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Autore: Giulsing    21/05/2012    4 recensioni
Mi guardava e io guardavo lui. Stava lì fermo, senza dire niente, senza dire una parola. Sorrideva.
Le sue fossette iniziavano ad accentuarsi leggermente, il sorriso si fece più forte, stava per scoppiare dalla felicità evidentemente. Sinceramente? Anche io.
Mi venne vicino e mi attaccò al suo viso, non me ne resi nemmeno conto.
Eravamo diventati di nuovo una cosa sola, le mie mani salivano sui suoi capelli che iniziai a toccare. Intrecciai le dita in quei boccoli stupendi assaporando ogni secondo di quel momento. Era la prima volta che chiamavo un ragazzo amore. Ed era la prima volta in tutta la mia vita che mi sentivo completa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV HARRY.
 

Okay Harry, calmo. Insomma, non sta succedendo nulla di male, no? No.
C'è solo una pazza psicopatica che sta correndo da una parte all'altra da mezz'ora con in mano decine e decine di scatolette blu cobalto, un commesso che mi sta altamente sui coglioni perchè dice di avermi già visto da qualche parte e che secondo lui la mia non è l' età giusta per innamorarmi, una signora sulla novantina che delira con un cane che mi viene sui piedi con le sue zampe, ma...
Sono vivo, in un negozio di gioielli, con la mia ex che sembra mia madre e mi sto letteralmente sfracellando le budella del cervello -sempre che esistano- vedendo tutti questi anelli in oro e argento.
Non ho la minima idea di quale prendere.


E' tutto confuso, per un ragazzo è come trovarsi nel centro commerciale più grande di tutta Londra con mille pacchetti e pacchettini sulle spalle.
Un incubo.
Mi guardo in giro confuso, cercando di recuperare Caroline che sta chiacchierando con il commesso sulle tonalità di argento dell'anello che ha scelto lei per giunta, da venti minuti buoni.
Ad un tratto si avvicina e mi prendela mano ridacchiando un po' tra se e se, mi avvicina al bancone e l'uomo che potrebbe essere mio nonno mi sorride dolcemente.

«Allora, ragazzino, tua madre è stata molto tenera a svuotarmi la vetrina, ma penso che quello che devi decidere sei tu.» dice con la voce roca e stanca.
A parte che ha chiamato Caroline -ovvero la mia ex- 'mamma' e che dandomi del ragazzino ha rischiato di perdere una gamba, ma nello stesso momento in cui ha parlato ho visto un anello assolutamente perfetto per quella che è la rossa italiana.
In realtà sono due anelli, uno per il pollice e uno per l'anulare, nel primo viene rappresentato la prima parte del simbolo dell'infinito, e nell'altro l'altra parte. E insieme si completano.
E' perfetto, assolutamente perfetto, perfetto per noi.
Mi avvicino alla mensola in legno dove sono appoggiati i due anelli in argento e li prendo in mano con delicatezza.
Dietro non c'è scritto nulla, è semplice come lo volevo io.
Li sfioro come se fossero la cosa più importante al mondo e penso a che cosa farci incidere dietro.


Flashback.


Entro in camera di Ag con più delicatezza possibile.
In quei giorni siamo stati davvero poco assieme, tra feste, impegni e cose varie. La vedo soprattutto molto presa con Miriam, che cerca di aiutare in qualsiasi modo possibile.
Stamattina, però, mi ha lasciato campo libero. Sua madre è uscita per andare al lavoro e Miriam ha organizzato questo piccolo momento di solenne tranquillità e privacy fra noi due.
Io quella ragazza me la sposo!
Chiudo la porta lentramente alle mie spalle e gli occhi cadono su un' Agape spaparanzata sul letto solo con le mutande e una canottiera trasparente.
Oh cazzo, mi sento come Edward Cullen al contatto con il profumo del sangue umano.
Respira, respira, respira, non puoi saltare addosso a una ragazza di sedici anni.
Rimango a fissarla mentre si stiracchia e dice qualcosa di incomprensibile nel sonno, e intanto cerco di trovare un modo per svegliarla e per dirle quello che le devo confessare ormai da giorni.
Mi avvicino al letto, prendo un lembo della coperta e copro Ag, più per me che per lei.
Si gira verso la parte opposta del muro rischiando di cadere ma la prendo la volo e la faccio tornare alla posizione di prima.

«Mhhmmh..»
Okay, è sveglia.
«Buongiorno, principessa.» dico accarezzandole la chioma rossa che le scende sulla schiena.
Apre i suoi occhi grigi, le ciglia arruffate rimangono semichiuse per via dei raggi di sole che stanno attraversando la stanza.
«B..Buongiorno.»
Si guarda intorno e sono sicuro che tra poco si metterà ad urlare.
3...
2...
1...


«HARRY! CHE CI FAI QUI, CHE E' SUCCESSO, COS'ABBIAMO FATTO IERI SERA?! ODDIO L'AVEVO DETTO CHE NON MI DOVEVO UBRIACARE, MA IO NON MI SONO UBRIACATA! NON HO FATTO NULLA, TI PREGO ASCOLTAMI SE RIMANGO INCINTA TU DOVRAI PRENDERTI LE TUE RESPONSABILITA' E NON ANDRO' COME LE ALTRE RAGAZZE DELLA MIA ETA' A RACCONTARE LA PROPRIA STORIA A MTV, CHIARO!?» urla come indemoniata cominciando a gesticolare con le mani e alzandosi dal letto.
Oh cazzo, questa ragazza mi spaventa, calmiamola!
In questo momento ci vorrebbe Liam e i suoi discorsi strappalacrime, o Louis con le sue battute fuori luogo che fanno calmare anche Satana, o magari Niall che le offre un pasticcino al ciocc..
ma che faccio parlo da solo?!
Dio, calmiamo la belva prima che esploda del tutto.

«Uooh calma!» la prendo per i polsi avvicinandola a me, «Non abbiamo fatto nulla ieri sera, tranquilla.»
Fa un sospiro, e lo faccio anche io. Per un momento ho temuto il peggio.
«Miriam..?» chiede con tono interrogativo.
Sorrido. «E' lei che ci ha lasciato un po' di tempo per stare assieme..» dico e le accarezzo la guancia morbida.
Si guarda intorno ancora spaesata. «Quindi non sono incinta?» chiede mandandomi un occhiata maliziosa.
Okay, questa ieri sera ha bevuto qualcosa, si.
Soffoco una risata e la abbraccio. «No, Ag non sei incinta.»
Ride anche lei e si butta a peso morto sul letto, cosa che faccio anche io quando la vedo sdraiata.
«Allora che ci fai qui? Scommetto che i ragazzi ti hanno buttato fuori dalla camera perchè russavi.» ammette ridendo di me più che altro, la risata diventa così forte che si deve tenere la pancia con due mani.
La guardo offeso e spazientito. «Ooh, smettila di ridere di me bambina!» sorrido anche io vedendola crepare dal ridere mentre cerca di riprendere fiato. «Ero venuto qui per prepararti la colazione, rischiando di essere visto da tua madre -che ancora non conosce la mia esistenza- e dalle mie fan scatenate che, come hai detto la prima volta che ci siamo visti, mi 'saltano addosso'. Ricordi?» spiego accarezzandole i ciuffi di capelli rossi che le cadono sul viso candido.
Torna un momento seria e poi accenna un sorriso, ma non uno di quelli forzati. «Certo, certo che me lo ricordo. Come posso dimenticarmelo? Mi rimarrà impresso nella mente 'forevaaah'
Eh? «Cosa?!»
Mi guarda divertita. «Forevaaah.» ripete.
Vedendo che io non do alcun segno di vita, sbuffa e si mette le mani sui fianchi tirandosi su dal letto.
«Oh ma dai, Hazza! Ti sei dimenticato del mio accento italiano che per farmi tanto 'ragazza inglese' toglie le finali delle parole?» sbotta facendo una faccia infastidita. Poi scoppia a ridere e inizia a torturare le mie fossette, infilandoci dentro un dito e cominciandole a schiacciare.
«No non me lo ricordav.. aaaahia Ag!» urlo massaggiandomi la guancia.
Si siede sulle mie gambe come se fossero un comodo divano e mi sussurra ad un orecchio. «Staremo insieme.. forevah
Rido, rido per la sua semplicità nel dire le cose. «Forevah. Te lo prometto.» ed ecco le sue labbra che cercano disperatamente le mie, e viceversa.


Fine Flashback.


I ricordi di quella mattina insieme a lei scorrono velocemente nella mia testa, e subito mi viene in mente che cosa posso incidere nel dietro degli anelli.
Mi dirigo verso il gioielliere che mi guarda come per chiedermi aiuto dalla mia simpaticissima mamma/ex, e comincia a farmi domande a cui rispondo tranquillamente.

«Si, avrei scelto quelli.» dico indicando i due anelli vicino ad una vetrata azzurra.
Annuisce seriamente e prende nota di qualcosa su un block-notes.
«E..» continuo, «..se è possibile vorrei incidere qualcosa all'interno di essi.» prendo aria e scrivo su un foglietto quello che vorrei inciso.
Passo il bigliettino al gioielliere che fa una faccia stranita e gira più volte il biglietto per controllare se ha letto bene.
«Mi scusi.. lei vuole scritto.. 'forevah'? Scritto così come.. come ha scritto lei?» si tampona la fronte sudata con un fazzolettino di seta bianca.
Minchia, non ti ho mica scritto di incidere 'tua madre è una gatta in calore', non c'è bisogno di sudare!
«Esattamente.» dico annuendo flebilmente.
L'uomo, o alieno che sia, si gira e prende gli anelli, si dirige nel suo studio e dopo un quarto d'ora torna con gli anelli tra le mani. Li impacchetta e me li porge, mentre io cerco i soldi da dargli.
Missione anello, compiuta!

































AIOOOOOOOOOOH!

EHI GRANDISSIMI FIGI (?) CHE STATE DIETRO QUEL BEL PC, COME STATE?
Dio santissimo dei cieli, è quasi un mese che non aggiorno ç.ç scussssssssssssatemi.
NON HO TEEEMPO !
NE' PER SCRIVERE, NE PER PENSARE, NE PER METTERMI DIETRO AL COMPUTER!
Le mie prof si stanno accorgendo solo ora che siamo indietro col programma e allora SCATENANO L'INFERNO CON VERIFICHE E INTERROGAZIONI.

MORITE SOTTO UN TRAM.

Beh allora.. ringrazio le persone che mi seguono, che recensiscono, che leggono senza rencensire e nooon importa, e tutti gli altri :33
lo so, questo doveva essere il capitolo decisivo della festa del primo mese, MA... HO VOLUTO AMPLIARE LE COSE :DD




TU CHE SEI ARRIVATO FINO A QUI...
SE TI E' PIACIUTO IL CAPITOLO, MI LASCI UNA RECENSIONE?

magari scrivetemi la vostra FF e io la verrò a leggere! 

Un beeeeso (?)
Giuls.









 

 

  
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