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Autore: jewellangela    01/10/2006    10 recensioni
A Jusendou, Akane ritorna in vita… ma a che prezzo?
ATTENZIONE: Questa storia appartiene ad Angela Jewell ed io la sto traducendo con il permesso dell’autrice. ChiuEs
WARNING: This story belongs to Angela Jewell, and I’m translating it with author’s permission. ChiuEs
Dal terzo capitolo, con il permesso di ChiuEs, la traduzione sarà portata avanti da Stray cat Eyes.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Tre Giorni per Dire Ti Amo

di Angela Jewell



Sommario: A Jusendou, Akane ritorna in vita… ma a che prezzo?

Disclaimer: Come la maggior parte delle persone sa, non possiedo questi personaggi (sfortunatamente!) e li sto prendendo semplicemente in prestito per questa storia. Quindi, se vi preoccupaste di denunciarmi, perdereste e vi fareste anche del male. =P


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ATTENZIONE: Questa storia appartiene ad Angela Jewell ed io la sto traducendo con il permesso dell’autrice.
WARNING: This story belongs to Angela Jewell, and I’m translating it with author’s permission.

ChiuEs
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Capitolo 1
Jusendou


Akane non si era fatta illusioni sulla morte. Sua madre era morta, dopotutto. Perciò, quando infine aprì gli occhi per ritrovarsi completamente avvolta dall’oscurità, non poté dire di essere realmente sorpresa. Non c’era nulla di caldo, confortante, o glorioso nell’andare all'altro mondo. Il dopo-vita era freddo, e scuro, proprio come l’aveva immaginato.

Ma cosa veniva dopo?

Ne aveva viste di cose essendo stata un’artista marziale, cose che sfuggivano ad una spiegazione-- fantasmi, demoni, spiriti-- non poteva dimenticare tutte le cose che aveva affrontato quand’era in vita. Ma queste entità soprannaturali come avevano cominciato ad esistere? E dov’erano in quel momento?

Oppure, pensò con un brivido, era questa vuota, silenziosa oscurità, tutto quello che c’era veramente?

D’altra parte, Akane non poteva dire di essere particolarmente contenta della sua situazione. Tutto sommato, non era stata la consapevolezza di una morte imminente a spingerla a stringere la presa attorno a quel rubinetto a forma di drago.

Tutto ciò che le importava in quell’occasione era salvare Ranma.

Ranma.

Al pensiero del suo fidanzato, il cuore di Akane fece un balzo. Doveva essere furioso con lei, in quel momento-- non che lei potesse biasimarlo. Anche lei si sarebbe arrabbiata se lui avesse finito col morirle davanti. Ma come poteva immaginare lei quello che sarebbe accaduto? Non è che il rubinetto dell’acqua fosse stato proprio corredato di istruzioni.

Più Akane pensava a Ranma, più la sua mente divergeva verso le varie altre fidanzate del ragazzo. Come avrebbero preso la sua morte Ukyo e Shampoo? si chiese. Si sarebbero sentite sollevate, visto che il principale ostacolo fra loro e Ranma era stato finalmente tolto di mezzo? O avrebbero provato vera tristezza nell’apprendere che se n’era andata?

Akane quasi rise all’idea. Ah, chi voleva prendere in giro: Shampoo era quasi certamente oltre l’estasi, e Ukyo, l’affezionata, graziosa amica d’infanzia di Ranma, probabilmente stava già distribuendo gli inviti al matrimonio proprio in quei minuti. Akane ebbe un moto di stizza a quel pensiero.

Beh, non se lei fosse riuscita ad evitarlo, rifletté ferocemente.

Che non si fosse fatta illusioni sulla morte non stava a significare che si sarebbe semplicemente seduta là con indolenza e l’avrebbe accettata.

Raccogliendo il poco coraggio cui riuscì a fare appello, Akane aprì la bocca e gridò più forte che poté, “C’è qualcuno qui?!”

O almeno, questo era quello che avrebbe voluto dire… se un qualsiasi suono fosse venuto fuori.

Gli occhi di Akane si allargarono per la paura e la ragazza avvertì il principio di un attacco di panico nascerle dentro. Se non riusciva nemmeno a parlare, allora come avrebbe potuto-- Akane zittì il pensiero, per paura di conoscere la risposta. Radunò le forze, invece, e provò a sedersi-- solo per rendersi conto che non poteva. Tutto il suo corpo era completamente congelato.

Si sentiva senza peso-- come se stesse galleggiando.

Ora poteva avvertire il panico che cominciava a crescere… Ranma, invocò. Dove sei?

“Calmati, ragazza,” ordinò improvvisamente una voce nell’oscurità. Akane si guardò intorno e boccheggiò. Verso di lei stava camminando la donna più bella che avesse mai visto.

Capelli lunghi e neri fluttuavano attorno alla dama e sembravano mischiarsi alle tenebre circostanti; un netto contrasto con la sua pelle, che era pallida e bianca, come l’avorio. I suoi occhi erano grandi, e grigi, e sebbene non particolarmente gentili, suggerivano che la sua sapienza era molto vasta a dispetto dell’età che dimostrava. L’oscurità stessa si smembrava all’incedere della donna, che era circondata da un’abbagliante luce bianca.

La figura si erse fieramente in fronte ad Akane, la serica veste che si adagiava lungo il pavimento ai suoi piedi. La sola cosa che pareva rovinare la sua perfetta immagine era l’espressione fredda, calcolatrice che aveva in viso. Sebbene quella donna fosse stupenda, era una bellezza algida.

Akane la fissò, rapita.

“Calmati, ragazza,” ripeté la donna. La stava squadrando con i suoi occhi grigio acciaio, e dopo averla osservata più da vicino, Akane notò che aveva due piccole corna sulla cima del capo.

Chi è quella? si domandò distrattamente. Il fascino iniziale si era presto trasformato in sospetto non appena aveva studiato la donna con uno sguardo più attento, e guardingo. Ma soprattutto, pensò, cosa è quella? Mille possibilità le passarono per la mente: era un demone? Una Yurei? Un orco? Una Hannya?

La donna sorrise enigmaticamente a quell’ultima congettura.

Akane la guardò sorpresa. Lei non poteva… poteva? In fin dei conti, una Hannya era una creatura gelosa, orrenda; non ciò che stava di fronte a lei…

Con un’occhiata fugace, Akane incontrò gli occhi della creatura ancora una volta. E questa volta, la ‘donna’ ammiccò.

Questa era la prova di cui Akane aveva bisogno. “Tu-- tu sei una…” s’interruppe con sorpresa, realizzando di aver parlato ad alta voce.

L’Oni sorrise.

“Sei molto perspicace” replicò con un sogghigno. “Certo, non mi sarei aspettata nulla di meno da qualcuno con il tuo potere.”

Akane non sapeva per certo a quale potere il demone si stesse riferendo, e in quel momento non doveva necessariamente importarle. “Cosa può volere una Hannya da me?” domandò, arrivando subito al punto.

L’Oni scosse la testa leggermente, i suoi capelli ondeggiarono intorno a lei. “Niente,” disse semplicemente, sorridendo. “Sono qui solo per aiutarti.”

Akane la guardò con sospetto. Non importa quanto innocente e bendisposta la Hannya potesse apparire, lei sapeva che era meglio non credere ciecamente ad un Oni. Ma un’altra, più insistente parte di lei, si era resa conto che era sufficientemente disperata da esser pronta a provare qualsiasi cosa pur di andarsene da quel posto… “Okay allora,” disse lentamente. “Rispediscimi indietro.”

La Hannya rise, coprendo la bocca con una mano per contenersi. “Temo che non sarà così facile, ragazzina,” disse, sorridendo nuovamente. “Vedi, normalmente hai solo due opzioni quando raggiungi questo posto. O stare qui.” L’Oni accennò alle tenebre circostanti. “Oppure scegliere di trapassare.”

Akane si accigliò, nessuna delle due opzioni la allettava.

“Naturalmente,” l’Oni continuò, scrollando le spalle con indifferenza. “Potrei essere in grado di offrirti una sorta di alternativa se nessuna di queste soluzioni ti interessasse.”

“Un’alternativa?” Akane trattenne il respiro, intimidita dalla speranza. “Che tipo di alternativa?”

L’Oni si avvicinò ad Akane, così tanto che potevano quasi toccarsi. “Posso rimandarti nel tuo mondo,” disse, una luce strana le riempiva gli occhi. “Ma,” aggiunse lentamente, “devo sapere una cosa, prima.”

Akane era a disagio sotto la forza della sua occhiata, eppure si scoprì incapace di distogliere lo sguardo. “Cosa?” domandò.

“Il tuo fidanzato,” la donna esordì all’improvviso. “Lo ami?”

Akane percepì il suo viso arrossarsi mentre l’imbarazzo si espandeva lungo tutto il suo corpo. Qualunque domanda si fosse aspettata, decisamente non era quella.

“Ranma?” domandò incredula. “Cosa c’entra lui in tutto questo?”

La Hannya sospirò profondamente, e a guardarla negli occhi sembrava che stesse per arrabbiarsi. Ma solo per un momento. Veloce com’era apparsa, l’ira era svanita. “Lui c’entra eccome in tutto questo,” disse semplicemente. Akane indugiò, aspettando che lei continuasse il discorso.

L’Oni, tuttavia, rimase in silenzio.

Capendo che la Hannya non aveva intenzione di spiegarsi meglio, Akane prese a guardare il pavimento, arrossendo furiosamente. Sapeva che si sarebbe dovuta affrettare a negare-- dopotutto, era ciò che aveva sempre fatto, a quanto poteva ricordare. Eppure per qualche ragione le parole si rifiutavano di venire a galla.

Sebbene lo avesse detto un’infinità di volte, la verità era che lei non odiava Ranma.

Vero, il suo fidanzato poteva essere insensibile, sconsiderato, e rude a volte; ma lei sapeva che avrebbe sempre potuto contare su di lui quando ne avesse veramente avuto bisogno—situazione attuale esclusa—e sperava che lui provasse la stessa cosa nei suoi confronti. Ma amore? Scosse il capo, i suoi pensieri stavano prendendo una piega scomoda.

Nervosamente, Akane posò il suo sguardo turbato in quello della Hannya, non sapendo come rispondere alla sua domanda.

E si raggelò.

Anche se l’Oni in sé non era cambiata, c’era qualcosa di strano nei suoi occhi-- qualcosa che non riusciva nemmeno a spiegare. C’era calma in quello sguardo, conforto, e per un momento avrebbe potuto giurare di aver visto nelle profondità di quegli orbi grigio scuro un qualcosa che la attirava, che la chiamava.

E non importa quanto lo volesse, non poteva distogliere lo sguardo da lì.

“Va tutto bene, ragazzina,” la donna disse quieta, la sua voce dolce, ma ferma.

Gli occhi dell’Oni rimanevano fissi saldamente nei suoi, e lei poteva sentire sé stessa essere risucchiata sempre più nella loro profondità. Fu in quel momento che realizzò, con sorprendente chiarezza, che le parole dell’Oni non erano state pronunciate ad alta voce.

Si accorse di questo qualche secondo dopo: una presenza sconosciuta si stava facendo strada attraverso la sua mente, analizzando gli intimi recessi dei suoi pensieri.

Akane capì istintivamente che era l’Oni, quella presenza.

Questa volta non fu sorpresa quando la voce la raggiunse. “Rimani calma, Akane, e non provare a combattermi,” la istruì la Hannya, la sua voce dura e autoritaria. “Fra poco sarà tutto finito.”

E, ancor prima di comprendere quello che stava succedendo, Akane avvertì i suoi muri difensivi crollare uno dopo l’altro, sotto il freddo, distruttivo potere della Hannya. Non ci volle molto perché anche l’ultima barriera cadesse, e le sue difese fossero completamente annientate. Improvvisamente, si sentì nuda e vulnerabile, e davvero, davvero arrabbiata.

Come osa?! pensò, infiammandosi. Akane scosse debolmente il capo, tentando di liberare la mente dalla confusione. Ma, non importava quanto ci provasse, i suoi occhi rifiutavano di lasciare quelli della Hannya. Anche in quel momento riusciva a sentire l’Oni scandagliare la sua mente, alla ricerca di qualsiasi memoria, qualsiasi sentimento che riguardasse il suo ostinato fidanzato.

Centinaia di immagini si presentarono davanti a lei, senza essere state invitate. Ranma che rideva, Ranma che abbozzava un sorriso, Ranma che la definiva carina…

…Ranma che la salvava.

Lui doveva sempre salvarla…

Con la stessa rapidità, la Hannya andava avanti, cercando i ricordi sulle altre fidanzate di Ranma. Ukyo, Shampoo, Kodachi… Akane sentì le familiari fitte di gelosia mentre rivedeva Ranma interagire con ognuna di loro ancora una volta nella sua mente. Shampoo che lo baciava, Shampoo che lo abbracciava, Ranma che parlava in difesa di Ukyo, Ranma che mangiava il cibo preparato da Kodachi…

Akane poteva avvertire la rabbia crescere mano a mano che ogni immagine la assaltava…

…e avrebbe giurato di vedere l’Oni sorridere.

“La gelosia non è un qualcosa da temere, Akane,” spiegò la Hannya con complicità. “È solo il segnale che tu provi--che a te sta a cuore. È semplicemente un altro aspetto dell’amore.”

Akane tornò a guardare altre immagini di Ranma che balenarono nella sua mente. Ranma geloso di Do-chan, Ranma che lottava contro Shinnosuke, Ranma che le sbraitava contro perché era stata carina con Ryoga…

…Ranma che le diceva che voleva soltanto che lei fosse felice.

Se quello che la Hannya aveva detto era vero, ciò stava a significare che Ranma la amava, in fin dei conti?

Prima ancora di lasciarle il tempo per riflettere sulla questione, l’Oni avanzò nella ricerca, ma questa volta focalizzandosi di più sulle emozioni che stavano dietro ai ricordi. Il cuore di Akane si scaldò al ricordo di quanto fosse felice quando Ranma era tornato a casa dopo la battaglia contro Herb, o di quanto contenta si fosse sentita sedendogli in grembo dopo che lui aveva sconfitto la sua tutina da combattimento…

…e di quanto fosse felice quando Ranma le aveva preso la mano a Ryugenzawa.

Akane sorrise dolcemente a quei ricordi.

Era come se fosse stato rimosso un velo; liberando tutti quei pensieri e quelle sensazioni che lei aveva sempre avuto bisogno di proteggere—da Ranma, dalla sua famiglia, dalle altre fidanzate di lui. E ora, quello splendido, caldo e potente sentimento la stava abbracciando completamente.

Io amo Ranma, pensò con meraviglia, tutti i suoi precedenti dubbi spariti. Io amo quello stupido imbecille del mio fidanzato.

Dopo questa scoperta, Akane sentì che la sua connessione con la Hannya si era spezzata. Guardò l’Oni nuovamente, questa volta con uno sguardo limpido e sicuro, e si sentì sollevata quando vide che stava sorridendo.

“Ora posso aiutarti,” la Hannya rispose.



Fine del Capitolo 1




Note dell’autrice

Okay, nel caso non lo aveste ancora capito, questa storia è ambientata durante la vicenda di Jusendou—nel momento in cui Ranma sta cercando di ottenere l’acqua fredda per Akane, e in cui gli occhi di lei si sono chiusi completamente…

Ho fatto molte ricerche sulle Hannya, ma la mia biblioteca non ha molto a riguardo, e su Internet ci sono sorprendentemente poche informazioni. Per di più molto di quello che ho trovato è contraddittorio-- così, in sostanza, ho deciso di usare quello che mi piaceva e lasciar perdere il resto, dal momento che comunque non se ne sa molto di loro. Ma diciamo che in pratica le Hannya sono semplicemente le versioni femminili degli Oni… ;)

Questa storia si svolge tutta dopo la fine del manga, quindi se mi riferissi a momenti che non avete ancora letto, o che vi hanno completamente confusi, allora sentitevi liberi di andare sul mio sito e leggere la sezione MANGA MOMENTS. **Pubblicità senza vergogna, pubblicità senza vergogna.**
Ho inserito molti di questi momenti là—e se non ci sono ancora, lavorerò a quelli mentre redigerò questa fanfiction. Ad ogni modo, spero che questa storia vi piaccia… lo prometto, Ranma farà la sua apparizione nel prossimo capitolo.

homepage: ranma-romance.com



Note della traduttrice

Do-chan = è il nome della tutina da combattimento di Akane.

Beh, ragazzi, spero vivamente anch’io che questa fanfiction vi interessi. Come molti di voi già sapranno, Angela Jewell è un’autrice molto stimata nel fandom ranmaceo, e tradurre le sue storie anche nella nostra lingua più che un impegno è un vero e proprio piacere.
Ho cercato di essere il più fedele possibile all’originale inglese, e anche se alcuni punti hanno richiesto una piccola interpretazione per risultare comprensibili… beh, spero di aver fatto un buon lavoro ^^.

Prima di lasciarvi, due suggerimenti:
- visitate il sito dell’autrice (che è ovviamente in inglese): oltre alle sue fanfiction, troverete sezioni dedicate al manga della Divina, fanart, AMV… ve lo consiglio caldamente.
- non lasciatevi sfuggire She walks in beauty, altra fanfiction della Jewell presente nel sito, tradotta in italiano dalla bravissima lithtys.

Mi raccomando, recensite! L’autrice sarà contentissima di ricevere i vostri commenti.

A presto, con il secondo capitolo ^^

ChiuEs


PS: Ringrazio Simone per la sua preziosa consulenza ^__-




  
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