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Autore: Fuko_Jonas    17/05/2012    2 recensioni
Dopo la partenza dei propri genitori Anna e Davide, amici d'infanzia con un rapporto un pò teso, sono costretti a vivere insieme nella casa di Anna.
Ma a volte non è il caso a scegliere le sorti della gente.
Ogni cosa ha un secondo fine.
Come ti sentiresti a vivere insieme alla persona che odi di più al mondo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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[Anna's POV]

Mi volto per vedere chi fosse, ma Davide si precipita proprio in quel momento urlando "Ehi brodino!"
Spalanco gli occhi. Non poteva essere lui.
"Davide!" Esclama sorridendo.
Non poteva essere lui, e poi Davide come poteva riconoscerlo se aveva la maschera? Lui non era qui. Lui non era qui. Erano passati anni, troppi anni ormai.
"Da quanto tempo, idiota".
No, era impossibile. Impossibile. 
"Andrea?" Dico prima di poter fermare la voce.
Li vedo bloccarsi entrambi e il cuore mi pompa a mille. Merda.
Andrea socchiude le labbra ma distolgo lo sguardo. Cazzo. Inizio a sventolare il braccio in alto puntando dietro di lui sembrando presa da attacchi di schizofrenia. 
"Andrea!" Sorpasso i due ragazzi e mi lancio su un tipo sconosciuto che mi sorride intontito ma felice dato che probabilmente sarò l'unica ragazza della sua serata.
"Non sono Andrea, ma va bene comunque" bisbiglia.
"Come stai?" Lo abbraccio.
Ora. Capisco che siano passate più o meno 2 ore e si sarà sicuramente scatenato ballando. Ma sudare così tanto non penso sia umano.
Mi allontano subito nascondendo la faccia disgustata con un sorriso che lui ricambia.
"Urla che devi farmi vedere degli amici" gli sussurro.
Lui esegue alla perfezione, e mi tira tra la folla afferrandomi il braccio. Sono sicura che anche Davide e Andrea l'abbiano sentito con tutto l'entusiasmo che ci ha messo. Lo seguo senza voltarmi scusandomi mentalmente per la mia stronzaggine con i ragazzi che ho abbandonato. Senza accorgermene siamo finiti fuori e il freddo punge la mia pelle scoperta provocandomi brividi. 
"Grazie mille. Mi hai salvato" gli dico tirando il braccio per fermarlo. Lui si ferma e mi sorride guardandomi negli occhi attraverso la maschera, senza lasciare la presa.
"Ora- ora torno dentro.. grazie ancora" lui continua a guardarmi costringendomi ad abbassare lo sguardo per il disagio, continuando a tirare il braccio per liberarmi dalla stretta.
"Beh, prima dovresti sdebitarti bellezza"

[Davide's POV]
"Ti ha dato buca amico" gli urlo nell'orecchio con le lacrime agli occhi mentre continuo a ridere dando pacche sulla spalla ad Andrea, che mi guarda infastidito.
"È solo perché sei arrivato tu idiota- non ti bastava metterti in mezzo quando eravamo piccoli?" 
"Non dare la colpa a me se sei scarso con le ragazze" dico ridendo ancora di più. 
"Scommettiamo che se la ritrovo ci sta?" Mi tende la mano e io annuisco stringendogliela in segno di scommessa, asciugandomi una lacrima con un dito.
Usciamo fuori da una delle porte posteriori dalle quali è uscita anche la ragazza misteriosa per poter parlare in santa pace senza dover urlare per superare la musica. La breccia sotto i piedi scricchiola lasciando un lieve bordo bianco lateralmente alla mia suola nera. Cerchiamo una panchina o un muretto dove sederci- e cerchiamo anche lei- ma sembra che tutti abbiano avuto la nostra stessa idea, quindi ci addentriamo per una stradina nascosta dove sembra non esserci nessuno.
"Aspetta" mi richiama Andrea. Mi volto con aria interrogativa mentre lo vedo tastarsi i pantaloni e frugare nelle tasche. "Non trovo l'accendino".
"Fumi? Da quando?" Chiedo incredulo.
Lu fa un sorriso da ebete senza senso, e risponde "da un pò"
Scuoto la testa e con la coda dell'occhio noto qualcuno poco lontano da noi.
"Andiamo a chiedere se ha da accendere" gli indico con il pollice la figura e lui annuisce felice.
Scalcio una pietruzza tra un passo e l'altro ma la figura in lontananza sembra non accorgersi di noi, probabilmente troppo impegnato a fare qualunque cosa stesse facendo. E probabilmente non dovremmo neanche disturbarlo, ma conoscendo Andrea, se non troviamo al più presto un accendino passeremo tutta la serata a cercarne uno.
Quando manca poco meno di un metro noto che la figura non è sola. Un vestito verde petrolio scorge da dietro.. troppo piccolo rispetto all'enorme figura davanti a lui.
"Andrea, forse è meglio non disturbare"
"Ancora non sono nudi, gli ruberò solo 2 secondi" insiste lui.
Raggiriamo la stradina in modo da trovarci lateralmente alla figura, che scopriamo essere un ragazzo, un pò sovrappeso e castano. Mi sembra di averlo già visto, ma lui non vede ancora noi. Andrea si avvicina schiarendosi la voce, ma prima di parlare un "lasciami" lo blocca.
"Qual è il problema? Solo un bacetto. E magari una palpatina visto che ci siamo" ringhia lui maliziosamente strattonando la ragazza. Quella ragazza. Lei.
Mi disgusta solo la vista di quella scena, e non oso immaginare come stia lei. Ma prima che la faccia di quel disgustoso sia troppo vicino al suo viso perfetto, che ora è piegato all'ingiù in modo da allontanarsi il più possibile, la mia mano la afferra da un braccio, mentre Andrea la libera dalla stretta, come se ci fossimo messi d'accordo. Il maiale lascia facilmente la stretta preso alla sprovvista e tutti e tre iniziamo a correre senza voltarci indietro. Lei in mezzo, in difficoltà per i tacchi. Il vento freddo ci schiaffeggia la parte del viso non coperto dalla maschera, caldo, arrossato dall'adrenalina. Corriamo. Corriamo finché lei non è al sicuro. Finché io non la porto al sicuro. Arriviamo nel parcheggio affannosamente, appoggiando la schiena alle auto umide per riprendere fiato. Lei si siede a terra incurante del vestito, sfilandosi i tacchi con un sospiro di sollievo. Come collegati ci guardiamo tutti e tre allo stesso momento iniziando a ridere. Ridere senza motivo, incuranti che magari il maiale ci stesse seguendo. E invece continuavamo a ridere. E il suono della sua risata mi riempì il cuore, cancellando tutto quello che c'era intorno. Le auto, le mattonelle annerite dai pneumatici, gli alberi, i cespugli, Andrea. Tutto. Tutto tranne noi. E il suo bellissimo sorriso. E mi sentivo stupido solo per l'idea dell'aver pensato per pochi secondi che il colpo di fulmine esiste davvero.
"Ragazzi, non respiro" urlò tra le risate. E allora tutto si bloccò davvero. Ma non con lo stesso effetto di un momento fa. 
Mi tolgo la maschera ormai appiccicata alla mia faccia e lo stesso fa Andrea che mi guarda in modo strano dopo che ho smesso improvvisamente di ridere. Il cuore mi sbatte contro il petto.
"Che c'è?" Mi chiede il mio amico, ma io sono intento a fissare lei, che abbassa la testa nascondendo un sorriso, per poi rialzarla togliendosi la maschera.
"Ciao brodino" dice tra le guance arrossate e i capelli aggrovigliati.

[Anna's POV]
Ormai era inutile portare avanti la commedia. Così mi sono rivelata come in una scena da film.
Andrea spalanca gli occhi, e quando finalmente realizza mi si lancia addosso abbracciandomi così forte da ribaltarci entrambi sul pavimento.
"Ci stavo provando con la mia migliore amica!" scoppia a ridere e io lo seguo. "No-aspetta, cosa?!" Mi blocco spalancando gli occhi, per poi ricominciare a ridere ancora più forte. 
"Davide sei un cretino! Lo sapevi dall'inizio non è vero?" Dice rialzandosi e tendendomi le mani per aiutare anche me nella stessa impresa. Ci voltiamo verso di lui non ricevendo risposta, trovandolo in una specie di trans. Lo sguardo vuoto.
"Davide stai bene?"
"Mh? Si certo" sorride, tornando alla realtà. 
"Allooora" canticchia Andrea "miei tesorucci, vi sono mancato?" Ci abbraccia mettendo le braccia sulle nostre spalle e attirandoci a lui. Scatenando altre risate.
"Ma prima di tutto.. stai bene?" Mi chiede voltandosi verso di me, riferendosi alla scena che avevano visto qualche minuto primo.
"Si, avevo tutto sotto controllo" bleffo.
"Stupida. Non ti hanno mai detto che non si da confidenza agli sconosciuti?" Mi prende in giro e io rispondo tirandogli un pugno scherzosamente.
"Grazie per essere intervenuti. Se fossi rimasta altri 2 secondi sotto attacco dal suo alito sarei morta." e scoppiamo a ridere di nuovo, rimanendo abbracciati in quella strana posa.

   
 
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