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Autore: dreamyD    18/05/2012    4 recensioni
Ennesima storia sui Malandrini come ne ho lette tante ma, dato che non posso conoscerle tutte, mi scuso se dovessero esserci delle somiglianze con altre storie. giuro che questa è tutta farina del mio sacco ma che ne so se magari qualcuno non ha un sacco simile al mio? Vorrei riuscire a raccontare la storia dei miei Malandrini dal primo al settimo anno e magari anche dopo chissà... Recensite grazie *dD*
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Di Arti Oscure e complimenti

 

 



«Allora James dormito bene?»

«Non un granché Sirius, e tu?»

«Oh, il banco era un po' duro e Remus mi scricchiolava la piuma nell'orecchio, ma non troppo male dai. Non mi lamento troppo.» I due scoppiarono a ridere mentre si avviavano dall'aula di Storia della Magia a quella di Difesa contro le arti Oscure. Remus scuoteva la testa, rassegnato al fatto che quei due non avessero ascoltato una sola parola di tutta la lezione e ne fossero anche fieri.

«Siete davvero infantili!» li rimproverò una voce alle loro spalle. Sirius sospirò, James si voltò con un sorriso.

«Ehilà Evans, come va?» chiese disinvolto quest'ultimo, fregandosene dell'occhiataccia di lei.

«Vi sembra una bella cosa, di cui essere fieri, addormentarvi in classe?» chiese lei senza rispondere al saluto e alla domanda.

«Uffa Evans sei davvero noiosa! Avevamo sonno e la materia di sicuro non aiutava a stare svegli! Soprattutto con Rüf e la sua voce monotona!» si lamentò Sirius, stufo dei continui rimproveri.

«Oh guarda chi c'è!» esclamò Peter in quel momento. Davanti a loro c'erano i Serpeverde tra cui Jared McCroy e Piton che li guardavano.

«Ma che bella notizia! Passare un'altra ora con loro oltre a Pozioni e chissà quante altre!» sospirò sarcastico Sirius. «Oh guarda che bello! La mia cara cuginetta passa di qua!» aggiunse dopo. Infatti la bionda Narcissa, circondata dalle sue compagne Serpeverde, stava camminando decisa ma elegante per il corridoio, diretta alla classe di Trasfigurazione un piano più in su.

«Ciao Narcissa.» la salutò Jared quando lei gli passò vicino. Lei lo guardò ma evidentemente non lo riconobbe e quindi gli fece solo un cenno e un mezzo sorriso. Sirius ghignò.

«Ciao Cissy!» la salutò anche lui. Fino a pochi attimi prima era deciso a far finta di niente ma appena McCroy la aveva salutata aveva cambiato idea. Lei si fermò appena sentì la sua voce e si girò verso di lui.

«Buongiorno Sirius. Io e te dobbiamo parlare. Karin puoi andare dalla McGranitt e dirle che arrivo subito?» chiese ad una delle sue amiche, senza aspettare il consenso di Sirius, che sospirò.

«Remus, puoi dire al prof che sono...in bagno? O in infermeria..o..bho insomma inventati qualcosa!» disse prima di seguire la cugina verso uno stanzino vuoto.

«Dimmi Cissy, non ho molto tempo.»

«Prima promettimi che questo discorso non uscirà da qui.» gli ordinò lei.

«Ok Cissy, anche se non ne capisco il motivo ti prometto che non dirò niente a nessuno.» promise il ragazzo. Narcissa sospirò, sollevata, e abbandonò l'aria fredda e altera che aveva mantenuto per tutto il tempo.

«Sirius, non credere che io sia felice che tu sia andato a Grifondoro o che non sia deluso e arrabbiata, ma sono anche preoccupata.» Sirius sollevò un sopracciglio sorpreso. Narcissa era preoccupata? Sapeva che la più piccola delle sorelle Black era sempre stata più sensibile e dolce delle altre due, anche se lui aveva sempre preferito Andromeda perchè era meno fredda, ma davvero non se lo aspettava.

«Non fare quella faccia sorpresa Sir. Io so com'è fatta tua madre e sono preoccupata per te. Hai visto che hanno fatto quando Andromeda si è messa con quello sporco Mezzosangue? Ho paura che facciano anche a te la stessa cosa. Io non credo che tu meriti di essere cancellato dall'Arazzo, Sirius. È vero sei un Grifondoro, ma sei sempre stato un po' diverso da noi. Non credo che ti dovrebbero cancellare così. Però in realtà la cosa che più mi preoccupa è che, dato che sei piccolo, non ti possono cacciare di casa e non so cosa ti faranno. Quindi volevo solo dirti che per non attirare ancora di più le ire di zia Walburga dovresti come minimo comportarti come un Black. Ho visto con che gente giri, e capisco che sono i tuoi compagni, ma dovresti tenere sempre conto che tu sei un Black. Sei superiore a loro, sei differente, non puoi mescolarti a quelli come loro, neanche se sono Purosangue. Lo so che tu penserai che sono la solita “razzista” come ti ho sentito dire una volta a Reg a proposito delle nostre, giuste tra l'altro, idee, ma lo dico per il tuo bene. Ho perso una sorella in questo modo, non voglio che subisca questa cosa anche Reg. Sirius, è solo un bambino, non abbandonarlo. Ora devo andare e ricordati, noi non abbiamo mai avuto questa conversazione ok? E non permetterti più di chiamarmi Cissy e salutarmi quando ci sono anche altre persone! Ciao Sirius, fai il bravo per quello che ti riesce. » poi, con una carezza sulla testa così leggera che Sirius non seppe neanche dire se fosse davvero esistita, Narcissa uscì dalla stanza, lasciandosi dietro quel profumo freddo e pulito di menta e ghiaccio che la contraddistinguevano.

Sirius rimase fermo per qualche attimo ancora, confuso da quelle parole. Narcissa si stava davvero preoccupando per quello che Walburga avrebbe potuto fargli oppure cercava solo di salvaguardare l'onore del casato e la felicità di Regulus? Il ragazzo scosse la testa, perplesso, e si diresse a passo incerto verso la sua classe.

«Oh eccola signor Black! Tutto bene? Il suo amico mi ha detto che si era sentito poco bene.» lo salutò il professore appena entrò. Era un uomo non molto vecchio, pelato, con un paio di occhiali rettangolari con la montatura rossa e argentata, gli occhi piccoli e marrone scuro, un po' di pancia, non molto alto. Non sembrava severo, anzi gli sorrideva nonostante fosse arrivato in ritardo.

«Sì signore. È bastato andare un attimo in bagno a sciacquarmi il viso.»

«Molto bene, ora si sieda per favore, così potremo iniziare la lezione.»

Sirius si sedette subito in penultima fila, nel posto che James aveva tenuto libero accanto a sé.

«Perfetto, ora che ci siamo tutti per prima cosa vorrei presentarmi. Io sono il professor Diego Possion.» mentre il prof continuava con la sua presentazione e cominciava a presentare la sua materia James tirò una gomitata a Sirius per attirare la sua attenzione.

«Che vuoi James?» chiese sottovoce il ragazzo, senza staccare gli occhi dal professore che trovava buffissimo. Muoveva in continuazione le mani, camminava avanti e indietro, muoveva la testa tanto che gli occhiali, che teneva sulla testa, continuavano a cadergli sul naso.

«Cosa voleva tua cugina?» sussurrò a sua volta l'altro.

«Oh niente. Solo rimproverarmi ancora e dirmi di fare il bravo»

«Ah.» fu l'arguto commento di James. Poi entrambi si rimisero a guardare il professore.

«La Difesa contro le Arti Oscure non è una disciplina semplice come pensano molti. Non sono soltanto due incantesimi e una fattura a salvarvi la vita.» stava dicendo in quel momento. Parlava con un accento un po' strano, ma che non risultava fastidioso. Gettando una veloce occhiata attorno Sirius si accorse che tutti, o quasi, pendevano dalle labbra di quel buffo uomo. La Evans lo guardava, passandosi continuamente una ciocca dietro all'orecchio, una piuma in mano, Sunshine era immobile, la bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati, Remus teneva la testa inclinata su un lato e stringeva gli occhi attento, James continuava a raddrizzarsi gli occhiali, Peter si agitava sulla sedia. Ma Piton, Piton era assolutamente rapito. Sembrava bersi le parole, volerle tenerle nella mente, non dimenticarle. McCroy invece guardava annoiato fuori dalla finestra. Idiota. Sirius tornò con gli occhi sul professore che intanto continuava il suo discorso.

«Le Arti Oscure non sono solo un mago che vuole affatturarvi, non sono creature magiche decise a farvi perdere o morire, le Arti Oscure sono mutevoli, sono affascinanti, ti incantano e ti conducono sulla loro via, senza lasciarti scampo. Per combatterle ci vuole un cervello pronto, non solo una mano svelta e un incantesimo veloce. Per sconfiggerle bisogna prima capirle. Bisogna capire come pensa, come agisce chi ti sta di fronte e naturalmente non sempre c'è molto tempo per farlo. Bisogna agire, ma non impulsivamente. La cosa fondamentale però è non lasciarsi confondere dal loro dolce profumo, non lasciarsi ammaliare dal loro fascino. Le Arti Oscure ti si avvicinano di soppiatto, dolci e carezzevoli, ti parlano piano, di coinvolgono, ti affascinano, ti confondono, ma poi ti uccidono. Ora però lasciamo da parte questo discorso, lo affronterete di nuovo, più avanti, ma non dimenticatelo mai. Ora, se volete aprire il vostro libro alla pagina cinque inizieremo la lezione.»

Detto questo, dopo aver abbandonato il tono serio e misterioso, quasi ammirato, che aveva usato per parlare delle Arti Oscure, prese un tono più leggero e cominciò la lezione.

«Wow!» soffiò James alle orecchie di Sirius. «Secondo te è vero quello che ha detto?»

«Può essere. Quello che non ha detto è che se ti prendono ti corrodono dentro e non ti lasciano più.» sospirò Sirius. James lo guardò per un attimo stranito, sorpreso per il tono triste e serio, ma poi decise di non pensarci e cominciò a leggere ciò che aveva detto il professore. Ben presto però il suo sguardo cadde su una testa rossa, china sul suo libro. Rimase per un attimo incantato da quei capelli lunghi, ma una smorfia spuntò sul suo viso appena una testa nera si avvicinò troppo all'altra. Lily e Mocciosus parlarono sottovoce per un secondo e poi si allontanarono leggermente di nuovo. Anche da due file più indietro però James poteva vedere il leggero sorriso che aleggiava sulle labbra del Serpeverde ogni volta che il braccio della ragazza lo sfiorava e l'occhiata dolce e possessiva che ogni tanto le lanciava. Quello sguardo che sembrava dire “Tu sei qui per me, io sono qui per te. Tu sei mia e lo sarai sempre”. Stupido Mocciosus.

Anche se aveva avuto un inizio così coinvolgente, la lezione non risultò granché interessante. Il professore parlava con il suo accento strano, camminava in giro per l'aula, gesticolando e tormentando i suoi poveri occhiali, ma senza dire niente di particolare. Spiegò solamente l'introduzione, quella scritta a pagina cinque e sei del libro, e si perse dietro ad aneddoti e ricordi, per poi interrompersi a metà di un racconto per riprendere la spiegazione. Niente di nuovo, per di più, dato che quasi tutto James l'aveva già sentito in giro, letto nel libro, o sentito a casa. Che lezione sprecata! Il professore aveva detto che avevano tutto il tempo del mondo e quindi non voleva iniziare subito con il programma, preferendo introdurre, per tutta un'ora, la materia e spiegare ciò che avrebbero fatto. Che perdita di tempo!

«Sirius!» chiamò James sottovoce, dopo circa quaranta minuti.

«Che c'è Jamie, vuoi ancora sapere che ore sono?» lo prese in giro l'altro.

«No! Voglio sapere se stasera facciamo qualcosa di divertente.»

«Tipo?»

«Oh non lo so! Però io ho una gran voglia di iniziare ad esplorare questo castello! Scommetto che scopriremo cose bellissime!» a Sirius tornarono in mente le parole di Narcissa, che lo ammoniva di fare il bravo e per qualche secondo fu tentato di rifiutare, solo per farla contenta, ma poi decise che non gli importava cosa sarebbe successo, lui voleva vivere.

«Ci sto James! Dopo parliamo.» acconsentì alla fine, scambiando un sorriso con James che si era illuminato a quelle parole.

«Perfetto! E Sirius..»

«Mmh?»

«Non trovi che la Evans sia bellissima?» sospirò sognante James, di nuovo ipnotizzato dai capelli rossi della ragazzina che ascoltava attenta il professore, scambiando qualche occhiata con Piton.

Sirius sospirò, alzando gli occhi al cielo, ma sorrise.

«Sta bene con Mocciosus vero? Sono tutti e due molto simpatici!» ghignò, sicuro di farlo arrabbiare. E infatti...

«Non è vero! Lui un viscido, unticcio, infimo Serpeverde, lei è una Grifondoro bellissima, coraggiosa, simpatica, intelligente, seria, gentile...»

«Ho capito il concetto...» lo interruppe Sirius.

«Ok. E quindi non stanno bene insieme! E lui standole così vicino rischia di infettare i suoi splendidi capelli con il suo unto!» entrambi ridacchiarono.

«Se Potter e Black hanno finito di bisbigliare e ridere...» li richiamò all'ordine Possion.

«Scusi professore. Stavo soltanto dicendo che Lily Evans ha dei bellissimi capelli.» rispose James, irrispettoso come sempre, con un sorriso smagliante. Lily si coprì gli occhi con una mano arrossendo, Piton lo guardò malissimo, Possion e Sunshine sorrisero.

«Visto Lils, lo dice anche lui!» si lasciò sfuggire Sunshine, arrossendo ancora di più dell'amica quando si accorse che tutti l'avevano sentita, nell'improvviso silenzio assoluto. Possion però, invece di arrabbiarsi o rimproverarli rise.

«Bene bene. Se abbiamo finito di decidere come sono i capelli della povera signorina Evans possiamo continuare?» chiese sempre sorridendo. Ci fu un mormorio generale di assenso, me poco dopo la campanella suonò.

«Io ti uccido James Potter!» esclamò Lily appena usciti dalla classe.

«Dai Lily...»

«E anche te Sun, non credere che mi sia dimenticata di te! Siete riusciti a mettermi in imbarazzo davanti a tutti!» disse esasperata, guardandoli male, ma con convinzione solo per James.

«E non sarà l'ultima volta!» rise James. Sunshine, prima che Lily scoppiasse di nuovo, salutò Piton e la trascinò via, dirette ad Erbologia. Poco dopo però James trotterellava al loro fianco, sorridente.

«Evans, dai Evans, scusami! Mi è scappato, non volevo metterti in imbarazzo! Mi perdoni?»

«NO!»

«Uffi Evans, ma che ho fatto di male? Era solo una battuta...» provò ancora, passandosi una mano tra i capelli e spettinandoli ancora di più.

«Non m'interessa se era solo una battuta! Mi hai messo in imbarazzo davanti ad un professore! Chissà che penserà ora lui di me...»

«Che vuoi che pensi di te? Che hai dei bei capelli! Piuttosto penserà di me che sono un cretino ma a me non interessa e neanche a te giusto? E quindi qual è il problema? Mi perdoni?»

«Solo se fino a stasera mi stai lontano!»

«Ok Evans!» sorrise di nuovo James.

«Secondo me non ci riesci!» lo punzecchiò Sunshine.

«Scommettiamo? Io dico che ci riesco e poi sarò perdonato! Non dico che sarà facile, ma ci riuscirò!» affermò convinto lui, girandosi per raggiungere Sirius e gli altri, pochi passi più indietro.

«Potter...» lo fermò Lily.

«Sìììì?» chiese lui felice.

«Sarai perdonato per questo, non per tutto il resto. E continuerai ad essere il solito sbruffone antipatico!» lo freddò lei.

«Come sei noiosa Evans ogni tanto! Ma io so che un giorno cambierai idea!» e James saltellò via, un sorriso felice e malandrino sulle labbra.

Lily sospirò, Sunshine rise della su faccia, poi insieme entrarono nella serra numero uno, dove i Corvonero li stavano già aspettando.

Poco dopo entrarono anche gli altri Grifondoro e James, sorridendo alle ragazze, si mise insieme ai suoi amici il più lontano possibile da loro e dalla professoressa che stava entrando in quel momento. Era una donna bassa e magra, i capelli corti erano forse stati un tempo neri, ma ora erano grigi, gli occhi erano di un azzurro chiarissimo. Portava abiti semplici e sporchi di terriccio e il cappello che portava in testa era un po' stropicciato, ma nel complesso non era male.

«Buongiorno ragazzi. Noi ci siamo già conosciuti ieri giusto? Benissimo. Allora possiamo cominciare subito. Vedete questi vasi? Contengono....»

Mentre la professoressa spiegava le molte funzioni di quelle che, a detta di una Corvonero, erano piante di Fagopolle*, James, ascoltando con solo un orecchio, si perse di nuovo a guardare Lily. Aveva scommesso che sarebbe riuscito a starle lontano non che avrebbe smesso di guardarla o pensare a lei. Poco dopo, mentre cercava insieme a Remus (Sirius si era coraggiosamente offerto di lavorare allo stesso vaso di Peter, che già lo aveva ricoperto di terra cadendo sopra ad un sacco e facendolo scoppiare, gettando tutto il contenuto addosso al suo povero compagno che ora sputacchiava gracchiando imprecazioni e facendo ridere gli altri) James scoccò un altro sguardo a Lily. Lavorava con Sunshine e sembrava molto concentrata.

«Sai Remus, è davvero bellissima!» affermò, prima di mettersi di nuovo ad annaffiare e cambiare la terra della sua Fagopolla.

 

-Fine Capitolo-

 

*Non chiedetemi a che diavolo servano o da dove saltino fuori 'ste piante perchè le ho inventate adesso e non ne ho la minima idea. Diciamo solo che ho unito il nome Fagioli e Cipolle=Fagopolle. È una cosa idiota no?

 

 

 

Spazio dell'Autrice

Ok questo capitolo non mi piace per niente ma dovevo assolutamente mettere il professore di Difesa. Dovete sapere che spiccicato spiccicato (cambia solo il cognome) è il mio professore che mi fa morire dal ridere per le sue faccette e che è il mio preferito e quindi non sono riuscita a resistere e l'ho dovuto mettere :) anche il discorso con Narcissa non mi convince ma amen...ho deciso anche di cambiare la professoressa di Erbologia (non chiedetmi perchè!) edi metterne una diversa...il prossimo è mooolto inutile ma poi ritorneremo a cose più importanti come..Mocciosus (immagino già il commento di Just a Little Wizard!)
Oook spero di non avervi annoiati! Grazie mille come al solito a Just a Little Wizard e anche a Jeis che spero di non aver già deluso!
Alla prossima!

*dD* 

  
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