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Autore: Cilyan    19/05/2012    1 recensioni
Harry, la sua migliore amica . Devo dire altro? No, in verità non ho detto nulla, ma spero vi piaccia.
Piccolo spoiler?.
- baciami- aveva sentenziato, così senza riserve. Lui era tipo da dire sempre quello che gli passava per la testa eppure quella risposta mi sembrò alquanto inappropriata per il momento.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MY SPAce:
ciao gente! SI lo so che questa storia dovrebbe già essere completa, ma ho deciso di aggiungere un capitolo a parte, dove si vede come tutto è iniziato dal punto di vista del "nostro" HAzza. UN gioco? una cosa seria? Vedrete solo leggendo e spero di non deludere le vostre aspettative
P.S. Dedico questo capitolo a Lou che mi ha spinto a scrivere il seguito della storia dopo il primo capitolo ^.^

Flash Back

POV HARRY

La chiamai sicuro che stesse distesa o seduta sul letto con le gambe al petto a piangere. Janette mi aveva detto che non voleva uscire perché si sentiva depressa ed io non avrei mai e poi mai voluto vederla in questo stato, perché sapevo quale fosse il motivo della sua sofferenza cioè il sottoscritto.
Composi il numero di casa sua proprio mentre mi ci stavo dirigendo:
<< Pronto, chi è?>>
<< Harry!>> dissi io.  La sua voce tremava, sapevo che avesse pianto.
<< Ti va di uscire!? >> le dissi sicuro della risposta che non si fece attendere
<< No, scusa ma non mi sento bene>>  mi rispose , semplicemente secca.
<< Dai, non ci credo , uccellino mi ha detto che tu non vuoi uscire , ma non perché stai male fisicamente!>> sorridendo di sottecchi, anche se sapevo benissimo che lei non potesse vedermi.
<< no , dai Harry , sul serio, non mi va di uscire!>> mi disse lei, forse scocciata.
<< < come non vuoi uscire?>> le dissi, allora, come se prima non ci fossimo detti nulla di nulla.
<<  non lo so, non mi va, mi sento depressa oggi! >> mi disse, infine sincera ed io cominciai a pensare di cosa potesse fare in quel momento dando luce ai miei pensieri con la parola:
<< hmmmm …. Immagino anche la tua espressione ora mentre giocherelli con la cornetta del telefono , portando al petto gli enormi pantaloni della tuta da nonna che sicuramente indossi per poi stringere la coda che ti sei fatta per stare più comoda cercando di non far cadere il telefono mentre compi questa operazione>> e dicendo ciò sentii un sospiro provenire dall’altra parte della cornetta ; era agitata, mortalmente agitata ed io volevo calmarla assolutamente, ma con le sue paure mi precedette nel parlare:
<< n - n-no non è assolutamente così!>> mi disse, infatti.
Ed io replicai, dolcemente, almeno provai ad essere dolce:
<< va bene ci penso io!>> staccando la chiamata e fiondandomi in casa sua. Bussai e non ci fu neanche bisogno di idre chi fossi: Sonia, la madre mi aprì con un sorriso a trentadue denti e mi fece spazio per entrare: Era una donna dolcissima ed io avevo desiderato varie volte esserne il genero e forse un giorno lo sarei stato, ma in quel momento sentivo solamente un tripudio di sentimenti. Non sapevo chi amassi davvero, ma ero certo che quel sentimento chiamato amore mi si fosse impossessato come il demonio ormai da almeno tre mesi.
Salii di corsa le scale e la trovai come avevo immaginato, più o meno: lei che mi guardava con quei suoi occhi splendidi , dalle iride color nocciola intenso, mi sembrava, allora un piccolo scoiattolo infreddolito, ma non gli e lo dissi. Teneva lo sguardo basso, quasi a volermi evitare di proposito e mentre mi avvicinavo sempre di più a lei e al suo piccolo rifugio , quasi gridai:
<< vedi? Avevo perfettamente ragione! Solo che non mi aspettavo di trovarti qui ancora con le  gambe al petto!>>  e la presi per il braccio portandomela appresso giù per le scale.
Camminammo per circa due ore, lo sapevo che lei era stanca ed in freddo lita, ma io continuavo imperterrito verso la mia meta: Il South Park di Londra.
<< Hey , non correre così tanto e poi hai visto come mi hai fatto uscire?! Mia madre si preoccuperà se faccio tardi!>> mi disse, ad un tratto tutta ansimante, ma dopo pochi istanti arrivammo e la strattonai ancora più forte se possibile cercando, comunque di non farle del male.
Sapevo che avesse freddo, gli e lo leggevo perfettamente in viso , ma avevo pensato anche a quello. Estrassi, infatti, quel cardigan bianco che tanto bramava dalla mia amata tracolla ( un suo regalo per il mio tredicesimo compleanno,quindi molto vecchia, ), e gli e lo porsi vedendole un sorriso smarrito nascere in bocca.
<< ma-ma e questo?>> disse sconcertata alquanto. Ed io:
<< E’ tuo!>> come se non fosse ovvio! Mica potevo indossarlo io. Era tutto pieno di ricami e ricametti, proprio da donna no?
Lo infilò senza pensarci due volte e disse:
<< ecco adesso sembro davvero mia nonna! Comunque grazie del regalo, chissà quanto ti sarà costato!>>  Mi dice sorridendo debolmente, ed io che amo talmente vederla sorridere mi sentii rincuorato dal fatto che le avessi tirato su il morale, ma per evitare di farle scoprire i miei pensieri, allora forse troppo palesi dato che continuavo a fissarle le labbra, dissi:
<< Per la mia migliore amica questo e ben altro; appena Janette mi ha detto che non volevi mettere piede fuori di casa l’ho comprato istintivamente , essendomi ricordato con che occhi avidi tu lo guardassi!>> e lei cercò di farfugliare qualcosa del tipo:
<< si-si ma cos…>> , frase che io interruppi per schiaffarle in faccia la realtà affermando fiero di me :
<< si lo so costava troppo per te. Ed io che ci sto a fare?>> Harry. Edward Style rimane pur sempre Harry Edward Style no? o più precisamente Harold Edward Style! Pensai tutto soddisfatto di me e di come stavano andando le cose.
<< ma- ma , e dove li hai presi i soldi?>> sibilò lei, poi, distogliendomi dai miei pensieri di gloria, , non doveva sapere con che mezzi me li fossi procurati, non doveva sapere di tutti i miei lavoretti domestici e non , escludendo il lavoro in panetteria, con cui mi ero sudato freddo i soldi, e allora strafottente dissi:
<< non sono affari tuoi!>> e le sorrisi come per tranquillizzarla del fatto che io c’ero e che ci sarei sempre stato per lei, anche se magari non sempre lo dimostravo. Le donai, così il più bel sorriso che potessi, mostrandole anche la mia mossa segreta, quella che faceva andare in visibilio le ragazze che mi correvano appresso: due fossette si fecero largo sul mio viso e lei si ci perse come se fossero sabbia e lei stessa le stesse scavando con lo sguardo.
Alla fine, dopo un momento di silenzio, in cui mi sembrava quasi assente mi disse felice un : << Grazie!>> mentre io la conducevo nel nostro posto , dicendole poi di sedersi sull’erba accanto a me. Mentre la guardavo mi perdevo nei suoi occhi color nocciola e pensavo a quanto fosse bella mentre le accarezzavo il palmo di quella mano minuta che tenevo all’interno della mia;vedendola però in difficoltà ed imbarazzo , forse per via del suo vestiario le dissi sincero:
<< non sembri una vecchia comunque, guarda che scherzavo! Per me sei bellissima ! Sempre e in ogni occasione!>> e la vidi farsi rossa come un peperone: se fino a quel punto ero stato indeciso nei miei sentimenti verso lei e la sorella, capii che era solo lei la persona che amavo e decisi di attuare il mio piano geniale, malefico e dolcissimo per farla cadere ai miei piedi. Sapevo che lei non sapeva dirmi di no , ed ero a conoscenza dei suoi sentimenti per me ormai da tempo, anche se li avevo  ignorati a lungo, cercando di non farla soffrire ; ma era straziante vederla sempre più chiusa in se stessa, stressata, depressa, per il binomio interiore che aveva in se, perché sapevo che combattesse con se stessa per reprimere i suoi sentimenti per il suo migliore amico, sentimenti che forse lei non aveva neanche realizzato per molto tempo, e che io, scemo, non avevo accolto nel mio cuore, troppo occupato a seguire quelle “Bambi” che giravano per scuola e alle feste.
<< Baciami!>> sentenziai alla fine di questo monologo interiore con me stesso: Il piano” Style in Love “era iniziato.
La vidi cambiare colore drasticamente e pensai si sentisse male, ma solo dopo capii il vero perché di tutto quello: il suo cronico imbarazzo che si faceva strada, che , tuttavia, non le impedì di rassicurami sul suo stato di salute per poi sbiascicare delle parole confuse:
<< << P –p – perché ?>> a cui io risposi, non proprio sinceramente come da programma:
<< Perché devo capire se quello che provo per Elena sia un sentimento sincero , di puro amore, o se sia solo una profonda amicizia!>>. Mi vergognai altamente delle mie stesse parole, odiavo mentirle, ma un bacio mi avrebbe rassicurato sui miei sentimenti per lei, e , qualora non avessi sentito nulla, non ci sarebbe stato imbarazzo e sarebbe tornato tutto come prima.
<< Ma- ma e tu vorresti capirlo così? Perché non baci lei allora e perché non le dici che ti piace?>> cerca di avanzare come proposta lei, ma io ero sicurissimo della mia scelta e le dissi :
<< Ma tu non capisci! Se baciassi te, che sei la mia migliore amica , per la quale provo solo affetto fraterno, sentendo ciò che provo per te mentre ti bacio, posso capire, se riprovo la stessa cosa, se è amore o meno.>> Non sapevo neanche dove l’avessi presa una scusa del genere, ma fatto sta che sembrò cominciare a crederci anche lei. Mi sorprendevo nel vederla timida, visto che era Elena quella dal carattere chiuso, mentre lei, era molto estroversa, tranne in momenti come questo. Arrossi dei miei pensieri e lei sembrò tranquillizzarsi leggermente e mi disse, quasi sarcastica per il momento:
<< O scusa!>> , ma sapevo che dietro quel sarcasmo c’era una ragazza dilaniata dai dubbi. Era rimasta due minuti in silenzio guardando il vuoto finchè non l’avevo scossa per portarla alla realtà e le dissi:
<< sei distratta Sun! Mi dici che ti succede!? E poi , allora mi aiuti!?>> e mi avvicinai sempre di più al suo viso finchè i nostri nasi non divennero una cosa unica e cominciammo a fare “naso naso” come da piccini. Amavo tanto il suo contatto, che però venne interrotto dalla sua dolcissima, quanto acuta, voce:
<< n- niente, stai tranquillo, io ti aiuterei pure, ma non so baciare, sai che non l’ho mai fatto in vita mia!>> disse timidamente per poi aggiungere:<< e poi non puoi chiedere ad una delle tue “amichette”?>>. Ed io sapevo benissimo quanta amarezza ci fosse in quelle ultime parole, ma cercai di ricacciare i sensi di colpa nel mio cuore e dopo aver trovato le parole adatte, gli diedi voce, mentre le accarezzavo dolcemente una guancia per prendere coraggio, delle parole che stavo per dire:
<< ma loro non sono te, ed io solo dell’angelo che ho davanti agli occhi mi fido!>>  e lei, facendo la finta offesa mi rispose:
<< hey non fare quella voce provocatoria e ammaliante con me! Non sono una di quelle “squaltrine”  a cui tieni tanto! >> per poi aggiungere, raddolcita, forse dal mio sguardo da cucciolo, un:<< va bene, ma solo perché mi hai fatto passare la depressione con la tua immensa stupidaggine: Dopo tutto hai avuto tante altre ragazze, è mai possibile che tu non capisca cosa provi? Niente farfalle, brividi o niente?>>
E dopo questo niente, nulla, stava immobile a fissare le mie iridi, cos’ cercai di parlare, cos’ magari mi avrebbe prestato attenzione:
<< << Vedi Sun … Hey Sun mi stai ascoltando?!>>, ma niente, così mi giocai il mio asso nella manica. Con una voce alquanto autoritaria squillai , mentre le facevo gli occhi da cucciolo, quelli che le donavo quando volevo dormire con lei e lei non voleva:
<< << EHy, Sunshine Craftmischer Smith! Ascoltami quando ti parlo! >>, ma ancora nulla , ero preoccupato , così le chiesi se stesse bene e le accarezzai, nuovamente la guancia, per tranquillizzarla.
Quando si riprese , si scusò ed io andai finalmente al sodo:
<< Si- si scusami tanto!>> gli dissi << va bene, allora vogliamo cominciare l’esperimento? Ti prego Sun! Dai stavolta non ce la faccio proprio a capire i miei sentimenti ed è una cosa che trovo stranissima!>>.
Ero sicuro che con quelle parole avrebbe finalmente adescato la mia trappola, ma lei mi prese in giro, addirittura paragonandomi ad una di quelle caramelle, le Haribo ,che tanto amavo. Io, tuttavia, non avevo voglia di scherzare e fui diretto chiedendole di cominciare subito.
Lei, incerta, mi disse di si, ma di essere delicato, perché si stava sacrificando per me! Ahahaha Ma chi è che non sacrificherebbe il suo primo bacio per Harry Style? Andiamo su!
Mentre sbuffava gonfiando le guance rosse per l’imbarazzo cercai di rassicurala e , dopo averla tranquillizzata, la attirai a me cingendole la schiena con le mie mani e le suggerii, in un sussurro quasi impercettibile, di chiudere gli occhi. Dopo un breve, ma intenso bacio a stampo, cercai di pretendere di più , ma la sentii tremare, così, prima di procedere le chiesi il permesso e non appena lo ottenni, le cominciai a mordere, teneramente , il labbro inferiore ed intensificai il momento introducendomi in quell’antro che dava voce a tutto quello che amavo di lei e che avevo sempre amato.
Dopo qualche minuto di esplorazione di quella bellissima grotta ci staccammo e lei mi chiese perplessa, cosa avrei fatto di sua sorella. Niente ovviamente! La tirai a me ricercando nuovamente quel contatto che da tanto, se pur inconsciamente, avevo bramato, dicendole che io volevo solo una cosa:
Lo scrigno del suo cuore. E lei disse una frase che ho ancora impressa nella mia mente.
<< L’hai già avuta>> e si lei ormai era mia. Poi il resto venne da se 
  
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