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Autore: Hotaru_Tomoe    19/05/2012    7 recensioni
Dopo una tediosa missione diplomatica, Bones propone una licenza di sbarco su un pacifico pianeta, perchè vuole che l'equipaggio si rilassi. Quasi nessuno, però, condivide il suo entusiasmo, ma il dottore è più che mai determinato a concedersi una giornata immerso nella natura, in compagnia di un recalcitrante Scotty.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Montgomery Scott, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Star Trek e tutti i suoi personaggi appartengono alla Paramount e a chiunque altro ne detenga i diritti. La seguente fanfiction non ha alcuno scopo di lucro.
Intro: Io amo McCoy. E anche Scotty, davvero. E' che si prestano troppo a queste vicende comico-sfigate (ride).

 

ON HOLIDAY

"Diario del capitano, data astrale 3058. L’Enterprise ha appena portato a conclusione una difficile missione diplomatica su Peliar Zel II, durante la quale l’intero equipaggio ha mostrato una non comune abnegazione ed ha contribuito a sventare un complotto ordito da una fazione terroristica locale. Sarà mia cura proporre un encomio per tutti loro alla Flotta Stellare."

Il capitano Kirk restituì il diario di bordo ad un guardiamarina e si voltò a guardare il dottor McCoy, che aveva preso a borbottare al di sopra della sua spalla destra.
“Qualcosa non va, Bones?”
“Dopo una missione diplomatica infinita tu proponi all’equipaggio di stare a sentire un discorso solenne da parte di un ammiraglio della Flotta? Bel premio davvero.” il medico incrociò le braccia sul petto scoccando un’occhiata sarcastica al suo amico.
“E’ un grande onore.” ribattè il capitano.
McCoy alzò gli occhi al cielo “Io la chiamerei piuttosto una punizione.”
Spock nel frattempo si era avvicinato ai due: non perdeva mai l’occasione di studiare da vicino i bizzarri comportamenti emotivi della razza umana. Ciò che aveva proposto il capitano era logico, inappuntabile e molto appropriato alla situazione, pertanto non riusciva a capire l’atteggiamento negativo del medico di bordo. Inclinò leggermente la testa da un lato “Lei cosa proporrebbe, dottore?”
“Una bella licenza di sbarco.”
“E dove? Le faccio presente che non ci sono pianeti di classe M da qui a Exo I, nostra prossima meta, e dubito fortemente che lei stia suggerendo di far sbarcare l’equipaggio su un pianeta di classe Y a fini ricreativi.”
“Certo che no - sbuffò McCoy massaggiandosi le tempie - ma deviando leggermente dalla rotta c’è Stigos, un pacifico pianeta di classe M che è da poco entrato nella Federazione.”
Entrambe le sopracciglia di Spock saettarono verso l’alto “Ciò che propone è altamente irregolare, dottore.” e poi guardò verso Jim, aspettandosi una analoga considerazione da parte sua. Tuttavia, prima che il capitano potesse articolare una sillaba, McCoy si piegò verso la poltrona “L’equipaggio è stanco, non mettiamo piede su un pianeta da tre mesi, Jim. Tre mesi.”
A sua volta, anche Spock si chinò verso il capitano, deciso a far valere il suo punto di vista “La sezione scientifica deve compiere importanti esperimenti sull’atmosfera di Exo I.”
“Anche se ritardiamo di qualche giorno, il pianeta sarà sempre lì.” replicò il dottore, drizzando la schiena e rivolgendosi direttamente al Primo Ufficiale.
"Dottore, in tutta sincerità mi sfugge la logica della sua insistente richiesta."
Il dottore sbottò "Semplice! Ho notato uno stato di affaticamento emotivo in diversi membri dell’equipaggio, specie tra quelli della sicurezza e..."
Le sopracciglia del vulcaniano, se possibile, si arcuarono ulteriormente “Emozioni umane, dovevo immaginarlo. - scosse la testa - Ad ogni modo una tranquilla missione scientifica offrirà l’occasione adatta per purgare le emozioni superflue...”
Fu la volta del dottore di interrompere il Primo Ufficiale “Ma sentilo, Jim! ‘Purgare le emozioni’, proprio il linguaggio che ti aspetteresti da una macchina vulcaniana a sangue freddo...”
“Signori, vi prego - il capitano sollevò le mani con fare esasperato - di questo passo lo provocherete a me un sovraccarico emotivo, unito ad un gran mal di testa. Bones, la missione su Exo I è importante...”
“E io sono il medico di bordo e posso diagnosticare uno stato di stress nell'equipaggio ed imporre una licenza di sbarco. Posso farlo e lo farò, se è necessario.” sentenziò, ignorando quell’ ‘altamente illogico’ mormorato da Spock.
“E va bene - il capitano si passò una mano sulla faccia - se il nostro dottore vuole prescriverci a tutti i costi una vacanza forzata, così sarà: Uhura, annunci ventiquattrore di licenza di sbarco su Stigos e contatti il governo del pianeta. Resterà a bordo solo il personale indispensabile e recupereremo il tempo perso forzando i motori a curvatura. Signor Sulu, faccia rotta su Stigos."
“Sì, capitano - poi si piegò verso Chekov - ma il signor Scott non sarà affatto contento sul forzare i motori.” 

Il dottore tornò in infermeria con aria molto soddisfatta: l’equipaggio non metteva piede su un pianeta da una vita ed era certo che tutti fossero stanchi quanto lui di restare rinchiusi in quella scatola di latta e avrebbero apprezzato un diversivo a base di aria naturale, sole e natura lussureggiante.
Senza alcun dubbio.
Per questo fu più che sorpreso quando, messo piede in infermeria, l’infermiera Chapel e una sua collega, l'infermiera Tanaka, lo guardarono preoccupate.
“Cos’è successo?” chiese il dottore con apprensione, già entrato nella modalità ‘devo dichiarare il decesso di qualcuno, vero?’
"E' per la licenza di sbarco. Dottor McCoy - esordì l'infermiera bionda - una parte del personale medico dovrà restare a bordo per ogni evenienza, è la prassi. A tal proposito..."
Il dottore sorrise "Ah, ho capito. Nessun problema, redigerò una diagnosi di stress e farò in modo che voi due possiate sbarcare. Può restare a bordo lo staff del dottor Stromvik."
"Ecco... a dire il vero, dottor McCoy, noi speravamo di poter restare a bordo." proseguì Christine con un sorriso diplomatico.
"E perché mai?" domandò il medico confuso.
"Ho sentito che la zona dove sbarcheremo è un altopiano in mezzo alle montagne." spiegò Tanaka.
"Precisamente: grandi spazi aperti per sgranchirsi le gambe, panorami degni di questo nome, prati verdi che in questa stagione dell'anno saranno pieni di fiori..."
"... e di insetti. Io detesto gli insetti!" borbottò l'infermiera asiatica.
"E io, l'ultima volta che sono sbarcata ho rimediato un brutto eritema solare, quindi..." aggiunse la Chapel.
"Io sono convinto che un po' di aria fresca vi farebbe bene, ma se proprio insistete..."
"Grazie mille, dottore!" esclamarono le due donne, per poi dileguarsi nel laboratorio attiguo, lasciandolo attonito. Oh, pazienza! Il resto dell'equipaggio sarebbe stato felice della vacanza.

Certo.

Sei ore dopo l'Enterprise si pose in orbita attorno a Stigos e, nel frattempo, l'iniziale disappunto del Dottor McCoy si andava pian piano trasformando in una rabbia stupefatta.
I membri della squadra di sicurezza ai comandi del tenente comandante Giotto mandata in esplorazione dal capitano avevano la faccia di condannati a morte e gli era giunta all'orecchio la voce che un paio di loro fossero andati dal capitano a fare testamento.
Che cosa ridicola! Ok, d'accordo... ultimamente le squadre di sicurezza avevano subito delle perdite inaspettate, ma quali pericoli potevano mai nascondersi su un pianeta alleato, la cui popolazione si divideva tra l'amore per le scienze e pacifici riti religiosi?
Un'ora dopo la squadra mandata in avanscoperta era di ritorno, intatta. Due guardiamarina si scambiarono un sorriso sollevato mentre scendevano dalla pedana del teletrasporto "Non vedo l'ora di finire quella partita di golf che ho lasciato in sospeso sul ponte ologrammi."
"Mi unisco a te volentieri." rispose l'altro.
"Non posso crederci, ragazzi! - sbottò il dottore, che era in sala teletrasporto e aveva sentito tutta la conversazione - avete la possibilità di trascorrere qualche ora su un vero prato e vi andate a rinchiudere in un compartimento della nave."
"Senza offesa, dottore - gli rispose uno dei due ragazzi con un sorriso gioviale - ma il terreno del pianeta è troppo accidentato per giocare a golf. Senza contare che non si può regolare la temperatura. No, grazie."
Il dottore si avvicinò al capo della sicurezza che stava compilando il suo rapporto per il capitano "Giovani d'oggi. Troppo abituati alle comodità, questa è la verità. Lei che ne pensa, Giotto?"
L'altro si lasciò sfuggire una risatina "Ha assolutamente ragione McCoy. Tra l'altro, il pianeta è davvero bellissimo, ha avuto un'ottima idea."
"Mi fa piacere sentirglielo dire. - disse il medico rincuorato - Non le dispiacerà unirsi a me in una salutare passeggiata, allora."
"Ah, questo è proprio impossibile: sono il capo della sicurezza, non posso assolutamente sbarcare. Ora mi scusi, porto il rapporto al capitano."
McCoy si volse verso il tenente Leslie "Non guardi me, dottore: oggi sono l'addetto al teletrasporto e devo far sbarcare e risalire l'equipaggio."
Non poteva crederci! Nessuno sembrava condividere il suo stesso entusiasmo per l'inaspettata vacanza, che equipaggio di ingrati... eh no! Ora iniziava a diventare una questione di principio: avrebbe trovato a tutti i costi qualcuno con cui condividere quella giornata di pace e relax.
Volente o nolente.
Scoprì, senza troppa sorpresa, che Jim era sbarcato per primo, invitato ad una escursione a cavallo dal Primo ministro di Stigos; d'altronde il capitano amava moltissimo l'equitazione.
Di conseguenza il Primo Ufficiale avrebbe dovuto restare a bordo per fare le veci del capitano... e ad ogni modo dubitava fortemente che una passeggiata tra i boschi in compagnia Spock sarebbe stata fonte di relax. Avrebbero piuttosto discusso su ogni cosa, con il vulcaniano che avrebbe bollato come 'illogica' o 'futile' ogni osservazione del dottore e lui sarebbe tornato a bordo con una gastrite ed il doppio dello stress.
Chekov era sbarcato sì, ma con la giovane tenente Brisk attaccata al braccio ed un invisibile cartello sulla schiena "Si prega di non disturbare".

Sulu e Uhura avevano deciso di impiegare il loro tempo libero studiando le evoluzioni linguistiche dello swahili e del dialetto Ainu e non aveva alcun desiderio di unirsi a loro.
Tuttavia non gli sorrideva molto l'idea di passare la giornata da solo... ma certo! Si batté la mano sulla fronte ed entrò nel primo turboascensore disponibile, diretto verso la sala macchine. 

Scotty aveva appreso con piacere la notizia della licenza di sbarco: sarebbe stata l'occasione per dare una controllata al pannello di Mees H-75, ultimamente c'era qualcosa che non andava lì dietro.
Dato il permesso per lo sbarco a tutta la sua squadra, ora si trovava carponi nel locale tecnico deserto, intento a sostituire un circuito difettato con evidente soddisfazione.
"Scotty! Cosa diavolo sta facendo qua?" esclamò il dottore, materializzandosi alle sue spalle.
L'ingegnere sussultò per lo spavento e batté la testa contro il bordo del pannello, lasciandosi andare ad una colorita imprecazione in gaelico. "Potrei farle la stessa domanda, dottore." borbottò massaggiandosi il capo.
"Sono venuto a controllare un mio paziente."
"E chi sarebbe?" chiese il capo ingegnere, lanciando uno sguardo scettico alla sala macchina deserta.
"Lei." il medico gli puntò l'indice contro.
"Io? Io non sono malato!" protestò Scotty.
Il dottore fece comparire la sua cartella medica da dietro la schiena "Da qui risulta che lei non usufruisce di una licenza di sbarco da quasi un anno!"
"Dottore, non posso assentarmi, voglio approfittare della sosta per controllare questi componenti."

"Gli stessi che ha completamente revisionato settimana scorsa?"

"Ehm..."

Il dottore zittì qualsiasi replica con uno sguardo severo.

"Come vuole Bones, finisco questo lavoro e vado nel mio alloggio a rilassarmi."

"Lei non si chiuderà nel suo cubicolo a leggere riviste tecniche sui motori a curvatura, questo non è staccare dal lavoro!"

"Ma io mi rilasso così - protestò il capo ingegnere - Per farla contenta alla prossima licenza di sbarco le prometto che scenderò dalla nave, ok?"

"Dove ho già sentito questo ritornello? Ah sì, in occasione delle ultime due licenze che abbiamo avuto. - il dottore batté il dito sulla scheda medica di Scotty - Gli esseri umani sono fatti per vivere sui pianeti, le astronavi servono solo per viaggiare da un punto all'al..."

"L'Enterprise non è un semplice mezzo di trasporto!" proruppe Scotty indignato.

"Ok, ok, ha ragione. Chiedo scusa - Bones alzò le mani in segno di resa, sapendo quanto fosse suscettibile lo scozzese sull'argomento - Ma non cambi argomento. Come suo dottore, le ordino di sbarcare con me e godersi una bella giornata di sole."

Montgomery Scott si alzò ed uscì dalla sala macchina con l'aria allegra di chi deve assistere alla rappresentazione dell'Anello dei Nibelunghi recitato in andoriano.

 

Venti minuti dopo i due uomini sbarcarono sull'altopiano. Il dottore si guardò intorno ed annuì con aria estremamente soddisfatta, poi guidò Scotty lungo un ampio sentiero che degradava appena verso sud e costeggiava un bosco fitto e lussureggiante sulla destra, mentre sulla sinistra lo guardo poteva liberamente vagare su delle imponenti vette di trachite rosa.

Inspirò a pieni polmoni l’aria frizzante e profumata di resina “E’ un piacere respirare qualcosa di diverso dell’aria artificiale dell’Enterprise. Meraviglioso.”
“Uh sì: l’atmosfera è molto simile a quella terrestre.” disse Scotty.

Il dottore scrollò le spalle sentendo l’osservazione asettica del suo compagno “Guardi che spettacolo, Scotty! Difficilmente ho visto montagne più belle di queste.”

“Mmh.” gli borbottò di rimando il capo ingegnere.

“Che forme spettacolari! - insistette il medico - Mi ricordano le guglie degli edifici di culto di Metar III.”

“In effetti la composizione di quelle rocce è particolare. Mi chiedo se non potremmo trovare dei cristalli di dilitio.”

“Sono qui per godermi qualche ora di vacanza, non per fare il minatore.” ribattè Bones, poi si girò verso l’altro e lo trovò intento ad esaminare il terreno circostante con l’ausilio del tricorder: probabilmente non aveva alzato il naso da quell’aggeggio da quando erano sbarcati. “Insomma, Scotty!” esclamò esasperato.

“Cosa ho fatto adesso?”

“Provi, per una volta, a staccarsi da tutto quello che è meccanico e a dare un’occhiata al panorama circostante.” Detto questo gli sequestrò il tricorder ed anche il comunicatore, per essere più tranquillo.

L’espressione di Scotty mutò in quella di un bambino al quale il padre avesse per castigo sottratto il suo giocattolo preferito.

Il sentiero compiva una brusca curva a destra e si inoltrava nel bosco, perdendosi tra cespugli e muschi poco più avanti; in lontananza si udiva il gorgogliare di un torrente.

"Andiamo a vedere." propose Bones.

"Io non so se è una buona idea, dottore: prima che mi sottraesse il tricorder ho visto che il sentiero si interrompe lì, dovremmo procedere alla cieca tra la vegetazione."

Bones alzò gli occhi al cielo "Quante storie per quattro arbusti, dov'è finito il suo spirito d'avventura?"

"Teletrasportato per sbaglio nel vuoto cosmico." borbottò Scotty, poi, vistosi ignorato, si risolse a seguire il dottore nel bosco. A suo modesto parere Bones stava tenendo un comportamento troppo imprudente: procedeva a spasso spedito calpestando dei buffi cespugli contorti che costituivano il sottobosco, senza mai dare un'occhiata al tricorder ma orientandosi solo in base alla direzione del rumore dell'acqua. Né aveva notato che gli alberi imponenti dal tronco semicavo e le particolari conformazioni rocciose del pianeta potevano distorcere i suoni. Più di una volta pregò il dottore di consultare gli strumenti che avevano con loro, ma questi si rifiutava categoricamente "Lei ha proprio bisogno di disintossicarsi dalla tecnologia, Scotty e questa è l'occasione ideale."

"Che assurdità! Se siamo qui, su questo bel pianeta, a migliaia di anni luce dalla Terra, lo dobbiamo proprio alla tecnologia, quindi non vedo perché non dovremmo servircene." Tuttavia l'ingegnere non era in vena di litigare e tenne per sé i suoi pensieri: in fondo, prima andavano a vedere quel corso d'acqua ("Oh, quale emozione!" pensò con sarcasmo), prima quella giornata si sarebbe conclusa.

I fatti stavano dando ragione a Scotty: rimbalzando sulle pareti delle montagne e sui tronchi cavi degli alberi, il suono del torrente sembrava provenire da molto vicino, ma dopo più di un'ora di camminata ancora non si vedeva nulla.

"Non è che potremmo tornare indietro, vero?" sospirò l'uomo in divisa rossa.

"Coraggio Scotty, ormai dovremmo esserci!" rispose cocciuto il medico con un sorriso esagerato, che tuttavia non riusciva a mascherare la fatica che provava: aveva il fiato corto, era sudato e rosso nonostante non filtrasse troppo sole tra le foglie degli alberi. Ma l'ingegnere aveva capito che per il medico era ormai una questione di principio trovare quel dannato ruscello, potesse prosciugarsi all'istante.

Quando, poco dopo, Bones si fermò sedendosi su una roccia per riposare, l'ingegnere si prese una piccola rivincita "Coraggio dottore - lo canzonò - non mi dirà che è già stanco!"

"Ammetto di essere un po' fuori forma..."

"Se vuole torniamo indietro." buttò lì Scotty speranzoso.

"Ah no, non se ne parla!" McCoy balzò in piedi e riprese a camminare.

 

Qualche centinaio di metri più in là, il bosco si apriva su una radura che dava su una scarpata scoscesa, sul fondo della quale scorreva un anonimo ruscelletto di montagna, non particolarmente bello. Nulla che valesse la sfacchinata, secondo il modesto parere di Scotty. "Ecco il suo torrente, dottore. Soddisfatto?"

McCoy si era nuovamente seduto su una roccia, dopo essersi sfilato la tracolla del tricorder, del kit medico e il comunicatore "Mi faccia riprendere fiato e le risponderò col sarcasmo che merita, Scotty." ansimò.

L'espressione annoiata dell'ingegnere si mutò rapidamente in preoccupazione: il viso e le mani del dottore erano rosse in modo anomalo e sulla fronte erano comparsi dei puntini bianchi "Dottore, lei non sta affatto bene."

Bones si guardò le mani e scosse la testa sconsolato "Quei cespugli dove sono passato... probabilmente sono allergico ai semi o alle inflorescenze!" Si voltò, fece per afferrare la tracolla, ma le diede un maldestro urtone con il gomito, facendola ruzzolare giù per la scarpata.

"NO!" esclamarono all'unisono i due uomini, assistendo impotenti alla scena del tricorder che saltellava tra le rocce perdendo dietro di sé pezzi e componenti come la traccia di briciole di Pollicino, per finire la propria esistenza schiantato su un masso sulla riva del torrente. Il comunicatore, invece, decise di mostrare le proprie doti di tuffatore gettandosi direttamente nelle acque del torrente e sparendo veloce tra i flutti in compagnia di pigne e ramoscelli.

"Ok, ora basta! La ricreazione è finita, dottore, torniamo indietro e speriamo di incontrare qualche altro membro dell'equipaggio per poter tornare a bordo." proclamò Scotty in un tono che non ammetteva repliche.

"D'accordo - si arrese l'altro - anche perché questi puntini iniziano a prudere, maledizione! Quindi... da dove siamo venuti, da lì, vero?" e puntò la mano alla sua sinistra, tra due alberi isolati.

"Ehm... lo sta chiedendo a me o ne è certo, doc?"

"Ma sì, dovrebbe essere da quella parte. - sbuffò McCoy infastidito - Anche lei, però, poteva guardarsi attorno un po' meglio!"

"Io stavo seguendo lei! Camminava tra questi boschi come se fosse il mestiere suo."

"Sono un dottore, non un boy-scout." borbottò l'altro, risentito.

"Questo significa che ci siamo persi?" chiese allibito Scotty.

"Cerchiamo bene, dovremmo aver lasciato delle tracce."

Ma il terreno non era molto soffice, perché non pioveva da un po' e tra l'erba i due uomini non riuscirono a distinguere tracce chiare del loro passaggio.

"E adesso?" il dottore si coprì la faccia con una mano: che giornata orrenda, altro che vacanza rilassante!

"Beh - iniziò Scotty incrociando le braccia sul petto - le cose sarebbero molto più facili se lei non avesse suicidato tutta la nostra attrezzatura..."

"Me lo rinfaccerà per almeno un anno, vero?" lo interruppe il dottore.

"... ma non mi chiamo più l'ingegnere dei miracoli se non riesco a tirare fuori entrambi da questa situazione."

Apparentemente Scotty si mostrava infastidito quando qualcuno lo chiamava così, ma intimamente era molto orgoglioso della fiducia che tutti riponevano nelle sue abilità tecniche "Se non funziona portalo a Scotty. Se non riesce a ripararlo, allora è da buttare." amava ripetere il capitano a tal proposito.

"Ma è andato tutto in pezzi, l'ha visto anche lei." obiettò McCoy.

"Prima di fare una diagnosi, visitiamo il paziente, dottore."

Scotty si calò giù per la scarpata e raccolse tutti i pezzi del tricorder che riuscì a recuperare. Notò con sollievo che gran parte delle parti finite in pezzi erano dell'involucro esterno, mentre lo strumento in sé non sembrava danneggiato irrimediabilmente. Provò ad accenderlo: il tricorder non diede alcun segno di vita, ma Scotty non era tipo da arrendersi per così poco. Durante l'ora successiva e con mezzi di fortuna (una piccola pietra molto affilata e la fibbia della cintura), smontò completamente lo strumento, fece alcuni bypass, scambiò tra loro diversi componenti ed alla fine e con enorme soddisfazione riuscì a commutare il tricorder in un comunicatore di emergenza, con il quale chiamò il tenente Leslie perché agganciasse la loro posizione e li riportasse a bordo.

"Sa una cosa dottore? - disse Scotty poco prima che il raggio del teletrasporto li agganciasse - Questo è stato davvero stimolante: non mi ero mai divertito così tanto con un semplice tricorder."

 

McCoy uscì dalla sala teletrasporto senza proferire una parola, ma nel corridoio incontrò Spock "Allora, dottore, com'è andata la sua licenza di sbarco?"

Il vulcaniano fu certo che, se mai avesse provato dei sentimenti, sarebbe stato oltremodo risentito e sorpreso della sequela di volgarità ed improperi che snocciolò il loro medico di bordo.

Scosse lievemente la testa: umani, non li avrebbe mai capiti fino in fondo.

 

FINE

  

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NOTE (qualora interessati al mio processo creativo delirio mentale) 

Il technobabble presente in questa storia è tutto tratto da "Memory Alpha", la wiki di Star Trek nonché santuario della nerdosità. Se bazzicate questa sezione, probabilmente molte cose vi saranno chiare; ad ogni buon conto quella che segue è una spiegazione dei termini più tecnici che compaiono nella fanfiction. 

La data astrale dovrebbe collocarsi nell'anno 2267. Credo di non aver ucciso a sangue la continuity della serie classica con questa fanfiction. 

Peliar Zel II: pianeta della Federazione che appare in TNG, episodio 4x23 ed è palcoscenico di una crisi diplomatica. Ma poiché nulla si dice al riguardo, poteva essere conosciuto già precedentemente. 

Exo I: fa parte del sistema solare Exo. Su Exo III si svolge l'episodio della serie classica 1x09 "Gli androidi del Dr. Kirby". 

Classe M e Y: In Star Trek i pianeti sono classificati con delle sigle a seconda della loro composizione e atmosfera. La Terra è un pianeta di classe M, la più adatta alla vita umana; i pianeti di classe Y, invece, sono caratterizzati da un'atmosfera tossica e da temperature elevatissime. 

Pianeta Stigos: Questo l'ho inventato io di sana pianta. 

Ponte ologrammi: L'holodeck compare per la prima volta in TNG; nella serie classica non si vede mai, ma solo per una ragione di budget (e probabilmente perché richiedeva effetti speciali impensabili per l'epoca). In realtà, in diverse interviste, Roddenberry dichiarò che l'idea dell'holodeck gli venne già ai tempi della TOS e avrebbe voluto inserirlo. 

Pannello di Mees: pannello di servizio che si trova lungo le paratie della nave o nei tubi di Jeffries e contiene relè o circuiti. Deve il suo nome all'arredatore del set Jim Mees, che si lamentava sempre quando in una sceneggiatura qualcuno doveva aprire un pannello e riparare qualcosa perché, non essendo una vera astronave, il pannello andava creato ed installato da zero. 

"I'm a doctor, not a..." non potevo non inserire in qualche modo questa mitica frase! 

"If it doesn't run, take it to Scotty. If he can't fix it, it's irreparable." questa frase, che compare su molte cards commemorative della serie a proposito di Scotty, in realtà non fu mai pronunciata nella serie classica ed è tratta da uno script della "Fase II", il seguito mai realizzato della TOS. Ma indubbiamente, anche se mai pronunciata, è ciò che tutti pensano dell'abilità dell'ingegnere capo dell'Enterprise.

   
 
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