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Autore: madamina    18/05/2012    1 recensioni
Settimo anno ad Hogwarts per il Magico Trio che ritorna a scuola dal momento che Voldemort non ha mai creato i suoi Horcrux. Ma molte cose sono cambiate ed altre ancora cambieranno radicalmente, rivoluzionando la loro vita; chi era amico ora non lo è più, e chi era nemico si potrebbe rivelare il più prezioso dei tesori.
Draco Malfoy è morto, Piton sembra scomparso nel nulla e la guerra è in pieno svolgimento.
Harry decide di scoprire l'assassino di Draco, ma non sarà una cosa semplice. Per fortuna può contare su nuovi amici, in particolare su un nuovo studente dal passato misterioso.
Riuscirà Harry a scoprire l'assassino, e soprattutto a sconfiggere Voldemort nella battaglia finale?
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Capitolo 12

§ Cap. XII – Distant Memory §

 
Harry si ritrovò a rotolare per uno dei dolci declivi del giardino che circondava il castello di Hogwarts. Quando finalmente si fermò, gli ci vollero diversi minuti per ritrovare abbastanza lucidità mentale da capire dove fosse e come ci fosse arrivato, passati i quali puntò i suoi occhi verde smeraldo verso il cielo sopra di lui che, da morbida coperta di velluto blu si era trasformato in un velo scuro carico di nuvole.

Neanche il tempo di soffermarsi sul cambiamento, che le prime gocce di una pioggia violenta iniziarono a cadergli addosso. Una potente risata gli venne dal cuore e lui vi si abbandonò completamente.

Ma la cosa non durò che qualche secondo, perché qualcuno gli si scagliò addosso, bloccandolo a terra con il proprio peso, mentre urlandogli contro gli stringeva il colletto fino quasi a farlo soffocare. Tra l’aggressione e la pioggia che aveva preso a battere violentemente, Harry non riuscì a capire cosa gli stesse succedendo. Pensò subito che qualche Mangiamorte avesse trovato il modo di smaterializzarsi ad Hogwarts eludendo la protezione contro il Marchio Nero. E in effetti la figura che lo sovrastava era completamente vestita di nero. Ne sentiva i lunghi capelli neri bagnati strofinargli sul viso mentre le mani serrate a pugno attorno al colletto della sua camicia gli comprimevano la trachea scuotendolo violentemente contro il terreno.

Ad un certo punto gli parve di udire la voce di Hermione che, allarmata, strillava qualcosa che però non riusciva a comprendere. E poi la stretta attorno al collo si attenuò, così come la violenza degli scossoni che il misterioso aggressore gli infliggeva.

Aprì completamente gli occhi, deciso a capire cosa stesse succedendo, per difendere Hermione con tutte le sue forze, anche a costo della sua vita, e quello che vide lo spiazzò completamente.

Bryan era a cavalcioni su di lui, schiacciandogli il torace con il suo peso. Le mani ancora serrate a pugno gli rendevano difficile la respirazione, anche se la presa si era allentata, e gli occhi erano due tizzoni ardenti, pronti ad incenerirlo al minimo tentativo di fare qualunque cosa.

“Tu, bastardo decerebrato!” gli ringhiò contro con i denti così serrati che quasi non si comprendevano le sue parole. E per dare vigore alle sue parole lo scosse di nuovo.

“Ti avevo detto di non coinvolgere più gli altri per le tue idee!”

“Ma io…” tentò di dire Harry con l’ultima aria ancora presente  nei suoi polmoni che iniziavano a bruciare per la lunga apnea.

“Sta zitto!” gli urlò contro Bryan, con il fiatone dovuto alla rabbia che gli trasfigurava il volto.

“Bryan ti prego lascialo andare!” tentò di dire Hermione tirandolo per le spalle nel tentativo di allontanarlo dal suo migliore amico.

La pioggia intanto continuava a battere incessantemente ed aveva inzuppato completamente i due ragazzi, ancora a terra avvinghiati. Cadeva sulla testa di Bryan e ne percorreva i lunghi capelli corvini fino a sgocciolare sul viso di Harry, accaldato dalla corsa prima e poi dall’aggressione e che ora era colpito dalle gocce gelide che cadevano dal cielo.

“Quando la smetterai di pensare solo a te?!?” urlò ancora fuori di sé Bryan, che non accennava a mollare la presa.

“Bryan per favore!” urlò Hermione per farsi sentire dal ragazzo, mentre tentava in tutti i modi di scostarlo da Harry, ma non era un’impresa facile. Bryan non era muscoloso, ma era alto ed era comunque più forte di lei. Ed in quel momento l’adrenalina che gli scorreva nelle vene sembrava avergli trasformato i muscoli in corde d’acciaio.

Eppure anche lui alla fine ritrovò la lucidità, e pur rimanendo a cavalcioni di Harry, tolse le mani dal suo collo. Hermione, ancora sulle spalle di Bryan cadde in ginocchio ed iniziò a piangere poggiandogli la fronte sulla schiena. Il ragazzo si girò lentamente fino ad abbracciarla con delicatezza, come se fosse una cosa preziosa. Quelle stesse braccia che stavano per uccidere il suo migliore amico, adesso erano il suo rifugio e le stavano trasmettendo un calore inimmaginabile. Con una mano le carezzò la guancia, andando ad asciugare le lacrime che si confondevano con la pioggia, inutile tentativo di placare i singhiozzi della ragazza.

“Ho avuto paura… - riuscì a dire Hermione – Paura che non ti fermassi, e che lo uccidessi”

“Se lo sarebbe meritato” sibilò Bryan che con un’occhiata gelò Harry sul posto.

Si alzò lentamente in piedi, aiutando Hermione a fare altrettanto, per racchiuderla poi in un abbraccio completo, come a proteggerla da  tutto e da tutti.

“Gli avevo detto di non coinvolgere più nessuno nelle sue idee assurde. Poteva finire male. Potevate morire. Potevi morire” disse Bryan tutto d’un fiato, pronunciando le ultime parole mentre la fissava negli occhi con uno sguardo estremamente serio, tenendole le guance tra le mani.

“Sono stata io ad insistere… - sussurrò Hermione chinando la testa – Harry non mi voleva con sé. Sono io che ho insistito. Ha cercato in tutti i modi di lasciarmi qui al castello. Ma sapevo che senza di me non ce l’avrebbe fatta…”

Gli occhi di Bryan ebbero di nuovo un guizzo di rabbia che rasentava la follia, ma stavolta riuscì a trattenersi dagli istinti omicidi che lo avevano colto prima. Solo la presa delle sue mani si fece più rude e meno delicata mentre afferrava la ragazza per le spalle e la scostava da sé in modo da poterla guardare in faccia.

“Che cosa?!? – disse sconvolto con la voce di un’ottava più alta del solito – Sei impazzita anche tu?!? Ti ha dato di volta il cervello? Ma che è, un attacco di Potterite acuta? Oppure nella vostra torre è scoppiata un’epidemia di virus della stupidità? Perché sinceramente non vi capisco. Sembra che non vediate l’ora di crepare! E fanculo a tutti quelli che si preoccupano per voi!” terminò Bryan abbassando bruscamente le braccia lungo il corpo, i pugni stretti, e girandosi per non guardare i due ragazzi che erano lì su quella collinetta insieme a lui sotto la pioggia incessante.

“Bryan – lo richiamò gentilmente Hermione posandogli una mano sulla spalla – tu non puoi capire…”

“Non posso capire?!? Cosa non posso capire?” si girò di scatto a fissarla negli occhi come se volesse divorarle l’anima con il solo sguardo.

“Che vogliate in tutti i modi immolarvi in nome dei vostri ideali? Beh sai che ti dico? Hai ragione! Perché io ho fatto sempre di tutto per salvarmi il culo! Sono scappato dalla mia vita, dalla mia famiglia, dalla mia casa, pur di restare vivo! Ho abbandonato tutto! Anche il mio nome! Tutto!”

Bryan si girò di nuovo di spalle, a guardare il cielo che a quel punto sembrava piangere per lui quelle lacrime che non erano mai uscite dai suoi occhi ma che erano scorse in lui per tanto tempo.

“Non sopporterei di perdere altre persone…” sussurrò rivolto al cielo.

Hermione lo abbracciò da dietro, appoggiando la guancia alla schiena del ragazzo.

“Non le perderai, te lo prometto” poi sciolse l’abbraccio e gli prese delicatamente la mano. “ E adesso vieni, è il momento di rientrare, abbiamo tutti bisogno di riposo e di asciugarci”gli disse mentre iniziava a muovere i primi passi verso il castello, seguita docilmente da Bryan che sembrava spossato e più indietro da Harry che ripensava febbrilmente a quanto era successo quella sera.

A Malfoy Manor e ad Hogwarts.

 

§§§§ ---- §§§§


Il giorno seguente Bryan, Hermione e Blaise stavano seduti sulle rive del Lago Nero, a godersi il tiepido sole di un pomeriggio autunnale.

Avevano steso una grande coperta sull’erba, per evitare che l’umidità della soffice distesa verde gli penetrasse fin nelle ossa. E d’altronde Hermione e Bryan ne avevano avuta abbastanza di umidità nelle ultime ore, anche se Blaise questo non poteva saperlo. I tre ragazzi si erano incontrato quasi per caso fuori del portone d’ingresso del castello e avevano deciso di passare un po’ di tempo insieme a chiacchierare. Bryan e Blaise avevano legato molto negli ultimi tempi, tanto da sembrare amici di vecchia data, cosa che ovviamente non poteva essere, ma i molteplici interessi in comune li avevano avvicinati moltissimo. E anche con Hermione le cose andavano bene. I due ragazzi avevano trovato in lei un’amica leale, ma anche una persona molto intelligente e stimolante, con cui intavolare interessanti conversazioni e dai molteplici interessi.

E così chiacchierando avevano raggiunto la riva del Lago ed avevano deciso di passare lì un po’ di tempo. Blaise stava già per sedersi sull’erba quando Hermione ricordando la pioggia della notte precedente pensò che il terreno fosse troppo bagnato per potercisi sedere. Così trattenne il suo amico ed estrasse da una tasca il fazzoletto.

Engorgio!” esclamò decisa dopo avergli puntato contro la bacchetta, ed il pezzo di stoffa iniziò a crescere fino ad assumere le dimensioni e la consistenza di una morbida trapunta su cui si potessero sedere comodamente tutti e tre.

Ed infatti una volta stesa a terra, Hermione elegantemente ci si mise a sedere, ma non fu imitata dagli altri. Incuriosita levò lo sguardo e scoprì una smorfia di disgusto sui loro volti.

“Ehi guardate che non mi ci sono mica soffiata il naso!” esclamò piccata, non riuscendo a comprendere il problema.

“Non è quello il punto Hermione” le rispose Blaise.

“E allora qual è?” chiese la ragazza evidentemente confusa.

“I colori” mormorò Blaise, la cui affermazione si rispecchiava nel sopracciglio inarcato di Bryan che lentamente fece un cenno d’assenso.

Hermione abbassò gli occhi sulla trapunta, notando che era bordeaux, con un orlo ricamato in oro ed al centro vi era l’immagine di un leone rampante incantato perché silenziosamente ruggisse tutto il proprio orgoglio. La ragazza scoppiò in una risata cristallina.

“Davvero ragazza – intervenne Bryan – non pretenderai spero che posiamo le nostre regali terga proprio là sopra!”

“Ovvio che no, il leone potrebbe strapparvele a morsi!” continuò a ridere Hermione, che si alzò e puntò di nuovo la bacchetta contro la trapunta, che dapprima divenne completamente bianca. Poi, come se la ragazza la stesse dipingendo, apparvero lungo il bordo tre cornici concentriche, una bordeaux con ricami oro, una verde smeraldo con intarsi argentati, ed infine una azzurra con inserti neri. Al centro, rimasto bianco, apparvero un grifone dorato, un serpente verde smeraldo ed un corvo nero, che si muovevano liberamente all’interno della cornice multicolore.

“Lorsignori sono soddisfatti ora?” chiese con un sorriso gentile la ragazza facendo anche un lieve inchino.

Bryan alzò gli occhi al cielo e scuotendo leggermente la testa si buttò a sedere di malagrazia, atterrando di peso chissà quanto casualmente proprio nel punto dove si trovava il grifone.

“Bryan!” lo riprese subito Hermione.

“Che c’è?” chiese Bryan con la faccia più angelica che riuscisse ad esibire.

Hermione decise di lasciar correre e si mise a sedere sulla trapunta, seguita subito dopo da Blaise. Iniziarono a parlare piacevolmente del più e del meno, ma qualunque discorso iniziassero si andava inesorabilmente a finire a parlare di Draco Malfoy. Ed ogni volta che succedeva lo sguardo di Blaise si velava di tristezza.

“Ma perché volevi tanto bene a Draco Malfoy? Da quello che ho sentito in giro era solo un bastardo viziato, egocentrico…”

“Non ti azzardare a parlare così di lui! – saltò su Blaise – Lui era così solo con gli estranei! Con chi gli era più vicino era tutta un’altra persona. Per me è stato un fratello. Quando avevo bisogno di lui c’è sempre stato, mi ha aiutato e consolato. Solo che non era facile avvicinarglisi, manteneva sempre le distanze. In passato aveva sofferto parecchio per colpa del padre e non voleva che la cosa si potesse ripetere, che qualcun altro lo potesse ferire.”

“Sai - intervenne Hermione - anche io comincio a credere di aver sbagliato tutto con lui. Conoscendo Blaise e sentendolo parlare di Draco, mi sono accorta che lui era tutta un'altra persona rispetto a quella che si mostrava. Ed adesso mi dispiace di non averlo conosciuto davvero. E' stato così bravo a nascondersi dietro al personaggio che gli ha imposto il padre, che nessuno si è mai chiesto chi si nascondesse dietro.

Perchè nessuno ha mai pensato che ci fosse qualcuno nascosto dietro.”

Bryan rimase molto colpito dalle parole della ragazza. Proprio lei che senza motivo apparente era stata quella sferzata maggiormente dalla cattiveria di quel ragazzo morto qualche mese prima.

Ed un pensiero lo colpì per la sua intensità e la profondità.

Se Draco si fosse mostrato a lei per quello che era veramente, aprendole il suo cuore e mostrandole la sua anima, lei lo avrebbe capito e lo avrebbe aiutato. Senza giudicarlo. Non avrebbe potuto mai fargli del male.

Ma Draco ormai era morto, e tutto questo non aveva più importanza.

“Scusate, avete ragione, non avrei dovuto parlarne così – disse alzando le mani come in segno di resa – ma era quella l’idea che mi ero fatto di lui sentendone parlare in giro e..”

“Sono tutte bugie! – esplose Blaise, lasciando basiti gli altri due – Sentenze sputate lì per invidia e superficialità. Nessuno si è mai preoccupato di conoscerlo veramente, il nome Malfoy bastava per etichettarlo.”

“E tu? Sei sicuro di averlo capito fino in fondo? Pensi che meritasse veramente tutto il tuo affetto? Magari era un abile manipolatore ed è riuscito a raggirarti, a farti credere cose non vere. Sei sicuro di averlo conosciuto davvero?”

Blaise parve turbato dalla domanda e rimase qualche secondo a riflettere. “Non lo so, Draco aveva una personalità molto complessa, quello che ti posso dire con sicurezza è che ho cercato di rimanergli sempre vicino e di essere un buon amico per lui.”

“Sono sicuro che lui ti considerasse un buon amico – gli disse Bryan posandogli una mano su una spalla e guardandolo negli occhi con un’intensità disarmante – anzi che ti considerasse un fratello. Non può che essere così vista la persona speciale che sei.”

Gli occhi di Blaise luccicarono per un brevissimo istante, poi prese un profondo respiro e mormorò: “Draco era un ragazzo molto strano, dalle mille sfaccettature, che difficilmente qualcuno riusciva a cogliere. Tutti hanno visto il suo lato bastardo, egoistico, arrogante, quello che in Grifondoro hanno imparato ad odiare per intenderci. Pochi hanno visto il suo lato responsabile e protettivo, quello che usava con Pansy ad esempio, a cui era profondamente affezionato anche se non lo dava a vedere e cercava sempre di proteggerla ma con discrezione. Nessuno ha avuto il piacere di vedere il lato più vero e profondo di Draco. Nessuno tranne me, che lo consideravo un fratello, perché sapevo leggere oltre quello che mostrava a tutti e vedevo che persona fantastica fosse, costantemente diviso tra quello che il mondo esterno gli imponeva, il volere della sua famiglia, gli obblighi del sangue puro, gli ordini del Lord Oscuro, e la voce della sua anima che urlava dentro di lui oppressa e nascosta in fondo al suo cuore.”

“Si vede che lo hai osservato con attenzione e che gli hai voluto davvero bene” gli rispose Bryan.

“Te l’ho detto, l’ho sempre considerato un fratello… Ed ora se fosse qui mi pesterebbe fino ad ammazzarmi di botte per averne parlato in questo modo così sdolcinato – disse Blaise tentando di alleggerire il magone che stava facendo lo scoobidoo con le sue budella – ed ora scusate, ma è meglio se rientro” terminò alzandosi e dirigendosi poi verso il castello per nascondere quanto più  possibile ai suoi amici tutte le emozioni che quei ricordi gli avevano riportato e che stava lottando con tutte le sue forze perché non si tramutassero in lacrime salate ed amare allo stesso tempo.

 

§§§§ ---- §§§§


Bryan ed Hermione rimasero da soli, ognuno perso nei propri pensieri, a guardare la distesa piatta del Lago Nero. Fu Hermione la prima a rompere il silenzio. “Sai, sto scoprendo in Malfoy una persona che mai mi sarei aspettata, e trovo che a volte tu gli assomigli in una maniera impressionante.”

Bryan si irrigidì improvvisamente. “Che cosa?!? Ma che diavolo stai dicendo?” le chiese con gli occhi fuori dalle orbite.

“Ehi calmati, non volevo mica offenderti! – si difese subito la ragazza – E’ solo che a volte sei così enigmatico, riesci ad isolarti anche in mezzo ad una folla di gente, insomma per certi versi mi ricordi il Draco di cui parla sempre Blaise. Poi però dimostri di tenere alla gente, di tenere a me... – disse con un sussurro guardandolo intensamente negli occhi – e vedo una persona totalmente diversa.”

Bryan ricambiò il suo sguardo e stese un braccio invitandola ad accoccolarsi contro di lui. Era davvero da tanto che non permetteva a qualcuno di avvicinarglisi fisicamente in un contatto così intimo come può essere un abbraccio. Ma con lei gli veniva naturale. Non aveva provato nessun fastidio tutte le volte che l’aveva abbracciata o che i loro corpi erano venuti in contatto.

Hermione subito gli fu al fianco e si rannicchiò contro di lui, beandosi del suo calore e anche del suo affetto.

“Grazie” mormorò semplicemente lei ancora attaccata al suo fianco, con il viso nascosto nell’incavo del suo collo, racchiudendo in quella semplice parola tutto ciò che aveva nel cuore. Alzò il suo sguardo e si perse negli occhi grigi di Bryan che sembravano lo specchio del mare di emozioni che riempiva i suoi e che le martellava nel cuore.

Lentamente il ragazzo avvicinò il viso a quello di Hermione e le sfiorò le labbra in un bacio delicatissimo, che entrambi da tempo bramavano.

Passarono il resto del pomeriggio così, in riva al lago su quella trapunta a scambiarsi baci e tacite promesse.

  
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