La
notte passò velocemente, il sole splendeva alto nel cielo ancora una volta e
con i suoi raggi raggiungeva una grande vallata ancora inviolata dai
conquistadores. Questa verdeggiante pianura era dominata da una possente
montagna, ai piedi della quale, nascosta dalla fitta foresta che avvolge
l’intero territorio circostante, fioriva una meravigliosa civiltà protette da
imponenti e robuste mura. Addossata alla parete della montagna era stato
costruito, scavando nella roccia, un tempio.
Nell’aria
regnava un silenzio tombale, ma venne improvvisamente interrotto dal
riecheggiare di una voce non particolarmente delicata.
“COOOSA?!
PERCHE? NON NE SONO STATA INFORMATA PRIMA?!”
Una
furia bionda si aggirava a grandi falcate per il tempio, la notizia appena
ricevuta non le deve essere piaciuta, anzi, non le è piaciuta affatto. I suoi
occhi ambrati, che normalmente splendono come due pietre preziose, lasciavano ora trasparire una leggera –si fa
per dire- punta di rabbia che li rendeva più simili a due tizzoni ardenti. La
sacerdotessa era davvero, ma davvero pronta ad esplodere come un vulcano fuori
controllo.
“Perdonatemi
Tsunade-sama, sapete come è fatta Sakura-chan. E’ capace di sparire per
settimane e poi ricomparire dicendo che aveva bisogno di stare da sola, oppure
di trovare delle piante mediche. Nessuno avrebbe immaginato che l’avessero
catturata.” Disse la ragazza con i capelli raccolti in due morbidi chignon e
gli occhi color nocciola
“Non
avrebbe informato voi, ma sicuramente avrebbe avvisato me! Sono la sua maestra
dopotutto! Eravate in tre quella maledetta sera, perché non avete fatto
qualcosa!”
“E’
stata colpa mia Tsunade-sama” rispose prontamente la bionda con gli cerulei.
La
sacerdotessa si fermò all’improvviso e si volto improvvisamente verso le due ragazze,
volgendo però la sua attenzione solo alla racazza chhe aveva appena parlato.
“Temo
di non aver sentito bene quello che hai appena detto. Ino Yamanaca ti conviene
spiegarti in modo esauriente senza azzardarti a tralasciare alcun dettaglio o
dirmi qualche bugia. Ti avverto non sono di buon umore in questo preciso
istante e sai questo che cosa comporta. Quindi inizia a parlare!!”
“Eravamo
appostate a controllare il grande recinto, quello che loro da quel poco che
sappiamo chiamano accampamento. Io mi sono lasciata accecare dall’ira, volevo
attaccare, nonostante avessi la consapevolezza che sarebbe stato un massacro
tre contro un intero esercito. Sakura ha cercato di calmarmi, ma le sue parole
mi hanno sconvolta e io sono scappata via, Ten Ten non ci ha messo molto a
seguirmi.”
“Aspetta
un attimo” interruppe Tsunade “cosa ti ha detto Sakura di così tanto
sconvolgente da farti scappare?”
Silenzio.
“Allora?
Vuoi rispondermi si o no?”
La
povera Ino aveva gli occhi che iniziavano a gonfiarsi di lacrime e le ginocchia
che iniziavano a venire meno. Cercava di pronunciare parole che non ne volevano
sapere di uscire, si sentiva soffocare e il fatto di sentirsi gli occhi adirati
della sacerdotessa addosso non era certo d’aiuto. Poi però, con la voce rotta dal pianto
sussurrò poche parole confuse, simili ad un brontolio.
“Ripeti
ad alta voce Ino!”
La
ragazza non resisteva più a quella tortura così sfogò in un urlo tutto ciò che
serbava dentro, tutto il dolore e la disperazione che ormai si stava portando
appresso ormai da troppo tempo:
“MI
HA DETTO CHE QUALUNQUE COSA IO TENTI DI FARE NON POTRO’ MAI RIPORTARE IN VITA
MIO FRATELLO! IO NON LO RIVEDRO’ MAI PIU’ ”
Le
parole rimbombarono per tutto il tempio, un’eco ripeteva quelle parole dette
con tanta amarezza nel cuore, affievolendosi sempre di più per poi disperdersi
nel nulla.
Nessuno
osava parlare, in parte per paura, in parte per rispetto del dolore che stava
portando nel petto la povera ragazza. Era successo tutto troppo in fretta, e
lei era rimasta coinvolta in una burrasca di sofferenza che la stava consumando
dentro. Per coloro che muoiono è facile, ma per coloro che rimangono è dura
continuare. La vita è più difficile della
morte.
“Molto
bene. Siete congedate tutte e due.
Tornate a casa a riposarvi. Per oggi avete concluso. Ora andatevene e
lasciatemi sola.”
“Come
desiderate, nobile sacerdotessa.” le due giovani si congedarono con un profondo
inchino e si avviarono verso l’uscita del tempio.
Nel
frattempo la giovane donna era rimasta da sola con i suoi pensieri, e quando fu
sicura che le due fanciulle fossero abbastanza lontane, volgendo il suo sguardo
in un punto indefinito nell’ombra, ruppe il silenzio.
“Vieni
fuori Jiraja. Lo so che sei li brutto porco vieni fuori.”
Una
risata profonda emerse da dietro una delle tante colonne presenti nel tempio.
“Hahahahaha!
Sai sempre quando ti spio! E’ una cosa inconcepibile, avanti spiegami come
fai.” La figura possente emerse dal buio rivelando una folta e lunga chioma
argentea, sul viso spigoloso dell’uomo era possibile vedere due linee sottili
rosso fuoco che solcavano verticalmente le guance dell’uomo. Sul suo viso era
stampato un sorriso che più che a un guerriero faceva pensare ad un buffone.
Lei odiava quel sorriso.
“Mi
pare logico che sento la tua presenza. L’odore di quella brodaglia che ti porti
dietro è insopportabile! Il tuo alito fetido si sente a chilometri di
distanza!” scherni acidamente la bionda. Non era il momento di scherzare.
“Accidenti
quanti bei complimenti mia signora mi sento lusingato di tutte queste sue
attenzioni.” Tsunade lo odiava a morte quando faceva così era una cosa
inconcepibile, era insopportabile!
“fai
poco il furbo con me sai che non ti conviene. Piuttosto hai sentito anche tu
com’è la situazione?”
“Si.”
“Allora
sai già cosa fare. Convoca il concilio. Dobbiamo intervenire. Abbiamo lasciato
che spadroneggiassero per troppo tempo. E’ ora di passare al contrattacco e
rispedirli da dove provengono. Sono stufa di questi sopprusi.”
“E
con Kiba come la mettiamo? Non sarà contento di sapere cosa è successo a … bhè
insomma ci siamo capiti, no?”
“Si
ho capito dove vuoi arrivare Jiraja, e comunque ora Kiba è l’ultimo dei nostri
problemi. La guerra è alle porte e noi dobbiamo essere pronti a tutto. Chiama
il concilio a raccolta. E’ un ordine. E mi raccomando di dire anche a Shizune
di trovarsi nei miei alloggi prima del mio arrivo altrimenti saranno guai per
lei e per quello spaventapasseri che si ritrova come marito”
Con
queste parole la sacerdotessa si volatilizzò fuori dal tempio lasciando solo
Jiraja.
“Che
egoista, almeno una palpatina me la poteva lasciar fare. Ma stai tranquilla
Tsunade, alla fine dovrai saldare il conto. E’ una promessa.”
Disse
con fare pervertito per poi dirigersi ad allestire i preparativi.
Ormai
la guerra era alle porte.
My
little corner
Prima
di tutto ci tengo a scusarmi per l’indecente ritardo che ho accumulato. E’ che
ho avuto un blocco dello scrittore e non sapevo più come continuare la storia.
Diciamo che questo è un capitolo abbastanza insolito … l’inizio è abbastanza
drammatico con la storia della cattura di Sakura, del fratello di Ino e via
discorrendo … per poi terminare con un finale completamente l’opposto … più che
altro l’ho fatto per alleggerire la tensione iniziale e per introdurre un nuovo
personaggio per il quale io nutro una sincera ammirazione: il caro vecchio
Jiraja!
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito il
capitolo precedente, quelli che hanno messo la storia tra le preferite, tra le
seguite, le ricordate, e quelli che semplicemente leggono. Grazie davvero di
cuore a tutti voi.
Alla
prossima!
Bani
chan