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Autore: SusanTheGentle    17/05/2012    2 recensioni
Bill, Tom, Georg, Gustav e Maddy sono cinque ragazzi normalissimi, Vivono a Magdeburg, una città ordinaria sotto ogni aspetto. Hanno i loro amici, i piccoli problemi quotidiani quali la scuola, l'amore. Hanno i loro sogni...E se questi sogni si trasformassero in un incubo? Se loro, così come potremmo essere tutti noi, un giorno venissimo a conoscenza di strani e spaventosi avvenimenti che minacciano la nostra vita, la nostra casa e le persone che amiamo di più? Che cosa faresti per salvarli, sapendo che solo tu hai il potere di farlo?
Dalla scleta di una persona può dipendere il destino del mondo. E loro decisero di cambiare il destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8:
La nascita di uno Zentyre

 

I due fratelli aprirono piano gli occhi, cercando di mettere a fuoco le strane figure che si muovevano nell’oscurità. Tom stringeva ancora il polso di suo fratello in una morsa talmente stretta come se non volesse lasciarlo mai più.
Bill, dal canto suo, si sentiva intorpidito, indolenzito in ogni parte del corpo, gli arti erano atrofizzati, probabilmente per il fatto che era stato quasi tramutato in una bambola di porcellana.
Attorno a loro c’era la più completa oscurità, eppure riuscivano a vedersi.
“Dove siamo?” sussurrò Bill, per non disturbare la quiete di quel posto tanto bizzarro.
“Non ne ho idea” rispose Tom.
 “Bill! Tom!”
La voce era più chiara di come fosse mai stata prima.
“La senti anche tu adesso, vero?” chiese il moro con un sorriso che gli si apriva sul volto.
Tom annuì e deglutì. Si, riusciva a udirla distintamente. Ed era una voce amica, e loro non provarono il minimo timore nell’ascoltarla.
“Ma dov’è?” chiese a mezza voce il rasta, e come in risposta alle sua parole, un puntino luminoso si materializzò davanti ai suoi occhi. Poi un altro e un altro ancora, volteggiavano loro attorno come piccole lucciole. Ora i due ragazzi riuscivano anche a distinguere qualcosa del luogo in cui si trovavano.
Sembrava di stare al planetario. I due ragazzi ricordavano un’uscita con tutta la loro classe in cui si erano recati all’osservatorio. Erano rimasti affascinati nel momento in cui tutte le luci della sala si erano spente e loro avevano alzato la testa per ammirare le stelle che, sebbene fittizie, erano sembrate tanto reali.
La differenza del luogo misterioso in cui erano approdati era che, se al planetario si fossero guardati
attorno, quando gli occhi si fossero abituati all’oscurità, avrebbero visto attorno a sé i loro compagni di scuola, mentre ora c’erano solo buio e le piccole luci fluttuanti.
“Sembra di stare in mezzo al cielo di notte” commentò Tom, ammirando l’oceano di stelle sconfinato.
Rimasero seduti a terra- se così poteva essere chiamata la pavimentazione nera sotto di loro, liscia e simile a uno specchio, che rifletteva le loro sagome in ombra.
 “Bill! Tom!”esclamò ancora la voce magica che già molte volte era penetrata nella mente di Bill.
I due gemelli si guardarono e compresero.
“E’ quella luce, vero?” chiese Tom e Bill annuì in risposta, lo sguardo pieno di un’emozione indescrivibile.
A un tratto, tutte le luci che volteggiavano loro attorno si avvicinarono l’una all’altra, unendosi, e pian piano apparve la figura evanescente di una ragazza bellissima che avrebbe potuto avere più o meno la loro età. Ma i gemelli sapevano che non apparteneva al loro mondo.
Aveva capelli mossi e argentei, la carnagione chiara somigliava al colore delle perle. Indossava una veste candida e i suoi occhi, che brillavano come pietre preziose, erano del blu più intenso che avessero mai visto. Come uno zaffiro.
I loro cuori cominciarono a battere all’impazzata. Presto, lo sapevano, avrebbe rivelato loro qualcosa di importante.
“Ascoltatemi per favore. Abbiamo poco tempo”
Bill e Tom restarono in silenzio, in attesa.
“Il mio nome è Calien di Ulum, la Fanciulla Prescelta. Da molto tempo  veglio su di voi e sulla vostra città per proteggervi dalla magia di Solquest”
La voce della ragazza era simile a un sussurro, come se temesse che orecchie indiscrete potessero sentire quello che diceva. Era un tono rassicurante e tranquillo e, in poco tempo, Bill e Tom dimenticarono la paura della quale erano stati preda al Municipio.
“Scusate” la fanciulla abbassò il capo mortificata.“Non sono stata in grado di fare molto per voi, ma ultimamente la magia di Solquest sta divenendo troppo potente rispetto alla mia. Io sono solo un’ombra di ciò che ero”
 “Perché non ti sei fatta vedere prima?” chiese Bill alzandosi. Tom lo imitò, incantato dalla visione che gli era apparsa di fronte.
“Bill…perdonami se ho cercato rifugio proprio nella tua mente, ma sono stati il vostro coraggio e la purezza del vostro cuore ad aprirmi la strada. Sapevo che mi avresti dato ascolto e…anche se non subito, ero certa che anche tuo fratello avrebbe creduto in me”
Calien sorrise in direzione di Tom, che arrossì e non se la sentì di sostenerne lo sguardo.
“Non importa, Tom, non è colpa tua. So quanto può essere potente l’influenza degli incantesimi dello Zentyre sulla mente degli uomini. Quel che conta adesso è che crediate entrambi a quello che sto per dirvi”
Si fece molto seria, ma Bill la interruppe.
“Aspetta! Hai detto che conosci Solquest. Allora, ti prego, dimmi come possiamo fare per impedirgli di…”
La ragazza alzò una mano esile e bianca. L’alone di luce che l’attorniava si muoveva con lei.
“Vi spiegherò ogni cosa, ma per favore, non interrompetemi. Non abbiamo molto tempo”
I due fratelli si scambiarono un’occhiata d’intesa. Sì, avrebbero ascoltato il racconto della fanciulla fino alla fine.
Lei li osservò per un istante con i suoi occhi luminosi come gioielli preziosi, poi iniziò a raccontare una storia che divenne sempre più incredibile man mano che proseguiva.
“Durante gli anni della mia vita umana, anch’io vivevo a Magdeburg, tanti e tanti anni fa. Ma non ero una ragazza come tutte le altre e per questo non ero vista di buon occhio dalla maggior parte degli abitanti”
Tom non poté fare a meno di chiedere: “Quando dici ‘vita umana’ cosa intendi?”
“Io sono stata mandata sulla terra, non sono un’umana, sono un’abitante del popolo di Ulum, una terra che si trova al di là del tempo e dello spazio. Fui mandate nel mondo reale per vegliare su questa città e su voi due”
“Come sarebbe, su noi due?!” esclamarono increduli Bill e Tom in coro.
“Per favore, non mi interrompete!” esclamò Calien e i due ragazzi si zittirono all’istante.
“Ero considerata strana da tutti gli abitanti, ma non potevo biasimarli, anche se molti di loro mi chiamavano strega per via dei poteri di cui ero dotata, ma nessuno sapeva chi ero in realtà, nemmeno i miei genitori adottivi seppero mai. Io fui inviata in mezzo agli uomini per proteggerli da lui, perché ero l’unica in grado di farlo. Venni incaricata di vegliare sulla città di Magdeburg…attendendo il giorno in cui sareste nati voi due.”
Vedendo le espressioni dei due giovani, gli occhi castani di entrambi fissi su di lei affamati di spiegazioni, la ragazza continuò.
“Si, proprio così. I saggi di Ulum mi donarono poteri in grado di avvertire i pericoli. In quei momenti la mia mente si riempiva di voci e visioni e fu allora che vidi l’Isola al di là del fiume Elba, la stessa isola che un tempo si trovava al di là del mare di Ulum. E udii la voce di Solquest, colui che era nemico del mio popolo da moltissimo tempo ma che credevamo di aver sconfitto.
“Ora attenti, perché per capire meglio ciò che vi ho appena detto, bisogna che vi racconti la storia dall’inizio, e per farlo dobbiamo tornare a un tempo assai  remoto. Il tempo in cui nacque la magia zentyre”
D’un tratto, Bill e Tom si accorsero che l’oscurità introno a loro andava diradandosi. Si sentirono sollevare dal suolo e un istante dopo i loro piedi poggiavano su quella che pareva un pavimento di vetro sospeso nell’aria, poiché ai loro piedi scorsero un paesaggio che si estendeva per miglia e miglia.
“Venite con me”disse loro Calien, guidandoli lungo l’enorme stanza piena di stelle, che ora erano divenute pallidi puntini alla luce del sole che proveniva dalla terra sotto di loro.
“Questa è Ulum com’era una volta, prima che il male arrivasse sino ad essa”
Mentre la ragazza parlava e camminava avanti a loro, il paesaggio di sotto cambiava.
“Come vedete, era una terra fertile e pacifica, piena di boschi, colline, fiumi e verdi vallate. Il mio popolo e la Natura abitavano in perfetta sintonia. Qui io nacqui secoli e secoli fa.
“Come vi ho detto, era una terra che stava al di là della comprensione e della realtà umana. Ulum è una terra al di là del tempo, un luogo che non si vede con gli occhi, ma col cuore. Ma non è sempre stato così. Un tempo, Ulum vedeva sorgere le sue fondamenta proprio dove ora sorge la vostra cara Magdeburg” Calien si interruppe vedendo le facce perplesse dei due ragazzi.
“Erano tempo così antichi che nessuno potrebbe mai ricordare. L’aspetto del modo era molto diverso da com’è oggi. Un luogo pacifico e pieno di amore, dove era sempre primavera. Ma un giorno, una montagna ostile sorse in superficie. I saggi di Ulum,  dissero agli abitanti di stare alla larga da quell’isola nebbiosa, che noi chiamavamo ‘Il colle di Isealina’. Lo ritenevamo un luogo malefico, dove dimoravano misteriose e malvage creature, le più spaventose. Avete capito chi sono?”
Bill e Tom non ebbero nemmeno bisogno di pensarci che subito la parola salì loro alle labbra.
“Gli Zaninoni”
“Esatto. Proprio loro. Non servivano ancora Solquest, poiché egli non era ancora divenuto ciò che è ora. Abitavano in un’immensa grotta buia chiamata ‘tribab’.
“Quando capitava di passare davanti ad essa, gli abitanti di Ulum distoglievano lo sguardo. La notte non dormivamo più sonni tranquilli, perché gli Zaninoni erano costantemente a caccia di incubi e talvolta qualcuno spariva nell’oscurità, e l’unica cosa che si poteva pensare era che quegli esseri pelosi l’avessero portato via con loro. Fatto sta che pochissimi di quelli che sparirono tornò indietro per raccontare le atrocità che accadevano su quel colle maledetto. Si mormorava infatti di sacrifici umani consumati su di una pietra situata al centro del tribab. Sulla roccia dei sacrifici erano poste anche tre pietre verdi e una pila di cristalli. Quando, durante i sacrifici il sangue delle povere vittime scorreva su di essi, i cristalli brillavano e si alzava una densa nebbia, e gli Zaninoni esultavano perché la presenza del male era scesa tra di loro.
“Mai un raggio di sole era penetrato in quelle profondità di roccia, fino al terribile girono cui la terra di Ulum tremò e venne quasi distrutta. Era la prima volta che si verificava un fatto simile. Non poteva essere stato un terremoto, perché la Natura era sempre stata nostra amica. Poteva essere solo opera del Male.
“Gli abitanti di Ulum unirono le forze, ma poco si poté fare. Le valli vennero sommerse dal mare e quando tutto finì, il Colle di Isealina era rimasto isolato dalla terraferma. Probabilmente il Male aveva punito gli Zaninoni per qualche motivo e aveva abbattuto su tutto quanto, non solo su di loro, la sia ira.
“Ora Isealina era visibile solo da lontano, ma il suo picco roccioso e inquietante svettava ancora verso il cielo, intatto. Non si poteva dire lo stesso per Ulum, anche se con l’aiuto della Natura riuscimmo a salvarci in molti e i danni furono presto riparati.
“Così nacque quella che oggi conoscete come Isola di Isealina, sulla cui cima si era aperto un varco che lasciava entrare per la prima volta la luce del sole. Gli zaninoni si ritrassero alla sua vista, spaventati e inorriditi, e poi, una volta scoperto che quella luce non avrebbe fatto loro alcun male, videro che la loro dimora era diventata un’isola impervia. Le Pietre Verdi e i Cristalli erano scomparsi durante il sisma, ma la roccia dei sacrifici era ancora là, anche se scheggiata e graffiata, ma ancora in possesso dei suoi poteri malefici.
In tutto quel tempo in cui Calien aveva narrato, alle sue parole erano succedute le immagini. Bill e Tom avevano visto le terre di Ulum squassate dal potere del terremoto, e gli Zaninoni scappare impauriti all’interno del loro nascondiglio. Avevano intravisto il luccichio verde delle pietre e quello tenue dei cristalli e ora l’immagine cambiava di nuovo.
“Nel momento di massima intensità del terremoto” riprese Calien“una presenza era penetrata all’interno del tribab e gli Zaninoni poterono udirne la voce”. Indicò con un dito pallido l’isola e poi guardò i ragazzi. “Per sentire cosa si sono detti, dobbiamo scendere”
“Scendere?” gli fecero eco Bill e Tom, ma non ebbero tempo di capire cosa intendesse la fanciulla che già si trovavano più vicini agli scogli di Isealina. O forse era l’immagine che si era ingrandita. Non lo seppero con esattezza, ma non si erano mossi dal pavimento di pietra.
Poi una voce spettrale e profonda si levò dal nulla tutta attorno a loro e Bill e Tom non poterono reprimere un brivido di paura. La voce proveniva dalla roccia dentro la grotta degli Zaninoni e questi levarono il muso peloso ascoltandola con attenzione.
“Siete state disonorevoli, mie perfide creature. Io vi ho donato la custodia della magia più potente e voi volevate usarla per voi stessi, ben sapendo che non potevate. Avete dubitato del Male e il Male vi ha puniti. Ora sarete per sempre divisi dalla terra e non potrete recarvici se non sarà volere del vostro signore. Disobbeditemi ancora e vi proverò anche di questo privilegio.
 “Tuttavia, l’alba di un nuovo giorno è finalmente giunta. Il giorno che vedrà nascere la malvagità dello Zentyre, l’essere più potente di tutti quelli viventi. Allorché toccherà le pietre dell’Eterna Giovinezza e dei cristalli di Ulum si leverà la nebbia e il mio spirito, lo spirito del Male, si fonderà con lui e voi sarete i suoi fedeli servitori per l’eternità. Finché ci sarà uno Zentyre ci saranno Zaninoni, pronti a servirlo. Egli vestirà il manto di Isealina e vivrà con voi nel vostro tribab”
Bill e Tom videro gli Zaninoni inchinarsi alla voce del Male e obbedire. Calò poi il silenzio e fu spezzato ancora dalla voce calma e rassicurane di Calien.
“Noi di Ulum non vedemmo mai ciò che accadde in quel momento. I saggi erano rimasti feriti gravemente nel tentativo di proteggere la nostra terra, così, mentre cercavamo di ricostruire ciò che avevamo perduto, nessuno, per il momento, vide il desolato paesaggio che si estendeva là dove un tempo sorgeva la bella Ulum. Nessuno tranne quelle creature del buio e un uomo di nome Solquest Zentyre: un malvagio e un assassino. Era un essere umano che uccideva senza rimorsi e senza pietà”
“Solquest era un uomo?!” esclamò allibito Bill.
Calien annuì. “Difficile da credere, vero? Ma è così. All’epoca, come puoi osservare tu stesso, era molto vecchio, ma il suo nome veniva sussurrato timorosamente dagli uomini. Egli giunse in quella landa desolata poco prima del terremoto, ma nessuno sapeva da dove veniva davvero. In lui si univano astuzia, crudeltà, avidità e invidia, e tutti quei sentimenti negativi che gli avevano inciso sul viso e nell’anima un odio che aveva mutato in pietra il suo cuore. Era il Male fatto persona.
“Il Fato volle che giunse in quella terra desolata appena prima del terremoto. In quell’istante, quando sembrò che il mondo si spaccasse, tre Pietre Verdi caddero vicino a lui dal cielo. Una di queste lo colpì ed egli svenne per il colpo ricevuto. Quando rinvenne fissò stupito il monte di roccia che si levava dalle acque. Era anche sgorgato un nuovo fiume che percorreva la valle desolata dell’isola e che sfociava nel mare. Le tre pietre erano là, dentro quel fiume. Il Duin.
“E ora guardate”Calien alzò una mano e la puntò contro i due ragazzi, che sentirono come una lieve scarica elettrica invadergli il corpo.“Non abbiate timore, è essenziale che vediate da vicino ciò che accadde. Guardate come nacque lo Zentyre”
Bill e Tom chiusero gli occhi la loro mente si riempì di immagini. Dapprima confuse, poi più chiare, fino a che presero la forma della scena che avevano osservato fino a poco prima.
Era una visione di ciò che era accaduto realmente secoli e secoli prima dove ora sorgeva la loro città.
Videro un uomo vecchio e stanco, con abiti laceri e bagnati, e i capelli e la barba grigi. Era impossibile pensare che fosse la stessa persona che avevano incontrato al Municipio di Magdeburg.
Solquest allungò una mano e sfiorò la superficie del fiume, ipnotizzato dal suono stesso dello scrosciare dell’acqua, per poi ritrarsi subito, quasi impaurito, ma anche stupefatto da quello che vide. La sua pelle aveva perduto ogni segno di vecchiaia. Era liscia come quella di un ragazzo.
Tremando di emozione, il vecchio si spogliò e si immerse nel fiume gelido e le acque cominciarono come a ribollire.
Bill e Tom poterono osservare come la sua figura cambiò, come in pochi istanti la barba e i capelli tornarono neri come la pece ed egli ora somigliava al mago che avevano incontrato loro. Non dimostrava più di trent’anni, i lineamenti spigolosi del viso avevano il loro fascino, gli occhi erano azzurri come laghi ghiacciati. I ragazzi percepirono anche la forza che traspariva da quell’essere; forza e malvagità. L’aria ne era piena.
Quando Solquest tornò a riva si rivestì e rimirò la propria immagine nel riflesso dell’acqua del Duin. Un ghigno malefico si aprì sul suo giovane volto.
“Che potere è mai questo?” esclamò sbigottito. “Sono di nuovo giovane e forte. Sento che potrei fare qualsiasi cosa”
Come in risposta alla sua voce, gli Zaninoni uscirono dal loro tribab. Si guardarono attorno e scorsero in fondo alla valle, in riva ala fiume, la figura di un uomo. Subito il loro capo, Irrik, guidò l’intero gruppo giù dalla rupe.
“E’ finalmente giunto! Egli è il nostro padrone” disse Irrik, memore della promessa fatta dal Male poco tempo prima. “Ora lo raggiungerò e lo condurrò da noi sull’isola”.
Sulla schiena della creatura apparvero grandi ali da avvoltoio e poi spiccò il volo verso le rovine di Ulum.
Poco dopo, Solquest sentì un rumore alle sue spalle e si voltò. Davanti a lui era appena planata una creatura orrenda ma lui non ne ebbe paura. Riuscì persino a distinguere i suoni gutturali che emetteva. Da quando si era immerso nel fiume aveva acquistato nuove e potentissime capacità magiche.
La creatura si inchinò e poi si presentò.
“Sono Irrik, capo degli Zaninoni. Sono qui per condurti sulla mia isola, chiamata Isealina. Abbiamo ricevuto la notizia che saresti arrivato e ora tu vivrai con noi nella nostra grotta, il tribab. Noi saremo il tuo esercito e qualunque cosa tu chiederai noi la esaudiremo. Obbediremo ai tuoi ordini per il resto della vita. Serviremo e te e la tua magia così come abbiamo sempre servito il Male, che ora è in te”
Solquest a ascoltò con attenzione e poi rispose: “Del male il mio cuore è colmo, ma non possiedo poteri magici”
“Finora no” rispose Irrik, “ma ti sei bagnato nel fiume Duin e adesso sei pronto per ricevere tutti i poteri nascosti di quest’isola. Quando sarai su Isealina toccherai la roccia del sacrificio ed essa ti donerà ancor più forza di quella che già possiedi. Col tempo imparerai ogni conoscenza magica”
“Io ti confesso che sento già nascere una strana forza in me”
“Signore, questo è merito del potere delle pietre che sono cadute in quel fiume. Esse sono colme del potere dell’Eterna Giovinezza. Ti hanno slavato da morte sicura. Credevamo di averle perdute, che la Natura ce le avesse portate via, perché essa aborrisce questo potere, ma tu le hi ritrovate. E’ un segno. Tu sei stato scelto per avere questo potere, mio potente signore”
Mentre ascoltava queste parole, davanti agli occhi di Solquest si formò una visione.
“Vedo un’isola avvolta dalla nebbia. E’ la che dobbiamo andare?”
“Si, padrone. Quella è la nebbia che protegge Isealina e i suoi abitanti. Ha protetto noi Zaninoni per tantissimo tempo e ora proteggerà anche te. La nebbia è opera dei Cristalli di Ulum. Sono cristalli incantati che gli abitanti dell’omonima terra non hanno mai usato perché temevano il loro potere. Solo chi serve la magia nera può utilizzarli. Sono oggetti antichi e preziosi. Erano già sull’isola prima che nascessimo noi”
“Vorrei vederli al più presto” disse Solquest fremente di emozione.
Irrik abbassò il capi peloso e assunse un’espressione mortificata. “Mio signore” si inchinò di nuovo”. “Purtroppo ho una cattiva notizia. Durante il terremoto, i Cristalli sono scomparsi dal nostro tribab. Se riuscissimo a ritrovarli, potrebbero proteggerci da ogni pericolo. Senza di loro, però, presto il potere della nebbia si dissolverà e potrebbero arrivare degli intrusi che noi non gradiamo”
“Capisco” disse Solquest. “Ma non temere mio servo. Se davvero, come affermi, sono stato scelto dal Male, presto i cristalli torneranno a me così come ho trovato le tre pietre”
“Lo spero, padrone”
“Ma vedo dell’altro. Se chiudo gli occhi posso scorgere dei superstiti. Forse abitanti di questa terra”
“Si, sono gli abitanti di Ulum, i nostri nemici”
Solquest chiuse gli occhi pensieroso e poco dopo li riaprì. “Non ci occuperemo di loro, per ora. Si sono indeboliti a causa del sisma e non verranno a cercarci per un po’. Piuttosto, come potrò raggiungere la mia nuova dimora?”
“Ti porterò io, mio signore zentyre” ripose prontamente Irrik, e sotto gli occhi stupefatti di Solquest le ali rispuntarono sulla schiena dello Zaninone.
Un attimo dopo, Solquest sorretto dalla sorprendente forza delle esili braccia di Irrik, sorvolava il mare che separava Ulum da Isealina.
Ma mano a mano che si avvicinavano, però, il vento si alzava. Più i due si avvicinavano alla destinazione, più le raffiche diventarono forti, facendo sbandare lo Zaninone come una foglia piccola e fragile.
“Ciò è opera della Natura” urlò Irrik al di sopra dell’urlo del vento. “Non vuole che raggiungiamo l’isola”
La creatura tentò con tutte le sue forze di opporsi alle correnti, ma dovette abbassarsi sempre più vicino al mare per poter volare dritto. Ma anche le acque erano ostili. Le onde s’increspavano e volevano travolgerli.
D’un tratto si udì una voce.
“Folle! Non toccherai mai la terra maledetta di Isealina! Affonderai in queste acque, perfido Zentyre!”
Bill e Tom non seppero dire se quella voce appartenesse alla Natura, ma non provarono paura nell’udirla, anzi, si sentirono solidali con lei. Anche loro desideravano che Solquest e Irrik non arrivassero mai.
Non appena la voce smise di gridare la sua collera, un’onda più alta di tutte le precedenti si abbatté sull’uomo e sulla creatura. Irrik si era indebolito e non riusciva più a sostenere il suo padrone. Le ali grondanti acqua erano divenute pesantissime. Un’ultima raffica di vento e Solquest gli venne strappato via dalle braccia.
Il mare lo inghiottì, lo stregone si dibatté cercando di tronare a galla, ma il mare si chiuse sopra di lui.
Bill e Tom trattennero il fiato, ma sapevano che ce l’avrebbe fatta. In un modo o nell’altro si sarebbe salvato.
Passarono minuti che parevano interminabili, ma poi eccolo, Solquest si arrampicava ora sugli scogli, cercando appigli per non cadere nuovamente in acqua.
Svenne, esausto, e quando riaprì gli occhi si trovò sulla cima piatta di uno scoglio, mentre il sangue delle sue ferite gocciolava in un solco nella roccia.
Improvvisamente, una nebbia fredda avvolse lo scoglio proteggendolo dall’attacco della Natura.
Solquest comprese allora che era finalmente giunto nella sua nuova terra. Si rimise in piedi e guardò nel solco roccioso. Vi scorse dei ciottoli dalle diverse forme, trasparenti ma con mille sfaccettature di colori. Allungò la mano e li prese, e immediatamente le sue ferite vennero sanate.
Sempre stringendo quelli che capì essere i cristalli di cui aveva parlato Irrik, si diresse sulla cima della montagnola rocciosa, dove lo attendeva il suo esercito. Salì tramite scalini di pietra e poi vide uno stretto passaggio buio che conduceva nel tribab. Da un’apertura nella volta del soffitto della grotta filtrava un raggio di luna, riflettendo le ombre di stalattiti e stalagmiti che parevano gigantesche dita spettrali. Ormai la sera era calata.
Avanzando nella caverna, Solquest percepì altre presenze oltre a lui. Poteva sentire i battiti dei loro cuori e i loro respiri. Apparvero luccichii di occhi gialli o rossi, nascosti tra le ombre della grotta, che seguivano i suoi movimenti.
“Non abbiate timore. Sono qui per voi”
Allora le creature pelose, grigie o marroni, emersero dalle zone buie, stringendosi attorno a lui.
Ora Solquest si trovava proprio al centro della caverna, dove c’era una grande pietra oblunga sulla quale si sarebbe potuto stendere.
Poi, d’un tratto, la folla dei mostriciattoli si divise in due e i mormorii gorgoglianti cessarono.
Irrik stava là, con stampata sul muso orrendo un’espressione avvilita.
“Padrone delle nostre notti” si inchinò lo Zaninone. “Ho tradito la tua fiducia. Non sono riuscito a proteggerti e ti  ho lasciato cadere vittima del mare e del vento. Sono stato meno che inutile. Non sono degno di servirti e perciò merito solo la morte. In me non potrai mai riconoscere un degno strumento del Male”
Le parole di Irrik erano piene di rimorso, ma Solquest non aveva affatto intenzione di punirlo.
“No” disse lo stregone avvicinandosi a Irrik. “Tu vivrai, poiché grazie alla visione che ho appena avuto, mi è stato mostrato che tu un giorno mi salverai la vita. Quel tempo è ancora molto lontano, ma non posso privarmi del più fedele e coraggioso dei miei servi. Tu vivrai con me e continuerai a essere il capo dei tuoi simili così come lo sei sempre stato. Sarai il mio più fedele Zaninone. Per l’eternità. Insieme sventeremo gli insulsi tentativi della Natura e dei saggi di Ulum, che un giorno invieranno un prescelto per distruggermi”
Poi aprì la mano e gli Zaninoni esultarono di gioia.
“Padrone” disse uno di loro. “Hai ritrovato i Cristalli di Ulum a noi tanto preziosi”
“E’ un segno!” gridarono altri. “E’ lui il grande signore del Male, non c’è alcun dubbio!”
“Si, i cristalli mi hanno slavato”.
Appena Solquest aveva cominciato a parlare, gli Zaninoni si erano zittiti.
“La loro magia mi si è rivelata nell’istante in cui li ho toccati. Ora nulla è impossibile per me. Posso sapere e fare tutto: conoscere le sorti del mondo, vedere il futuro e il passato. Posso divenire invisibile, compiere molteplici magie, cambiare aspetto, parlare lingue sconosciute, correre più veloce del vento e muovere la terra. Questo e molto altro. E grazie al potere delle Pietre Verdi rimarrò giovane per sempre. Diventerò la creatura più potente di tutto il mondo”
Gli Zaninoni lo ascoltavano con riverenza.
“E voi, prescelte creature del Male, anche voi avrete un po’ di questo potere”
Ancora urla esultanti, profonde, gutturali, aspre. Poi uno Zaninone apparve da una delle gallerie della grotta tenendo tra le braccia una tonaca bianca come la neve, sulla quale erano ricamati simboli magici in oro lucente. Un altro, subito dietro di lui, reggeva un globo di vetro
Irrik prese il globo e lo prose allo stregone.
“Metti qui dentro i cristalli di Ulum” spiegò. “saranno al sicuro. Il potere della nebbia che già ci avvolge si accumulerà qui dentro  e sarà pronto per essere usato in caso di pericolo”.
Poi si voltò e prese dalle mani del primo Zaninone la toga di quello che sembrava puro lino immacolato.
“Il manto di Isealina” grugnì Irrik. “Filato con la seta dei vermi che vivono nelle pareti del nostro tribab. Lo abbiamo con noi dal giorno in cui ci fu detto che saresti venuto. Ora è tuo”. Le zampe pelose dagli artigli affilati, accarezzarono delicatamente la stoffa. “E’ il manto dell’Eterna Giovinezza”
Solquest si abbassò per permettere a Irrik di drappeggiarlo sulle sue spalle.
Gli zaninoni si inchinarono profondamente. Dopo di che, le loro voci risuonarono tutte assieme.
“Questa è la nascita del grande Zentyre” esclamarono.
 “E’ ora di andare”sussurrò gentile Calien.
Bill e Tom si voltarono e lei sorrise loro. Si erano quasi dimenticati che c’era anche lei. Erano stati come ipnotizzati da quel che avevano visto, ma ora capivano più cose. Almeno conoscevano i punti deboli di Solquest. Il problema ora era come usare queste informazioni contro di lui. Perché era potente. Troppo potente. 


I'm back!
Lo so, ci ho messo un sacco di tempo per postare un nuovo capitolo, ma ho avuto problemi con il lavoro (e di questi tempi non c'è da stare allegri). Spero vivamente di aver risolto tutto, comunque l'importante è che le cose vadano meglio e ora ho finalmente tempo per scrivere di nuovo. Sono rimasta anche indietro con le recensioni di varie storie, per cui chiedo perdono! Inoltre anche il pc mi ha abbandonata. Ha preso un virus e si è danneggiato irreversibilmente, così ho dovuto comprarne un altro. Una spesa che non era nei miei piani, ma necessaria, perché io senza pc non vivo!
Ok, ora che vi ho tediato coi miei problemi, vi lascio a commentare. Lasciate tante recensioni, mi raccomando, e scusate avete trovato degli errori, ma non ho riletto. Un bacio a tutti,
vostra Susan
 
   
 
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