Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Erre_Blume    19/05/2012    1 recensioni
"Lasciò i fogli che aveva in mano, e si avvicinò di nuovo al vetro, sfiorandolo con la mano, gli occhi verdi spalancati. All'improvviso tutto gli fu chiaro. [...]
Immerso nelle sue considerazioni, la creatura nella teca ebbe un spasmo, e aprì gli occhi per una frazione di secondo, abbastanza, però, per la cuarta espada di notare il colore dei suoi occhi. Verde giada. Esattamente come i suoi.
"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Sosuke Aizen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nameless

~I won't tell anyone your voice
is my favorite sound
.

 

« Che c'è, non sai nemmeno parlare? »
L'attendente cercava di nascondere il sarcasmo, ormai fin troppo evidente nei suoi occhi, con un finto sorriso comprensivo e dolce che scopriva una fila di denti appuntiti. L'altra ringhiò e ricominciò ad agitarsi nel tentativo di colpirla, ma si fermò immediatamente al suono di un paio di colpi decisi alla porta.
« Merjatur, mettile dei vestiti decenti e poi accompagnala a cena. »
Lydia non rispose, limitandosi semplicemente a sospirare, infastidita dalla situazione. Odiava dover sottostare agli ordini, e di quell'Espada apatico in particolare; per di più, per servire una bamboccia che pareva un animale dopo un scontro per conquistarsi il dominio del territorio -una lotta fallita, a giudicare dall'aria ferita sul suo viso.
Squadrandola con aria critica, le sfilò lentamente il logoro straccio che aveva addosso, sfiorando con sue unghie affilate la pelle delle spalle, della schiena, dei fianchi. La ragazza davanti a lei rabbrividì, quando si sentì totalmente esposta all'aria fredda nella camera. Lydia ghignò lievemente, spingendola in una stanza adiacente, più piccola, dove, nel mezzo, spiccava una larga vasca di marmo.
Mentre preparava l'acqua, vedendo l'altra rimanere in piedi, immobile, stringendosi il corpo intirizzito, si chiese il motivo del suo improvviso tranquillizzarsi: possibile che fosse bastato il suono della voce di Schiffer a placare quello spirito selvaggio?
Quando la vasca fu pronta, afferrò la mano della ragazza e la guidò fino al bordo, attendendo che entrasse; osservandola esitare, le diede un lieve colpetto e quella si immerse. La sensazione dell'acqua sulla pelle doveva esserle del tutto sconosciuta, a giudicare dal suo agitarsi e sgranare gli occhi all'improvviso.
Lydia attese che si calmasse prima di iniziare a strofinarle il corpo con una spugna, lavandole lo sporco e la polvere, per poi sciogliere i nodi incrostati di sangue secco dei sui capelli; man mano che li puliva, però, si rese conto ammirata di quanto fossero belli e lucidi, e che quello che aveva preso per un bluastro spento, in realtà era un turchese che andava sfumando nel viola.
Dopo qualche tempo, la fece alzare e l'asciugò con attenzione: non fosse mai che qualcuno la incolpasse di averla fatta ammalare.
Riportandola nella camera, afferrò con malagrazia i vestiti sul letto e glieli infilò in fretta. La guardò un attimo, per accertarsi che fosse pronta per uscire. Il corpetto candido che portava le evidenziava il seno florido, e sotto una stretta fascia nera legata in vita portava un largo hakama che si richiudeva su gli stivaletti tipici di Las Noches. Alzò gli occhi sul suo viso, notando un'espressione frustrata.
« Su con la vita! Stai bene vestita così! »,  disse Lydia incoraggiante, e le fece cenno di seguirla uscendo dalla porta.

*

Sospirò piano. I corridoi che prima le erano sembrati soffocanti ora erano leggermente più accettabili e, nonostante la presenza quasi opprimente di Lydia, riuscì ad osservare le finestre che affacciavano sul deserto, il suo deserto. Gettando una lunga occhiata alla sua accompagnatrice, che procedeva spedita verso una meta sconosciuta, spiccò un salto, provando a spaccare i vetri che la separavano dalla libertà, ma i tentativi furono vani, era un materiale troppo duro per le sue mani.
Con un grido, Lydia la trascinò via dalla finestra che aveva attaccato, scuotendole violentemente un braccio; quando poi continuò ad opporre resistenza, la vide sguainare una lunga spada dall'impugnatura ocra, e puntargliela minacciosamente alla gola.
« Fa' un'altra volta una cosa simile, e quella tua bella testolina te la stacco. »
La guardò con occhi colmi di odio: come osava provocarla in quel modo? Oh, se solo avesse avuto la sua katana...
I suoi pensieri furono interrotti da un brontolio del suo stomaco.
Iniziava ad avere di nuovo voglia di sangue, e il terrore di non riuscire ad ottenerlo la assalì.
La testa iniziò a girarle e l'istinto animale si risvegliò in lei, che si predispose ad assalire Lydia. Quella dovette intuire qualcosa, e, continuando a puntarle l'arma alla gola, le disse: «Sta calma. Hai bisogno di cibo, giusto? Controllati ancora per qualche secondo e lo avrai.»
La parola 'cibo' la convinse ad ascoltare e facendo appello a tutta la sua forza di volontà iniziò di nuovo a camminare, mentre la sua accompagnatrice rinfoderava la sua katana. Il rumore dei suoi stivali che colpivano il pavimento le sembrò riecheggiare in quelle mura all'infinito, stordendola, e  quando finalmente giunse alla stanza predisposta per la cena sospirò per il sollievo. Entrò nella sala ampia e circolare, che era gremita di persone di ogni genere; lo sguardo della ragazza di soffermò in particolare sul gruppo tra cui sedeva Ulquiorra e il giovane dai capelli argentei.
Seguì Lydia, che si diresse verso il tavolo più piccolo. Quella, ricomponendosi all'improvviso, l'accompagnò verso le uniche due sedie libere, aiutandola a sedersi. La giovane non capì il repentino cambiamento dell'altra, ma neanche le interessò, poichè i suoi occhi erano impegnati a osservare il grosso pezzo di carne arrosto posto di fronte a lei . Circospetta ne assaggiò un boccone per poi avventarsi selvaggiamente sulla pietanza, causando l'ilarità dei suoi vicini. Il sapore era decisamente migliore rispetto a quello del cibo crudo e sanguinolento a cui era abituata lei. Appena finì si accasciò sulla sedia e incrociò lo sguardo di un ragazzo dai capelli rosa. Le iridi ambrate di quest'ultimo, nascoste parzialmente dagli occhiali bianchi, stavano osservando i suoi movimenti con vivo interesse, ma, quando lei lo fissò torvamente, abbassò gli occhi.
Tornò a fissare il piatto vuoto davanti a sé. Detestava ammetterlo, ma quel tipo l'aveva lasciata leggermente turbata, e per distrarsi si concesse di osservare i suoi commensali.
Guardò Ulquiorra, che sembrava aver finito il suo pasto e, le mani posate sul tavolo, sembrava fissare il vuoto, assorto. Accanto a lui, c'era un uomo dai capelli castani lunghi fino alle spalle, che, con aria stanca, scambiava qualche parola con una ragazzina frizzante al suo fianco. Un po' più in là, scorse un altro ragazzo, il quale, abbandonato contro la sedia, sorrideva in modo inquietante, giocherellando con una benda che aveva sull'occhio.
Avrebbe continuato il suo studio attento, se il silenzio improvvisamente calato sulla sala non l'avesse distratta.
Guardò Lydia, nella speranza che le desse qualche delucidazione, ma quella era troppo concentrata su un punto alle sue spalle, all'incirca dove stava guardando lei stessa qualche istante prima.
Si voltò di nuovo, quindi, alla ricerca di qualche dettaglio importante che aveva attirato l'attenzione di tutti; l'unica cosa che notò, però, fu un uomo in piedi, accanto al giovane che l'aveva accolta, che studiava tutti i commensali con un sorrisetto misericordioso sul volto che lei trovò terribilmente irritante. D'altro canto, tuttavia, non poté fare a meno di rimanere affascinata dal suo aspetto regale e autorevole: tutto di lui trasudava potere, e i suoi gesti emanavano una certa sottile sensualità che, semplicemente, le impediva di distogliere lo sguardo. Quando poi lo sentì parlare, non riuscì a fare a meno di rimanere ipnotizzata dalla sua voce profonda.
« Buonasera a tutti voi, miei Arranca. Spero che la cena sia stata di vostro gradimento. », lo sentì dire, e lei si unì al coro di sussurri affermativi; subito dopo, l'uomo continuò.
« Ne sono contento. Passando ad altro, vi volevo comunicare che, come già alcuni di voi avranno notato, si è unita a noi una nuova giovane Arrancar. Alzati pure, cara, così che tutti possano vederti. »
Si era così concentrata sul suono delle sue parole, da non coglierne davvero il senso. Dopo qualche attimo, però, si rese conto di ciò che stesse dicendo, e si guardò attorno, curiosa di sapere  secondo. Solamente quando sentì il gomito di Lydia infilarsi tra le sue coste fin quasi a toglierle il respiro, comprese. Spostò la sedia da sé goffamente, facendola strusciare sul pavimento con un acuto stridio che le fece digrignare i denti, mentre si alzava.
Gli occhi di tutti erano puntati su di lei, incuriositi e sprezzanti; li sentiva, i loro sguardi, che la giudicavano e la criticavano silenziosamente. Voltando la testa, squadrò tutti con sprezzante superiorità. Ah, un solo sussurro e avrebbe staccato la testa di chi si sarebbe permesso di...
« Io sono Sosuke Aizen, il signore di Las Noches, lui alla mia destra è Gin Ichimaro e alla mia sinistra Kaname Tosen. Allora, presentati pure. Fa' che i tuoi fratelli sappiano chi sei. Non temere, noi siamo la tua famiglia ora. », sentì, e si rivoltò subito verso l'uomo, Aizen, a quanto pareva.
Lo fissò per un attimo, sentendosi persa. Il menefreghismo di poco prima le era totalmente scivolato dalle dita, lasciandola totalmente vuota. Come poteva presentarsi, quando nemmeno lei sapeva chi fosse? E con quali parole, poi? Comprendeva ciò che gli altri dicevano, ma quando si trattava di aprire la bocca e articolare dei suoni di senso compiuto era del tutto diverso: le labbra le si seccavano, e la lingua non voleva saperne di muoversi; solo rantoli riusciva a produrre.
« Ah... Ihh. Nngh, ouw... », ansimò.
Il mormorio intorno a lei le bloccò persino i pensieri. Alle sue spalle, sentiva lo sguardo penetrante di Lydia sulla sua schiena, e anche di tutti quanti. Abbassando gli occhi verso le sue scarpe, ebbe modo di notare Ulquiorra che le fissava impassibile.
Sentì l'impulso di scappare, fuggire via,  in un luogo tanto lontano da poter dimenticare l'umiliazione provata e tornare alla vita di caccia e assassinio per il puro gusto di uccidere a cui era abituata.
« Non sai parlare? », chiese Aizen. Al cenno negativo della ragazza, continuò: « Presumo che tu non abbia nemmeno un nome, allora. »
Lei rimase in silenzio, le guance che le bruciavano terribilmente.
Una risata rimbombò nella sala, come una cascata di vetri sul marmo, mentre il silenzio riprendeva prepotentemente posto nella mensa.
Sprizzando fulmini dagli occhi, lei alzò il viso, alla ricerca di chi avesse osato sfidarla così apertamente. Un ragazzo dai capelli e feroci occhi azzurri la osservava con occhi illuminati dallo scherno e il disprezzo, mentre sedeva scompostamente di fronte ad Ulquiorra.
Sentì l'ira montare dentro di lei, mentre la vergogna le riempiva la mente. Smise semplicemente di ragionare, e un basso ringhio esplose dalle sue labbra, rabbioso, cercando di far intendere a quel... quel... bastardo che con lei non era il caso di scherzare; quello, di rimando non fece altro che ridere più forte, sguaiatamente, quasi lei fosse la cosa più divertente che avesse mai visto. La sua mano scivolò di riflesso verso il fianco, alla ricerca di un'elsa inesistente, ma, quando le dita si strinsero sul vuoto -e quella maledetta risata crebbe-, non ci vide più.
Con uno scatto, spinse via la sedia da dietro di sé e attraversò la ventina di metri che la separavano da l'altro. Quando notò un tavolo che le sbarrava la strada, vi saltò su, calciando i piatti; gli altri Arrancar che la guardavano inorriditi. In qualche attimo, si parò di fronte al ragazzo, girando la sua sedia verso di lei, e alzò un braccio per colpirlo. Quando l'attacco partì, vi infuse tutta la sua forza, decisa a distruggerlo; lui, però, afferrò il suo pugno come fosse una carezza e l'attirò a sé. Vedendosi tirare, perse l'equilibrio, finendo in ginocchio.
L'altro ghignò, abbassandosi alla sua altezza, quando lei non riusciva a far altro che desiderare di morire. Abbassò gli occhi sul pavimento, quasi a volerlo perforare, mentre un sussurro caldo le sfiorava l'orecchio.
« Grimmjow Jeaguerjaques, per servirti. Ah! », poi si rivolse ad Aizen, alzando la voce, in modo che tutti potessero sentirlo. « Dovrebbe tenere più sotto controllo questa pazza, Aizen-sama, o l'integrità del suo corpo potrebbe essere non proprio duratura. »
Quando alzò lo sguardo, scorse una scintilla di ilarità nello sguardo del signore di Las Noches che la ferì, mentre sul volto di quell'altro, Gin, il sorriso -ammesso che fosse possibile- si era allargato ancora di più. Quelle fessure taglienti che erano i suoi occhi la fissavano, e, nel momento in cui parlò, lei non poté fare a meno di rabbrividire, il braccio ancora stretto nella mano di Grimmjow.
« Pazza, eh? », disse Gin, lanciando una lunga occhiata obliqua ad Aizen, poi continuò: « Un aggettivo che ti sta davvero d'incanto, piccola Kyouki. »

 

Erre voleva scrivere una PWP yaoi o yuri, ma è stata fermata da Blume.
Cattiva editor!
Buondì, per la prima volta è Erre a parlarvi (addirittura qualcuno supponeva che la sua esistenza non fosse altro che una leggenda metropolitana!). 
Ci scusiamo immensamente - di nuovo?!- per il terribile ritardo causa fine quadrimestre e -nel mio caso- mancanza di ispirazione che mi faceva scrivere solo schifezze. Contiamo di aggiornare con più regolarità nel periodo estivo! Questo capitolo è tutto di Blume quindi declino responsabilità e pomodori a lei,invece in caso di regali, cesti di affettati e donazioni in denaro potete tranquillamente rivolgervi a me XDD.
Alla prossima -sperando che ci sia una prossima -.

Erre & Blume

PS: Bello il nome, nè? Ci siamo scervellate per crearlo Lol (Kyouki = Pazzia)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Erre_Blume