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Autore: Eko1    21/05/2012    0 recensioni
La FF si svolge dopo la fine della prima stagione, direi qualche mese dopo, quando Lydia si è perfettamente ristabilita e Stiles ha deciso che diventare lupo mannaro non fa poi così schifo...arriverà un personaggio (anzi una personaggia) che sconvolgerà la vita di tutti quanti...
buona lettura e buon divertimento, fatemi sapere se vi piace!
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Frenai l'impulso di saltargli al collo e azzannarlo. Fermai l'istinto di correre tra le sue braccia piangendo. Domai la voglia di sbatterlo sul vialetto e togliergli i vestiti con i denti. Quindi rimasi ferma a fissarlo, mentre rabbia, odio, disperazione, amore, tristezza mi assalivano ad ondate. Lo guardai, concentrandomi sul battito del suo cuore, che stava galoppando come un cavallo impazzito. La portiera della mustang si aprì di nuovo e ne uscì il ragazzo riccioluto che avevo visto salire poco prima. E si affrettò a raggiungere l'uomo che avevo davanti quando si sentì chiamare. Allora era proprio lui Scott.

“Credevo che fossi morta.” mi apostrofò Derek. Nonostante cercasse di mantenere un contegno, sapevo bene cosa si nascondesse sotto la sua maschera. Io almeno avevo avuto il tempo di prepararmi a quell'incontro, anche se non sapevo che sarebbe avvenuto così presto, lui no. Era completamente indifeso e inerme.

“E invece sono viva. Che sfiga, eh?” esclamai in risposta. Dietro di me Wairaki ringhiò. Proprio il miglior benvenuto che questa cazzo di città potesse darmi.

“Cosa ci fai qui?” Mi chiese Derek. Mio fratello continuò a ringhiare, in un brontolìo sordo e rabbioso. Feci un passo indietro e lo toccai sul petto, intimandogli di tacere. Dietro a Derek, anche Scott emise un ringhio. Prima che potessi rispondere alla domanda, sentii uno spostamento d'aria dietro di me. Un secondo dopo, Wairaki e Scott erano l'uno davanti all'altro, completamente trasformati. Scott un lupo marrone, slanciato e magro, mio fratello più corpulento e rossiccio, con una striscia di pelo argenteo che gli solcava la schiena. Mi montò la rabbia. Mio fratello doveva darsi una regolata prima di cominciare a fare il bulletto in un territorio che non era il suo. Ringhiai e corsi in avanti, azzannando Wairaki alla spalla. Lui ululò. Un ottimo modo per presentarci al vicinato, veramente. Ringhiando lo trascinai lontano da Scott, che era stato agguantato da Derek. Sbattei mio fratello contro la porta di casa, tornando umana.

“Cosa cazzo stai facendo, imbecille! Vai dentro casa e non uscire finchè non ho finito! E non te lo chiedo come sorella, te lo ordino come Alpha, se non lo fai giuro che stavolta ti ammazzo!” Urlai, e lui fulmineo si dileguò dentro casa, spargendo gocce di sangue scuro nell'ingresso. Alcune finestre delle case vicine si illuminarono,tanto per complicare la situazione. Derek tornò verso di me lungo il vialetto, evidentemente aveva buttato Scott in macchina. Invece di fermarsi a pochi passi da me, mi si avvicinò quasi fino a sfiorarmi.

“Cosa ci fai qui?” ripetè.era tornata la sua voce, senza tremolii e senza sorpresa, una voce profonda, dura, da chi è abituato a comandare e a cui non piace sentirsi dire no.

“Non sono affari tuoi, Derek. Non sono tornata per te, se proprio vuoi saperlo. Il mio branco sta venendo qui, abbiamo delle cose da risolvere in questo posto. Non sarei mai tornata, mai, per niente al mondo.” Lui agrottò le sopracciglia nere, fissandomi negli occhi. Irrigidì la mascella, ma con me tutti i suoi trucchi per intimidire non funzionavano. Lo conoscevo troppo bene, e lui conosceva troppo bene me. Eravamo in perfetto e totale equilibrio.Il suo odore mi confondeva, i suoi occhi mi facevano girare la testa. Tona, in sei anni di lontananza non sei cresciuta nemmeno un po', mi dissi. E sopratutto mi chiesi se per lui fosse lo stesso. Ma come faceva ad essere così ottuso da non capire? Mi spostai da lui, di netto. La rabbia cominciava a montarmi di nuovo dentro, e non volevo che mi vedesse come una lupa più di quanto avesse già visto.

“Derek, non dirmi che non lo sai. Non dirmi che non l'hai mai saputo, che non ti è mai passato per la testa nemmeno un minimo motivo per cui me ne sono andata per sette anni. Sette anni lontano da qui, sette anni lontano da...”Mi interruppi e feci un respiro profondo, per dissimulare quello che mi era venuto da dire “..da tutto questo. La Argent mi dava la caccia. Hai presente la tipa bionda, Kate no?” faccio un sorriso amaro, pieno di odio e di rimpianto”si...fin troppo bene. Non interrompermi” alzo una mano, visto che ha aperto bocca per parlare “Pensavi che non lo sapessi, Derek? Pensavi che fossi così stupida da non saperlo? E non provare a rispondermi!” urlai. Almeno questa sembrava una normale lite tra fidanzati, niente che potesse far preoccupare i vicini.

“Mi ha dato la caccia, Derek. Sono stata costretta ad emigrare dall'altra parte del fottuto globo per colpa sua.” Sospirai e mi sedetti sul gradino di casa, accendendomi la terza sigaretta della serata. Dalla macchina vedevo il volto di Scott illuminato dallo schermo del cellulare.

“Pensavo fossi morta nell'incendio.” mormorò Derek. Io alzai il viso per guardarlo. Avevo voglia di stringerlo a me, di dirgli che non importava. Ma importava, eccome se importava.

“Invece sono qui. Mentre casa Hale bruciava, Derek, io stavo già scappando. E gli scagnozzi di quella troia avevano già provveduto a far sparire tutta la mia, di famiglia. Uno dopo l'altro. I miei, a New York. Mia nonna, qui. I miei zii, i miei parenti. Tutti. Ma tu avevi fatto la tua scelta , evidentemente le scopate che ti dava lei erano molto migliori dell'amore che potevo darti io.”

Buttai fuori il fumo dal naso e mi alzai. La faccia di Derek era granitica, sembrava quasi non respirasse. Avevo buttato fuori gran parte del rancore e dell'odio che mi ero portata dietro per sette anni. Ma di sicuro non era abbastanza. Non sarebbe mai stato abbastanza.

“ Ho ucciso mio zio Peter. Sono diventato il nuovo Alpha.” sembrava non riuscisse a collegare il fatto che fossi di nuovo al mondo, a Beacon Hills, a un metro da lui. Avrei voluto dargli una risposta tagliente, ma conoscevo i miei limiti e anche i suoi. Dietro quella faccia da duro, dietro quell'atteggiamento scontroso e violento, si nascondeva un Derek che era mio e che lo sarebbe sempre stato.

“Sali in macchina.” mi intimò. Lo guardai ridacchiando e spensi la sigaretta sotto la scarpa.

“Non ci penso nemmeno. Ho già parlato troppo, ti ho già parlato troppo.” Quasi non lo vidi quando mi placcò, mozzandomi il respiro. Mi caricò su una spalla, mentre lo riempivo di pugni e di morsi.

“Mollami, deficiente! Ti ammazzo Derek, questa è la volta che ti faccio diventare un fottuto cane da compagnia!” Non volevo trasformarmi. Volevo vedere cosa avrebbe fatto e in fondo la gioia che mi dava avere di nuovo un contatto con lui era profonda e istintiva.. Sapevamo entrambi che prima o poi ci saremmo dovuti scontrare, avremmo dovuto combattere e forse morire. Ma non lì, non quella sera. Lui aprì la portiera del sedile del passeggero e prese Scott per una spalla.

“Tu stai qui. Di al lupo di farti entrare. Spiegagli la situazione. Fai qualcosa. Chiama gli altri. Ma non chiamarmi per nessun motivo al mondo..” gli ordinò, ignorando le mie urla e le mie minacce. Scott sgranò gli occhi ma non osò fiatare. Avrei voluto dirgli come far sì che Derek la smettesse di essere così stronzo, ma in quel momento mi sentii sollevare e finii seduta sul sedile in pelle della mustang. Me ne sarei potuta andare, avrei potuto uccidere lui e quel patetico beta con la faccia da scemo che mi guardava. Ma non lo feci. Derek si sedette al posto del guidatore e accese la mustang.

“Vaffanculo Derek. Veramente. Giuro, se succede qualcosa a Wairaki ucciderò ogni singolo abitante di questo schifo di posto, compresi tu e quell'altro.” puntai i piedi sul cruscotto, affondando nel sedile.

“Siamo in quattro.” replicò lui, cambiando marcia. “Io e tre beta. E due ragazze. Ma loro non sono del branco.” rimase in quinta per quasi un quarto d'ora, il tachimetro segnava i centottanta. Io mi ero rinchiusa nel silenzio, guardando il paesaggio collinare in cui era immersa Beacon Hills.

“Cosa vuoi fare adesso che mi sono lasciata rapire come una ragazzina Derek? Hai intenzione di portarmi in qualche posto romantico per farmi provare i brividi dei vecchi tempi?” diedi un calcio frustrato al cruscotto della macchina e partì l'airbag. Derek si fece sfuggire uno sbuffo divertito.

“No. In realtà non so dove stiamo andando. Volevo solo che smettessi di urlare.” Tutto questo non aveva senso. Avevo bisogno di starmene da sola, di ambientarmi in un posto che era stato mio, e invece mi ritrovo in macchina con l'unica persona che non avrei voluto vedere mai più.

Tiro fuori lo zippo dalla tasca dei pantaloni e mi accendo l'ennesima sigaretta.

“Non puoi fumare in macchina.” Sta rallentando, il semaforo in fondo alla strada è giallo.

“Puoi anche andare a farti fottere, lo sai?” Gli butto il fumo in faccia “Sono esausta. O mi porti a casa o ci torno da sola. Non ho voglia di vederti. Non ho voglia di sentire la tua voce. Non ho voglia di starti vicino. Noi non abbiamo più niente che ci leghi, Derek. Portami a casa.” La macchina è ferma al semaforo. Velocissimo Derek mi tocca la schiena, il punto dove ho tatuato il triskele.

“Perchè questo non è niente vero?” Ringhiò. Il tatuaggio cominciò a scottare, a bruciarmi la pelle. Prese la mia mano e se la portò tra le scapole. La sua schiena era bollente. “Questo è quello che ci unisce.”Con una sgommata fece inversione e ricominciò a correre, più veloce di prima in direzione di casa mia. Nessuno dei due parlò, mentre la macchina sfrecciava sull'asfalto asciutto. Oltrepassammo una macchina della polizia, che però non si mosse e ,poco più avanti, ci trovammo davanti una scassata jeep verde-blu. Derek l'affiancò e tirò giù il finestrino. Il ragazzo dentro la jeep ebbe un moto di sorpresa ma si affrettò a tirare giù il suo. La mia sorpresa fu troppa.

“Stiles?” esclamai, mentre lui rimase interdetto. “Stiles Stilinski?” Derek mi mise un braccio davanti e mi buttò indietro sul sedile. Io glielo morsi. Mi ignorò.

“Tu. E tu.” disse, rivolgendosi al ragazzo castano chiaro accanto a Stiles “ muovete il culo e seguitemi.” chiuse il finestrino, mentre Stiles accelerava per starci dietro. Derek mi rivolse uno sguardo interrogativo.

“Ero la sua babysitter quando era piccolo. Sai Derek non tutti hanno una famiglia ricca come la tua., io dovevo mantenermi.” sbottai. Non gli rivolsi più la parola fino a quando non si fermò davanti a casa mia. Aprii la portiera, mentre la jeep mi illuminava con i fari. Derek scese dall'auto e così fecero anche i due ragazzi. Stava per seguirmi, ma lo fermai.

“No. Te l'ho già detto prima. Non voglio più vederti, Derek. E sono seria. Non voglio vederti, o sentirti, o ascoltarti, o qualsiasi altra cosa. Io e il mio branco dobbiamo risolvere una faccenda, e poi ce ne andremo. Per sempre.”mi voltai verso la porta di casa e percorsi il vialetto a passi lunghi e sicuri. Scavalcai Scott che dormiva come un cane sullo zerbino e bussai. Wairaki mi aprì immediatamente, ringhiando alle tre figure in piedi sul marciapiede.Non si trattenne nello svegliare Scott con un calcio, richiudendo immediatamente la porta. Sorrisi quando fischiettò, fintamente innocente.

“Sei un vigliacco, Wai.”mormorai. Cominciavo a crollare. Lui mi guardò.

“No, sei tu la vigliacca. Vieni qui.” aprì le braccia e io mi ci buttai dentro. Stavo paingendo. Per la prima volta, dopo sette anni, stavo piangendo.

  
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