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Autore: Gaia Loire    09/12/2006    6 recensioni

Ma se voglio provare a riportare indietro Sirius Black e la pace - non può esserci l‘uno senza l‘altro, non importa quanto io possa sforzarmi di essere il Sirius che non c‘è più -, questa è l’unica strada possibile.
Perché non sono in grado di sopportare ancora quest’amore riflesso, non posso vedere l’uomo che amo soffrire, non ancora.
Non sono così marcia da sacrificare la sua felicità per una parodia di vita, per una relazione distorta che non ci porterà da nessuna parte. Amare è anche questo, amare è non dimenticare mai la persona che si ha amato veramente.

Nimphadora Tonks sa che Remus non la ama, non veramente e, dopo aver vissuto per cinque anni con questa consapevolezza, ha deciso di darci un taglio. Ha ricostruito tutta la storia di Remus e Sirius, con improbabili testimonianze, e ha scelto di lasciarla come messaggio d'addio all'uomo che ama. Poi andrà a cercare Sirius, ovunque sia. Anche a costo di non tornare indietro.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, Nimphadora Tonks, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un gigantesco grazie a tutte le adorabili persone che hanno recensito. Chiedo perdono per il ritardo, ma ho avuto parecchi problemi di diversa natura. Se arrivate fino in fondo, una piccola recensione sarebbe cosa gradita :)

***

Capitolo 3: Gelosia

“We're just two lost souls (siamo solo due anime perse)
swimming in a fish bowl, (che nuotano in una boccia per pesci)
year after year, (anno dopo anno)
running over the same old ground. (calpestando il vecchio, solito terreno)
What have we found? (cos’abbiamo trovato?)
The same old fears” (le solite vecchie paure)
-Wish You Were Here (Vorrei che tu fossi qui)

E’ così difficile battere un fantasma, lo sai?
Perché il fantasma è solo nei tuoi ricordi, e non ha nessun difetto, è bello, irresistibile ed unico, perché l’hai perso e perché i fantasmi sono tanto abili da riuscire a cancellare le tracce negative che si lasciano dietro.
Nessuno può reggere un confronto con il fantasma, perché il fantasma è qualcosa che un tempo c’era e che tu hai perso, e che ti manca - e daresti un’occhio, la testa e tutto te stesso per riaverlo indietro, sì, davvero, anche solo cinque minuti, va bene.
Ma i fantasmi sono inafferrabili, così subdoli che ti mancano proprio quando sei con chi dovrebbe averli sostituti, così subdoli da essere molto più importanti per te quando non ci sono più.
Tu ricordi i contorni di Sirius? Ricordi la sua figura, non è vero, il suo sguardo, il suo sorriso e il suo tocco? Ma non ricordi le litigate, i silenzi, non ricordi tutti i dissapori, i silenzi, i commenti e le domande provocatorie e le ore passate a piangere, non è così?
E non li ricorderai mai, non avrai mai memoria delle grida e dei pianti, perché tu te lo ricordi perfetto, divino. L’hai eletto alla pari di un dio nei tuoi ricordi confusi, ed io non sarò mai alla pari.
Ma va bene, voglio dire, è okay, posso essere in grado di farcela, a me basta che tu non senta troppo la tua mancanza e che non stia male, davvero, sei tu quello che importi, non io, darei qualunque cosa perché tu fossi felice.
Il punto è che non posso.
Non c’è modo di salvarlo, di salvarti, è tutto così…ineluttabile.
Oh, Remus, sei mai stato paragonato ad un fantasma? Forse non volontariamente, certo, ma tu lo fai in continuazione, con tutti i tuoi accenni ed i tuoi discorsi, e poi, in quelle ore confuse a metà fra la notte ed il giorno tu mi sussurri che ti manca e io dico shh, va tutto bene, appoggiati a me, ti reggo io, sono qui per questo.
Non ci pensi, vero, a quanto male mi faccia? Lui non può più portarti via da me, no, Dio, è morto ed io l’ho visto cadere dietro il velo, ma tu ne parli ed io non so che cosa fare. Ti manca, ma perché lo dici a me? Mi credi così forte da poter sopportare anche questo?
Siamo distrutti, Remus, tutti e tre, e a questo punto l’unica speranza che ci è rimasta è questa - te lo giuro, non mi importa di dirlo un’altra volta, lo ripoterò indietro, a qualunque costo.
Ed è ineluttabile, ineluttabile da fare schifo, perché le cose sono queste e non importa quanto potrebbero andare meglio, è così che vanno. Questa è la nostra vita, ed è distorta e confusa, come un caleidoscopio che parla di amore e morte.
Io cerco di essere forte anche per te, sul serio, ci provo, stringo i denti e non importa se sto affondando, sì, anche se fa male e le mie gambe tremano fino al punto che ho difficoltà a reggere me, te e tutto il dolore che ci portiamo dietro.
Tu la senti la stretta costante al cuore, vero? Quel sentimento di angoscia e di disagio che si fa più forte quando le ombre sono lunghe e quello scintillio oltre la tenda potrebbero essere i capelli di Sirius, uh, andiamo a vedere? All’inizio non c’era, all’inizio pensavo che anche io andassi bene per te, che l’avresti dimenticato e che ci sarebbe stato un noi, non soltanto un io e un tu.
Dopo è nato piano piano, fino a diventare così forte da farmi avere paura di soffocare.
Dici che è irrazionale essere gelosi di un fantasma, che lui non c’è più e che cosa importa, adesso sono io la persona al tuo fianco?
No che non è illogico, e tu lo sai meglio di me, perché non importa che ci sia io o chissàchi al tuo fianco, tu ami lui. E il fatto che tu non lo possa riavere indietro non ti impedisce di farlo.
Vorrei che tu fossi qui.

Fu per tutti quanti una sorpresa straordinaria, quando, quella mattina, Vera Reckless si avvicinò a Remus Lupin e gli chiese se avesse voglia di andare ad Hogsmeade con lei.
James Potter aveva inarcato un sopracciglio con aria eloquente, Peter Minus aveva trattenuto una risata sciocca e Sirius Black…
…beh, Sirius Black era semplicemente furioso.
Non l’aveva dato a vedere, anzi, aveva sorriso in modo scenografico alle spalle di Remus e si era limitato a scansarsi in modo che Vera non vedesse la sua straordinaria bellezza e non lo preferisse al suo amico.
Anche se, a conti fatti, sarebbe stato a dir poco impossibile.
Tanto per cominciare, Vera non era la tipica ragazza che baciava la terra dove Sirius passasse - certo, mettendo da parte la questione che comunque a lei piaceva Remus - e sembrava essere in possesso di un cervello proprio.
E a Sirius non piacevano le persone che non sbavavano dietro a lui e che fossero in possesso di un cervello.
Okay, magari tranne una.
-Allora, che ne dici?-aveva chiesto Vera guardando Remus mentre tutti i suoi amici facevano un passo indietro escluso Sirius che, seppure dal suo angolino, sembrava intenzionato a non lasciarlo con quella lì da solo.
-Perché no?
Qualcosa, nel cuore di Sirius, si spezzò. Fece crack in modo tanto rumoroso che lui era quasi convinto si fosse sentito, ma forse era soltanto il rutto che aveva appena fatto.
Il sorriso di Vera si fece più largo.

24 Settembre
Caro Diario,
James non è maturato nemmeno di una virgola. Non riesco a capire perché, oggettivamente Remus è davvero un bravo insegnante, ma James non sembra recepire. Forse perché trova che è molto divertente fare gli scherzi a Snivellus lo stesso.
Ops, che sia.
Sai che Vera Reckless ha chiesto a Remus di uscire?
E’ stato ieri mattina, noi eravamo in giro che stavamo cercando Snivellus per Fargli Uno Scherzo e abbiamo incontrato lei, che si è avvicinata e ha chiesto a Remus di uscire insieme, come una coppia.
Io e James siamo andati via per lasciarli da soli, ma Sirius è rimasto perché voleva impicciarsi e fare innamorare Vera di lui, secondo me!
Vera è di Ravenclaw, è carina ed ha i capelli neri e lunghi come quelli di Sirius, quindi più o meno sopra le spalle. E’ molto brava in tutte le materie, però non so di che colore ha gli occhi.
Remus dice che non si dice che ha ma che abbia. E non vuole che io scriva certe cose sul mio diario, però lo dice in modo gentile.
La Evans ha detto che i nostri progressi per far diventare James maturo sono molto negativi e che non vuole vederlo mai più strisciare dietro di lei come un cagnolino.
Credo che James è sia convinto che, se si mostrerà maturo, allora la Evans lo vorrà indietro, ma finchè continua così non so che cosa possa ottenere. Secondo me potrebbe trovarsene una migliore perché lei non è così bella ed è antipatica.
Ad esempio c’è quell’amica di Vera Reckless che è simpatica e si chiama Alice. Lei non pretenerebbe una cosa tanto irrealizzabile come che James diventasse improvvisamente maturo, secondo me.
Sirius è appena entrato nel dormitorio.
-Ciao! Secondo te James e Alice stanno bene insieme?-ho appena chiesto, e lui mi sta guardando come se fossi un alce.
Dal letto dietro di me, Remus ride.-E’ un’altra tattica per non farlo diventare maturo, vero?
Sirius gli lancia un’occhiataccia e borbotta qualcosa che suona pericolosamente come “ventisette gatti” e “Canada” e “Vera Reckless”.
Si siede sul suo letto e tira le tende del baldacchino.
Penso che lui abbia dei salti di umore. Forse è quella cosa che ha a che fare con la luna, mi sembra che si dica lunatico.
Ma in realtà, dei nostri, è Remus quello che ha a che fare con la luna, però è un segreto, va bene?
Ora vado perché è entrato James e voglio raccontargli che prima ho visto Vera con Alice e che potrebbero stare molto bene insieme, loro due.
Ti voglio bene!

Oltrepasso la porta, e tu sei lì.
Seduto alla scrivania, con in mano un fascio di fogli ed una candela che emana una luce fioca al tuo fianco.
Vedi, il punto che manca nella mia ricerca sono le tue testimonianze.
Senza quelle non posso sapere tutta la verità, solo la verità e nient’altro che la verità.
Sirius non mi ha mai parlato di Vera - non voleva ricordarla.
-Remus?
La fiamma della candela vacilla e tu ti giri verso di me.
-Non vai a letto?-chiedi con dolcezza.-E’ tardi e io ne avrò ancora per molto.-abbassa la testa sui fogli ed io li guardo.
Lavoro per l’Ordine.
-Non ho sonno.-rispondo, cercando di fermare il tremito delle mie labbra.-Parlami di Vera.
-Vera Reckless?
Potrei quasi giurare di aver sentito una risatina nella tua voce.
-Lei.
Mi guardi, ed un guizzo di divertimento che non dovrebbe esserci attraversa il tuo sguardo.-Perché vuoi sentirlo, Nymphadora? Sono le undici di sera.
-Non chiamarmi Nymphadora.-mi ostino.
Forse, se mi impunto su questo, si dimenticherà il fatto che sia strano che io lo voglia sentire parlare della sua prima ragazza alle undici di notte. Magari non noterà neppure gli occhi lucidi.
-Cosa vuoi sentire riguardo a Vera?
Voglio sapere cosa pensavi di lei, cosa pensavi di Sirius e di quello che ti - vi - stava succedendo. Voglio sapere quando hai capito di amarlo e quando hai capito di non amare me.
Voglio sapere quanto male ti fa ancora il suo fantasma.
Scrollo le spalle e tento di allontanarmi dalla luce della candela.-Oh, com’era fatta. Tutto qui. Sai, quel genere di cose.
Inaspettatamente, ridi.
-Non avrai paura che mi piaccia ancora lei, vero?-chiedi.-Non è diventata una bella donna, te lo posso assicurare.
Devo mordermi la lingua per non urlare.
-E poi,-aggiungi, prendendomi per la vita ed avvicinandomi a te-io ho sposato te, non Vera.
Cerco di non guardarti con gli occhi sgranati. Non per la sopresa, no, per l’orrore. L’orrore per quello che hai appena detto.
Te ne rende conto, vero? Sai quello che hai appena detto?
Vera?
Come puoi pensare che mi importi di qualcuno come Vera quando c’era Sirius?
-Ma com’era fatta?
-Beh, era mora.-commenti, lasciando un attmo di suspance.-Aveva i capelli fino alle spalle, credo, gli occhi azzurri…non era molto femminile, comunque. Sai, quel tipo di ragazze che passano tutto il loro giorno a studiare, un po’ come facevo anche io.
-E i tuoi amici come l’avevano presa?
Ti irrigidisci appena contro il mio corpo.
-Beh, James era entusiasto per me, e Peter non ci credeva. Mi ricordo che sbagliava i congiuntivi ancora più del solito per lo shock.-fai una breve pausa e mi guardi. Io aspetto, ma non abbasso la testa verso di te.-Sirius…beh…era Sirius.
Non ho ancora capito se tu sappia che io so. Cioè, teoricamente so, mi ricordo quando lui era ancora vivo, vi vedevo e…beh, vi sentivo. Pensi che io l’abbia dimenticato? O forse hai cercato di somministrarmi una pozione perché dimenticassi tutto e per qualche strana congiunzione astrale io ho non l’ho bevuta? - magari ho rotto una tazzina, è altamente probabile.
Visto che non rispondo, mi lasci andare.-Ho soddisfatto la tua curiosità? Dai, vai a dormire, vengo fra poco.
Me ne vado dalla stanza prima che tu veda le mie lacrime.
Vorrei essere meno fragile di così.

Una volta mi hai raccontato di quando sei uscito con Vera.
E Sirius mi ha raccontato il prima.
Me lo ricordo, eravamo tutti e tre in cucina, io da un lato dal tavolo e voi vicini dall’altro. Sul legno c’era soltanto la mano sinistra di Sirius e quella destra di Remus, e non c’era bisogno di sbirciare che erano saldamente intrecciate. Se ve l’avessi chiesto, non avreste negato.
Almeno, Sirius non avrebbe negato.
Mi ricordo che il discorso l’ha sollevato lui perché era inspiegabilmente felice, è stata la prima e l’ultima volta che l’ho sentito nominare Vera Reckless e quando parlava di lei tutta la sua voce emanava disprezzo per lei. Mi chiedo cosa emanerebbe ora se ci vedesse.
So che eravate rimasti in camera, tu e lui. James era appena uscito blaterando qualcosa riguardo a Fabian e al profumo che gli avrebbe prestato per te e Peter l’aveva seguito come il cagnolino fedele che si dimostrava essere ogni giorno di più.
-Remus.
Remus si voltò verso Sirius e lo guardò, arrotolandosi le maniche della camicia sul gomito.-Che c’è?
-Con Vera…
Non terminò la frase e l’altro ragazzo lo osservà con un sopracciglio inarcato.-Con Vera?-ripetè, invitandolo a continuare.
-Cos’hai intenzione di fare?
-Cosa pensi che abbia intenzione di fare?-chiese Remus alzando gli occhi al cielo.-Non le salterò addosso al primo angolo buio come faresti tu.
-Io non le salterei addosso al primo angolo buio!-disse, ma dopo una smorfia di Remus gli fece alzare le mani in segno di resa.-Okay, forse un po’.-ammise a malincuore, ma non stava più parlando di Vera. Stava parlando del ragazzo che, davanti a lui, si abbottonava la cravatta.
-Comunque, qual è il senso di questa conversazione? Sto per essere in ritardo, e sai che non mi piace il ritardo, voglio essere puntuale.
Sirius socchiuse gli occhi. Cercava un modo di dirglielo, tutto qui.
Poi, che cosa dirgli non lo sapevo bene neanche lui. Però doveva dirgli qualcosa. Fermarlo. Salvare la sua virtù da Vera Reckless.
-Ti devo dire una cosa.
Remus alzò lo sguardo dai suoi polsini guardando Sirius con aria interessata.-Ti ascolto.
-Tu…-Sirius lo guardò. Quando capì cosa avrebbe dovuto dirgli, capì che non voleva.-…hai il naso sporco di mostarda.
-Mostarda?-chiese Remus, avviandosi verso lo specchio in bagno.
-Uhm, sì. Sul naso. Moltissima mostarda.
Quando Remus si chiuse la porta alle spalle, Sirius era già fuori dal dormitorio.
Capisci perché non possa importarmi di Vera sul serio?
Non sono gelosa di lei, non adesso. Potrei esserlo, se non fossi gelosa di Sirius, ma se non fossi gelosa di Sirius non sarei qui a pensarci.
Che brutta parola, gelosa, vero?
Sembra quasi un bambino che non vuole che gli strappino il suo giocattolo preferito. Forse puoi pensare che io non sia abbastanza matura da capire che Sirius non c’è più e che la tua realtà, ora, sono io, ma tu lo capiresti?
Oh, Remus, sii serio, okay?
Anche Sirius ha provato quello che sto provando io adesso, la sensazione che qualcuno mi abbia rubato il cuore e l’abbia intrappolato sottovuoto, in un barattolo fuori dalla mia portata ma non dalla mia vista.
Guardami, e vedrai una donna distrutta.
Combatti i tuoi fantasmi, combattili sempre, non lasciare che loro abbiano la meglio su di te perché sono morti, e se non lo sono allora non possono essere sul serio dei fantasmi, non ti pare?
Ti lacerano il petto e respirano la tua aria. Arrivi al punto in cui le giornate sono tutte uguali, l’una dall’altra, e tu sei così vicino a me e non posso averti.
Non ho il permesso di venire da te e chiederti se mi ami sul serio tutte le volte che vorrei saperlo; potresti stancarti di me, oppure rispondere, ed entrambe mi sembrano talmente intollerabili da non lasciarmi respirare.
Il tuo fantasma ha il tuo cuore, Remus, e il fatto che sia morto non ti impedisce di amarlo.
Quindi dimmi perché non potrei essere gelosa di lui, Remus.
Lui è morto, e nessuno di noi ha vinto.
Abbiamo entrambi perso.

-Allora?-chiese James.
Sirius si girò verso di lui con un guizzo nervoso nello sguardo, ma non disse niente.
-Allora cosa?-fece Peter grattandosi la nuca.
-E’ uscito secoli fa,-continuò James appoggiando i palmi sul davanzale e sbirciando fuori con aria concentrata.-e noi siamo tornati anni fa.
-Probabilmente si sta nascondendo da lei da qualche parte.-borbottò Sirius guardando il letto con il broncio.
Le sopracciglia di James schizzarono quasi oltre l’attaccatura dei capelli.-Nascondendo da lei?-chiese divertito.-So che il nostro Moony non è il più grande Casanova dell’ultimo secolo, ma neanche lui si nasconderebbe da lei.
Sirius incrociò le braccia sul petto.-Ma metti che lei l’abbia aggredito!-protestò con una voce molto infantile.-Lui non sa neanche come comportarsi, in questi casi! Potrebbe…-fece una pausa per raccogliere le idee e poi si girò verso James, i suoi occhi che brillavano di un’emozione molto simile all’apprensione.-Potrebbe molestarlo!-squittì.
E squittire, si disse dopo, non era affatto una cosa virile.
James scoppio a ridere, e alle sue risate fecero presto eco quelle di Peter, nonostante non avesse capito bene che cosa stesse succedendo.-Però,-disse quello con giudizio.-potrebbe starlo molestarlo, in effetti.
-Oh, tu sì che mi capisci!
James aggrottò le sopracciglia scoccando a Sirius un’occhiata obliqua. Santo Cielo, Moony non era un bambino, aveva sedici anni!
Sapeva che cosa fosse il sesso - o almeno, James lo sperava.
Sirius intercettò lo sguardo ed aprì la bocca per dire qualcosa di estremamente caustico, però non disse proprio niente perché l’istante dopo la porta si aprì.
Peter sporse il collo per vedere chi fosse, cioè, per vedere se Remus fosse stato da solo o se avesse dietro una terribile Vera Reckless tutta ridacchiante e spettinata. Fu un po’ deluso e un po’ sollevato quando non vide tracce di lei.
-Allora?-chiese James con impazienza.
Remus aprì le braccia.-Un disastro,-borbottò.-Era troppo…-si interruppe e riuscì a trattenere il “una ragazza” che stava per uscirgli dalle labbra.-…appiccicosa.-disse
Sirius non riuscì assolutamente a spiegarsi perché diavolo si sentisse così bene, o forse semplicemente non voleva spiegarselo.
James scrollò le spalle.-Beh, sarà per la prossima volta.
Peter fu l’unico a vedere l’occhiata di sottecchi che lanciò a Sirius, ma poi se ne dimenticò. Del resto, sibilò il suo subconscio, non è una cosa così importante.

-Sei ancora sveglia?
Ti guardo ed annuisco. Tu ti giri fra le coperte fino a scivolare al mio fianco.-Stai bene?-chiedi, con quel tono basso e rauco e voglio soltanto chiudere gli occhi e le orecchie ed andarmene e non sentirlo mai più.-Mi sembri stanca, in questi giorni. Stressata.-socchiudi le palpebre.-Dispiaciuta?
E’ un affermazione o una domanda? Non so che cosa rispondere.
-Nymphadora?
-Scusami, ho un po’ di sonno. Molto da lavorare, sai. Stressata,-spiego a fatica, e non so bene come trattengo il singhiozzo che minaccia di uscirmi dalle labbra.
Sorridi, sussurri qualcosa di indistinto e poi mi baci - ed io non penso a te.
Ma anche tu stai facendo lo stesso, non è vero?
Il tuo personalissimo fantasma è sbucato di nuovo da sotto il cassettone delle foto, dove si rintana quando c’è troppa luce, e sta strisciando sotto le coperte.
Sento il movimento d’aria gelido vicino alle mie caviglia e poi il fantasma è attaccato al mio corpo, poi è sopra al mio corpo ed alla fine è dentro e io sono lui e va bene così.
Oh, amare senza essere ricambiati non è niente in confronto a questo. Perché se sai che i tuoi sentimenti non sono corrisposto, non rischi assolutamente nulla. Tu lo sai, lo sai benissimo, ed è soltanto colpa tua se sei corso impelagarti nel labirinto del tuo cuore. Puoi sempre tirarti indietro.
Ed io non posso, perché tu mi ami perché hai bisogno di me e io ho bisogno di te perché mi ami, e se me ne andassi adesso ti accartocceresti su tè stesso e darei qualunque cosa fosse in mio possesso perché tu stessi bene.
Lo sai che lo farei. (E poi lo sto già facendo, quindi è ridicolo ed ora smetti di baciarmi in quel modo, sul serio, piantala, altrimenti potrei ridurmi in tanti frammenti ma in realtà lo sto già facendo quindi d’accordo, non importa, continua solo a baciarmi così.)
Ti ho già parlato del caleidoscopio, prima? Amore e morte, ho detto, non è così?
Ma non ho menzionato la cosa più importante, il fatto che giri. Basta un colpetto e sul vetro i pezzi si combinano in tante forme diverse e ti danno l’illusione che lo facciano sul serio, che siano sempre diverse e mai uguali, vabbeh, magari un paio di volte, può capitare. E a un certo punto credi che le forme siano infinite e che, prima o poi, ce ne sarà anche una che va bene a te, giusto?
Sbagliato.
Perché non importa quando volte tu lo giri, i pezzi sono sempre gli stessi. E non importa quanto si possano combinare, in che modi diversi tu li possa legare l’uno all’altro, i pezzi non scompariranno alla tua vista e ne nasceranno di nuovi. Puoi soltanto cercare di nascondere quelli che detesti, ma questo non vuol dire che se ne andranno.
Resteranno fra la coreografia ed il vetro, più impalpabili dell’aria ma comunque presenti, e l’unica cosa che puoi fare è rompere il caleidoscopio e prenderli, frammento per frammento, ma così non saprai più quali sono.
Rischierai di prendere cose semplicemente troppo importanti perché tu possa vivere senza e, soprattutto, il vetro non si potrà più ricomporre.
Una volta che l’hai rotto, rimane rotto.
E quindi l’unica soluzione è tenerlo così com’è, e girarlo, sfruttando l’unico momento in cui i pezzi che non vuoi semplicemente non sono visibili agli occhi.
Appunto, fantasmi.
Ma poi, a pensarci bene, è davvero un compromesso così soddisfacente?

  
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