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Autore: Paolina91    19/05/2012    1 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8


La mora si svegliò con il sorriso sulle labbra.

Non sapeva bene il perché.

Forse perché aveva dormito bene o forse si sentiva ancora accanto ai suoi idoli.

Si alzò dal letto e rise leggermente quanto scorse la sua figura nello specchio di fronte al suo letto.

Aveva i capelli completamente spettinati.

I suoi bellissimi ricci erano quasi disfatti e completamente in disordine.

Non era al massimo quando si svegliava chissà cosa avrebbe pensato di lei in futuro il suo uomo.

Si diresse verso il bagno che divideva con la sorella.

Hilary si stava truccando.

Un trucco leggero ma che faceva risaltare i suoi occhi e i lineamenti.

Dopo averla salutata cominciò a togliersi il pigiama per entrare nella doccia.

Continuò ad osservare il suo volto allo specchio mentre attendeva che l’acqua si scaldasse.

-Ehi sorellina che c’è?-

-Niente…-

Aprì le ante del box doccia e vi entrò lasciandosi cullare dall’acqua calda.

Si stava svegliando con tutta la calma necessaria.

Sarebbe iniziata l’ultima settimana di scuola.

Ancora non le sembrava vero.

Quell’inferno sarebbe finito per almeno tre mesi.

Tre mesi di assoluto relax.

Uscì dalla doccia avvolgendosi nel suo asciugamano e cominciò a truccarsi di fronte al grande specchio.

Pettinò i capelli e dopo aver applicato un po’ di schiuma per rendere i ricci più voluminosi.

Dopo una breve passata di phon era perfetta.

Tornò in camera per indossare un paio di jeans comodi abbinati ad una felpa.

Controllò la cartella per essere certa di non aver dimenticato nulla.

Poi preparò anche la borsa per la danza.

Inserì un paio di pantaloncini aderenti e una canottiera.

Le scarpette per il classico, ora c’era tutto.

Quello sarebbe stato il giorno decisivo.

Avrebbe provato tutta la coreografia, finalmente dopo tanto tempo tutto il suo lavoro sarebbe servito a qualcosa.

Sapeva che l’esibizione che avrebbe sostenuto all’accademia sarebbe stata al massimo di 8 minuti quindi doveva riuscire perfettamente.

Doveva ballare jazz, contemporaneo, classico e hip-hop.


Scese in cucina per una colazione veloce.

Quella mattina non aveva molta fame.

Forse era troppo agitata per le prove del pomeriggio.



Dopo un tragitto di circa quindici minuti arrivarono a scuola.

Honey corse incontro alla sua migliore amica.

Jenny era molto felice quella mattina, evidentemente entrambe erano ancora emozionate per il concerto.

Entrarono a scuola dove regnava un atmosfera di festa.

Tutti gli studenti dell’ultimo anno stavano ripassando per gli esami mentre le altre classi si divertivano a passare gli ultimi giorni insieme prima delle vacanze.

 

***


A New York la band aveva una giornata molto ricca di impegni.

In mattinata avrebbero dovuto provare per il concerto della sera stessa.

Mentre nel primo pomeriggio sarebbero stati ospiti a total request live.

Bill si era svegliato abbastanza presto per cominciare a prepararsi.

Doveva truccarsi e sistemare la sua capigliatura leonina come la chiamavano le sue fans.

Poi si controllò allo specchio attentamente per verificare di essere perfetto come al solito.

Tom cominciò a bussare insistentemente alla porta della sua stanza segno che era profondamente in ritardo.

-Scusa Tom. – disse uscendo e cominciando a camminare per il corridoio dell’hotel.

-Sempre il solito. Possibile che tu non sia mai puntuale?-

-Uffa quanto sei noioso pensa a camminare piuttosto. – disse il moro con fare da diva.


Una volta arrivati nella hall dell’albergo notarono che gli altri stavano già firmando gli autografi.

Uscirono anche i gemelli sempre con il sorriso sulle labbra pronti ad accontentare le loro numerosissime fans.

Poi dopo circa mezzora partirono alla volta del palazzetto dello sport che avrebbe ospitato l’evento di quella sera.

La sala non era enorme come erano abituati in Europa ma per essere all’inizio andava bene così.

Il palco era già pronto e gli strumenti sistemati tranne la batteria di Gustav cosa che lo fece arrabbiare moltissimo.

Quello sarebbe stato l’ultimo show a New York sarebbero ritornati in estate.

Bill cominciò a sbuffare spazientito; voleva che ogni cosa fosse perfetta ma in quel momento sembrava andare tutto storto.

Gli addetti alle luci stavano finendo di montarle, la batteria era ancora da sistemare e il sound-check era in ritardo.


Tom sembrava che avesse percepito i pensieri del fratello per cui decise di cercare una macchinetta del caffè ne aveva assolutamente bisogno.

Forse la sera priva non doveva bere a stomaco vuoto e soprattutto non era riuscito a dormire.

Si sentiva stanco aveva bisogno di una pausa.

Voleva starsene a casa sua con i suoi famigliari.

Tornò nella sala principale quando aveva terminato il suo caffè e finalmente le prove cominciarono.

Era andato tutto abbastanza bene, ora mancava solo l’intervista e poi avrebbe potuto riposarsi fino a sera.

***


La giornata scolastica era terminata.

Honey stava andando alla scuola di danza.

Mentre camminava stava ascoltando le sue canzoni preferite.

Quelle canzoni che nei momenti no ti tirano su il morale e quelle che quando sei felice ti fanno semplicemente sorridere.

Arrivò davanti alla porta della palestra abbassò la maniglia e già sentiva la musica espandersi dalla sala principale.

Era in ritardo di qualche minuto per cui corse subito negli spogliatoi per cambiarsi meglio non far arrabbiare il suo insegnante proprio a meno di due settimane dall’esibizione.

Si tolse i jeans indossando subito i pantaloncini neri in microfibra, che le fasciavano perfettamente la parte superiore delle gambe, poi dopo aver indossato anche la canotierina e  le scarpette classiche si avviò verso la sala prove.

Gabriele la stava aspettando, la salutò con un cenno del capo e poi le si avvicinò.

-Come stai?- le chiese.

-Bene grazie. Inizio il riscaldamento?-

Lui annuì semplicemente mentre lei cominciava a fare qualche esercizio per riscaldare i muscoli.

Non si ricordava che gli esercizi di classico fossero così faticosi oppure era lei che era fuori allenamento.

Il suo insegnante stoppò la musica –Basta! Adesso iniziamo a riprovare la coreografia. Iniziamo con il classico. –

La base partì con una melodia molto lenta e dolce sulla quale Honey aveva immaginato i passi.

Le sembrava che tutto andasse bene, la coreografia era terminata mancavano solo le ultime prove e poi sarebbe toccato a lei convincere la giuria.

Lei voleva entrare in quell’accademia con tutta se stessa e se non ce l’avesse fatta per lei sarebbe stata l’ennesima sconfitta.

A quel pensiero gli occhi le si riempirono di lacrime e si lasciò cadere a terra.

Gabriele fermò la musica e le si avvicinò preoccupato.

-Ti sei fatta male?-

-No…. È tutto apposto scusa… possiamo riprendere. –

-Honey sei sconvolta. Torna a casa ci vediamo domani. –

-Quanto si vede che non mi conosci… io non mi arrenderò mai. –

Si avvicinò all’impianto stereo riprendendo la sua variazione di classico.

La musica sfumò lasciando spazio a delle note più decise, era il pezzo di jazz.

La ballerina si tolse le scarpette che le stavano massacrando i piedi e cominciò a danzare su quelle note che le facevano battere fortissimo il cuore.

Era una canzone che lei sentiva moltissimo.

Non doveva distrarsi di nuovo.

Doveva pensare solo ai passi di danza.

La perfezione era molto importante.

La cosa che più la preoccupava era la giuria.

Sarebbe stata formata da tre giudici: un insegnante, un critico di danza e un ballerino famoso.

Sapeva che sicuramente l’avrebbero massacrata cercando di trovare qualsiasi difetto.

Ovviamente ai provini si sarebbero presentati migliaia di ragazzi e solo venti avrebbero potuto prendere parte allo stage.

Ma cosa ancora più difficile sarebbe stato far parte della scuola.

Era meglio non pensarci e concentrarsi su altro.

Le prove anche per quel giorno erano terminate.

Si cambiò velocemente per tornare a casa.

Durante il tragitto si trovò ancora una volta immersa nei suoi pensieri.

Aveva talmente cose in testa che si era perfino dimenticata di accendere l’ipod.

Cosa molto strana per lei che viveva di musica.

Una leggera folata di vento la fece rabbrividire e le scompigliò i capelli.

Accelerò il passo per raggiungere più velocemente la sua dimora.

Ormai era alle porte del viale alberato che contrassegnava il viale principale, in tutte le case si vedevano le luci accese dei salotti e nell’aria si sentiva la presenza dei camini accesi.

Suo padre stava sistemando le auto in garage mentre sua sorella seduta vicino all’abete nel giardino stava ripassando per gli esami.

Arrivò davanti al cancello saltellando come quando era piccola e suo padre si voltò sorridendole e abbracciandola.

-Tesoro entra in casa altrimenti ti ammali! – le disse notando che aveva ancora la fronte imperlata di sudore dopo la lezione di danza.

Honey sorrise e prendendo a braccetto la sorella salì le scale canticchiando una canzone del momento.

Una volta in casa si concesse una doccia calda per distendere i muscoli.

Si sentiva molto stanca ma stava solo realizzando il suo sogno.



***


I tedeschi si stavano godendo un momento di relax prima del concerto.

Nella saletta nella quale erano riuniti si poteva percepire un certo nervosismo.

Nessuno osava parlare, si sentivano le urla dei tecnici che finivano di sistemare le luci e gli strumenti ma le urla più forti erano quelle delle fans già presenti in sala.

Molte volte si chiedevano come facessero a urlare in quel modo, chissà dove nascondevano le batterie per quando si sentivano scariche.

Bill in quel momento ne avrebbe avuto bisogno.

Si sentiva talmente agitato che molto probabilmente avrebbe fatto una figuraccia.

Pensava di arrivare sul palco e dimenticarsi ogni singola parola oppure non sarebbe riuscito ad emettere alcun suono con la sua voce melodiosa.

Poco dopo il silenzio fu interrotto dalla guardia del corpo che li avvisava che mancavano 10 minuti all’inizio dello show.

I battiti del cuore acceleravano e mentre il cantante continuava a scaldare la voce gli altri impugnavano i loro strumenti.

Si avviarono insieme al bodyguard lungo il corridoio completamente illuminato prima di arrivare in una zona completamente buia dietro al palco.

In quel momento avevano la mente completamente vuota, potevano sentire solo il battito accelerato e l’adrenalina che scorreva nelle vene ad una velocità supersonica.

Le fans non smettevano di acclamarli da quando le luci in sala erano state spente.

Il primo a salire sul palco per prendere posto fu Gustav che doveva raggiungere la postazione della batteria e lo seguirono Tom e Georg.

Bill aspettava il suo momento dietro le quinte.

Tom iniziò a suonare l’intro e poi toccò a Bill.

Salì sul palco e cominciò a cantare lasciando tutti senza parole per lo splendido spettacolo che stava regalando.

Era l’ultima tappa e doveva lasciare un segno indelebile.


Dopo quasi due ore di spettacolo era giunto il termine.

Bill cominciò a parlare – Siamo giunti anche per questa sera all’ultima canzone ragazzi ma sappiate che torneremo presto New York! Grazie mille a tutti…. –

Le note inconfondibili di By your side si diffusero velocemente per tutta la sala.

Il tempo sembrava non passare mai per loro che sopra al palco ci lavoravano ma per le loro fans il tutto finiva anche troppo velocemente.

Prima della conclusione cominciarono a volteggiare per tutta la sala i coriandoli dorati e argentati.

Tutte le ragazze cercavano di prenderne almeno uno come ricordo di una serata che sarebbe rimasta per sempre nel loro cuore e nella mente.

Le luci si spensero per qualche secondo alla fine della canzone per permettere a Gustav di raggiungere gli altri tre e fare i saluti.

Si inchinarono di fronte ai fans e poi era il momento dei regali.

Bill lanciò l’asciugamano che portava pochi secondi prima al collo.

Poi si diresse verso l’uscita salutando tutti.

Tom e Georg recuperarono le loro bottigliette d’acqua e dopo averne bevuta un po’ cominciarono a bagnare il loro pubblico.

Lanciarono le bottigliette e anche i peltri con i quali avevano suonato.

Le ragazze litigarono per accaparrarsi anche un piccolo frammento che appartenesse al loro idolo.

Era arrivato anche il momento di Gustav lanciò le bacchette della sua amata batteria e poi salutò il pubblico a modo suo.

Facendo fare la ola.


Una volta che furono tutti nel back stage tirarono un sospiro di sollievo.

Tutto era andato bene.

Per quella sera potevano anche permettersi di festeggiare prima del rientro in patria.

  
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