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Autore: shewantstodream    21/05/2012    1 recensioni
Questa storia è ambientata nel futuro, a Londra. La protagonista, Elisabetta, è costretta ad affrontare una società piena di regole, dove le trasgressioni vengono punite anche con la morte.
La regola principale è che non avvengano legami, nè tra uomini nè tra donne. La protagonista si troverà costretta ad affrontare molte situazioni, ma non sarà da sola.
- Dedico questa fiction a J.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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02 «Trasgression»

Do you know what’s worth fighting for
When it’s not worth dying for?
Does it take you breath away
And you feel yourself suffocating?
Does the pain weight out the pride?
And you look for a place to hide?
Did someone break your heart inside?
You’re in ruins.

21 guns – Green Day


 

Guardo fissa negli occhi Alice, stupita da come si preoccupa per una sciocchezza così.
«Ti preoccupi di questo? Solitamente commetti di peggio.»
Qualcosa non mi convince, la paura incombe su di lei. I suoi occhi sprigionano un senso di straziante agonia.
«Non capisci, non è la solita regola che infrango. Questa volta è molto più seria la faccenda.»
Non capisco, non l'ho mai vista così preoccupata. Avrà combinato qualcosa di così tanto grave? Potrebbe essere stata scoperta? Le do alcuni secondi per calmarsi e fare in modo che mi dica tutto.
«Alice, calmati. Respira. Raccontami tutto.»
Alice si calma, corre in cucina a bere un bicchiere d'acqua e torna da me a raccontarmi tutto. Non tralascia nessun dettaglio.
Ha conosciuto questo ragazzo, Andrea, per caso. Stava camminando in una delle zone protette dal governo, quando incontrò Andrea che le disse di andare via da lì, se non avesse voluto procurarsi dei guai seri. Lui la allontanò e si incamminarono insieme verso casa sua. Durante il tragitto non dissero molto, solo qualcosa riguardante le loro famiglie. Quando la riaccompagnò a casa le chiese se si sarebbero rivisti, e così fu. Per altre quattro o cinque volte.
«Penso di essere innamorata. Capisci, non so nemmeno cosa sia questa parola e penso di esserlo! È una sensazione diversa con lui...»
Non la capisco, non ha mai detto una cosa simile. Di certo sta delirando.
«Non esagerare adesso, non sai nemmeno cosa sia l'amicizia quasi che credi di essere innamorata.»
Non è ancora convinta del tutto che sia vero ciò che sto dicendo. Continua a fissarmi con un'aria interrogativa.
«Giurami che farai tutto il possibile per aiutarmi!»
«Solo se tu mi giuri che non cambierai e non scapperai come tutti gli altri ribelli. Non potrei sopportare di perdere anche te, dopo i miei genitori...»
Alice non dice nulla. Mi abbraccia soltanto. Quell'abbraccio equivale a mille parole.
Alice è la mia famiglia, è tutto quello che ho. Mi ha sempre sostenuta da quando ci siamo conosciute. Abbiamo imparato a stare insieme, a capire come comportarci, a trasgredire i regolamenti insieme.
Controllo l'orologio e vedo che è ora di cena, devo tornare a casa mia. Giulia sarà impaziente di vedere in che data sosterrò l'esame.
«Prima che dimentichi, c'è una cosa che devo dirti.»
Mentre la osservo senza capire lei dice tutto d'un fiato.
«Questa sera esco con Andrea, gli ho detto che saresti venuta.»
La guardo con severità negli occhi pronta a dirle chiaramente che non sarei andata. Di sera?! Non sono quasi mai uscita di sera. È troppo pericoloso. Di sera rischiamo di essere viste dalle pattuglie di sicurezza, e se ci vedono, è finito tutto. Verremo rinchiuse in cella e la chiave verrà gettata in uno scarico o dimenticata in un cassetto. Prima che io possa esprimere qualcosa Alice mi blocca.
«Lo so, non sei mai uscita di sera, ed è pericoloso. Ma potresti provarci, io l'ho fatto e non è tanto male. Basta evitare le vie troppo controllate e il gioco è fatto!»
Il suo sguardo implora aiuto.
«Va bene. A che ora ci troviamo?»
«Vengo a prenderti io alle nove, diremo a tua sorella che vieni a dormire da me»
«Okay, ma giura che per le undici siamo a casa tua.»
«Lo sai che sei la migliore amica del mondo?»
Mi stringe in un abbraccio, so che è riconoscente.

Quando torno a casa trovo Giulia di fronte alla porta sorridente. Immagino voglia sapere quando sosterrò l'esame.
«Allora, questo sorrisetto è per incoraggiarmi per l'esame che sosterrò il nove?»
«Forse.»
Mi dice con un sorrisetto beffardo stampato in faccia. Sogghigna per un po', poi torna da me e mi dice che la cena è pronta.
Non parliamo molto durante la cena. Solitamente non parliamo mai, quindi è quasi normale.
Sto per alzarmi dal tavolo quando annuncio«Stasera vado a dormire da Alice.»
Mi aspetto un suo rimprovero o qualcosa di simile, ma lei si limita a sorridere e ad annuire.

Mi incammino in camera mia e preparo una borsa. Ci infilo dentro il pigiama, lo spazzolino, caramelle e il mio ipod.
Poi, mi siedo sul letto e aspetto che suoni il campanello. Sono solamente le otto e un quarto, così decido di ascoltare un po' di musica. Accendo il mio ipod e guardo la mia playlist, ma noto che le mie canzoni sono state cancellate.
Scendo di sotto da Giulia e le domando se ha cancellato delle canzoni dal mio ipod, ma lei dice di non averlo toccato.

Alle nove precise Alice si presenta sotto casa mia. Strano, solitamente non è mai puntuale, penso.
«
Ciao Giulia, io vado!» urlo a mia sorella fuori dalla porta di casa.
Giulia ricambia storcendo la bocca in qualcosa simile ad un sorriso.
«Pronta per la grande serata?»
Mi chiede ansiosa Alice.
«Per niente, ho il sospetto che qualcosa non vada.»
Andiamo a casa sua, e a mia insaputa la casa è deserta. Solitamente i genitori di Alice rimangono poco in casa, ma di sera non escono mai.
«I miei genitori hanno deciso di lasciarci la serata libera» mi spiega Alice, come se avesse letto nel pensiero la mia domanda.
Saliamo di corsa in camera sua, poso la borsa sul letto e inizio a sistemare le mie cose sul letto. Mentre lei si prepara in bagno, io prendo il suo ipod. Lo osservo e lo accendo con cautela. Noto che anche nel suo ipod sono state cancellate le canzoni rock. Mi sorge un dubbio, così la chiamo con voce roca. Quando torna mi schiarisco la voce e le dico che sia sul mio ipod che sul suo non ci sono più le nostre canzoni.
«Pensi che sia stata la polizia? A volte lo fanno, ma non a noi. Lo fanno a chi è sospettato, o comunque non a dei dispositivi così inutili.»
Penso che non sia necessario allarmarsi per così poco, così decido di fidarmi.


Sono le nove e mezza e qualcuno suona alla porta. Mentre andiamo a vedere chi è chiedo ad Alice dove saremmo andate quando sarebbe arrivato Andrea.
«Visto che non avevi voglia di uscire rimarremo qui, a casa mia. Ah, dimenticavo! Ha detto che sarebbe venuto con un amico...» spiega tranquillamente Alice.
«Cosa? Ma non sono presentabile..»
Non mi lascia il tempo di finire la frase che apre la porta e li troviamo davanti a noi. Due ragazzi, circa sui diciotto anni, forse diciannove.
Il più basso si presenta dicendo di essere Andrea. Ha gli occhi di color castano scuro e i capelli lisci neri che gli ricadono leggeri sulla fronte. Ha una carnagione molto chiara, e non è troppo alto. Indossa delle scarpe da ginnastica, una maglietta e un paio di jeans scuri. Non mi dispiace tanto, se devo dire la verità. «Piacere, Andrea. Ciao Alice!» dice con dolcezza.
L'altro ragazzo si avvicina a me e si presenta «Ciao, sono Giovanni, l'amico di Andrea. Devi essere Elisa, te!»
Sorrido goffamente mentre faccio segno di sì con il capo.
«Andrea mi ha detto che ha sentito tanto parlare di te da Alice...» afferma mentre sorride. È un bel ragazzo, Giovanni. Alto, capelli neri ricci che si intonano ai suoi occhi azzurri come il cielo. È vestito come Andrea, tanto che sembrano fratelli. Dice di avere diciannove anni e che anche lui è un trasgressore, come noi.
Per tutta la sera parliamo della nostra famiglia, ci presentiamo meglio e parliamo dei nostri hobby. Non accenniamo nulla al fatto di essere tutti dei trasgressori. O comunque del fatto che nessuno di noi rispetta le regole che dovremmo seguire categoricamente.
Alice si offre di andare a prendere delle bibite mentre Andrea la accompagna, così io rimango sola con Giovanni. Non parliamo molto durante la loro assenza, lui tenta di sorridere per non farmi sentire a disagio. Mentre osservo le foto mie appese in camera di Alice, Giovanni mi coglie impreparata e mi chiede «Sai cosa vuol dire amare?» A quella domanda io mi giro di scatto verso di lui e rimango spiazzata dalla bellezza dei suoi occhi.

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Saaaalve c:
Sono sempre io a rompere, Isabella (: Ho finalmente scritto il secondo capitolo! Questo ispira molto più del primo, e vi anticipo già di non sottovalutare il fatto degli ipod (?) Dai basta che poi vi rovino il seguito! Comunque, sono molto contenta delle vostre recensioni, sono anche molto contenta che dopo poco tempo ci siano già cinquanta visualizzazioni! Grazie mille a tutti, davvero. Per me è importante sapere se vi piace o no la storia :D
Ovviamente recensite e ditemi tutto quello che vi piace o no.
Aspetto delle vostre recensioni, così tra poco posso continuare! Ah, magari ditemi se i capitoli così vanno bene o li volete ancora più lunghi :3
- Isabella.


 


 

  
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