Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Paolina91    18/05/2012    1 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7


La mattina seguente Honey e Jenny si svegliarono a causa dei rumori del traffico Newyorkese.

Era tutto così diverso dal loro paesino, là regnava solo la pace e tutto era contornato dalla natura mentre quella era una vera e propria metropoli.

La mora si alzò dal suo letto e spalancò le tende permettendo al sole di entrare nella stanza.

Era una giornata stupenda, il sole era abbastanza caldo tanto che le due ragazze decisero di prepararsi velocemente per fare una passeggiata.

Honey non stava nella pelle voleva assolutamente vedere da fuori la sua scuola di danza.

O per meglio dire quella che avrebbe potuto diventare la sua scuola di danza.

Il suo sogno.

Una volta pronte e dopo un abbondante colazione uscirono a passo spedito verso la metropolitana.

Honey aveva la testa completamente fra le nuvole.

Si chiedeva mille cose.

Come avrebbe fatto senza Tim al suo fianco.

Sicuramente le sarebbe mancato ma lei non era convinta nelle storie a distanza.

Uno dei due prima o poi si sarebbe stancato della lontananza e si sarebbero lasciati.

Quindi in entrambi i casi significava solo soffrire.

La sua amica che la strattonava la fece risvegliare dai suoi pensieri.

Alzò lo sguardo e vide la facciata della scuola di ballo più prestigiosa d’America.


L’entrata era veramente una cosa spettacolare e chissà dentro che cosa riservava.

Il tutto contornato da un giardino stupendo con alberi altissimi sotto i quali rilassarsi.

Quanto avrebbe voluto entrarci.

Ma avrebbe potuto farlo solo fra meno di due settimane.

L’audizione di avvicinava spaventosamente ma stranamente non sentiva l’ansia salire.

Dopo aver visitato altri posti fantastici tornarono verso l’hotel.

Quella sera avrebbero preso il treno per tornare a casa.

Il giorno dopo sarebbe ricominciata la solita rutine, casa- scuola- danza.

Ma non le pesava tutto quello.

Le interrogazioni si erano concluse al meglio e poi fra pochi giorni avrebbe ricevuto la pagella e per la prima volta era fiera di se stessa.



***


Hilary si svegliò abbastanza tardi quella mattina.

Era tornata a casa tardi dal ballo scolastico e non era abituata a fare le ore piccole.

Ma non era preoccupata dallo studio.

Doveva solo ripassare le ultime pagine di storia e avrebbe concluso lo studio pre-esame.

La fatidica data si avvicinava.

Non vedeva l’ora anche perché a fine giugno sarebbe partita per la Germania.

Per lei significava una nuova vita.

Finalmente avrebbe avuto degli amici e magari anche un ragazzo.

Ma era meglio non montarsi troppo la testa per il momento.

Scese in cucina dove trovò un biglietto da parte dei suoi genitori.

Erano usciti per il consueto pic-nic domenicale e l’avevano lasciata dormire.

Quanto era premurosa sua madre.

Così decise di prepararsi qualcosa da mangiare prima di dedicarsi ad un pomeriggio di totale riposo e relax.

Mentre il sugo si riscaldava nel pentolino prese una pentola grande e la riempì d’acqua e ci aggiunse un po’ di sale.

Una volta messa anche quella sul fuoco fino a portarla all’ebollizione si sedette sullo sgabello alto dell’isola della cucina.

Prese il cordless e decise di chiamare la sorella che sicuramente a quell’ora sarebbe stata sul treno di ritorno a casa.

Dopo due squilli rispose gioiosa come al solito.

-Hey sorellina come va? Sei già di ritorno?-

-Si siamo salite da poco sul treno…. E te come va a casa?-

-Tutto bene mi sono alzata da poco e mamma e papà erano già usciti. –

-Oh capisco… e al ballo tutto bene?-

-Splendidamente poi ti racconterò. E il concerto?-

-Favoloso li ho anche incontrati al meet and great. –

-Quanto sei fortunata sorellina. Senti adesso vado a mangiare qualcosa ci vediamo dopo alla stazione. –

Chiuse la chiamata e poi si mise a tavola mangiando il suo piatto preferito.

Un piatto completamente italiano, la pasta.

Dopo pranzo si mise seduta sul divano del salotto e ascoltò un po’ di buona musica.

Quel pomeriggio non voleva studiare anche se fra meno di una settimana sarebbero iniziati gli esami ma con la sua ottima preparazione non correva pericoli.


Verso le cinque del pomeriggio si preparò per recuperare la sorella alla stazione centrale.

Uscì di casa chiudendo la porta alle sue spalle e prese le chiavi della macchina.

Una volta salita a bordo avviò il motore, ormai era diventata un ottima guidatrice mentre la sorella era una frana.

Però era comprensibile visto che aveva solo 16 anni.

Lei aveva già due anni di esperienza alle spalle.

Dopo circa mezzoretta passata sulla statale principale arrivo alla stazione.

Quel giorno era molto affollata.

Trovare un parcheggio non sarebbe stata un impresa facile.

Dopo aver girato tutto lo spazio disponibile almeno due volte finalmente trovò un posto non lontano dall’entrata principale.

Scese dalla sua splendida auto grigia metallizzata e si avviò verso l’edificio.

Le porte scorrevoli si aprirono al suo passaggio.

Ben presto trovò il tabellone degli arrivi e notò che il treno della sorella si era appena fermato sul binario 1.

Poco dopo riconobbe la chioma della sorella fra moltissime persone e cominciò a chiamarla per attirare la sua attenzione.

Si abbracciarono e uscirono insieme da quel luogo fin troppo affollato.

Jenny tornò a casa insieme ai suoi genitori lasciando le due da sole.

-Sorellina mi fai guidare?-

-Va bene Honey ma vai piano. –

Hilary salì dal lato del passeggero pregando che tutto andasse bene.



***


A New York quattro ragazzi si stavano godendo una giornata di libertà assoluta.

Gustav si era alzato come sempre prestissimo anche se avrebbe potuto dormire tranquillamente ma voleva visitare la città.

Si vestì con un paio di jeans semplici accompagnati da una maglietta e un cappellino.

Sperava di passare come una persona normale e forse ci sarebbe riuscito.

Gli altri tre stavano ancora dormendo e molto probabilmente lo avrebbero fatto fino a serata inoltrata.

Tanto per loro sarebbe stato impossibile andare in giro tranquillamente senza essere riconosciuti.


Il rasta stranamente si era svegliato presto per i suoi standard.

E per la prima volta era da solo.

Nessuna ragazza al suo fianco ma stava bene così.

Il concerto della serata precedente lo aveva sfinito e poi le ragazze che aveva puntato purtroppo avevano capito fin troppo bene le sue intenzioni o almeno era stato così per la moretta.

Non si aspettava di trovare qualcuno che parlasse il tedesco così bene in America.

Poi non sopportava chi gli rovinava i piani.

Chissà quanto aveva ascoltato dei loro discorsi.

Lui e Bill facevano sempre i commenti sulle ragazze che incontravano e sapevano che loro molto probabilmente non capivano nulla ma la sera prima non era andata come voleva.

Eh si perché doveva ammetterlo almeno a se stesso la moretta non era niente male, le forme giuste al punto giusto e nemmeno la sua amica era da buttare forse poteva passare una serata con entrambe anche se molto probabilmente non ci sarebbero state.

Forse era meglio evitare i meet and great con le fans.

Uscì sul balcone per fumare una sigaretta.

E godersi la vista dall’alto.

Si sentiva quasi un dio da li sopra.

I passanti erano quasi dei puntini e il cielo così vicino che poteva toccarlo con un dito.

L’aria quel giorno era piacevole e il sole risplendeva tanto che moltissima gente affollava le strade e i parchi di New York.

Quella splendida città che purtroppo non poteva visitare.

Se avesse messo anche un solo dread fuori dall’hotel le fans lo avrebbero riconosciuto e sarebbe stato spacciato.

Nemmeno con i bodyguard alle calcagne poteva uscire tranquillo.

Era la vita che voleva fin da quando era bambino ma ora si sentiva così diverso.

Non poteva fare nulla che le persone normali consideravano rutine.


***

In Canada continuavano le lezioni di guida della mora.

Non se la cavava affatto bene e ogni volta si sentiva peggio.

I suoi genitori così come la sorella la rassicuravano.

Dicevano che era normale non essere bravi a guidare; bisogna acquistare fiducia ed esperienza con il passare del tempo.

Dopo aver passato tra quarti d’ora al volante finalmente riuscì a raggiungere la casa dove erano già tornati i genitori.

Entrarono nel salotto illuminato dalle numerose lampade che la madre amava collezionare e salutarono il padre intento nella lettura del quotidiano.

-Ciao tesoro… tutto bene al concerto?-

-Si grazie. È stato tutto bellissimo adesso carico le foto sul pc e poi te le mostro. –

-Oh si sono molto curioso. Sei riuscita ad arrivare in prima fila?-

-Si… tutto grazie ad un amico. –

-Bene allora dopo voglio vedere il tuo stupendo servizio fotografico. –


Honey salì nella sua cameretta che condivideva con la sorella.

Fissò gli occhi sulle pareti completamente ricoperte di poster.

I suoi gruppi preferiti e i migliori ballerini al mondo.

La sua vita insomma.

Prese il pc portatile mentre si sedeva sul morbido letto.

Intanto che il computer si caricava fissava il panorama fuori dalla finestra.

L’estate era alle porte e nella sua vita ci sarebbero stati molti cambiamenti nell’arco di breve tempo.

Sua sorella sarebbe partita per una nuova avventura, la invidiava molto avrebbe raggiunto il suo sogno ma le sarebbe mancata come punto d’appoggio.

Il classico suono dell’apertura di Windows la distolse dai suoi pensieri.

Ultimamente rifletteva un po’ troppo.

Collegò la fotocamera al pc attraverso il cavo usb e aspettò il caricamento di tutto le foto.

Erano stupende.

Era riuscita a fare dei primi piani pazzeschi a tutti i ragazzi.

Ma la foto migliore era quella del loro incontro.

Lei al centro fra il bassista e il cantante.

Poi le ritornò in mente la figuraccia che avevano fatto i gemelli con lei e non poté fare ameno di ridere.

Beh in fin dei conti si era divertita.

Le mancavano i concerti.

E adesso chissà per quanto tempo non li avrebbe rivisti.

Magari avrebbe potuto raggiungere la sorella in Germania per sentirli suonare nella loro patria.

Ormai era ora di cena.

Scese nella cucina con il portatile.

Dopo un ottima cenetta a base di pollo ai ferri si dedicarono tutti alla visione di quello splendido servizio fotografico.

-Sorellina se mi servirà una fotografa ti chiamerò. –

-Grazie mille sei gentilissima. Adesso vado a dormire che domani mi aspetta l’ultima settimana di scuola. –

-Giusto notte. –

Le due si alzarono dalla tavola e salirono nella loro stanza.

Morfeo le accolse prontamente fra le sue braccia.


***


A New York invece i quattro ragazzi si stavano divertendo tutti insieme nella stanza di Bill che come al solito era la più grande.

Avevano un quintale di schifezze varie fra patatine, pop corn, caramelle e dolci vari e in più avevano noleggiato molti film horror per passare un po’ di tempo insieme.

Anche il giorno dopo sarebbero stati liberi.

Mancava veramente poco al termine del tour in America.

Sicuramente sarebbero tornati in estate.

Ora li attendevano in Europa per qualche apparizione e la conclusione del tour.

L’America era sempre stata il loro sogno.

E potevano essere felici di averlo realizzato.

Praticamente ogni concerto era sold out e le fans li acclamavano quanto in Germania.


Bill era sereno così come gli altri tre.

Si sentiva realizzato.

Nulla durante quel mese negli Stati Uniti era andato storto.

Non potevano che esserne felici.

Ma la paura regnava sempre nell’animo di Bill.

Temeva che tutto potesse finire.

Che nonostante gli sforzi della band e il loro amore verso i fans, loro li abbandonassero.

In fin dei conti loro erano una band tutta al maschile che in patria spopolava dal 2005 e ora che avevano realizzato il loro sogno egoisticamente non volevano abbandonarlo.

Però erano coscienti che fino a che avrebbero procurato soldi alla casa discografica nulla sarebbe cambiato.


Il terzo film della serata era appena terminato.

Georg e Gustav lasciarono la camera del front man per andare a dormire.

Tom invece era rimasto seduto sul letto del gemello.

Sentiva che qualcosa in Bill non andava.

Ma a loro non servivano parole per comprendersi.

Erano quasi telepatici, a loro bastava uno sguardo per sapere cosa provava l’altro.

Loro non erano mai tranquilli.

O per meglio dire se Bill era sereno c’era qualcosa che preoccupava Tom e viceversa.

Così spesso si sostenevano l’uno con l’altro.

L’avevano imparato appena diventati famosi.

Se ne erano andati da casa all’età di 14 anni e senza la loro mamma al fianco erano cresciuti da soli.

Tom abbracciò il fratello e gli scompigliò i capelli prima di andare a dormire.

Una volta chiusa la porta della camera del gemello cambiò direzione.

Andò al bar dell’hotel; voleva bere qualcosa di forte.

Anche per quella sera aveva rinunciato al suo divertimento ma non era detta l’ultima parola avrebbe sempre potuto incontrare qualche bella ragazza al bar.

Si sedette di fronte al bancone e chiese un bicchiere di Vodka.

Nonostante avesse solo 18 anni e non potesse bere il barista non fece nessun problema in fin dei conti era una rock star e non bisognava negare nulla ai clienti del suo calibro lo aveva imparato nei molti anni del suo lavoro.

Il rasta si guardò intorno ma nella sala dell’albergo c’erano solo uomini d’affari così affranto rientrò nella sua camera per una sana dormita.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Paolina91