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Autore: Reina    09/12/2006    7 recensioni
Quando bene e male hanno un significato ben diverso da quello che gli viene generalmente attribuito. Quando a distanza di 12000 anni la tragedia rischia di ripetersi ancora una volta e due anime devono lottare per proteggere il loro amore... un amore che per alcuni, invece, è sinonimo di peccato. Attenzione: Il penultimo capitolo è stato modificato. Per coprendere al meglio alcuni avvenimenti ne è consigliata la lettura.
Genere: Triste, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Lo so che vi state chiedendo quale sia la terza coppia principale, ma chi sono i componenti della coppia dovrete scoprirlo da soli

Lo so che vi state chiedendo quale sia la terza coppia principale, ma chi sono i componenti della coppia dovrete scoprirlo da soli.

Chi ha letto gli altri racconti saprà che la piccola Mana (un mio personaggio originale) ha dei cugini, ed i genitori in questione saranno per l’appunto il terzo paring. 

Se non tutti avete capito la questione “marchio della serpe malefica” e “nuova Priestess per Garv in arrivo”, non preoccupatevi, perché la cosa verrà ripresa e spiegata molto meglio in questo e nel prosimo capitolo (e se vi sfuggisse qualcosa rileggetevi la spiegazione sui demoni che ho messo nel capitolo 8).

Gli ultimi due capitoli in origine erano uno solo, ma poi ne sarebbe uscita una cosa lunghissima, quindi li ho divisi in due e ho posticipato il riassunto fino ad adesso.

Per comprendere al meglio certi passaggi dei prossimi capitoli vi consiglio di rispolverare le vostre conoscenze su “Ayashi no Ceres” (mini crossover giocato sulle somiglianze dei personaggi delle due serie) oppure, su richiesta posso preparare un’altra spiegazione per aiutarvi.

Questo capitolo è un più lungo degli altri perché se lo dividessi in più parti non ci capireste più nulla, quindi mano alla brocca di caffè.

Credo di avervi detto tutto, quindi buona lettura.

 

Riassunto dell’ultima puntata:

Le nostre eroine passano si ritrovano in un colpo solo di due ranghi più alti e nella prima missione da ANBU scortano Dynast per trovarsi loro malgrado nelle vesti delle ballerine per la danza d’apertura di una festa.

Gli Akuma ricominciano a tramare alle spalle di Miori e Mameha, mentre i Dark Lord cercano una soluzione per un piccolo effetto collaterale del sigillo protettivo impresso da Sasuke su Sakura (Miori).

A discapito delle sue buone intenzioni il ragazzo sta mettendo in condivisione il segno maledetto (o marchio di potenziamento) impressogli da Orochimaru durante l’esame di selezione dei Chunin di oltre due anni prima (per chi non se lo ricordasse il ragazzo ha rischiato seriamente di restarci secco).

Cosa ha in mente di fare Garv?

Che conseguenze avrà sulla “tranquilla” vita dei nostri amati protagonisti?

 

 Death

 

(Punto di vista di Sakura)

Avete presente l’inferno?!

Quel luogo tutto fuoco e fiamme con tante anime che vengono fustigate un’infinità di volte per tutta la durata della loro infelice permanenza?!

Bene, allora avete una mezza idea di quello che mi sta accadendo.

Giustamente vi ricorderete che quei grandissimi figli di buona donna stavano giocando al grande stratega, inventandosi qualche bel metodo per uccidermi nel metodo più cruento possibile.

Giustamente quei bastardi spuntano nel momento meno opportuno o inaspettato, oppure fanno scattare qualche trappola dove meno ce lo si aspetterebbe, se non fosse che quando l’Hellmaster mi ha addestrata è stato molto, ma molto più fantasioso.

Ok, è pur sempre esercizio, ma non mi dispiacerebbe che la smettessero di avvelenarmi il bento, o che aggiungessero lassativo nella salsa speciale per la carne grigliata (povero Choji, ha rischiato di schiattare disidratato), o di piazzarmi un letto di spade sotto il materasso dato che è il quinto che cambio questo mese.

E per fortuna sono riuscita a convincere la mia coinquilina a tornare alla casa principale, se non altro sono sicura che dorma molto più di me e se per qualche ragione state pensando che la cosa non centri molto, allora non conoscete veramente Hinata Hyuga. Può essere timida e impacciata quanto volete, ma se non riposa abbastanza diventa parecchio irritabile, e fidatevi, l’ultima volta non è stata un’esperienza piacevole. Vedere la Hinata dolce e carina con tutti, sbattere al proprio padre sproloqui che farebbero sembrare uno scaricatore diporto un autentico gentiluomo… meglio che non sappiate la reazione generale. Sarebbe troppo lungo da spiegare. Troppa gente di cui non ricordo neppure il nome.

E ciliegina sulla torta, da un po’ di tempo a questa parte comincio a sentire dei bruciori sul collo, ma quando do un’occhiatina non c’è assolutamente nulla. Potrei trattarsi di uno stiramento, ma continua a peggiorare, quindi deve trattarsi per forza di qualcos’altro.

Forse dovrei far vedere a Lady Tsunade.

(fine punto di vista di Sakura)

 

 

(Punto di vista di Sasuke)

Sono passati alcuni mesi da quando ho fatto ritorno ad Otogakure.

Ormai sia Kabuto che Tayuya (l’unica sopravvissuta del quintetto del suono venuto a prenderlo anni prima) sapevano della mia relazione con Sakura.

Non che lo avessi detto di mia spontanea volontà, ma quando durante la visita di controllo al mio rientro alla base hanno trovato qualche succhiotto di troppo, quei due sono entrati in modalità comare e mi hanno sottoposto ad un terzo grado degno di quello psicopatico di Morino.

Ancora non riesco a capacitarmi su come quei due possano essere così pettegoli.

Passi Tayuya che è pur sempre una ragazza, ma Kabuto?

Ed ora siamo tutti e tre in cucina, io che mi sto preparando un panino con i miei amati pomodori, Tayuya che legge il giornale e Kabuto che è seduto al tavolo intento a fissare un fascicolo.

Ogni tanto Orochimaru invia qualche spia ad assistere agli esami, in modo da cercare qualche elemento valido da rapirecorrompereecc. Queste tornano poi a lavoro concluso con i rapporti sulle promozioni avvenute negli altri villaggi per avere anche modo di sapere da chi avremmo dovuto eventualmente difenderci.

Se non erro devono essere quelle di tre mesi fa e ora che lo guardo mi sembra decisamente preoccupato per qualcosa

Non bisognava essere un genio per capirlo, dato che sta fissando lo stesso preciso identico foglio da oltre un quarto d’ora alzando di tanto in tanto gli occhi per fissarmi, risistemandosi nel frattempo gli occhiali sebbene questi fossero perfettamente al loro posto.

Anche Tayuya lo osserva di sottecchi finché sbatte spazientita il giornale sul tavolo

- Kabuto. Dagli quel cazzo di fascicolo e falla finita   

Tralasciando che la ragazza ha un urgente bisogno di un corso accelerato di galateo, ora ho la certezza che qualcosa non va.

- Sasuke, senti. Devo dirti una cosa che potrebbe non piacerti.

- Parla, ti sto ascoltando

- Siediti, è meglio.

- Va bene, va bene. Mi siedo.

A questo punto con nonchalance il tavolo.

- Ecco… lo sai che la tua fidanzatina non è più una Genin, vero?

- Suppongo di sì. È salita a grado Chunin?

Appoggio il piatto sul tavolo e afferro la sedia per lo schienale avvicinandomela e mi appresto a sedermi.

- No. Anbu.

Manco l’appoggio e finisco platealmente a terra.

Li fisso e vedo che i due bastardi si stanno mordendo le labbra per non ridermi in faccia.

- Prego!? 

Un attimo dopo la mia vista si appanna e tutto viene avvolto dalle tenebre mentre due voci mi chiamano.

(Fine punto di vista di Sasuke)

 

 

*È un incubo. Oggi non è successo ciò che è successo. È stato solo un brutto sogno*

- Non è stato un brutto sogno e tu lo sai.  

- Xellos. Che ci fai qui?  

- Credo che tu abbia bisogno di qualche spiegazione. Ma prima fatti una doccia. Credo a quando resterai in quello stato non sarai in grado di ragionare.

Era vero.

La ragazza era coperta di sangue da capo a piedi, fortunatamente non suo.

Durante la missione di quel giorno lei e il suo gruppo avevano dovuto combattere contro un gruppo di criminali di grado A, semplice formalità.

Andava tutto bene finché non era scattata la trappola e si erano rimasti circondati.

Uno dei suoi compagni era stato ucciso; invece lei se l’era cavata con parecchi graffi e gli altri due ne erano usciti parecchio feriti, ma niente di grave.

Lo scontro era andato per le lunghe. E gli altri stavano accusando la stanchezza.

Sarebbe continuato ancora per parecchio se non fosse finita col perdere il controllo uccidendoli tutti.

Non si limitò con trapassare i loro corpi da parte a parte con la katana.

L’odore del sangue riempiva le sue narici.

La inebriava.

Voleva sempre di più.

Infierì sui cadaveri.

Uno per uno, finché non vi fu un singolo centimetro della sua pelle non ricoperto dal sangue.

Neppure allora si fermò.

Continuò a colpirli, a far affondare la lama nelle loro carni fino a farli letteralmente a pezzi e solo allora riprese il controllo di stessa.

Si sentì sporca, e non solo perché era lorda di sangue.

Il suo gesto sembrava l’opera di un macellaio, di una bestia impazzita.

Ora che si trovava sotto la doccia e l’acqua aveva finalmente lavato via tutto il sangue notò una cosa che aveva visto verificarsi solo a Naruto.

Non perse tempo a rivestirsi. Afferrò l’accappatoio e se l’infilò coprendo le nudità.

- Xellos! Dimmi che diavolo mi sta succedendo!

- Calmati.

- Calmarmi un corno. Le mie ferite, guarda – e sollevò la manica dell’accappatoio mostrando la sua pelle umida e assolutamente indenne - Sono sparite.

- Perché credi che mi abbiano mandato! Su va a vestirti che arriveranno anche gli altri che mi sono preso la libertà di invitare, così ci eviteremo la fatica di ripetere il tutto. Ah! E non ti preoccupare per le trappole. Ho eliminato personalmente gli attentatori alla tua incolumità prima che potessero piazzarle. 

- …Ora ho capito. 

- Che cosa avresti capito. 

- Perché non andremo mai d’accordo noi due. (sospiro) Riesci a parlare di omicidio mantenendo quel tuo sorriso stampato sulla faccia. Non credo che ne sarei mai in grado.

 

Hinata era preoccupata. Sapeva che se i demoni li avevano chiamati non ne sarebbe uscito nulla di buono, ma tutto ciò era peggio di quello che si aspettava.

Se la tensione fosse un profumo avrebbe detto che ne era stata rovesciata un’intera boccetta, tanta ce ne era concentrata nell’aria.

Negli ultimi tempi Naruto aveva cominciato restarle accanto maggiormente ma senza essere asfissiante e talvolta uscivano assieme loro due soltanto per fare due passi, vedere un film, fare due chiacchiere in intimità o qualcos’altro di diverso dal mangiare ramen.

Stava bene con lui, ma anche se in quel momento era lì con lei, la sua presenza di non riusciva a tranquillizzarla.

Così ora lei e l’amica erano sedute sul divano in attesa che il demone cominciasse a parlare, mentre Naruto se ne stava appoggiato al muro con le braccia incrociate a discapito della sua immagine da ragazzo fin troppo vivace.

Sakura era raggomitolata appoggiando la schiena contro lo schienale.

Solo a Naruto aveva visto rigenerarsi le ferite così in fretta, e normalmente ciò era dovuto alla presenza di Kyuubi nel suo corpo.

Se ciò stava accadendo anche a lei, voleva solo stare a significare che il sangue demoniaco che scorreva in lei si stava destando e molto probabilmente a ciò era legato anche il suo comportamento bestiale durante la missione.

Non vi erano più dubbi, ma sarebbe riuscita a trattenersi? Sarebbe riuscita a non perdere il controllo e nuocere ad innocenti?

Era decisamente terrorizzata da una simile prospettiva e tremava così forte che gli altri se ne accorsero.

Persino Xellos che era in grado di indossare quel suo sorriso ebete anche nel bel mezzo di una carneficina tutto ad un tratto divenne serio.

- E così te ne sei accorta anche tu.  

- Di che state parlando!  

- Il mio sangue demoniaco… si sta… risvegliando

- COSA!?  E come fai a saperlo.

- Zitto foxy. Che così non la aiuti di certo.

- Stavo solo facendo una domanda.

- Naruto-kun ha ragione. Insomma, il quarto demoniaco è rimasto latente fino ad adesso. Perché si sta risvegliando? E perchè solo ora?

- Cosa posso dire… Tutta colpa dello Seishin no kusari (traduzione: catene dell’anime), quel bellissimo sigillo che tu e quell’altro avete sulla pancia. Diciamo che essendo le vostre anime legate, certi poteri sono messi in “condivisione”, quindi…

- …quindi anche quello stramaledettissimo marchio lo è.

- Esattamente e per qualche strana ragione sta stimolando i poteri demoniaci che risiedono in te rendendoti più aggressiva, però…

- Avanti. Parla. Però cosa…

- Mi hanno mandato perché è stato scoperto che si sta manifestando un effetto collaterale ben peggiore, e fidati, non ti piacerà per niente.

- Certo, certo. Perché secondo te la prospettiva di diventare una macchina assassina mi entusiasma tantissimo, vero?!

- Miori. Il marchio ti sta uccidendo.

Silenzio.

Erano tutti troppo stupiti per poter spiccicare una singola parola.

- Ora non ne risenti ancora, ma è solo questione di pochissimo. Lo so che ti risulta difficile, ma credimi se ti dico che mi spiace dovertelo dire così, ma se l’involucro in cui abbiamo inserito la tua porzione di anima muore, anche tu farai la stesa fine e dovrai attendere la morte di Mameha prima che possiate tornare un tutt’uno. E solo allora potrete tentare di reincarnarvi.

Sakura tacque un po’ di minuti prima di tornare a parlare a Xellos.

- E se riuscissi a sciogliere il sigillo?

- Potrebbe funzionare, ma non so come potrebbe reagire il tuo corpo. Potresti riuscire a bloccarne l’afflusso, ma non abbiamo garanzie che ciò basti a salvarti la vita.

- … … Capisco.  

Era calato un silenzio insostenibile.

Hinata si mise a piangeva disperata, seguita da Sakura che con le braccia strinse le ginocchia al petto e si lasciò ad un pianto silenzioso e Naruto, per la prima volta in vita sua non sapeva cosa dire.

Si era sentito la gola seccarsi e il cervello non riusciva a formulare una frase sensata, così fece la sola cosa che gli risultò più razionale al momento: si accasciò al suolo e rimase in silenzio.

- E Sasuke.

- Hn? 

- Che ne sarà di Sasuke.

- Non lo so. Ti giuro che non lo so proprio. Potrebbe sopravvivere come potrebbe morire. Non abbiamo mai studiato il sigillo sotto questo aspetto e quindi non ne sappiamo prevedere gli effetti.

- Mi porteresti da lui?! Vorrei… vederlo un’ultima volta.  

Non fu necessaria nessuna risposta.

Dopo un cenno di assenso, Sakura corse in camera e ne uscì con la divisa di Anbu addosso e la maschera in mano e solo un kunai con sé.

Xellos le cinge la vita, sparendo in un batter di ciglia e lasciando gli altri due ai loro pensieri.

 

 

Nello stesso istante ad Otogakure e precisamente nella base di Orochimaru, Sasuke se ne stava disteso nel suo letto.

Dopo aver perso conoscenza era stato ad una lunga sessione di esami per trovare la causa del suo svenimento, ma non avendo trovato nulla alla fine Kabuto se ne era uscito dicendo che probabilmente la causa era un forte affaticamento dovuto al troppo allenamento a qui si sottoponeva il ragazzo quotidianamente.

E quando vide la figura iridescente della sua ragazza avvicinarglisi decise che stava sognando, DOVEVA essere per forza un sogno.

Era impossibile che lei, in quella tenuta da Anbu che le risaltava le forme, senza un’arma con sé si fosse intrufolata nella loro base senza farsi scoprire.

Finì di porsi domande quando si sedette accanto a lui, gli mise le mani attorno al collo e cominciò a singhiozzare.

In tutta risposta le cinse con un braccio la vita per attirarla verso di sé.

Non seppe perché lo fece, ma guidato dall’istinto cominciò a baciarla.

- Mi dispiace…

Bacio

- così…

Bacio

- tanto…

La strinse a sé mentre lei con il viso appoggiato contro il suo petto continuava a piangere. Per un attimo giurò di sentire la sua pelle profumare di sapone grezzo.

- E per che cosa!?

- Per tutto

Era un sogno, giusto?

Quindi perché aveva la netta sensazione di stare per addormentarsi?

 

Sakura osservava il ragazzo giacere addormentato.

Voleva che Sasuke credesse di aver sognato, così con l’aiuto di Xellos aveva avvolto il proprio corpo in un glamour che avrebbe mascherato il suo corpo e la sua voce che ora suonava come un eco.

Un’illusione, per quanto potente, sarebbe stata sciolta facilmente dallo Sharingan, e non poteva permettersi di venire scoperta.

Il demone aveva poi castato un incantesimo del sonno che sarebbe stato più efficace di qualsiasi jutsu.

Ora poteva fare l’unica cosa da fare: prendere tutto il marchio maledetto e chiudere il collegamento.

Da Konoha sarebbe stato tutto molto più difficile, ma la vicinanza dei due metteva in risonanza il sigillo facilitando l’operazione.

Aveva scoperto che per attivare il marchio bastava desiderarne il funzionamento, quindi cominciò a concentrarsi ma senza risultati.

Passarono due minuti, dieci, quindici, mezz’ora, ma nulla.

Stava perdendo le speranze quando il marchio cominciò a scomporsi in uno sciame di piccole lingue di fuoco che dal collo scendevano verso il centro della spirale del sigillo e risalivano verso il suo di collo.

Era fatta.

Ora Naruto avrebbe avuto meno problemi ad affrontare Sasuke per riportarlo a casa.

Mancava il sigillo, così si incise il palmo della mano in più punti e con il sangue aveva ricoperto il sigillo del suo patner, posizionato le mani e mormorato un “release”.

Un attimo dopo il sigillo era diventato polvere.

Era soddisfatta di sé, ma non aveva fatto i conti con il marchio che una volta posizionatosi sul collo aveva inaspettatamente anticipato il suo processo ed ora la ragazza era distesa a terra con le mani attorno al esso cercando disperatamente di non urlare ma anche se avesse voluto sentiva le forze venirle meno.

Sentiva freddo, respirare le risultava difficile e ogni volta che cercava di rialzarsi finiva con ricadere.

La vista cominciava ad appannarsi.

In quella sala buia tutto ciò che riusciva ad intravedere era una figura robusta avvolta da un impermeabile arancione

 

- Garv 

 

Per un attimo si aveva rivisto un frammento del sogno precedente.

Questa volta vedeva Sakura strisciare lontano da un tizio fino a trovarsi con la schiena contro la farete.

Il tizio in qustione era un uomo dalla corporatura massiccia con addosso un impermeabile arancione ed impugnava nella mano destra una spada.

- No… ti prego… Garv… non… non farlo… ti scongiuro 

- Mi dispiace… ma non c’è altra soluzione.

L’uomo afferrò la spada con entrambe, girò la lama in modo che puntasse la ragazza e si preparò a vibrare il colpo.

A quel punto la vista si oscurò nuovamente e l’ultima cosa che sentì era il rumore di qualcosa di metallico che va a cozzare contro qualcosa di altrettanto duro.

La mattina dopo quando si alzò non trovò né macchie di sangue, né fori sospetti nelle pareti.

Si sentì solevo.

Non doveva preoccuparsi.

Perché in fondo si era trattato solo di un sogno, giusto?

  
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