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Autore: SweetButterfly    21/05/2012    1 recensioni
Il tempo scorre inesorabilmente... va avanti e non si cura di niente e nessuno. Percorre la sua strada senza mai essere fermato. Ma cosa succede quando scopri di poter viaggiare nel passato? Tutto ciò di cui eri sicura crolla e non ti resta che seguire il tuo destino.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Elly non sporgerti troppo!»
«Ma mamma c’è una bellissima giornata oggi,voglio sentire un po’ d’aria fresca.»
Quella mattina il sole splendeva sul giardino di fronte casa come fossimo in piena estate. Invece era solo l’inizio di una splendida primavera, nell’aria si sentiva il profumo dell’erba appena tagliata, il dolce cinguettio degli uccellini appollaiati sull’albero di ciliegio e sentire il calore del sole sulla pelle mi dava brividi di piacere.
«è pericoloso, quante volte lo devo dire? Non puoi uscire fuori»
Mia madre mi prese e mi portò sul letto,chiudendo la finestra e oscurandomi la vista da quella magnifica giornata, sbarrando le tende. Era dall’età di due anni che non mi era permesso uscire da casa, nemmeno aprire la finestra e assaporare l’aria primaverile.
«Non è giusto! Ho già undici anni, non sono più una bambina, perché non posso uscire? Fammi almeno stare in giardino di fronte casa. Prometto che non mi allontano.»
«No! Non puoi.»
«Uffa! Ti odio!»
Come spesso accadeva, a quelle parole, mia madre usciva dalla camera chiudendosi la porta alle spalle senza dire una parola. E io iniziavo a piangere abbracciata al mio cuscino. A quell’età sapevo solo che tutto questo era il frutto di un terribile evento,secondo i miei genitori, accaduto nella mia infanzia. Tutto ciò che io ricordavo era solo un viso; un viso di una giovane donna molto familiare.
«Elly vieni, vieni a vedere.»
Qualcuno mi stava chiamando,era lontano, mi faceva un cenno con la mano e indicava ai suoi piedi qualcosa. Sentivo il vento sulla pelle, il sole stava tramontando solcato già a metà dalle onde del mare. Onde del mare?
Mi guardai intorno e rimasi sorpresa. Ero su una spiaggia bellissima e totalmente deserta; il profumo del mare mi riempiva i polmoni e il cuore batteva all’impazzata. Ero fuori, fuori dalla mia casa, fuori dalla mia prigione. Inebriata di felicità iniziai a correre.
«Elly dove vai?Aspettami!»
La persona che mi chiamava iniziò a rincorrermi, ma non avevo paura, mi sembrava stesse ridendo e quella risata così familiare contagiò anche me. Esausta mi lasciai cadere e rivolsi il viso al cielo.
«Ma che ti prende?»
Guardai il mio inseguitore e capì che era un ragazzo. Aveva i capelli leggermente lunghi e arruffati e il viso sudato, ciò che mi sorprese però era il suo sorriso…era bellissimo, mi faceva sentire bene. E poi quei due occhi color del mare così profondi…sentivo un forte legame ma non ne capivo l’origine. Allungai una mano per cercare di sistemargli quel groviglio che aveva in testa ma…tutto sparì.
“toc toc”
Ma cos’era? Sembrava che qualcuno stesse bussando. Aprì gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza da letto. Era notte fonda e quello era stato solo un sogno. L’immagine di me segregata in casa sotto la sorveglianza dei miei genitori era un ricordo della mia infanzia, ne ero sicura…ma il mare….e quel ragazzo….erano un sogno, assolutamente.
 “toc toc”
Ancora quel rumore. Possibile che stessi ancora sognando?
“toc toc”
No, quel suono era reale e non proveniva dalla porta, bensì dalla finestra. Mi alzai lentamente, poggiai i piedi nudi sul parquet freddo e guardai la finestra. C’era un’ ombra lì fuori. A metà tra lo spavento e la curiosità mi avvicinai tenendo in mano il mio cuscino; so che non era assolutamente un’ arma efficace contro un qualsiasi maniaco, ma pensai ingenuamente che un colpo ben assestato a qualcuno appeso alla finestra del primo piano di una casa fosse sufficiente. Mi avvicinai ancora e rimasi stupita da ciò che vidi. Lì fuori, appeso alla mia finestra c’era il ragazzo che avevo appena sognato. Notai però qualcosa di diverso, sembrava avere qualche anno in più, non era più il ragazzino del mio sogno. Stranamente alla sua vista la paura scomparve e senza pensarci più di due secondi aprì la finestra.
«Buonasera Aliann.»
«B-buonasera…ma come fai a sapere il mio nome?»
Grande entrata in scena Elly...dissi tra me e me. Prima d’allora non avevo mai balbettato in vita mia,e per di più lo facevo con qualcuno di cui sentivo avere una forte attrazione.
«è un segreto. Comunque non sono riuscito a mantenere la promessa e sono venuto a darti questo.»
Nella sua mano sembrò apparire magicamente una piccola scatola, con un sorriso me la porse e non sapendo cosa rispondere la presi.
«Spero ti piaccia, lo trovo adatto a te. Aprila.»
Staccai gli occhi da lui e cautamente aprì la scatola, all’interno c’era un braccialetto con dei piccoli ciondoli a forma di stella. Lo trovai immediatamente bellissimo.
«Allora? Ti piace?»
«è bellissimo. Ma perché lo regali a me?»
«Domani è il tuo compleanno, no?»
Vero…avrei compiuto sedici anni. In quel momento era l’ultimo dei miei pensieri. Ma come faceva a sapere del mio compleanno? Le domande aumentavano sempre di più.
«Ma come fai a saperlo?»
«Mi spiace, è un segreto. Ora però devo andare,mi sono già trattenuto abbastanza»
«Aspetta…non capisco…»
Le parole si bloccarono in gola, il ragazzo si stava avvicinando al mio viso, non riuscivo a muovermi. Con un bacio fugace sulla fronte mi salutò e scomparve nel buio di una notte senza luna.
La mattina dopo mi svegliai intontita,pensai che quello che era accaduto fosse stato solo un sogno, ma guardandomi il polso capì che era reale. Al polso avevo il dono di un bellissimo ragazzo di cui non sapevo nulla, neanche il nome.
Da quella notte il volto del ragazzo popolò i miei sogni, non saprei dire se fosse amore perché non l’avevo mai sperimentato. Penso che fosse più un’ ossessione, visto che non conoscevo nulla di lui e al contrario lui sapeva di me. Gli anni passavano e quel pensiero diventava sempre più forte; speravo ingenuamente che si facesse di nuovo vivo la notte prima dei miei compleanni, ma ciò non accadde mai.
Giunta però la notte dei miei vent’anni tutto cambiò.
Ero affacciata alla finestra e la luna piena irradiava il giardino di una luce blu quasi eterea. Notai dietro il tronco di un albero un movimento, guardai più attentamente e vidi il viso che mi era apparso all’età di due anni. Ciò che mi sorprese più di tutto però fu la somiglianza con il mio viso, cioè  avrei giurato di aver visto me stessa. Ma sapevo che questo era impossibile.  

  
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