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Autore: Drius    16/05/2012    3 recensioni
“e tu?” chiese Louis facendo un sorriso obliquo “ti sei mai innamorato?”
Harry ringraziò il buio perché si sentì arrossire e non voleva che l’amico lo notasse.
“io non lo so. Come faccio a capirlo?” chiese Harry.
[...]
“Harry, l’amore è una sentimento che ti trafigge il petto! Quando sei innamorato senti strane sensazioni davanti a lei e quando lei non c’è non fai altro che pensarla.”
“e se la sogni?” chiese Harry.
“sei innamorato”
“se quando la vedi vorresti averla fra le tue braccia?”
“sei innamorato”
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non appena vide il corpo di Layla gettato per terra senza alcuna pietà, non appena vide la sua testa sbattere violentemente contro la terra e non appena notò il sangue che le bagnava il viso, Harry si armò di una forza immane e riuscì a strattonare l’energumeno che lo bloccava.
Si precipitò da lei, che ormai aveva perso i sensi, non sapendo bene cosa fare.
“Sei un idiota! Dobbiamo averla sana!” gridava il compagno a colui che aveva gettato la ragazza al suolo.
Quando però ritentarono di prenderli, Harry prese prontamente la ragazza in braccio, scavalcò la recinzione e scappò via nel bosco.
“LASCIA LA ROSSA, DOBBIAMO PRENDERE QUEI DUE” gridò di nuovo l’energumeno, che sembrava tanto il capo, all’uomo pelato che reggeva ancora Sam. La lasciò scivolare a terra e corse verso il punto dove il riccio era sparito, seguito dai suoi compagni.
Louis si precipitò da Sam, che aveva anche lei perso i sensi mentre Liam cercò di medicare in qualche modo le ferite di Niall, preso a pugni per non voler far entrare gli sconosciuti nella loro abitazione.
“sono loro … sono le Serpi Nere” soffiò livido in faccia Zayn.
Louis prese Sam e la portò dentro, ma dopo poco riuscì.
“Liam, tu rimani qui. Noi andiamo a salvare Harry” disse Zayn all’amico, riferendosi a lui e Louis.
I due corsero alla ricerca del loro amico e subito trovarono i tre gorilla.
“HEY VOI!” urlò Zayn “FERMATEVI”         
Quelli rallentarono il passo voltandosi e quando li notarono sghignazzarono.
“ci penso io” mormorò uno dei tre ai suoi compagni. Era proprio colui che aveva quasi ucciso Niall. Era proprio quello che Zayn voleva vedere soffrire.
Accecato dalla rabbia, colpì il gorilla in pieno volto. Poi lo colpì una seconda volta, più forte, nello stomaco. L’energumeno si accasciò a terra mentre i suoi compagni, vedendolo in difficoltà, stavano correndo in aiuto.
“pensa a lui Louis” disse Zayn all’amico, che fino a quel momento era stato incapace di agire.
I due gorilla si gettarono letteralmente sul ragazzo, riempiendogli il viso e il petto di pugni, fermandosi solo quando Zayn sputò sangue. Nonostante fosse armato di tutta la sua rabbia, la forza degli sconosciuti era troppa, e Zayn non ce l’avrebbe mai fatta da solo.
“FERMI” urlò Louis, arrivando improvvisamente, gettando una gomitata sul collo di uno dei due.
“sparisci moscerino” grugnì l’altro, spingendolo via. Nel frattempo l’uomo che Zayn aveva atterrato poco prima si stava riprendendo, notò il ragazzo inerme a terra e fermò i suoi compagni.
“state fermi, lo finisco io” sibilò.
“avanti Josh, non abbiamo tempo da perdere” disse quello che aveva spinto Louis, cacciando fuori un coltellino dalla tasca anteriore dei pantaloni.
Il panico assalì Louis.
“NO!” urlò, prima di gettarsi sull’energumeno e spingerlo a terra, facendo volare via il coltellino.
“prendilo Grog!” urlò Josh.
Ma fu un’altra persona ad afferrare il piccolo coltello. Lo afferrò e lo puntò verso il tipo di nome Grog.
“sta lontano da me e dai miei amici” sibilò Harry fra i denti, livido in volto.
Louis corse da lui, felice di rivederlo mentre Zayn si era lentamente rialzato e non fece in tempo a chiedersi dove avesse nascosto Layla che delle parole gli uscirono di bocca.
“sappiamo cosa cercate” mormorò.
Tutti, compresi Louis ed Harry, si voltarono a guardarlo. Inginocchiato, con la mano sinistra sulla spalla destra sanguinante, coperto di sangue e dolorante. Non sapeva neanche lui cosa stava dicendo, ma aveva un obbiettivo. Non avrebbe mai lasciato che i suoi amici soffrissero, mai. Erano state le uniche persone che lo avevano accolto, capito, aiutato. Ora era il suo turno, si sarebbe sdebitato una volta per tutte … una volta per sempre.
“ma non saranno le persone che cercate che vi aiuteranno a raggiungere il vostro scopo” riuscì a dire.
“cosa vai blaterando, ragazzo? Cosa puoi saperne tu di chi siamo e di cosa cerchiamo?” grugnì Grog, con il coltellino ancora puntato contro.
“vi conosciamo bene invece” continuò Zayn “sappiamo chi sono le Serpi Nere e cosa cercano”
Il volto dei tre cambiò espressione repentinamente.
“tu come .. ?”
“posso solo dirvi che i due alchimisti non hanno lasciato nulla ai loro figli, se non tristezza e dolore. Sono io che custodisco il loro segreto. Prendete me.”
Le parole di Zayn lasciarono basito Harry.
“Zayn, ma cosa diavolo … ?”
“è inutile Harry, non potevo nasconderlo ancora a lungo.” Mentì “sono io che ho la chiave d’accesso per la pietra filosofale. Sono io che so dove trovarla. Sono io che so come ricomporla. Il loro segreto è stato lasciato a me. Prendete me!”
“non dire idiozie, tu …”
“no, Louis. È giunto il mio turno di fare qualcosa per voi”
“STA ZITTO ZAYN. È UNA PAZZIA”
Intanto i tre si guardarono fra loro, confusi.
“il capo non ne sapeva niente …” grugnì Josh.
“chi lo sapeva, in effetti?” mormorò Grog.
“prendiamoli tutti e tre” sussurrò l’altro.
“no. Prenderemo solo il ragazzo” disse Josh, indicando Harry “è chiaro che il moro mente per salvare lui e la figlia di Scott”
“io invece credo che abbia detto la verità” disse Grog “prendiamo il moro e facciamola finita”. Fece per avviarsi verso Zayn, quando Louis gli bloccò la strada.
“non prenderete nessuno” sussurrò, minaccioso.
Ma fu proprio Zayn a scansare l’amico e ad avanzare verso il nemico.
“NO” urlò Harry “SONO IO STYLES. SONO IO SUO FIGLIO. PRENDETE ME!”
“tu non sai nulla, Harry, ti torturerebbero inutilmente” gli disse Zayn.
“NEMMENO TU SAI NIENTE. NON FARLO ZAYN!”
“sta zitto tu” grugnì il terzo dei gorilla, stendendolo con un pugno, facendo lo stesso con Louis quando tentò di ostacolarlo.
“FERMI! Verrò con voi. Basta, smettetela! Non fate più loro del male!” urlò Zayn.
Senza dire una parola, Josh lo afferrò per un braccio e lo trascinò con se verso la radura, dove era stata parcheggiata la loro gip.
Zayn osservò i corpi inermi degli amici, gettati a terra come stracci. E li osservò finché la visuale glielo permise, sussurrando un flebile addio.
Così Zayn si gettò fra le braccia del nemico per salvare le vite delle sue persone care.
 
Quando Layla riacquistò i sensi si trovò a casa. No, non nel suo morbido letto della grande casa in paese. Ma nella casetta di legno che Harry aveva costruito per lei, nella radura. In un primo momento si chiese cosa ci faceva lì, come ci era finita e perché il braccio destro le doleva atrocemente. Ma i ricordi le ritornarono veloci alla mente. Harry, il castagno, il bacio, sconosciuti nella loro casa, Niall steso a terra, poi solo sangue e dolore. Sarebbe potuta essere una bella giornata se non fosse accaduto quel trambusto alla fine. Si portò la mano non dolorante sulle labbra, ricordando le sensazioni di qualche ora prima, ma il dolore dell’altro braccio le impedì di ricordare oltre.
Non sarebbe riuscita a scendere da lì senza l’aiuto di qualcuno per come l’arto le faceva male, quindi forse sarebbe rimasta su quell’albero in eterno, perché non vi era traccia né di Harry né di  nessun’altro.
Il braccio era sicuramente rotto: le faceva così male che Layla dovette mettersi il pugno in bocca per non urlare. Non aveva idea di cosa fare, come farlo e per la prima volta dopo mesi entrò in panico. Provò rabbia. Verso Harry e i suoi amici che l’avevano abbandonata in cima ad un albero, ma subito dopo si ricordò di chi era giunto all’orfanotrofio per prenderla. Per prendere lei. Si rese dunque conto che probabilmente i suoi amici l’avevano portata lì, per salvarla, per trovarle un rifugio e poi avevano affrontato il nemico.
Bollenti lacrime le salirono agli occhi, non poté fare a meno di pensare al peggio.
Perché non erano lì ora? Perché non erano tutti insieme a festeggiare il nemico sconfitto? Perché non era fra le braccia di Harry in quel momento? E perché diavolo doveva continuare a uscire sangue dalle sue ferite? Le sue lacrime non erano mai state così vere. Erano un misto fra il dolore fisico e il dolore interno. Si sentiva sola, nell’intero mondo e per l’ennesima volta si chiese se fosse stata una buona idea quella di abbandonare la casa materna.
“ma cosa diavolo vai dicendo?” pensò ad alta voce, sentendosi un po’ stupida. Quella fuga le aveva fatto conoscere i migliori amici che potesse mai avere, le aveva fatto ritrovare sua sorella e le aveva fatto conoscere il ragazzo che più adorava. Harry. Solo a pensarlo il dolore si affievolì un poco e un sorriso le comparve sul viso. Ma dopo di che le lacrime ritornarono, ancora più bollenti di prima, rigandole insistentemente il viso.
Era notte. Una notte di metà ottobre così limpida Layla non l’aveva mai vista, riusciva persino a contare le stelle che si intravedevano tra i rami degli alberi.
Crack.
Sentì un rumore provenire dall’interno della foresta. Ne aveva sentito milioni di rumori come quello, ma mai si era ritrovata da sola e con un braccio rotto.
Crack.
Un’altra volta. Il terrore la invase. Si sentì estremamente piccola nell’enormità della foresta. Chi poteva essere? Un cane? Un lupo? Un topo? Le Serpi Nere?
“Harry!” urlò non appena vide il riccio entrare nella casetta.
Appena si trovò al suo fianco, non la fece neanche respirare che subito la baciò. Non era ancora abituata a quel genere di cose, ma in quel momento era proprio ciò di cui aveva bisogno. Un bacio dolce, delicato, ma troppo veloce. Dopo di che la strinse forte a se e non provò nemmeno a trattenere le lacrime, che portarono anche Layla al pianto.
“ho avuto tanta paura” singhiozzò lei.
“lo so, anche io” le sussurrò, carezzandole il viso e osservandola negli occhi al chiaro di luna “ma ora sei con me e va tutto bene”
Sfiorò involontariamente il braccio della ragazza, che gemette di dolore.
“Layla, ma questo è rotto!” esclamò Harry. Lei lo guardò spaesata. Tutto ciò che le interessava adesso era sapere come stavano gli altri.
“Harry, ti prego, dimmi come stanno” gli disse, posando la mano buona sul suo viso. Il contatto provocò la pelle d’oca in Harry e un sorriso involontario, che sparì non appena capì di dover darle la notizia.
Avevano pianto tutto il pomeriggio, con gli altri, per quello. Non appena avevano riacquistato i sensi, Harry e Louis erano corsi all’orfanotrofio, dando la notizia agli amici che non erano in buone condizioni. Niall non riusciva a muoversi, anche se non aveva nulla di rotto, era colmo di lividi sparsi per tutto il corpo. Sam non stava meglio. Anche lei rinvenuta dopo qualche ora, aveva profonde ferite sulle braccia e sulle gambe che Liam, quello combinato meglio, cercava di medicare. La notizia del sacrificio di Zayn scioccò tutti, che cominciarono subito ad attivarsi per creare un piano. Volevano salvare l’amico e l’avrebbero fatto.
Dopo di che Harry scappò nella radura, alla ricerca di Layla. Sapeva che non si sarebbe mossa da lì, ma l’idea di averla lasciata sola per tutto quel tempo lo faceva stare male.
“non sono in ottime condizioni, ma sono salvi. Ci aspettano all’orfanotrofio” disse Harry, omettendo il particolare di Zayn. Eppure Layla intuì che il ragazzo le nascondeva qualcosa.
“tutti quanti?” chiese infatti.
Harry deglutì.
“Layla …”
“cosa? Ti prego Harry, non esitare”
Il ragazzo la guardò nuovamente negli occhi, notando quel velo di tristezza che tentava inutilmente di nascondere.
“Hanno preso Zayn” confessò infine.
 
Dopo essere stato scaraventato sulla gip, imbavagliato e legato, Zayn giunse a destinazione quando il sole stava per sorgere. Avevano viaggiato tutta la notte e il ragazzo non sentiva più le gambe. Quando finalmente la macchina si fermò, fu quello di nome Josh a prenderlo dai capelli per trascinarlo fuori. La struttura dove lo stavano portando sembrava un carcere: era completamente in cemento armato e aveva le sbarre alle finestre. Fu sicuro di aver intravisto figure che lo osservavano arrivare, e lo ascoltavano urlare di  dolore. Josh lo trascinò per i capelli all’interno della struttura, poi su per le scale in mattoni fino ad un cella, nella quale lo gettò con non molta delicatezza.
“ora stai qui, vedremo cosa fare con te” gli disse, togliendogli il bavaglio e slegandolo.
Quando fu sicuro che l’energumeno fosse lontano, Zayn tirò un calcio alle sbarre, furioso, per poi accasciarsi a terra e nascondere il viso fra le mani.
“chi sei tu?” chiese una voce proveniente dall’ombra.
Zayn sollevò il viso, riconoscendo un volto femminile e un paio di occhi azzurri scrutarlo. La ragazza non si espose alla luce, ma resto in parte nell’ombra, come se avesse paura di Zayn. Il ragazzo si alzò e le andò incontro, lentamente, ma questa arretrò fino a mettersi in un angolo.
“non devi avere paura di me” le sussurrò dolcemente “io sono Zayn” le disse poi.
La ragazza, incerta, avanzò di qualche passo fino a raggiungerlo, ponendosi davanti a lui.
“cosa fai qui, Zayn? Perché hanno preso anche te?” gli chiese ancora con la sua voce terribilmente fioca e dolce, toccandogli il viso con una mano, come per accertarsi che fosse autentico.
Zayn bloccò la mano della ragazza sulla sua guancia destra, docilmente, e le rivolse un sorriso.
“io so ciò che a loro interessa sapere” mentì “e tu invece?”
“io sono ciò che loro cercano” rispose la ragazza, ritraendo la mano ed esponendosi finalmente alla luce.
“mi chiamo Alice, mi trovo qui da un tempo così lungo che neanche ricordo il posto dal quale mi hanno preso”
Zayn non poté fare a meno di notare la bellezza della fanciulla. Sebbene il volto fosse solcato dal dolore, sebbene le sue braccia, il suo viso e le sue gambe fossero coperte di lividi e cicatrici, non riuscì a non rimanere incantato dai suoi occhi azzurri, i suoi lunghi capelli biondi e il suo corpo minuto, fasciato da una lunga canottiera bianca.
“cosa sai tu, Zayn?” gli chiese, interrompendo i suoi pensieri.
“io … conosco ciò che bisogna sapere sulla … ehm, pietra filosofale”
Alice spalancò gli occhi.
“tu sai … ? ma è impossibile!” esclamò. Zayn alzò un sopracciglio, dubbioso.
“la pietra filosofale è stata fusa nella lava del grande Vesuvio dai miei antenati. Io lo so bene” mormorò avvicinandosi al ragazzo, come per paura che qualcuno la sentisse.
“io so come ricrearla” disse Zayn, cercando di essere il più convincente possibile.
Alice scrutò attentamente il ragazzo, come per cercare un qualcosa che le sfuggiva.
“Lee, è il tuo turno. ” chiamò la guardia al di là delle sbarre.
“tu menti. Perché l’hai fatto? Questo posto è orribile.” sibilò Alice, fissando Zayn e ignorando la guardia.
Quest’ultima sbuffò e aprì la cella, afferrando la ragazza per un braccio e trascinandola fuori. Alice non interruppe il contatto visivo con Zayn finché questo restò nella sua visuale. Poi si fece trasportare nella stanza che ben conosceva, preparandosi ad una nuova sessione di dolore.
Zayn si accasciò a terra e tentò di prendere sonno. L’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi, furono le urla della ragazza appena conosciuta.



Salve :)
sempre se qualcuno c'è ... stavo giusto pensando di chiudere questa storia perché sembra non interessare a nessuno e mi sembrava inutile continuarla. Ma poi qualcuno mi ha detto che dovevo continuare, anche per i pochi che la seguivano e per me stessa. Io amo questa storia. Non è la prima che scrivo, ma è la prima nella quale mi rispecchio, nella quale vivo mentre scrivo, si questa è decisamente la MIA storia. Mi sentirei in colpa se da un momento all'altro abbandonassi Layla, Sam e gli altri perché nessuno legge le loro avventure, in fin dei conti qualcuno c'è e sono io :) Quindi miei cari lettori (sempre se ci siete ahahah) vi ho appioppato un capitolo moooolto lungo ma spero di non aver deluso nessuno..  grazie mille a chi mi sostiene, anche se non sembra ne ho davvero bisogno. Infatti ci sono alcuni giorni che leggo certe FF davvero meravigliose, piene di buone recensioni e un po' le invidio, proprio perchè so che la bravura viene sempre premiata mi sento un po' ... come dire ... "scarsa" (come usiama nel gergo sportivo) e quindi mi viene voglia di mollare, per questo ho bisogno di queste persone che mi supportano: NON MI FANNO SENTIRE "SCARSA"
bhè ... ho aggiunto anche un piccolo sfogo :) perdonatemi.
ora vi lascio, sperando che l'ispirazione mi colga presto facendomi scrivere un altro lungo capitolo :) alla prossima!

Lily :)

  
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