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Autore: KayeJ    19/05/2012    2 recensioni
Alzarsi tardi. Scuotere la testa sentendosi stonati, in un letto sfatto, in una camera disordinata.
Sorridi Questo è il tuo mondo Lavi.
[LavixKanda]
[TykixAllen]
N.B: Imposto il rating come arancione, ma è molto probabile che con l'aumentare dei capitoli passi a rosso!
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Miranda Lotto, Rabi/Lavi, Tyki Mikk, Un po' tutti, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda, Tyki/Allen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Miranda si svegliò con uno strano ronzìo nelle orecchie.

Si alzò, ancora mezza stordita, appoggiandosi a qualcosa di morbido sotto di sè. Si stroppicciò gli occhi per poi mettere bene a fuoco la stanza: vestiti sulla scrivania, e boxer colorati che escono dai cassetti, e poi il letto, con quel suo copriletto di un rosso aranciato. La stanza di Lavi.

<< Ma che diamine...? >> cominciò a mormorare fra sè e sè, aggrottando le sopracciglia, confusa.

<< Ben svegliata! >>.

Lavi la guardava piuttosto ironico, da un angolo del pavimento. Aveva un libro aperto in mano e appoggiate in bilico fra la propria spalla e l'orecchio le cuffie da Dj.

<< L-lavi! >>

<< No, il bianconiglio. >> rispose lievemente seccato questi.

<< E l'altro ragazzo dove...? >>

<< Yuu? >>

<< Beh, sì, insomma, l'altro ragazzo. >> aggiunse arrossendo, mentre ripensava a come era successo il tutto.

<< Se n'è andato. >> concluse Lavi in tono piatto, ritornando al suo libro.

<< Ah. >>

Okay, c'era qualcosa che decisamente non andava.

Lavi era piuttosto scocciato, cosa che non era molto da lui, e questo non era un bene. Oh, no. Decisamente non lo era.

<< M-mi dispiace... >> mormorò la ragazza tenendo gli occhi bassi e prendendo a tormentare un angolo del copriletto.

<< Anche a me. >> borbottò cupo il rosso.

Era stato -mio dio!- a tanto così da baciare Yuu! Tanto così!

Poteva ancora sentire il buon odore della sua pelle vicino al naso.

E, e... e poi era arrivata Miranda, che era svenuta, e Yuu si era arrabbiato, e l'aveva chiuso fuori dal bagno, e mentre lui aveva preso Miranda e l'aveva portata sul letto, accertandosi che non si fosse fatta male, il bell'orientale aveva preso e se n'era andato. Il tutto accompagnato da un sonoro sbattere della porta d'ingresso.

Lavi si era sentito morire in quel momento, avrebbe voluto corrergli dietro, e parlargli, spiegargli, ma Yuu era stato più veloce di qualsiasi proposito: semplicemente si era dileguato per le vie della città, senza lasciargli possibilità.

Avrebbe voluto mangiarsi le mani per l'occasione andata in fumo ora, mentre guardava l'amica giocherellare imbarazzata con il suo copriletto, ma non poteva.

E poi non era nemmeno colpa di Miranda, insomma. Non era di certo la prima volta che le capitava una cosa del genere.

Perciò fece un bel respiro profondo, e le sorrise, togliendosi le cuffie e poggiando il libro aperto con cura sul pavimento.

<< Non ce l'ho con te >> cominciò avvicinandosi ai bordi del letto, per guardarla con un misto fra tenerezza e rassegnazione, mentre vedeva lo sguardo di Miranda distendersi leggermente << Però devi ammettere che hai un pessimo tempismo. >> concluse allungandosi verso il suo viso e dandole un bacino sulla guancia.

Miranda sorrise: ecco il segnale. Pace fatta.

<< È vero, hai ragione. Ma non posso farci nulla purtroppo. >> gli accarezzò dolcemente una guancia l'amica, mentre si voltava sorridendogli.

<< Beh, allora tanto vale che faccia il buon padrone di casa allora e ti offra qualcosa, per suggellare la nostra rinnovata amicizia. >> propose solenne allungando una mano per farla alzare, mentre un sorriso scherzoso gli distendeva le labbra.

 

 


 

 

Si risedette a terra, nell'esatto punto dove era prima. Il libro era ancora lì aperto, le cuffie appoggiate per terra, e il cuscino contro il muro.

Miranda se n'era andata via da dieci minuti, raccomandandosi ancora per il lavoro di quella serata. Era stata gentile a portargli delle mele, anche se Lavi preferiva le ciliege. Però non era ancora stagione per quelle. E le mele, comunque -quelle verdissime, belle croccanti, appena appena acidule, che quando le mordevi ti riempivano la bocca di succo fresco- erano buonissime.

Riaccese l'ipod e fece ripartire la musica: la playlist si chiamava “Holden”.

Perchè era esattamente quello il suo stato d'animo, quello di Holden Caulfield, intrappolato fra New York e il guantone da baseball di Allie.

Lavi amava leggere, il fruscio delle pagine sotto le dita, il ritmico battere del piede assieme alla musica di sottofondo.

E non credete che fosse la stessa che metteva in discoteca! Ma certo che no, puro e crudo jazz, assieme a qualche canzone anni 60 dei Beatles. I Clash aveva deciso di inserirli solo in fondo alla playlist.

La lettura e la letteratura, l'avevano sempre accompagnato. Nel corso della sua vita, aveva letto montagne di libri, molti di più di quanti uno si aspetterebbe da un ragazzo così rumoroso e in un certo qual modo superficiale, da come appariva. Beh, Yuu sicuramente lo considerava così, da come lo trattava.

Avrebbe voluto avere la possibilità di spiegargli tutto, raccontargli di sè, di come aveva vissuto, fargli conoscere il suo vero io.

Ma in quel momento gli sembrava tutto così lontano, sfocato e impossibile.

Yuu Kanda era lontano mille miglia dal suo cuore.

 

 

Se me ne restavo lì era perchè cercavo di provare il senso di una specie di addio. Voglio dire che ho lasciato scuole e posti senza nemmeno sapere che li stavo lasciando. È una cosa che odio. Che l'addio sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no ti senti ancora peggio.”

 

 

L'aveva letto così tante volte quel passaggio, che ormai non riusciva più a capire se fossero parole sue, oppure se fosse Holden a parlare.

Anche lui aveva viaggiato, abbandonato posti, persone, vite intere dietro di sè.

E spesso, non si era nemmeno reso conto di quello che stava facendo: seguire il vecchio Panda senza troppe storie, questo era stato la sua unica occupazione per molti anni, assieme al farsi una cultura degna di questo nome, ovvio, come ripeteva sempre il vecchio.

Ed era stato proprio leggendo di Holden -ormai lo chiamava come fosse un suo amico di vecchia data, con quel sapore di familiarità e dolcezza nel pronunciarne il nome- che aveva deciso.

Deciso che così non si poteva proseguire, chè lui, a quasi vent'anni ormai, voleva conoscere il “mistero” della vita sedentaria. Aveva respirato quell'aria polverosa per la maggior parte della propria vita, limitandosi ad osservare gli altri bambini giocare nel parco di fronte, mentre il vecchio gli ficcava ancora più decisamente il naso nel libro. E non si era mai ribellato, perchè -voglio dire- che gusto c'era, a entrare a far parte di quell'umanità così stupida, così insipida rispetto ai libri, che gli aprivano mondi sconosciuti, oceani inesplorati di conoscenza.

Provare a uscire dall'antro delle biblioteche, degli archivi, buttarsi in quel mondo che il vecchio aveva studiato da spettatore per tutta la sua vita: ecco!, quello poteva essere un mondo nuovo da esplorare, era arrivato a domandarsi.

Insomma se c'è gente che vive la vita, perchè limitarsi a fare lo spettatore?

Che gusto c'è a fare lo spettatore, se si può vivere, la vita? Arrivato a diciotto anni non riusciva più a capirlo.

Se l'era chiesto così tante volte, che la frase che spesso Bookman Senior gli ripeteva, aveva perso di significato: << L'umanità commette errori, ma non impara. >>

Ma se uno non fa parte dell'umanità, come orgogliosamente si ostinava a dire il vecchio, come fa a commettere errori e a dimostrare di avere imparato da essi?

Aveva 18 anni e 7 mesi quel giorno. Erano le 15:53 di una fredda e piovosa giornata di Novembre, quando si era alzato, in quell'ennesima biblioteca.

Il vecchio l'aveva guardato con sufficienza, alzando con un cipiglio strano, gli occhi dal suo libro.

<< Dove stai andando? >>

<< A vivere. >>

 

Ed era questo che voleva, sì!

Vivere, e sperimentare, e provare! E sentire di essere vivo, sapere di fare parte di qualcosa, o anche di esserne il motore, addirittura!

E oggi con Yuu era andata male: pazienza! Domani sarebbe arrivato sicuramente, e nessuno gli avrebbe impedito di riprovarci all'infinito, fino a che non ne avesse avuto abbastanza.

Sorrise a se stesso.

Si sentiva rimesso a nuovo.

Holden era sempre il più caro e fedele e gentile degli amici dopotutto.

 

 

************
 

Allen sentiva il rossore diffondersi sulle proprie guance, mentre il fiato di Tyki gli lambiva, lascivo, il collo.

La corteccia ruvida dell'albero gli stava graffiando malamente la schiena mentre il peso del corpo del moro lo schiacciava contro di esso.

Non capiva più nulla, era bastato un nulla per mandarlo in tilt.

La spugnetta per il trucco e lo struccante giacevano abbandonati lì a terra, testimoni di una fuga affrettata del loro padrone.

Tyki aveva preso a mordicchiargli la mascella con lentezza, e Allen lo sentiva ridacchiare sommessamente contro la sua pelle...

Ma come diamine c'erano finiti in quella situazione?!

 

 

 

 













Notes:

 

 

Ed eccoci nuovamente qui!

Holden Caulfield. Lo consideriamo entrambi un ottimo ragazzo, un sano giovanotto da prendere a esempio.

E anche un grande bastardo che ha saputo smettere di nascondersi da se stesso e provare a prendere la vita a piene mani.

In our modest opinion, assomiglia in un certo qual modo a Lavi.

 

KayeJ. 

  
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