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Autore: Giuacchina    19/05/2012    1 recensioni
"But Angie, Angie, you can't say we never tried."
Il nostro strano legame nacque talmente in malo modo che sentirsi dire quelle parole mi faceva pensare che dopotutto ero io quella strana e non quel tizio che mi faceva stare sempre bene.
Si, ero decisamente io quella che non credeva che potesse succedere tutto quel gran casino.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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The dramatic story of cereals

I supermercati e la loro utilità nell’essere aperti alle undici di sera quando il proprio coinquilino ha un improvviso attacco di fame di caramelle gommose sono davvero fantastico. Sarò riconoscente per sempre a coloro che hanno inventato questa nuova moda dei negozi aperti fino a tardi.
“Che hai intenzione di comprare?” urlai vedendo che prese un carrello. Doveva solo prendere un po’ di caramelle! “Chi lo sa se non vediamo qualcosa che potrebbe tornarci utile!”
Entrambi sembravamo tutto fuorché due persone normali. insomma, già girare per i negozi a quell’ora non era davvero da persone normali, figuratevi se in più queste due persone hanno indosso i pantaloni del pigiama e una felpa col cappuccio alzato per il fresco che il vento ci regalava. Che regalo di cacca.
Siccome quel negozio era nuovo anche a me facemmo un giro per capire dove si trovasse questo e quello, con lo straordinario risultato di un carrello pieno di idiozie – a cosa serviva lo scopino per il wc se ne avevamo a buttare in casa?! – e un Harry ritornato bambino che correva. Ok, forse per il fatto che lì ancora non mi conoscesse nessuno o perché era tardi e il mio cervello cominciava a cedere, mi diedi alla pazza gioia anche io. Buttai nel carrello una quantità infinita di patatine e coca-cola e mi diressi alla cassa con quel figo del mio ragazzo. Intravidi un aggeggio strano e lo andai a vedere curiosa, mandando Harry alla cassa.
Oh, quell’aggeggio era davvero carino! Aveva un sacco di scatolini e un buco sotto, bastava aprire il buco e ne sarebbero usciti fuori tanti tipi di cereali. Non esitai un attimo e presi una bustina e la riempii di ogni tipo di schifezza fosse presente lì davanti a me.
Ma la mia ingenuità finì col combinare un disastro: non avevo calcolato che una volta utilizzato l’aggeggio, gli scatolini andassero chiusi.
Mi controllai circospetta intorno e mi allontanai come niente fosse. Oddio, magari le telecamere avevano visto l’ammasso di cereali caduti sul pavimento, ma io avevo ancora il cappuccio in testa, non avrebbero potuto vedermi.
Corsi alla cassa con una nonchalance mai vista, mentre il panico dentro mi faceva venire dei sensi di colpa incredibili! Il caro Harry aveva a che fare con un carrello pieno di roba che non finiva mai, al che mi chiesi da dove spuntassero tutti quei soldi che aveva in tasca. Io li avevo racimolati col lavoro, ma lui non è che avesse guadagnato così tanto col suo vecchio lavoro. Ma lasciai perdere e, sorridente, mi avvicinai a lui per aiutarlo. Il mio sorriso per nascondere la mia colpa si tramutò in una smorfia indefinibile quando riconobbi il cassiere.
“Jonah?!” gridai.
Lo sguardo assonnato di Harry diventò più sveglio che mai. Era pronto ad ogni cosa pur di non farmi parlare con lui, così mi prese per le spalle e mi spinse più avanti, in modo che il mio stato di trance svanisse del tutto. In realtà non sembrava nemmeno lui, così uscii con la poca calma rimastami e cominciai a fare avanti e indietro finchè non vidi uscire Harry. Era pieno di buste. Lo aiutai a portarle fino a casa, a due isolati di distanza.
Lasciammo tutto all’entrata. O almeno io feci così, correndo dritta verso il bagno per vedere la mia faccia sconvolta. “Sei uno spasso!” Harry poggiato alla porta con le braccia incrociate mi fece venire un colpo.
“Non è colpa mia se sui cereali non c’era scritto di richiudere lo scatolo.”
“Eh?”
Gli spiegai il mio grosso guaio. Rise tantissimo, ma poi mi abbracciò teneramente rassicurandomi. Il diabete stava salendo alle stelle, caramelle gommose comprate prima comprese.
“Comunque io mi riferivo al cassiere” sussurrò poco dopo.
“Ah si, mi pare di averlo visto già da qualche altra parte!”
“Era il tuo Jonah”
Mi bloccai. Come avevo potuto non riconoscerlo?
“E perché sarei uno spasso nel conoscerlo?”
“Non pensavo andassi matta per gli obesi” rise.
È vero! Era ingrassato tantissimo, ecco perché non lo riconobbi come avrei dovuto! Beh, gli occhi comunque erano splendidi come una volta.
“Fino a quando non sono partita per Londra era uno schianto. Non pensare di esser stato l’unico bel ragazzo della mia vita” ammiccai per farlo ingelosire.
“Oh, e quanti ragazzi splendidi come me hai conosciuto?” mi posò un bacio tra i capelli.
Possibile che ogni nostro momento romantico debba accadere sempre in bagno?
“Fino ad ora, Jonah escluso, ne ho cinque.”
“Addirittura, e chi sarebbero?”manteneva ancora la calma. “Tu, Niall, Liam, Louis e Zayn” gli sorrisi.
“Ma Louis sta con me, non può tradirmi con te!” si allontanò a mise in scena dei movimenti davvero poco disinvolti.
Sentii il rumore di Skype dal mio portatile.
Oh, parli del diavolo…
“Ragazzi!” Liam sorrideva sforzatamente.
“Liam, amico” sorrise Harry, sempre sincero. Mi fece sedere sulle sue gambe.
“Che succede lì?” si sentivano urla in sottofondo. Chissà che stavano combinando.
“Ehm” si bloccò quando Louis passò per prendere in braccio Niall e buttarlo a terra. “Qui c’è gente ubriaca e mi serviva compagnia” ammise.
“Liam tu sei la persona più dolce, gentile e tenera del mondo. Mi stai facendo sciogliere, guarda che visino dolce hai!” i miei occhi luccicavano davanti a cotanta dolcezza.
“No, questo non mi scende. Perché lui ti ispira dolcezza e io no?” chiese Harry stringendomi i fianchi.
“Non vuoi davvero sapere cosa mi ispiri tu, vero?” sussurrai maliziosa.
“Oh, si che voglio saperlo” mi baciò con passione.
“Gente, ci sarei anche io.” Ci ricordò il povero Liam.
“Oddio che figura! Scusami! Comunque perché tu non sei sbronzo come loro? Mi sembra strano, conoscendovi”
Lui rimase in silenzio per un po’, pensieroso, così continuai a parlargli.
“Cos’è, è per una ragazza?” sorrisi strabuzzando gli occhi allegra.
“No è che ho subito un intervento ai reni e non posso bere” ammise triste.
Come potevo essere stata così insensibile? Mi bloccai per un po’ senza batter ciglia e fissai i tasti del computer. Dio, quante figure stavo facendo in quella casa.
“Oh, le hai detto qualcosa di sensibile e lei non sa come trattare argomenti del genere. Liam, ti chiedo scusa per la sua impertinenza” gli disse solidale Harry.
“Voi non potete essere così perfetti” sussurrai a denti stretti. Entrambi m chiesero cosa avessi detto.
“Tu” indicai lo schermo e quindi Liam “sei la dolcezza fatta persona. E tu” ora indicai Harry “sei la persona con più sex appeal del mondo. È ovvio che io in confronto a voi faccia queste gaffe”
“Oh ricominciamo con questi discorsi inutili. Liam, forse è meglio che tu vada a dormire e io consoli la tipa davanti a me. Ha attacchi improvvisi di insicurezza. Ci si vede amico!” “Ciao Liam” sorrisi ancora imbarazzata.
“Ciao ragazzi, ci si vede!” sorrise lui.
Provai ad alzarmi dalle sue gambe ma lui mi bloccò, facendomi voltare verso di lui. Incrociai le gambe intorno ai suoi fianchi e poggiai la testa sulla sua spalla.
“Allora, cos’è che saresti tu?” intimò.
“Niente”
“Niente cosa?”
“Ti amo”
Soffocò una risata.
“E’ la seconda volta che me lo dici. Non è che forse rivedere Jonah ti ha fatto impazzire?”
“No, mi ha fatto capire che tu sei la perfezione!”
“Se fossi perfetto ora non starei qui con una ragazza triste tra le braccia, la starei rendendo felice. Io ci provo e basta, questo vuol dire che non sono perfetto. Se poi mi riesce, beh, l’hai detto tu stessa, no? È il mio sex appeal” imitò la mia voce nell’ultima parte.
“Ok, sei anche estremamente dolce.”
Sorrise e mi trascinò in camera. Ci meritavamo un po’ di sano riposo.
  
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