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Autore: AbigailLuna    22/05/2012    1 recensioni
Pansy è malata, e forse non guarirà mai. "Da anni, la mia battaglia senza pause contro il sangue della mia famiglia, contro il sangue di un prestigio guadagnato sul sangue di uomini e donne innocenti, mi ha portata ad un punto di non-ritorno. Ti prego, aiutami. Due parti differenti di me stanno decidendo il mio futuro, ma io non riesco a capire quale delle due ha torto e quale ha ragione. Chi devo ascoltare? La voce che mi prospetta una vita agiata ma sempre imbavagliata da valori cui non crede? O quella che mi prospetta una vita da donna libera e quasi felice, ma che deve temere per ogni passo che fa, con aguzzini di entrambe le fazioni pronti ad uccidersi per avere la sua pelle?"
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Blaise Zabini, Luna Lovegood, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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<< Blaise,
Ci conosciamo da molti anni ormai, e ti considero come il mio migliore amico e unico confidente. Come devi aver capito durante tutto questo tempo, non sono brava con le parole. Balbetto, mi mangio le sillabe e divento nervosa. Scrivere è più facile. Quindi ti scrivo questa lettera, per spiegarti strani atteggiamenti e reazioni che posso aver avuto in tutti questi anni. Tutti i “come va?” cui non ho mai risposto, tutti quei momenti in cui il mio umore è cambiato improvvisamente da un momento all’altro. Vedi Blaise, la verità è che… è che io sono malata. Malata mentale. La mia testa ad un certo punto, ha smesso di funzionare. I miei genitori, come quelli di molti nostri compagni purosangue, mi hanno istruita severamente, senza lasciarmi il tempo di crescere, ma facendomi nascere già come una signorina. Quanto ho odiato quella parola da bambina! Ancora oggi, quando sento dirlo ad una bimbetta, mi si rivolta lo stomaco, non riesco a sopportare quel sapore dolciastro che accompagna quelle disgustose lettere. I miei genitori inculcandomi quella parola, e altre come “babbano”, “feccia”, “schiavo”, ”mezzosangue”, ”traditore del suo sangue”, mi hanno fatta crescere a loro immagine e somiglianza, almeno in apparenza, come ben sai. Me ne rendo conto, ma non posso cambiare ciò che sono, non ne ho le forze. Combatto giorno e notte contro le idee di mia madre, ma non riesco a vincere. Tu sei forte, ti sei ribellato a tua madre, sei scappato di casa, ma guardiamoci in faccia: cosa potrei fare io? Da anni, la mia battaglia senza pause contro il sangue della mia famiglia, contro il sangue di un prestigio guadagnato sul sangue di uomini e donne innocenti, mi ha portata ad un punto di non-ritorno. Ti prego, aiutami. Due parti differenti di me stanno decidendo il mio futuro, ma io non riesco a capire quale delle due ha torto e quale ha ragione. Chi devo ascoltare? Quella che mi prospetta una vita agiata e senza problemi, da donna ricca, salva, in salute, ma sempre imbavagliata da valori cui non crede? Oppure quella che mi prospetta una vita da donna libera e quasi felice, con al suo fianco una persona che può amare veramente, ma che deve temere per ogni passo che fa, con aguzzini di entrambe le fazioni pronti ad uccidersi per avere la sua pelle? Perché sarebbe questo il mio futuro: sposata ad un uomo che non voglio, imbrigliata in una vita che mi fa ribrezzo, piena di signorine e signorini, e di gente perbene con le mani sporche di sangue, ma comunque comoda, in un castello grande con servitori pronti a scattare ad un cenno della mia mano, e senza dovermi preoccupare di cose volgari come il denaro o la scarsità di cibo… Oppure, libera, libera di amare, o non amare, chi voglio, lottando per la liberazione di un paese che, adesso, io stessa opprimo; tuttavia sempre sotto la minaccia costante della morte imminente, perché nessuno permetterebbe che io, una serpeverde, e purosangue, in più, mi unisca alla resistenza. C’est l’hôpital qui se fout de la charité! *Capisci? Anni, anni che soffro a causa di imposizioni che non ho chiesto, di obbligazioni alle quali non posso scappare. Sono condannata a fare sempre la cosa sbagliata e non lo sopporto. Questo non poter mai essere dalla parte della ragione, qualsiasi cosa io dica, mi uccide a fuoco lento. Non posso essere gentile, perché io per prima mi sono macchiata di orribili delitti, a causa della mia famiglia che non posso rinnegare; ma nemmeno posso essere cattiva, perché significherebbe tradire tutto ciò in cui credo, tutto ciò che i miei genitori non sono ancora riusciti a portarmi via. Scappiamo, Blaise, scappiamo, dove nessuno può trovarci e niente può toccarci, scappiamo da questo schifo che ci circonda. Scappiamo in fretta, perché questo mondo sta per sconfiggermi>>.


*"é l'ospdale che sfotte la carità", proverbio francese.

Questo è un flash forward di un momento che succederà durante il sesto anno. Nel prossimo capitolo comincerà la storia di Pansy, e di come è diventata la st... cattiva persona che è adesso. In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate! Pace!
   
 
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