Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: _joy    17/05/2012    1 recensioni
Che cosa succederebbe se fosse Caspian a lasciare Narnia e ad arrivare nel mondo reale?
Questa fanfic è ambientata dopo Il Viaggio del veliero.
Troverete delle discrepanze spaziotemporali per quanto riguarda il mondo reale che il giovane re dovrebbe incontrare rispetto a quanto scritto da C.S. Lewis... ma, del resto, questo Caspian è moro e ha profondi occhi scuri...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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Quella ragazza…è la stessa che ho visto nell’armadio…ma chi è?

Caspian si sente tirare per la manica e si riscuote dai suoi pensieri.
«Eustace…che bello vederti. Eri un ragazzino, quando ci siamo conosciuti a Narnia…»
«Sai che stavo pensando la stessa cosa? Sembriamo…anzi, siamo coetanei ormai»
Si interrompe un attimo.
«Già…che cosa…assurda! Insomma, credevo che qualche mese qui corrispondesse a anni e anni a Narnia…e invece tu sei sempre lo stesso e noi siamo cresciuti»
Caspian gli sorride, affettuoso.
«Eri un ragazzino, e ritrovo uomo»
«Che strano vederti nel mio giardino, Caspian!»
Fermi l’uno di fronte all’altro, i due si sorridono e poi si scambiano un abbraccio prima di entrare in casa.

Una volta dentro,  Eustace si dirige al telefono. Caspian si guarda attorno, incuriosito. Poi sente Eustace chiamare il nome di Edmund e si volta con il sorriso sulle labbra.
«Edmund…»
Si interrompe basito. Eustace sta parlando con qualcuno…che non c’è. E lo chiama “Edmund”.
«Eustace» fa Caspian, allarmato «Ma che cosa…»
Ma Eustace si volta perplesso, inarcando un sopracciglio, mentre continua a parlare.
«Edmund, non fare domande idiote. No, che non sono sbronzo. Ti dico che è qui. Davvero, è qui. Sì.» sospira spazientito «Sì, sì, sì e sì: è lui. È Caspian. È qui, a casa mia»
Alza gli occhi al cielo.
«Edmund, vuoi che non sappia riconoscere Caspian? Ma insomma!»
Eustace fa spallucce a Caspian, come per dire “Edmund è il solito scemo”. Ma vede l’altro guardarlo a bocca aperta. Si guarda attorno e poi, improvvisamente, capisce e scoppia a ridere.
«No, no, scusa Ed…no, non puoi capire. Caspian mi guarda come se fossi pazzo…sì…no, ma no scemo! Il telefono, non capisci? Non sa che esiste, ovviamente»
Poi fa un cenno a Caspian, che si avvicina guardingo.
«Ok Ed, digli pure ciao!»
Caspian lo guarda come se fosse uscito di senno, ma all’improvviso sobbalza per lo spavento, quando sente la voce di Edmund – sì, è proprio la sua! - provenire…da dove?
«…Smettila, hai capito? Insomma, sei cresciuto per fare scherzi di questo tipo. Nemmeno Lucy…»
«Edmund!» grida Caspian.

La voce si zittisce all’improvviso.

«Edmund, vedi, non sono io. Dai, parla ancora, Caspian»
«Ma…cosa devo dire? E dov’è Edmund? Ho sentito la sua voce, ma…»
C’è un altro attimo di attonito silenzio, poi la voce si sente ancora.
«Eustace, vengo lì. E ti giuro, se è uno scherzo, che me la paghi cara, stavolta»
«Ok, vedrai. E Lucy?»
«Non c’è, è al lavoro. Va bene, prendo un treno e arrivo»
«Ok, ti aspettiamo»

Eustace attacca il telefono e sorride a Caspian, che ha ancora un’espressione attonita.
«Bene, vieni a sederti e cerca di non farti venire un colpo. Mi sa che ne hai di cose da imparare!»
Eustace conduce Caspian al divano e lo fa sedere.
«Che strano!» gli dice ancora, con un gran sorriso «Quando eravamo a Narnia era tutto così…assurdo per me. Inspiegabile. Capisco come devi sentirti tu ora. Certo, qui non ci sono topi che parlano e tirano di spada, ma ci sono i telefoni…»
Ride e poi prosegue.
«Prima mi hai visto parlare al telefono. È quell’apparecchio lì» lo indica «Serve alle persone per parlare anche se sono lontane. Edmund e Lucy vivono in una cittadina qui vicino. Ho chiamato Edmund per farlo venire qui»
«Vuoi dire che puoi parlare con Edmund e Lucy anche se non sono qui? In questa casa?»
«Con loro e con qualsiasi persona abbia un telefono. Anche con Peter e Susan, anche se sono in America»
«Peter e Susan? Cos’è America?»
«È un altro continente, sta oltre l’oceano…»
«Ah…»
«Caspian, come mai sei qui? Come hai fatto ad arrivare?»
«Non lo so! Ho sentito una voce e ho vagato un po’ per il castello, in un’ala quasi abbandonata, perché mi sembrava di sentire qualcuno che singhiozzava. Poi ho visto, in una stanza, un armadio con le ante aperte. E dentro le ante c’era…non so. Gente che passava, luoghi che apparivano e scomparivano. E poi ho visto il tuo viso e sono entrato nell’armadio»
«Ma come sei entrato? Irresponsabile! Ma non ce le hai delle guardie che badano a te? E…mi hai visto nell’armadio?»
«Sì. E sono anche troppo controllato dalle mie guardie. Comunque ho visto te e quella ragazza con cui stavi parlando prima, quando ci siamo incontrati fuori»
Eustace fa un salto sul divano.
«Bella?»
«Eh…sì. Quella ragazza con i capelli ricci…»
«No no. Cioè sì. Volevo dire, si chiama Bella. Arabella, per la verità, ma la chiamiamo tutti Bella. L’hai vista nell’armadio? Con me?»
«No, non con te. Era come se passassero delle immagini sfocate. Persone diverse, luoghi diversi. I vostri sono i visi che ho messo a fuoco»
«Che strano…ma che succede a Narnia? Siete in pericolo?»
«No, va tutto bene…»
«Sicuro? Perché il fatto che tu sia qui…»
«Eustace, per favore, non dirlo con il tono di uno che rimprovera un bambino di cinque anni che ha fatto una marachella. Non l’ho fatto apposta. E non so perché sono qui»
«Va bene, Vostra Altezza ribelle…»
«Scusa» Caspian sospira «È che ero in camera mia a riflettere su come io non possa fare un passo senza essere seguito, consigliato, ammirato o rimproverato…poi ho sentito la voce…e sono arrivato qui»
«Ma come? Re Caspian…e sei circondato di balie?»

Eustace ghigna e Caspian sbuffa. Poi si sorridono.
«Bè, allora ti ci voleva una vacanza»
«I re non vanno in vacanza…»
«Ma smettila! Caspian, tu non sei tuo padre. Ed è sbagliato che punti a diventarlo. Tu sei tu e basta. E vai benissimo così. te lo ha detto anche Aslan»
«Grazie. Ma comunque, i re non vanno in vacanza lo stesso»
«Bè, tu sei andato in un altro mondo, tecnicamente…»
«Vero…» Caspian sorride
«Non ti mancava un po’ d’avventura?»
«Non sai quanto. Io…»
Ma Caspian si interrompe, quando sente un suono.
«Tranquillo, è il campanello»
«Che cos’è il campanello?»
«È tipo… si suona quando devi entrare in casa di qualcuno»
«Ah. Come il corno per far abbassare il ponte levatoio…»
«Ehm…meno impegnativo, diciamo. Comunque…»

Intanto, Eustace apre la porta di ingresso.
«Buonasera, signor Light»
«Ciao, Eustace. Volevo dirti che devo partire per qualche giorno e che mi raccomando le ragazze, va bene?»
«Oh, ma certo. Con piacere. Io sono qui e c’è un mio amico con me, per cui…»
«Guarda, non ci saranno problemi e Penelope mi ucciderebbe se sapesse che te lo chiedo, ma io sono più tranquillo sapendo che qualcuno dà loro un’occhiata. Bene, salutami i tuoi genitori e buona giornata»
«Arrivederci»

Eustace chiude la porta e sorride a Caspian.
«Bene. Edmund non arriverà prima di questo pomeriggio. Sei pronto a esplorare il mio mondo?»
Caspian sorride e si alza. Eustace gli sorride in risposta.
«Tranquillo, ti divertirai. Abbiamo i telefoni e altre cose che ti sembreranno strane, ma se non altro qui non rischi di trasformarti in un drago!»
 
 

   
 
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