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Autore: Christine_Heart    18/05/2012    1 recensioni
Questa piccola idea, è nata come intermezzo tra il secondo e il terzo capitolo della celebre saga!
Le stelle brillavano silenziose nel cielo tranquillo della luna boscosa di Doren, la luna dove si tenevano i corsi di sopravvivenza degli allievi padawan. Paa-soy respingendo un brivido, si coprì meglio col mantello e si appoggiò al costone di roccia che sovrastava un’ampia vallata ai margini della foresta,dove si era fermato per riposare.
Era...

...Perdonate...
...Tutto il resto è storia! ^^
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mace Windu, Nuovo personaggio, Yoda
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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4° capitolo      
Desiderio primario


1) 
Non era ancora spuntato il sole su Coruscant, quando planando silenziosamente, un trasporto militare si poggiò su una delle baie d’attracco dell’accademia Jedi.
Mace Windu si avvicinò alla navetta, nel momento stesso in cui si apriva il portellone posteriore da cui uscì un ufficiale pilota:
“Chiediamo il permesso di attracco, Signore!” disse in tono formale rivolgendosi a Windu:
“Permesso accordato…benvenuti su Coruscant!”
“Grazie Signore!”
Due allievi, scesero sulla piattaforma e si schierarono ai lati della passerella mentre l’ufficiale, si spostava da un lato per permettere il passaggio ad un uomo alto e massiccio che avanzava verso Windu.
“Bentornato a Coruscant, Cisco amico mio!”
Il Primo Conestabile Than avanzò tendendo la mano.
“Dov’é la scorta d’onore?”
Windu, conosceva fin troppo bene Cisco Than per non capire che durante il viaggio si era divertito a punzecchiare le due reclute, con qualche discorso sulla forma e il cerimoniale, e che come un attore consumato fingeva irritazione per non aver trovato gli onori che gli erano dovuti.
“Ti chiedo di perdonarci. Noi Jedi, come saprai, non siamo molto pratici in fatto d’onori!”
I due allievi guardavano di sottecchi il Primo Conestabile, come si guarda un vulcano sul punto di eruttare, mentre il pilota, che evidentemente conosceva bene l’indole del superiore nascondeva a stento un sorriso.
“Qualcuno si pentirà per questo…”
Windu percepiva che Than si stava divertendo come un bambino e non si offese quando rivolgendosi agli allievi disse:
“State qui e non fate avvicinare nessuno alla navetta…o sarete in guai grossi al mio ritorno! Vado a fare un discorsetto al capo di questi… cavalieri! Øye venga con me e tu muoviti…maestro. T’insegno io chi è il Primo Conestabile Cisco Than!”
E così dicendo si avviò alla rampa d’accesso seguito da Windu e dal pilota, proprio mentre la navetta era attorniata dai tecnici della manutenzione, lasciando i due allievi nel panico più assoluto a supplicare di non avvicinarsi o il Conestabile se la sarebbe presa con loro. Appena chiusa la porta dell’hangar, Than esplose in una fragorosa risata, seguito da Windu e dal pilota e risero ancora di più guardando le reclute affannarsi a cercare di fermare i droidi di manutenzione.
Cisco Than era alto come Windu, con spalle enormi e braccia possenti. Il suo fisico robusto denotava l’origine terrestre. I capelli piuttosto corti, erano neri e lucenti con qualche tratto di bianco, così come il pizzetto che Windu non aveva mai visto.
Amava la buona tavola e si vedeva, del resto la sua stirpe secoli prima viveva in una parte del pianeta Terra che prima dell’unificazione degli stati era chiamato Italia, famosa per le bellezze naturali ma soprattutto per la cucina, ma non era eccessivamente grasso e anzi la sua corporatura massiccia con quel portamento eretto ispirava fiducia.
“Ciao Mace, vecchio mio. Ti vedo in forma!” esclamò stringendo la mano di Windu mentre si asciugava gli occhi arrossati per il gran ridere. “Cisco, quei due ragazzi la fuori sono terrorizzati …non ti sembra di avere esagerato?”
“Sono due bambocci pronti a dire sempre sissignore, nella speranza di fare bella figura…bah, sono la copia esatta dei loro padri, smidollati come loro e ruffiani alla stessa maniera.”
“Non sei cambiato per niente, a parte quella peluria che hai sul mento: ”
“Questo?” chiese Than accarezzandosi il pizzetto.
“Serve a nascondere una cicatrice!”
“Una ferita in battaglia?”
“No… mi sono tagliato radendomi, ma a parte te, Tannhia, Niobe che mi ha ricucito e il mio amico Erland, nessuno sa la verità. A proposito ti presento Erland Øye, il mio compagno di scorrerie …Erland questi è mio fratello, Maestro Windu”
“Sono onorato Maest…fratello?”
Naturalmente il Conestabile Than e Maestro Windu non erano fratelli, ma un legame d’amicizia talmente forte li univa, da sentirsi come fratelli e come tali avevano l’abitudine di presentarsi.
“Il fatto che lui sia più abbronzato e abbia meno capelli non ti deve trarre in inganno, Erland!”
“…Abbronzato?”
Scoppiarono di nuovo a ridere i due giganti e nonostante si somigliassero come il giorno e la notte, Øye pensò che dovevano essere proprio come fratelli…e si unì alle risate ricevendo grandi pacche sulle spalle, e ancora ridendo i tre si avviarono verso un elevatore.

Fuori i due allievi erano in preda ad una crisi di nervi

2)
Elif, era così stanca da non riuscire a addormentarsi.
Non poteva fare altro che continuare a rigirarsi nel giaciglio della sua cella, sbuffando per il caldo soffocante.
Era da poco passata alla zona di stoccaggio del cetnamys, da quando aveva accusato dei forti disturbi dovuti al calore della superficie di Braz.
Era reclusa da poco tempo ma le sembrava di essere in quell’inferno da un’eternità, con tutti i giorni uguali gli uni agli altri. Non era riuscita a dimostrare di non aver fatto parte della banda che rapinava i convogli diretti nelle colonie, e dopo un rapido processo, era stata condannata alla detenzione su Braz.
La cosa che l’angosciava di più, era sapere che sua figlia era stata affidata ad una famiglia adottiva, poiché la sua anziana madre, non era in grado di badare alla piccola.
Ogni mattina si risvegliava piangendo per averla sognata.
La sognava ogni notte, ed ogni notte la sentiva che la chiamava.
Ma quella sera non riusciva ad addormentarsi e lo strazio del carcere, era ingigantito dalla mancanza di quei pochi momenti in cui, sia pure in sogno, la rivedeva. Il tempo sembrava non voler passare ed Elif continuava a rigirarsi nella calura soffocante.
D’un tratto si sentì osservata…nell’angolo più in ombra della cella, sembrava che qualcuno la stesse guardando.
Cercò di vedere meglio nella penombra e a stento riuscì a soffocare un urlo.
Atissa, sua figlia, le veniva incontro con le manine protese verso di lei con l’andatura incerta dei bambini che cominciano a camminare.
Elif le volò letteralmente incontro piangendo, abbracciò la piccola e la strinse guardandola e mai sazia di baciarla e carezzarle il viso.
Non riusciva a parlare per l’emozione e Atissa, le si accoccolò in grembo sorridendo e fissandola con i grandi occhi neri.
“Quanto mi sei mancata piccola mia!” riuscì a sussurrare tra i singhiozzi, stringendola forte a sé.
“Presenza non autorizzata nella zona di detenzione!”
La voce metallica del droide di sorveglianza, svegliò di soprassalto il piantone alle celle, lo fece saltare giù dalla branda e correre verso il generatore d’immagini a ridosso della parete.
“Chi è?”
“Sconosciuto…origine organica…forma umanoide…livello di minaccia nullo…”
Nel momento stesso in cui il piantone cercò di vedere meglio, Elif e la figlia si smaterializzarono davanti ai suoi occhi.
“Evasione…evasione...evasione…attivata procedura d’allarme”…ripeteva con la sua voce monotonale, ma il guardiano non riusciva a sentirlo…continuava a fissare la cella vuota davanti a sé.

3)
Æon osservava l’enorme corridoio che le si parava dinanzi.
Era uno spazio immenso una specie di grotta altissima e oblunga, nella quale avrebbe trovato posto agevolmente, un trasporto federale. Sicuramente costruito e non dovuto a cause naturali, il corridoio avanzava fino a perdersi nella penombra in quella che sembrava una gigantesca sala.
“Chi ha costruito questo, doveva essere molto alto o molto presuntuoso!” si ritrovò ad esclamare a voce alta.
Nella sua mente una voce le rispose:
“Di sicuro doveva avere un buon motivo, per giustificare questo spreco di spazio!”
“Ybsor!”
“Vieni avanti, non c’è pericolo!”
“Dove sei?”
“Nella sala davanti a te…sto guardando una sfera metallica che ha qualcosa di familiare.”
Æon s’incamminò sul lungo corridoio e in breve fù vicino ad una specie di enorme portone.
Le bastò sfiorarlo perché silenziosamente si aprisse da un lato, mentre un’evanescenza rossiccia riempì la sala aumentando d’intensità fino ad uguagliare la luce esterna.
Varcò la soglia facendo molta attenzione a cosa le stava intorno.
Non percepiva pericoli, ma in ogni caso aveva impugnato il folgoratore ed avanzava con cautela, puntandolo avanti a sé.
Non era tarato su livelli letali, ma pensò che se un eventuale aggressore avesse avuto le dimensioni del posto, anche al massimo livello il folgoratore non sarebbe stato di grande aiuto.
Da un lato, attorniata da un’evanescenza violetta c’era una sfera, dalle dimensioni adeguate al luogo ed accanto si trovava Ybsor che le faceva segno di avvicinarsi.
La sfera sembrava metallica e risplendeva lievemente illuminata da quell’evanescenza che ad Æon ricordava la spada laser di Maestro Windu.
Æon impiegò diverso tempo per avvicinarsi, tanto era vasta la caverna, che ad un’attenta osservazione dava l’impressione di essere un’hangar, e quando raggiunse Ybsor, rimase colpito dall’espressione che aveva assunto tanto da domandargli:
“Ybsor...và tutto bene?”
L’automa era assorto nell’osservare la sfera, e non le rispose per altre due volte fin quando Æon non lo toccò ad un braccio scotendolo leggermente.
Non aveva mai toccato il trasmuta, fatta eccezione quando si era trasformato in Yoda e lo aveva attaccato e rimase colpita dalla consistenza del materiale di cui Ybsor era composto.
Non sembrava metallico, anzi il suo braccio le ricordava un arto umano.
Æon si sentì a disagio poichè ricordava che la sua apparenza era caricata di volta in volta da un programma.
“Ybsor...” Ripeté lei...”va tutto bene?”
“...Si...sì certo. Tutto...tutto bene.”
“Cos’hai? Sembri strano...” “E’ questa sfera...”
“Cos’ha di strano? Sembri...o meglio fai sembrare mio padre disorientato.”
“...Tuo?...cosa...”
“Non c’è nessuno qui dentro?” esclamò Æon battendo lievemente il pugno chiuso sulla testa dell’automa.
Finalmente Ybsor si scosse e guardò la ragazza negli occhi, si toccò il petto e sorridendole rispose:
“Qui dentro...c’è una moltitudine...credimi!”
“Finalmente...che ti era successo?”
“Non so come spiegarlo...ma questa sfera è arma primaria!”
“...La tua controparte?”
“La sua composizione molecolare è diversa, la forma è variata ma lo sento...questo è arma primaria. E’ incredibile, da non credere, ma a quanto pare ho realizzato il mio desiderio primario...”
Æon, osservò la sfera e poi fissò l’automa che era tornato a guardare la sfera.



Nda

Chiedo umilmente scusa!!! 
Lo so, sono in forte ritardo, e me ne scuso dal profondo del mio cuore.
Ma ho avuto la testa altrove, e qualche problemino con la tecnologia!!!
Sì, un giorno di questo faremo pace, lo sento!
Beh, a parte questo...finalmente vi presento il nuovo capitolo.
Questo è il mio capitolo preferito.
L'adoro davvero!!! ^^
E' divertente, comico e  ha quel colpo di scena, che neanch'io mi sarei mai aspettata!! 
Spero che il capitolo sia privo d'errori, ma spero soprattutto che possa piacere!
Un grazie a chi legge  la storia in grand segreto.
Un grazie speciale e infinito a BeaLovesOscarinobello & a  vale1991!
Bacio ^3^
Chris.
 


 
  
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