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Autore: FeIdEn91    16/05/2012    0 recensioni
Né io né lui eravamo tipi chiacchieroni, io ero una tipa di poche parole e lui era probabilmente troppo timido per iniziare una conversazione, ma quel silenzio era, in qualche modo, piacevole.
La realtà era che non sentivamo affatto il desiderio o il bisogno di parlare, stavamo bene in silenzio e ci bastava. (cit. Hana)
Mi sono sempre definita uno spirito libero e non mi sono mai piaciute quelle relazioni alla pucci-pucci, amore-tesoro, cuore a cuore…insomma avete capito! Io e lui siamo praticamente l’opposto di quello che una coppia normale fa. Non siamo gelosi l’uno dell’altra, ognuno ha i suoi spazi, non stiamo sempre li a baciarci e a dirci ti amo…infondo a che serve?! E, per fortuna, che Dio lo benedica! Benedica il giorno che ci siamo conosciuti! (cit. Sayuri)
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Nuovo Personaggio, Taemin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELL'AUTORE: salve a tutti, cari lettori =) questa ff è nata da scleri notturni vari tra me e Koko_Chan...è la nostra primissima creazione a 4 mani e speriamo (credo di parlare per entrambe) vivamente che possa piacervi ^-^ fateci sapere tramite dei commenti cosa ne pensate...siamo molto curiose del vostro parere...quindi fatevi sotto xD scusatemi se vi ho rubato del tempo con tutte queste sciocchezze, ma erano premesse che andavano fatte ;) beh, buona lettura!



SWITCH

CAPITOLO 1. (Hana)

La sensazione della neve soffice sotto le scarpe mi faceva sentire come se stessi camminando su una nuvola, non si sentiva il rumore dei miei passi, solo un leggerissimo fruscio, mentre passeggiavo con la sciarpa tirata fin sopra il naso, con affianco la mia ragione di vita, il ladro che era entrato in me e mi aveva rubato il cuore.
L’aria fredda e pungente del parco mi carezzava il viso e danzava tra i miei capelli. Ero vestita di nero e sembravo un corvo su un prato imbiancato.
Mi girai e sorrisi al viso familiare del mio ragazzo, che con il bavero tirato su cercava di resistere ai brividi.
Lui si girò a sua volta e mi irradiò con il suo sorriso dolce, socchiudendo quegli occhi così profondi.
 - Oppa, grazie di avermi accompagnata a fare questa passeggiata… - dissi stringendomi a lui. – Era tanto tempo che volevo farla, la neve mi piace davvero tanto, lo sai…
 - Non devi ringraziarmi, l’ho fatto volentieri, per te farei di tutto. E poi avevo bisogno di staccare un po’, far parte degli SHINee comporta uno stress continuo… - disse cingendomi la sottile vita con un braccio.
 - Povero – dissi con una punta di ironia modellando le labbra in un sorriso beffardo. – Ma sai anche quanto stress comporta essere in fase trainee, giusto? Toccava anche a me staccare un po’…-
Lui rise, poi continuammo a camminare, in silenzio, come spesso succedeva.
Passarono alcuni minuti, poi mi girai nuovamente e presi a specchiarmi nei suoi occhi neri, attraverso i quali potevo vedere il mio volto pallido incorniciato da lisci capelli neri tempestati di ciocche viola scuro e la mia figura asciutta ma armoniosa, nascosta in parte dal cappotto.
 - Taemin ah, lo sai che ti amo, vero? – gli chiesi.
Le parole erano, come sempre, venute fuori senza che neanche me ne accorgessi, e ormai sia io che lui ci avevamo fatto l’abitudine, a queste mie uscite improvvise.
Lui si girò e, fermandosi, mi attirò dolcemente a sé, per darmi un bacio.
 - Lo so. Ti amo anch’io.
Ci fu un breve scambio di baci, dopodiché ricominciammo a camminare e il silenzio tornò ad avvolgerci.
Né io né lui eravamo tipi chiacchieroni, io ero una tipa di poche parole e lui era probabilmente troppo timido per iniziare una conversazione, ma quel silenzio era, in qualche modo, piacevole.
La realtà era che non sentivamo affatto il desiderio o il bisogno di parlare, stavamo bene in silenzio e ci bastava.
E saremmo rimasti ancora per molto in silenzio, se non fosse arrivato un messaggio sul mio cellulare ad interrompere quella dolce quiete.
Lo presi dalla tasca del cappotto e lessi:
“Hana, spero che tu sia in macchina. Vedi di essere puntuale in sala prove, almeno questa volta D:”.
Guardai l’orologio: avevo cinque minuti per arrivare alle prove del gruppo, e non mi sarebbero bastati. Lo dissi a Taemin e iniziammo a correre per arrivare alla mia macchina, rischiando più volte di scivolare rovinosamente nella neve.
Di chi era il messaggio? Era della peste che sopportavo tutti i giorni, ma a cui volevo un bene immenso, l’unico essere sulla faccia della terra capace di farmi uscire di testa con le sue provocazioni schiette volte solo a farmi venire i nervi, ma anche la persona a cui tenevo di più e che ammiravo maggiormente, per la sua capacità di superare ogni ostacolo e di rialzarsi dopo ogni caduta…la mia gemella Sayuri.











  
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