in un posto più tranquillo fate pure.
-E perchè dovremmo scusa?
-Forse avete ancora qualcosa da dirvi.
Gray alzò un sopracciglio, scettico:- E tu saresti così generoso, o così stupido, da permetterlo? Non hai paura?
-E perchè dovrei? Sette anni, Gray. Sette anni.

Era così gentile Leon. Aveva chiamato Juvia affinchè lei potesse parlare con Gray-sama. "Potreste fare una passeggiata" le aveva detto dandole un bacio sul naso. "Cercherò di non essere geloso"
Juvia sapeva che Leon era geloso di Gray, era inevitabile visto che sapeva perfettamente ciò che la donna aveva provato in passato per lui. Era stato un sentimento molto forte, così forte che pensava che non se ne sarebbe mai liberata. Eppure ora la invitava a parlare con lui.
"Se non lo facessi ho paura che ti perderei", aveva concluso accarezzandole i capelli e guardandola con tutto l' amore che aveva. Implorante e speranzoso per certi versi, spaventato dai risvolti che quella conversazione avrebbe potuto avere.
Per Leon era una prova del nove.
"Non ti preoccupare, Juvia tornerà qui tra un' ora al massimo", aveva detto lei con cipiglio.
Non poteva rinunciare agli occhi di Leon che la guardavano con tutto l' amore del mondo, nè al suo sorriso, nè a sentire la sua risata gorgogliare dalla pancia, nè alle sue mani che la accarezzavano devote, o ai baci sul naso, sulle labbra, tra i capelli.
O alla loro casetta col giardino.
O alla felicità dei loro bambini.

-Gray-sama-
Juvia era davanti a lui. Sembrava più bella dell' ultima volta. I capelli scendevano lunghi sulle spalle, indossava persino dei vestiti più leggeri, una maglietta e un paio di jeans. Non ricordava di averla mai vista così.
-Ciao Juvia.
Poteva sentire battere il suo cuore, il proprio e quello di Juvia.
Correvano.
-Andiamo a fare una passeggiata. Gray-sama vuole?
Il mago annuì uscendo al sole che riscaldava Magnolia. Erano rimasti in silenzio fino a quando il ragazzo non si rese conto di quanto stupida fosse la cosa. Per quanto ne sapeva avrebbe potuto rivederla tra altri sette anni.
Oppure mai più.
Si infilò le mani nelle tasche e prese un profondo respiro:- E... quindi sei felice?
Juvia si voltò a guardarlo e annuì:- Sì, Juvia è molto, molto felice. E Gray-sama è felice?- il tono di Juvia fece trasparire una vena di preoccupazione che il mago cercò in parte di fugare.
-Credo di sì- fece una pausa- ho qualche rimorso.
-Ah
-Vieni, sediamoci su quella panchina- Gray indicò i sedili di fronte alla grossa fontana a motivi mitologici al centro della piazza affollata. Portò un ginocchio sotto al mento coprendosi un poco con un braccio, fissava la bocca di un grosso pesce di pietra- Ti ho odiata.
-Cosa?!-Juvia spalancò gli occhi, ferita e amareggiata.
-E poi ho odiato Leon. E alla fine me stesso.
Le spalle di Juvia si mossero appena ad accompagnare le lacrime silenziose che cercava di trattenere ma che le arrossavano gli occhi:-Juvia doveva andare via.
-Lo so, ma sono un uomo profondamente egoista. Lo sono sempre stato. Mi sono sempre cullato nella certezza che mi avresti sempre aspettato. Ne ero così convinto da rimandare sempre i conti con tutto quello che rappresentavi per me. Era troppo difficile e fastidioso cercare di capire cosa provassi nei tuoi confronti. Non mi interessava saperlo, tanto tu ci saresti sempre stata. Ma mi sbagliavo. Mi ha scioccato sapere che te ne andavi. Che non mi aspettavi. Che avessi smesso di amare sia per me che per te. Pensavo che avresti sempre amato per entrambi, ed era bello. Sono egoista. Alla fine sei andata via. Ti ho odiata per questo, perchè ti eri arresa.
-Juvia non aveva smesso di amare Gray-sama- confessò. Non si guardavano, i loro occhi erano fissi sull' acqua che sgorgava dalla fontana, sulle sculture che rappresentavano dei e animali.
-Lo so. Ma non riuscivo a fermarti. Ho pensato "che faccia pure quello che vuole". Non lo so perchè l' ho pensato. Nemmeno un anno dopo mi arriva l' invito al tuo matrimonio. Ed eri felice, non mi guardavi più come prima. Alla fine ti sei innamorata di lui.- Gray si girò all' improvviso verso di lei alzando la voce e facendola sobbalzare- O volevi punirmi? Mi stai ancora punendo, Juvia?
Lei assunse un cipiglio severo, quasi nervoso:- Juvia ammette di essere andata via perchè amare Gray-sama faceva troppo male ma Juvia si è innamorata veramente di Leon stando con lui e conoscendolo. Leon ama Juvia. La ama veramente! E... e Juvia non riesce a immaginare un mondo senza di lui.
-Dimmi una cosa, Juvia, dimmi la verità, hai iniziato ad amarlo perchè finalmente qualcuno ti amava, perchè finalmente non eri più sola, perchè ti accettava? Perchè era tutto quello che io non ero in grado di fare?
-Gray-sama si sbaglia. Questo mi piace, lo ammetto ma Juvia ama Leon per quello che è... non si può spiegare. Ci sono tanti motivi e al tempo stesso non ce ne è nessuno.- Juvia si alzò, si sentiva libera- Gray-sama è stato il primo amore di Juvia ma ora Juvia è serena e non ha rimpianti. Juvia ama suo marito.
Gray la guardava allontanarsi piano piano e diventare un puntino sempre più piccolo, così piccolo che a un certo punto era sparita.
Leon poteva stare tranquillo.
Aveva mollato la magia per darle una vita tranquilla, per amarla come meritava. Lui probabilmente non sarebbe stato così altruista, non sarebbe mai stato in grado di amarla in modo spontaneo e trasparente.
Non poteva fare a meno di invidiarlo per la facilità con cui le esprimeva i suoi sentimenti.
Era freddo come un blocco di ghiaccio, incapace di fare i conti con un sentimento come l' amore. Ne era stato spaventato, lo fuggiva e avrebbe voluto inseguirlo quando ormai era troppo tardi. Quei bambini avrebbero potuto avere i suoi occhi, o i suoi capelli, o il suo temperamento. E invece tutto quello apparteneva a Leon.
Lo sguardo di Juvia, tutte le espressioni del suo viso, il contatto con il suo corpo... tutto, era tutto di Leon.
I rimpianti gli stavano puntellando l' anima come se fossero un insieme di spilli dolorosi.

Leon era pigramente seduto al bancone sorridendo dell' intraprendenza di Degel che sembrava provarci spudoratamente con Azusa e della gelosia infantile di Ame che per la prima volta cercava di picchiare il fratello. Da quando Juvia e Gray erano usciti non aveva fatto altro che guardare la porta. Quando finalmente si aprì non se ne accorse nemmeno, troppo impegnato ad annegare in un mare di pensieri funesti e a darsi mentalmente dell' idiota per la sua stupidità.
Sentì lo sgabello al suo fianco spostarsi e gli occhi di Juvia posati su di lui.
-Juvia è davvero felice. Non ha bisogno di cercare nient' altro da nessuna parte che non sia vicino a Leon e ai bambini. Juvia spera che questo sia chiaro. E' così da quasi sette anni.
Leon sospirò sollevato e la strinse forte. Così forte da avere paura di farle male.




Sette anni prima...
-Juvia va via- piangeva.
-Come? Che diavolo vuol dire questo?
-Juvia va via
-Questo l' ho capito. Ma quando torni?
Le spalle si alzavano e si abbassavano per i singhiozzi:-Mai.
-Juvia- le aveva afferrato le spalle- è successo qualcosa?
Tirò su col naso:- Juvia soffre troppo a stare accanto a Gray-sama in questo modo. E sa che non può obbligarlo a innamorarsi di lei.
Le aveva lasciato le spalle e la guardava sconvolto:- Lasci la gilda e i tuoi amici per me?
-Juvia andrà insieme a Leon-san.
Era rimasto con la bocca semiaperta, poi aveva ringhiato:- Traditrice.
E lei era scappata gridando "gomen, gomen"
L' aveva vista dalla finestra salutare i membri della gilda, meno rumorosi del solito, chi spudoratamente in lacrime e chi in un contegnoso silenzio.
-Questa sarà sempre la tua casa- aveva detto il Master.
Agitava la mano libera in segno di saluto, l' altra era stretta a quella di Leon.
Il suo cuore intanto si accartocciava. Aveva tirato un pugno alla finestra frantumandola. Irrazionalmente gridò che avrebbe dovuto aspettarlo.


E invece era lui che avrebbe dovuto sbrigarsi.


Gray nascose la testa tra le braccia, probabilmente a quest' ora stavano andando via.
Di nuovo.
Dio, faceva dannatamente male.




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HARU DICE: Spero che questa shot sia piaciuta, è la prima storia su questo fandom -e spero non sia l' ultima-, vorrei precisare che la coppia Gray/Juvia mi piace molto ma ammetto che Leon non mi dispiace affatto, anzi, per il modo in cui dimostra i suoi sentimenti per Juvia è un ottimo candidato visto che la maga dell' acqua prima di entrare a Fairy Tail è sempre stata sola ed esclusa quindi credo che necessiti di sentirsi amata in maniera chiara e trasparente. D' altra parte Gray è molto ermetico e probabilmente confuso e il fatto che Juvia gli stia così intorno possibilmente lo lusinga, gli dà la certezza che lei sia lì ad aspettare. Mah, personalmente spero di vedere presto nuovi sviluppi nel manga.
Degel è in realtà il nome del cavaliere di Aquarius di Saint Seiya Lost Canvas. Mi è sembrato adatto come nome per il figlio di Juvia e Leon.

DISCLAIMER: Fairy Tail e i suoi personaggi non mi appartengono. La storia non è scritta a scopo di lucro.
   
 
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