Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Remedios la Bella    20/05/2012    3 recensioni
Julie. Occhi curiosi e un morboso attaccamento per i casi di serial killer e omicidi.
Adam. Uomo della porta accanto, mite e bizzarro.
I due si conosceranno, in una tranquilla giornata estiva.
Ma dietro l'apparenza si può celare la più cruda delle verità. Una verità che solo il sangue può nascondere agli occhi degli altri.
Enjoy.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“ Sei davvero decisa?” le chiese per l’ennesima volta. Lei si voltò verso di lui, dopo aver messo la tanica di calce sul retro della vettura di Adam.
“ Sapevo che i miei non ci sarebbero stati per tutto il pomeriggio” Ripeté :” Oggi è l’unico giorno che ho a disposizione per aiutarti, l’unica maniera che abbiamo per sbarazzarci di ciò che sai … non vedo altro modo e altro giorno …” Fece  per salire in macchina, quando lui le pose l’ultima domanda:” Sei gracilina … sei certa di riuscire a trasportare 54 chili di carne da sola? E non hai nemmeno paura di …”
“ vedi questa maglietta?” disse Julie mostrando a Adam il suo indumento, una Tshirt gialla tutta scolorita, decisamente troppo stretta:” Mia madre pensa che io l’abbia ormai buttata perché non mi sta più, ma io l’ho nascosta perché mi piaceva … se me ne disfacessi lei non noterebbe niente di diverso di me. Quindi, non ho paura di macchiarmi di sangue, anche i pantaloni sono vecchi.” I suoi jeans , che arrivavano fino alla caviglia, erano difatti strappati e inguardabili:” Ho il cambio nella borsa, non preoccuparti.”
“ Mi fai quasi paura con il tuo atteggiamento … sicura di essere la Julie che è scappata a gambe levate quando mi ha visto in fase “pazzia incurabile”?” fece lui, tentando di essere ironico. Lei sorrise :” Tutta questa storia va risolta prima o poi no? Tu piuttosto …”
“ Non farmi la predica, sai già che tipo di persona sono cara … e … non hai paura dell’odore di carne morta che rimarrà attaccato alla tua pelle?”
“ Ho abbastanza guanti e sapone per potermi lavare fino a scorticarmi … tu più che altro dovresti pensare a come fare a non farti scoprire!”
“ Ho i miei metodi … ora andiamo, o faremo tardi …” l’uomo salì in macchina e allacciò rapido le cinture di sicurezza.
Il tratto di strada, quello stesso tratto che Julie aveva trovato soffocante la prima volta che ci era andata, le appariva adesso come un abile nascondiglio per oscuri segreti, un po’ come l’ultima volta che ci era stata. Solo che stavolta non avrebbe scoperto nuove cose, ma avrebbe fatto in modo che nessuno scoprisse le cose che lei già conosceva.
Il piazzale davanti alla casa era illuminato dal fievole tramonto che rifletteva i suoi raggi nello specchio d’acqua nera del grande e misterioso lago.
La macchina si fermò con un rombo che si disperse nell’aria circostante, e i due scesero dalla vettura. Un leggero senso di nausea chiudeva le orecchie a Julie, che si diresse verso l’entrata della casa dopo aver preso la tanica di calce.
“ Ah, mi rispieghi  a cosa ti serve quella?” le chiese Adam, che nel mentre prese le chiavi dalla sua tasca.
“ lo vedrai appena saremo davanti al coso …” disse lei. Lui aprì la porta della casa, che puzzava di chiuso e muffa, accese rapido la luce e poi andò verso la porta laterale a quella dello scantinato:” Tu scendi, ti raggiungo subito.”
La ragazza annuì, e portandosi dietro quel carico che le stava per strappare le braccia, scese nell’atrio del piano di sotto. Fu lì che poggiò il recipiente e che un improvviso malessere la colse. La vista le si annebbiò, dovette reggersi alla parete vicino alla scala con la mano per non rischiare di svenire, stava sudando.
“ Che mi … prende?” sussurrò tra sé e sé mettendosi una mano davanti alla bocca. Stava reprimendo un conato, lo mandò giù in gola sentendo l’acido martoriargli le pareti del tubo digerente. Era l’odore del cadavere a farle quell’effetto … o piuttosto un senso di pentimento, di paura e angoscia che si stava rinnovando dopotutto? Non lo sapeva nemmeno lei al momento, fatto sta che se Adam l’avesse vista in quelle condizioni, non le avrebbe permesso di aiutarlo come lei si era ripromessa di fare. Respirò profondamente, e lo vide poi scendere da sopra la scala, con una busta dell’immondizia in mano.
Gli sorrise e lui ricambiò senza proferire parola.
L’uomo entrò nella stanza accanto a quella dove era custodito il reperto, lo sgabuzzino, e ne uscì con le chiavi.
“ Andiamo su …” disse, girando la chiave nella toppa. Lo scatto fece sobbalzare Julie, e un alone di aria chiusa e putrefatta le entrò nelle narici, facendo rinascere i conati, stavolta inarrestabili.
“ il bagno …” sussurrò, prima di coprirsi la bocca piena di succhi gastrici.
“ primo piano, porta a destra della scala.” Disse lui, guardandola preoccupato.
Lei corse e nonostante qualche schizzo sul pavimento, riuscì ad arrivare in tempo per rigettare il suo disgusto e la sua angoscia nel basso buco di ceramica.
Si resse alla tavoletta con le mani, respirando acremente e sentendo la sensazione stomachevole in bocca e su per le narici.
“ perché sono così debole? Devo … farcela.” Tentò di alzarsi, ma le sue gambe non ressero. Vomitò ancora e tossì platealmente. Adam, che aveva visto il disagio della ragazza, era salito in bagno per assisterla. Le porse un bicchiere d’acqua di lavandino, con cui lei si pulì la bocca marcia.
“ Julie ..?”
“ Ce la posso fare, è stato un momento di debolezza …” intervenne lei prima che lui potesse dire qualcosa a riguardo:” Lasciami rinfrescare e sono da te.”
Lui la guardò sofferente e acconsentì chiudendo gli occhi e alzandosi.
Lasciò il bagno e si ridiresse nello scantinato aspettandola poco fuori dalla porta. Lei arrivò pochi minuti dopo, la faccia fresca di lavaggio e gli occhi rossi, come se avesse addirittura pianto.
“ Lasciatelo dire, se non ne hai coraggio non ti obbligo.”
“ Devo dar fine ai miei incubi,  e questo è l’unico modo.” La ragazza estrasse un fazzoletto dalla tasca e se lo mise davanti alla bocca, per evitare di venire colta da altri malori.
“ Se lo dici tu …” la porta si aprì cigolante e il tanfo della stanza, misto all’aria di chiuso,uccise per un breve istante i polmoni e le narici della ragazza, che però resistette.
Si fece avanti nella stanza degli orrori, fino ad arrivare al congelatore mal funzionante.
“ Sta indietro …” le disse Adam poggiando la busta dell’immondizia per terra. Lei indietreggiò, lui aprì il congelatore e mettendoci le braccia dentro, senza essere minimamente disgustato, tirò fuori come un corpo addormentato il cadavere, in via di putrefazione e maleodorante.
Se quando Julie lo vide la prima volta gli sembrò di morire, ora poteva giurare che le pessime condizioni di conservazione lo avevano reso un pezzo di carne morta che avrebbe mandato all’altro mondo chiunque lo avesse toccato.
La pelle era diventata nerastra, il sangue che ornava la ferita da dove era stato asportato il cuore era aperto e violacea, tutto aveva un’inquietante aria di morte.
Adam lo poggiò sul pavimento steso, e poi andò verso la parete, afferrando la grande ascia appesavi sopra.
“ Hai intenzione di …”
“ Non ci sta tutto nella busta, va tagliato anche per risparmiare spazio no?” fece lui, brandendo l’ascia e guardando Julie, che non osava posare gli occhi sul cadavere o sul mobilio di organi custoditi nei barattoli.
“ Capisco ...” si limitò a dire, coprendosi gli occhi. Non voleva vedere un corpo venire diviso in pezzi come carne da macello, o vedere il sangue schizzare dalle vene del cadavere, sempre che ce ne fosse ancora.
Lui rimase a fissarla dall’alto della sua statura, senza agire sul pezzo di carne.
“ Julie … esci dalla stanza, non sei obbligata a restare.”
“ ma …” la ragazza stava per replicare, ma come lui scosse la testa le parole le morirono in bocca:” No. Esci adesso. Ne soffriresti più di quanto non stia già soffrendo.”
“ Adam … non posso.”
“ Si che puoi.” Lasciò l’ascia accanto al corpo e aprì le braccia, come per accoglierla in un abbraccio consolatorio: “Su …”
Appena Julie lo vide fare quel gesto tanto simbolico, lacrime calde e salate le scivolarono sulla guance inarrestabili. Si stava dimostrando debole e indifesa, stava reprimendo la voglia di aiutarlo, il suo istinto di serial killer nato quando aveva collegato la calce alla decomposizione di un corpo stava scemando come nebbia in una giornata di sole. Perché? Cosa la stava facendo ritornare allo stato di ragazza spaventata dalle cose?
Si buttò sul petto dell’uomo, aspirando il suo profumo di acqua di colonia e stringendolo a sé. Singhiozzava e non proferiva parola, e lui la strinse, poggiando il mento sui suoi capelli rossicci:” Dai …”
“ Non so perché … sigh … mi ero ripromessa di farlo, ma … sigh sigh … ” i singhiozzi non le davano pace, e la stretta aumentò. L’odore stantio della stanza era sparito, a contatto con quello di Adam. Si beò per un attimo di quell’odore e vi immerse il naso.
“ Hai solo paura … il mio era solo un consiglio. Se non hai forze per farlo, non ti costringerò.” Glielo stava ripetendo per l’ennesima volta, come un ritornello insopportabile. Alzò la testa, tirò su con il naso e si immerse nel nocciola degli occhi dell’uomo, mentre lui si perse in quelli verdi della giovane.
“ Aiutami a farcela.” Sussurrò lei. Si sciolse dal suo abbraccio, afferrò l’ascia da terra e si mise davanti al corpo.
“ che intenzioni hai?” disse lui, guardandola con il sopracciglio alzato.
“ Guidami.” Tese la mano tremante e lui capì. Un breve sorriso apparve sul suo volto. Si mise dietro di lei, posò le mani sopra quelle della ragazza che impugnavano l’arma:” Segui i miei movimenti e sta attenta ai piedi, piccola Chucky.”
“ bel soprannome.” Proferì lei. 

Angolo di Remedios:
Non ho niente da dire, giudicate voi cari :) 
Alla prossima! 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Remedios la Bella