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Autore: jewellangela    10/12/2006    15 recensioni
A Jusendou, Akane ritorna in vita… ma a che prezzo?
ATTENZIONE: Questa storia appartiene ad Angela Jewell ed io la sto traducendo con il permesso dell’autrice. ChiuEs
WARNING: This story belongs to Angela Jewell, and I’m translating it with author’s permission. ChiuEs
Dal terzo capitolo, con il permesso di ChiuEs, la traduzione sarà portata avanti da Stray cat Eyes.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tre Giorni per Dire Ti Amo

di Angela Jewell



Sommario: A Jusendou, Akane ritorna in vita… ma a che prezzo?

Disclaimer: Come la maggior parte delle persone sa, non possiedo questi personaggi (sfortunatamente!) e li sto prendendo semplicemente in prestito per questa storia. Quindi, se vi preoccupaste di denunciarmi, perdereste e vi fareste anche del male. =P


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ATTENZIONE: Questa storia appartiene ad Angela Jewell ed io la sto traducendo con il permesso dell’autrice.
WARNING: This story belongs to Angela Jewell, and I’m translating it with author’s permission.

ChiuEs
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Capitolo 2
L’Affare


La Hannya studiava Akane attraverso le palpebre abbassate, la sua espressione fredda e calcolatrice. Tutti i segni della gentilezza di poco prima erano scomparsi, e Akane sentiva crescere il suo disagio sotto l’intensità di quello sguardo. A suo parere, mai come in quel momento l’Oni era stata più simile a un demone.

“Così, hai detto che potresti aiutarmi?” Akane domandò debolmente, arrivando subito al punto. La sua testa ancora girava poiché la sua memoria era stata da poco scandagliata, ma, cosa abbastanza strana, la sua mente era completamente aperta—si sentiva come se non avesse mai pensato più chiaramente.

Un piccolo sorriso si formò sul volto della Hannya mentre annuiva. “Ho detto che posso aiutarti—ma che lo faccia o meno dipende da te.”

Akane aggrottò la fronte. Avrebbe dovuto immaginare che l’Oni non avrebbe reso le cose facili. “Bene allora,” affermò concisamente, “cosa puoi fare?”

Il sorriso della Hannya svanì e la sua espressione divenne seria. “Io posso riportarti in vita,” disse adagio, con cautela. “Ma c’è una condizione. Ci sono prezzi, sai, e ci sono regole.”

Akane annuì. Aveva vissuto con Nabiki abbastanza a lungo da capire che ogni cosa aveva un prezzo. “Che tipo di regole?” domandò inquieta.

“Beh, è più di un piccolo affare, in realtà,” spiegò la Hannya, cominciando ad avvicinarsi lentamente. “Ti rimanderò indietro ad una condizione, e se non sarai in grado di sottostare ai… termini… del nostro accordo,” l’Oni fece una pausa per sorriderle. “Allora apparterrai a me.”

Akane deglutì nervosamente. Negli occhi dell’Oni c’era uno sguardo predatore che la spaventava—sembrava un lupo che fissava la sua preda. “Che cosa vuoi da me?” chiese, improvvisamente terrorizzata dalla donna che stava di fronte a lei.

La Hannya fece un passo indietro. “Tu hai, diciamo, un potere che io desidero ardentemente,” replicò con leggerezza. “Se c’è la possibilità per me di ottenere quel potere, è naturale che sia disposta ad aiutarti.”

Akane la guardò stranita. “Potere?” domandò in preda alla confusione. “Ma io non ho nessun potere.”

L’Oni sorrise. “Non tutti i poteri possono essere visti, Akane.”

Questo aveva senso. Happosai e Cologne non sembravano molto forti a prima vista, ricordò a sé stessa, eppure entrambi erano dotati di poteri che altri potevano a malapena immaginare.

Akane volse lo sguardo alla Hannya, la sua espressione seria e fiduciosa. “E cosa accadrebbe se riuscissi a stare ai patti?” domandò.

L’Oni si adombrò, accigliandosi. “Il nostro accordo verrebbe assolto. Tu continueresti a stare dove sei, viva e felice.”

La voce di Akane vacillò. “E se fallissi?” chiese fiocamente.

La Hannya semplicemente sorrise.

Beh, magnifico, rifletté Akane. Non importa cosa accadrà, ordinò a sé stessa, non perdere. Con una forza che non sapeva di possedere, Akane raccolse il coraggio di fare la domanda che aveva temuto di porre per tutto il tempo.

“Cosa dovrei fare?”

Gli occhi della Hannya parvero luccicare nell’oscurità, e Akane sentì il timore ritornare. “C’è una cosa che devi capire, prima,” disse l’Oni, afferrando un lembo della sua morbida veste e stringendola con forza nel palmo. “Io sono una Hannya, Akane,” spiegò. “Prima di ogni altra cosa, è fondamentale che tu capisca questo.” Sospirò, evidentemente persa nei propri pensieri, poi stizzita lasciò cadere la seta sul suo fianco. “Per questa ragione, l’unico potere di cui dispongo è il potere di riunire gli amanti divisi—o di condannarli.”

Akane avvampò. “Amanti divisi?” chiese, imbarazzata. “Ma io non sono—voglio dire, Ranma e io non siamo—”

La Hannya troncò le parole della ragazza con un’occhiata gelida. “Tu sei stata strappata da lui,” affermò irritata. “Non importa come. L’unica cosa che importa è che ho il potere di riunirvi per breve periodo. Che questo periodo venga poi prolungato o meno, comunque, dipende da lui.”

Gli occhi di Akane si spalancarono. “Da lui?” domandò incredula. “Ma… continuo a non capire. Cos’ha a che fare Ranma con tutto questo?”

L’Oni ghignò, scoprendo i denti. “Come ho detto,” replicò con freddezza. “Ogni cosa dipende da lui. Che tu vinca o meno, che io vinca o meno. Lui, mia cara, è la chiave.”

Akane la guardò rabbiosamente. “Perché?” chiese con nervosismo. “Come?”

La Hannya la fissò con gli occhi grigio acciaio mentre parlava con tono più basso. “Lui deve dire di amarti entro tre giorni,” spiegò. “Se ce la farà, vincerai tu—ma se non lo farà—” s’interruppe, lasciando la frase in sospeso.

Akane rimase shockata, non sicura di come avrebbe dovuto reagire. Ranma? Dire che mi ama? La ragazza sentì tutta la speranza svanire. Era impossibile! Persino lei non era stata in grado di ammetterlo fino a che la sua mente non era stata invasa dall’Oni—l’idea di Ranma che diceva quella cosa era semplicemente ridicola. E in tre giorni! Quello stupido testardo sarebbe morto prima di dire qualcosa del genere.

“Tu lo ami,” disse l’Oni, percependo il suo tentennamento. “Questo dovrebbe essere tutto l’incentivo che ti serve.”

“Sì, io lo amo,” replicò lei con astio. “Ma non ho idea di cosa lui provi per me.” Facendo una pausa, Akane si accigliò, e fece un profondo, tremante respiro. “Oltretutto,” continuò, “lui ha altre due fidanzate, ricordi? E nel caso tu te lo sia scordata dopo avermi scavato dentro la testa, io sono quella NON-carina.”

La Hannya si pose una mano sulla tempia riflettendo. “Beh, mi dispiace ma le condizioni sono queste. Si tratta di quello o,” fece un ampio movimento con la sua mano, disegnando un cerchio all’interno del vuoto che le circondava. “O di questo. La scelta sta a te. Ma, ti avverto,” aggiunse, stringendo le palpebre. “È l’unica opportunità che avrai.”

Akane annuì silenziosamente, assorta nei pensieri.

Non sapeva cosa fare.

Voleva vivere, questo lo sapeva, ma avrebbe dovuto rischiare? Dopotutto, non sapeva nemmeno se poter confidare o meno nel fatto che l’Oni mantenesse la parola—se per miracolo Ranma avesse ammesso che l’amava e lei fosse morta ugualmente?

Lì, almeno, sarebbe potuta trapassare… forse avrebbe addirittura ritrovato sua madre.

Il pensiero della madre, tuttavia, riportò alla mente ricordi della sua famiglia. Immagini della faccia di suo padre rigata dalle lacrime riempirono la sua testa, e Akane scosse la testa, per cacciarle via. Allora, più immagini apparvero: Kasumi e Nabiki, che piangevano—avevano tutti sofferto enormemente quando la loro mamma era morta. Lei non poteva sopportare di far passare loro tutto questo di nuovo…

E ovviamente c’era Ranma.

Sapeva che lui si sarebbe considerato responsabile della sua morte, anche se non era stata colpa sua… e non poteva digerire il pensiero di Shampoo e Ukyo che usavano la sua morte come espediente per allungare i loro artigli su di lui.

E il signor e la signora Saotome, i suoi amici a scuola… non poteva abbandonarli tutti così all’improvviso, giusto?

Akane provò a sorridere.

Ranma lo avrebbe fatto, ricordò a sé stessa. Se si fosse ritrovato in quella situazione al suo posto, non c’era dubbio che lui avrebbe accettato. Lui avrebbe guardato a quella come ad un’altra sfida—un altro avversario da sconfiggere. Francamente, quell’idiota era alquanto prevedibile.

Il sorriso di Akane vacillò.

Ma lui era sempre più forte di lei… non importa quanto duramente lei tentasse di uguagliarlo…

Scosse il capo, tentando di liberarsi da pensieri così deprimenti. Non sarebbe andata da nessuna parte se avesse continuato a paragonarsi a Ranma, decise. E poi, c’era ancora qualche cosa che aveva bisogno di sapere prima di fare la sua decisione finale. Akane pose lo sguardo sulla Hannya. “Le regole,” disse, ricordando che non le sapeva ancora. “Hai detto che c’erano delle regole. Quali sono?”

“Ah,” disse l’Oni, evidentemente lieta dell’interesse che lei aveva mostrato. “Ce ne sono poche, ma sono tutte molto importanti,” spiegò. “Regola numero uno: non ti è permesso confessargli che lo ami. Se lo farai, perderai automaticamente.”

Il cuore di Akane precipitò. “Ma non è giusto,” esclamò. “Come posso fare in modo che lui lo dica, se non posso nemmeno rivelargli ciò che provo?”

La Hannya la guardò a palpebre socchiuse. “Deve dirlo di sua spontanea volontà, Akane,” le ricordò. “Se tu lo dicessi per prima, gli verrebbe data, per così dire, una piccolo spinta. E questo,” disse, agitando un dito in direzione di lei, “renderebbe tutto troppo facile.”

“Ma non è giusto,” ripeté Akane.

L’Oni sorrise. “Io devo avere qualche tipo di vantaggio,” replicò. “Altrimenti, che gusto ci sarebbe nel giocare? Sono le regole che lo rendono stimolante. Senza una sfida, non sarebbe altrettanto giusto per me, no?”

Akane s’infuriò in silenzio. Era tipico degli Oni volgere le cose a loro favore. “Hai detto che c’erano poche regole,” sibilò, ribollendo. “Quali sono le rimanenti? Deve avere gli occhi bendati e stare in equilibrio sulla cima della Torre di Tokyo mentre lo dice, o cos’altro?”

La Hannya ridacchiò. “No, no, ragazzina, niente di simile,” disse. “Come ho spiegato prima, lui deve dirlo entro tre giorni. Il conto alla rovescia comincerà non appena aprirai gli occhi.”

“E terminerà alla stessa ora del terzo giorno, giusto?”

L’Oni annuì. “Dopo—dopo anche solo un minuto— sarà troppo tardi.”

Akane corrugò la fronte mentre cercava di assimilare tutte le nuove informazioni.

“E naturalmente,” l’Oni continuò, il suo tono che diventava serio e duro. “Nessuno deve venire a conoscenza della chiacchierata che abbiamo avuto qui oggi: niente su di me, sul nostro accordo, o sulla tua effettiva morte. Ma oltre a queste,” continuò fermamente, “non ci sono altre regole. Puoi provare qualsiasi cosa ti venga in mente per fargli ammettere i suoi sentimenti per te. Anche se,” aggiunse, “non ti è consentito usare magie, trucchetti, o droghe—”

“—e lo deve dire di sua spontanea volontà,” la interruppe Akane. “Sì, lo so.”

“Bene allora,” l’Oni proruppe, guardandola con impazienza. “Hai già preso la tua decisione?”

Scuotendo il capo, Akane sospirò. “Posso avere ancora un po’ di tempo per schiarirmi le idee?” domandò quietamente.

“Certo.”

Guardandosi attorno, Akane esaminò i dintorni. Non riusciva nemmeno ad immaginare come sarebbe stato rimanere intrappolata in quel posto per l’eternità—stare lì soltanto un momento di più, sarebbe stato già troppo. L’oscurità intorno a lei era opprimente e la piccola quantità di luce che l’Oni sprigionava non alleviava per nulla le sue preoccupazioni.

Ma un destino come questo sarebbe stato peggiore di quello che la Hannya aveva in serbo per lei, nel caso avesse fallito?

Akane gemette per la frustrazione. Non riusciva a trovare un qualcosa che l’aiutasse a prendere quella decisione.

Era tutta colpa di Ranma, pensò con rabbia. Sarebbe stato molto più facile decidersi se solo lei avesse saputo cosa quello scemo provava nei suoi confronti. La odiava? Gli piaceva almeno un po’? Aveva lei perlomeno una chance?

Se avesse accettato l’offerta, come avrebbe potuto essere sicura di non aver già perso in partenza? Akane sospirò, sentendosi impotente.

E fu in quel momento che la udì: una voce, che la chiamava.

Ma non era una voce qualsiasi.

“Ranma?” Akane prese a guardarsi attorno, in cerca del fidanzato.

Lo sentì di nuovo; Ranma, che la supplicava di aprire gli occhi.

Accanto a lei, la Hannya sorrise.

Come può essere? si chiese Akane. Perché poteva sentirlo ma non poteva vederlo?

“Lui non è qui, Akane,” l’Oni spiegò, “Lui è a Jusendou, e ti sta aspettando…”

Akane ricacciò indietro un’ondata di disappunto, annuendo in silenzio. Naturale, pensò mestamente. Non c’era possibilità che lui si trovasse lì… Ogni altro pensiero venne spazzato via quando la voce di lui tornò a farsi sentire da lei. Ma c’era qualcosa di… strano in quella. Non suonava ultra-determinata, boriosa, o arrogante, come al solito.

Sembrava… così triste.

Stava piangendo…?

Lei rimase lì, stupita, ascoltando attentamente ogni parola che Ranma pronunciava, non credendo alle sue orecchie. Lui la stava pregando, scusandosi, implorandola di aprire gli occhi e tornare da lui.

Poi, improvvisamente, la disperazione aveva lasciato la sua voce e lui le aveva chiesto semplicemente di ascoltare, dicendo che c’era qualcosa che voleva rivelarle…

…E il respirò di Akane le si fermò in gola mentre il suo cuore accelerava i battiti. Aveva potuto sentirlo—il dolore nella sua voce, il senso di colpa—e quando lui aveva urlato il suo nome, tutte le sue emozioni l’avevano inondata, con più forza che mai: l’agonia—l’amore—la stava abbracciando, la stava circondando.

Akane sorrise lievemente. Finalmente, sapeva cosa doveva fare.

Si voltò verso l’Oni. “D’accordo,” disse con calma. “Accetto le tue condizioni.”

“Allora chiudi gli occhi,” ordino la Hannya.

E Akane ubbidì.

Fine del Capitolo 2




Note dell’autrice

Whoa! Ci credete che ho finito questo capitolo in UN giorno solo? Sono ancora sotto shock. Non ho MAI scritto un capitolo così velocemente prima d’ora (basti chiedere alle persone che hanno aspettato per circa sei mesi il nuovo capitolo di THE GAME). Comunque, davvero, questo capitolo si è semplicemente scritto da solo! Naturalmente era solo la prima bozza e ho dovuto metterlo a posto un po’, tuttavia—UN giorno! Mi sorprendo di me stessa a volte ;)

Mi spiace davvero di aver detto che avreste visto Ranma in questo capitolo e che invece non sia successo… ma dovevo interrompere qui. Era questo il capitolo voluto… Ma non preoccupatevi—Ranma c’è nel prossimo. Lo prometto. Infatti, è la prima parola. ^_^

Ad ogni modo, mi auguro che abbiate gradito la storia fino ad ora.



Note della traduttrice

Bene, sono riuscita a postare anche il secondo capitolo… sono già ad un terzo del progetto.^^

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato: akane!!!, DolceMella, forevergiulia, Giulia, Kikka 21, lithtys, Lynn, MarySaeba92, orange, Ruka88, Uotani, Watashiwa7. Ho spedito le vostre recensioni tradotte ad Angela, quindi le ha lette anche lei! Grazie a nome di entrambe.
Non mi resta che salutarvi, alla prossima!^^


PS: Again, grazie Simone ^_-



  
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