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Autore: Blacket    21/05/2012    7 recensioni
[ ...] Ludwig è davvero bello, lo penso più volte, e persino le mie amiche possono confermarlo. Ovviamente, non posso chiedere l'opinione al nonno, o a Romano. Credo che non stia molto simpatico al mio fratellone, e non capisco perchè.
Ciro invece apprezza molto la sua compagnia. [...]
|Le innocenti pagine di un diario- la breve storia di una piccola Italia, che per imparare a sperare nella cenere, ha bisogno del suo Principe; il suo personale amore platonico, per il quale forse, vale la pena lottare.|
Genere: Fluff, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Caro Diario  Note: nella storia sarà presente una sottospecie di Chibitalia; un piccolo Feliciano al femminile. 
Se le pagine del diario contengono errori di scrittura, paiono infantili, non me ne volete male e sappiate che è voluto- la bambina in questione ha all'incirca dieci anni e l'ho ribattezzata Alice, semplicemente perchè si tratta del nome ufficiale del genderbend di Italia del Nord.
Non saranno precisati i vari eventi storici, appunto perchè il tutto è visto attraverso poche pagine di diario di una bambina- ed infine, non sono appunto quelli su cui è incentrata la Fic.
 










-Caro Diario-






14 settembre 1942

Caro Diario,
L'altro ieri, sono venuti a casa nostra due soldati, in divisa (era tutta nera e lunga. Avevano anche delle fascette e medaglie!), cercavano il nonno.
Sono stati inaspettatamente gentili, pare che uno di questi conosca i Vargas da un po'- era italiano, infatti.
L'altro invece, era tedesco. Capivo poco di quello che diceva, il suo accento era così buffo.
Non ci ho parlato assieme, perchè mio fratello mi ripete sempre di non farlo, dice che è pericoloso, ma non ho potuto fare a meno di rimanere lì a guardarlo, mi incuriosiva tanto.
Rimaneva fermo ed immobile, pareva una statua; avrei voluto toccarlo solo per vedere se era freddo come quella che sta in piazza. E anche se era molto bello (uguale al principe azzurro che c'è disegnato sul mio libro, pensa) so che non bisogna giudicare una persona dal proprio aspetto. Me lo dicono sempre.
Solo che poi mi ha notato, e ho visto i suoi occhi. Sono azzurrissimi! Non sembravano nemmeno veri!
La prossima volta che dipingerò un cielo, cercherò di imitare quel colore, se ci riesco.
Chissà se lo rivedrò.
Ora vado! 
Alla prossima, Alice.

Ps. E' tornato a casa il Ciro, il nostro gatto. E' pieno di graffi, ma sono contenta di averlo di nuovo in giro per casa.
Pps. Il soldato non mi ha salutato. Peccato, io l'ho fatto.




Ciro si stava stirando pigro sul letto, graffiava le coperte rotolandosi successivamente nelle lenzuola- dava il via ad un circolo vizioso forse macchinato dall'arguta testolina pelosa, che muoveva le piccole orecchie come per scacciare un qualcosa, aggrovigliando la coda e le zampine bianche sul lenzuolo sgualcito come per attirare un poco d'attenzione.

Alice era quindi costretta ad allontanarsi dal tavolino consunto, fabbricato da un legno già di per sè tarlato e graffiato dalle intemperie, solo per affondare le proprie mani nella pelliccia soffice del suo gatto ancora mezzo intontito dal sonno; mossa da una volontà evidentemente non sua, ma dalla semplice voglia che le pungeva lo stomaco, la portava ad adorare la piccola palla di pelo.
La piccola italiana snocciolava il suo tempo fra la povera scuola, che lei aveva trovato molto utile sino a che non avevano iniziato a mescolare i numeri con l'alfabeto; ed il cercare di consolarsi da quella cava di macerie e detriti di umanità in cui si trovava, e che piccola com'era ancora doveva riuscire ad aprire gli occhi sui pregiudizi e la sporca malvagità. 

Si chiamava Alice; nella sua mente portava la scoperta, nelle mani il poco aiuto che poteva dare, e nel cuore l'oppressione dei giusti.




18 settembre 1942

Caro Diario,
Non ci crederai mai, ma l'ho rivisto.
Sempre a casa mia, con il soldato che ho imparato a riconoscere come Marco. Credo che cerchino qualcosa, c'entra sicuramente mio fratello. Si comportano sempre in modo distinto (ho imparato questa parola oggi, a scuola, mi pare il caso di scriverla subito), non ho sentito nemmeno una volta un grido o delle scortesie da parte loro.
A volte dicono cose che non capisco, ma ho paura di fare domande al riguardo.
Sono rimasti qui più del solito, hanno persino conversato di un qualcosa che piaceva pure a me, la pittura. Pare che al  Principe piaccia molto.
L'ho osservato meglio, è un ragazzo giovane, ma molto alto. Dato che si è tolto il cappello della divisa, ho pure visto i capelli; li ha biondissimi e corti, si abbinano agli occhi.
Lo vorrei vedere con addosso del blu, non del nero.
Poi il nonno, ha detto che a me piace molto, dipingere. Si sono voltati tutti a guardarmi (ero in salotto, mi chiedo perchè non mi sia nascosta in camera), che vergogna! Però mi hanno fatto molto piacere i complimenti che mi sono stati rivolti.
Il tedesco, invece, non ha detto nulla, ma aveva un'espressione molto più rilassata. Credo anche che mi abbia sorriso, ma non ne sono sicura.
Mentre dopo che sono andati via, ho chiesto al nonno come si chiamasse. Ludwig, è il suo nome.
Molto tedesco, devo dire.
Almeno adesso non devo chiamarlo solo "Principe".

Non sono molto brava in matematica, chiederò a Romano di aiutarmi a fare i compiti, non riesco da sola.
Spero mi dica di si, è molto nervoso in questo periodo.



Non ascoltava, Alice, gli echi che provenivano dai muri conosciuti e sicuri; non le andava di prestare ascolto ai ringhi lasciati sospesi a mezz'aria, evitava di andare troppo d'accordo con i commenti rilasciati dalla rabbia delle persone- nè quando zampettava libera per strada, si fermava a salutare le amiche anche se le era stato detto di non perder tempo fuori di casa, nè nell'abitazione stessa, dove mancavano troppe persone, e certo la tristezza non avrebbe saputo colmare la loro presenza; riempiva invece di pastrame il vuoto, abbruttendo il tutto ancora di più.
Grazie al cielo, lo scricciolo dai capelli rossicci aveva sempre qualcosa su cui concentrarsi- come una tela appestata di vecchio, dove si tentava da un po' di emulare il perfetto azzurro dei cieli.




20 settembre 1942

Caro Diario,
Oggi, mentre tornavo a casa di scuola con i miei compagni, si è unita a noi anche una nuova arrivata, francese. Si chiama Françine.
Non mi è mai piaciuta troppo come persona, ha sempre da ridire su ciò che fanno gli altri- mi dà fastidio! Solo che non potevo lasciarla da sola, e ho preferito non dire nulla e camminare anche insieme a lei.
Stavo raccontando a due mie amiche che avevo conosciuto un soldato preciso preciso al bel principe azzurro che c'è disegnato sul nostro libro preferito, e che ho comunque prestato un poco a tutti (possiamo dire, che era conosciuto).
All'improvviso Françine mi interrompe, e comincia a dire agli altri che sono una bugiarda.
Mi sono sentita male, arrabbiata. Nemmeno quando le dicevo "Smettila!", lei mi ascoltava. Sono passati così circa 5 minuti buoni, ma a me sono parsi un'eternità.
Eppure, quando già cominciavo a vedere casa mia sul fondo del vialetto, riesco anche a scorgere una persona davanti al cancello, tutta vestita di nero. Indovina chi era?...
Ludwig!
Non credevo ai miei occhi, era proprio capitato a fagiolo! E si è pure voltato verso di me, rivolgendomi un saluto- come quello che fanno i militari, con la mano destra sulla fronte.
Dovevi vedere la faccia di Françine! Credo di aver ricevuto il mio regalo di Natale in anticipo. Dopo ho persino rivolto parola a Ludwig, per ringraziarlo.
Ma ovviamente lui non poteva sapere perchè lo stavo facendo.
Mi ha anche insegnato a fare il suo stesso saluto, ma non di sua sponte: ho provato a fare come lui, sbagliando- quando mi ha corretto, ho imparato.

Sono felice.



Cominciava a starle simpatico, il simil regnante travestito da militare- le piacevano tutte quelle caratteristiche che aveva iniziato a cogliere nella sua persona; la proverbiale riservatezza tedesca, si stava scontrando contro ad un'avversaria di pari forze: la pedante curiosità di un mostriciattolo tricolore, due grandi occhioni caldi e dorati, le sentinelle più sveglie di tutta Europa.
L'intromissione non voluta di Ludwig, per Alice, rappresentava la perfetta pedina da inserire nelle caselle vuote della sua quotidianità; un bel passantempo, non scontato e soprattutto piacevole. Ora poteva fare finta di avere un amico, frizzare ogni volta che lo vedeva fermo sul cancello- ed il suo cuore sfrigolava impietoso, contento della novità, entusiasta di aver trovato un pensiero così presente, da poter dimenticare tutto ciò che arrecava dispiacere.
Come i conoscenti che piano piano venivano meno, lì in un paesino dove infine v'era un unico cervello per tutto e per tutti, e dei semplici pezzi mancanti o errati collegamenti potevano causare un malfunzionamento molto più tragico e sentito del dovuto.
Quella copertina grigia e laccata di bianco e nero, iniziava a prendere nuova forma e colori- ed ecco tre nuovi tubicini lucidi di tempre fresche e nuove, che quasi fremevano, per poter prendere vita su qualsiasi parete pronta ad accoglierle; Alice riuscì con poco ad immaginare le pennellate bionde, tinte e scomposte a formare un'immenso campo di grano, vide lo strumento tracciare con sicurezza le righe del cielo (una sfumatura unica, di rara complessità), per poi attingere ad una smilza quantità di nero, che vedeva buono solo per lasciare la firma dell'autore.

Ora la piccola Vargas non aveva più timore di pigolare nuove domande e richieste al soldato; ogni suo gesto iniziava a suonarle come amico, e la voce fine e frizzante no, non si poteva certo fermare! Che desse un pizzico di colore, agli stanchi volti dei militari, che facesse fiorire sul volto privo di pietà un primo sorriso sincero- che, insomma, iniziasse a compiere miracoli anche in mezzo alla cenere.




31 settembre 1942

Caro Diario,
Ne sono sicura: ora io e Ludwig ora siamo amici. 
Non me l'ha detto, ma sto iniziando ad intuirlo; adesso parliamo molto più di prima, e lui mi saluta sempre. Ha detto che gli piace molto un mio disegno, l'ultima volta che è venuto qui; mi sono sentita davvero onorata, credo di essere pure arrossita mentre cercavo di prendergli la mano, per stringerla (alla fine non ce l'ho fatta, è troppo alto).
A volte mi faccio aiutare con i compiti da lui, è anche molto intelligente. Ho persino iniziato a raccontagli dei miei compagni e del fatto che lui somigliasse ad un principe; ma credo di averlo messo in soggezione, perchè mi ha semplicemente dato un suo parere, sorridendomi confuso.
Ludwig è davvero bello, lo penso più volte, e persino le mie amiche possono confermarlo. Ovviamente, non posso chiedere l'opinione al nonno, o a Romano. Credo che non stia molto simpatico al mio fratellone, e non capisco perchè.
Ciro invece apprezza molto la sua compagnia.



3 ottobre 1942

Caro Diario,
Oggi c'è stata una specie di riunione di tutti i miei parenti e amici di vecchia data, abbiamo fatto un pranzo ed una cena infiniti, non avevamo molto da mangiare ma sono stata bene comunque.
Ho scoperto, che Ludwig veniva spesso a casa nostra per portare a mio nonno delle notizie di un suo caro, vecchio amico - Probabilmente non è l'unico motivo, ma mi accontento di questo- difatti è venuto a casa nostra un uomo abbastanza anziano, ed un ragazzo giovane, ma con dei capelli bianchi.
E' fratello di Ludwig, ma non gli somiglia per niente. Mi sembra pure simpatico, non è brutto neppure lui, ha sempre la voce alta e ride spesso- ma preferisco il mio principe, in ogni caso.
A tavola, mentre mangiavamo, ho notato che Ludwig non è molto bravo ad arrotolare la pasta con la forchetta. La cosa mi ha fatto ridere, avrei voluto insegnargli io come mangiarla bene, almeno avrei potuto ripagarlo per le sue lezioni di matematica.
Mi sono comunque divertita molto, c'erano dei cuginetti della mia età, non mi sono sentita sola. Gilbert (così si chiamava il fratello di Ludwig) insisteva per farmi assaggiare un goccio di birra. Tutt'ora non so che sapore abbia, perchè mio fratello gliele ha cantate su per questa proposta- in cambio, poi l'ho obbligato a ballare con me.
Eppure la bevono tutti , deve essere buona. Ludwig ne beve tantissima, non me lo sarei aspettata.
Vuol dire che gliela preparerò io, se gli piace tanto.
Invece, ho dovuto aspettare fino a tardi per scoprire che era ANCHE il compleanno di Ludwig! Ma che figura mi fa fare? Poteva anche dirmelo prima, gli avrei preparato un regalo, un pensiero! Così gli ho fatto gli auguri, dandogli pure un bacio sulla guancia.
Decisi, infine, di regalargli il quadro che avevo fatto, e che a lui piaceva.
Non mi pareva male.

Auguri principe azzurro!




E' a volte costretta, la mente degli innocenti, a dover salire un poco più in alto, risvegliarsi in un luogo estraneo dove le sorprese abbondano per l'inaspettato e crudele- un'improvvisa presa di coscienza, la consapevolezza che l'unico spiraglio di luce in una buia foresta, oramai sta per richiudersi di nuovo, lasciando le grandi radici a sbarrare la strada senza avere l'opportunità per vederle.
Forse sono proprio i ricordi di quando ancora filtrava un poco di sole, nella fronda della tristezza, a collocare il pericolo e gli ostacoli- delle scene sfumate ed indistinte, dove ogni dettaglio appare e traspare nella melma verde, da tenere bene a mente e non dimenticare.
Il segreto per vedere bene, anche se semplice, è far nostro ogni più bel momento così da creare una torcia senza luce, che ha come interruttore la mente ed il cuore.

Alice aveva bisogno di quel piccolo grande raggio, per fare qualche passo più avanti, prima di iniziare a volare veramente- forse in un cielo un poco appestato dalla fuliggine, ma ancora ampio e da scoprire.
Era il destino l'indicato a dover dare una piccola spinta alla sua vita, giusto per insegnarle per cosa valeva sperare, e quanto sia disperata e potente quet'ultima esperienza: la Signora speranza, non lascia mai in solitudine, nemmeno quando si è già consci di cadere verso il basso, finchè non si è già caduti da un pezzo. E questa docile, fedele compagna, seguirà lei stessa un invisibile filo, che potrerà l'uomo ad aggrapparsi ad obiettivi sempre diversi, ma per i quali vale la pena lottare.




2 Novembre 1942

Caro Diario,
E' molto che non scrivo.
Credo che le cose stiano iniziando a cambiare.





25 Novembre 1942

Caro Diario,
Un mese fa ho detto Addio a Ludwig.
Avevo già capito da un pezzo che stava partendo, a casa mia lo vedevo sempre meno- forse avrei potuto capirlo prima, così sarei stata di più con lui, avrei fatto come potevo.
Mi ricordo molto bene l'ultima volta che l'ho visto (so che è l'ultima, perchè me l'ha detto guardandomi, ed ho afferrato al volo ciò che voleva dirmi. Non mi sono lamentata, non ho fatto domande. L'ho ascoltato con calma finchè ho potuto).
Era passato davanti a casa, con una divisa diversa addosso. Quando l'ho vista, per qualche motivo, il mio cuore si è incrinato un poco. 
Ho capito che partiva per la guerra, perchè portava il fucile al braccio, ed io non ne avevo paura solamente perchè l'aveva in mano lui. Gli occhi avevano iniziato a pizzicarmi, ma ho fatto finta di nulla.
Poi ha fatto qualcosa che mi ricorderò sempre tanto bene. Devo ancora capire meglio, quel che ha fatto.
Appena ci siamo visti, si è avvicinato a me, chinandosi.
Era buffo, averlo alla mia stessa altezza, anche se era tutto curvo. Ha afferrato le mie mani, unendole, portandosele alla bocca.
"Attenta", mi ha detto.

E poi è scivolato via, sul vialetto, portantosi via davvero tante cose.
Non importa, se starà via per tanto.
Oggi, comunque, non l'ho visto. Io lo aspetterò- devo farlo, anche perchè appena tornerà, io lo sposerò.





Si chiamava Alice; nella sua mente portava la scoperta, nelle mani il poco aiuto che poteva dare, e nel cuore il suo principe faceva miracoli.























Blacket's Time:
Non so bene, come mi è venuta in mente questa storia.
Forse pensando all'amore puramente platonico (perchè di questo si parla), di un infantile cotta che forse tutti abbiamo avuto verso qualcuno di esistente, o meno. L'ultima scena, se notate, è ispirata ad una bellissima Fan Art, che personalmente io adoro; non conosco l'autrice, e non vorrei inserire una sua creazione senza darle il giusto merito- sono comunque sicura, che possiate ricordarla.
Ci sono però tanti messaggi, nascosti dentro- forse un poco infantili, o stupidi, o magari allucinanti - mi sono appena liberata da un importante impegno scolastico, è come se avessi partorito.
Non ho molto altro da aggiungere.
Ecco; ringrazio davvero tanto tutte quelle persone che leggeranno fino a qui, che mi seguono e mi incoraggiano; grazie di cuore a te, lettore, che non rendi vano il tempo passato a scrivere.
Un immenso grazie anche a chi inserirà la storia fra le preferite, seguite, ricordate; e magari persino chi recensirà- ci sarà davvero qualcuno? Non mi dispiacerebbe ricevere un vostro parere :)

Grazie infinite di nuovo,
Bavosi baci, Blacket.
  
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