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Autore: saku89    22/05/2012    1 recensioni
Nata come una one-shot questa fan fiction è arrivata a tre capitoli e li si è conclusa. Inizialmente sanoxheisuke ha visto poi un inversione di rotta. Quindi ci sarebbe uno shonen-ai solo nel primo capitolo. Presenti alcuni personaggi storici e, nel dubbio, aggiungo l'ooc.
II capitolo:
"- Sano, sei sicuro che sia stata una buona idea lasciare Hijikata nelle mani di Masa-san?
- No Shinpachi, non ne sono per niente sicuro, anzi! avrei dovuto fermarla. Speriamo che Hijikata sia ancora vivo al nostro ritorno.
Sospirò.
- Perché quelle facce preoccupate? Masa-san è brava, no?
domandò Heisuke, leggermente confuso.
- In cucina sicuramente,
commentò Shinpachi.
- Ma in medicina no, assolutamente no,
sospirò il capitano della decima unità.
- E' un vero disastro - continuò - mai farsi curare da lei. Ogni volta tira fuori rimedi strani che dice siano tramandati nella sua famiglia da generazioni. Senza contare le tisane, quelle sono la sua arma micidiale. Il bello è che lei non se ne rendo conto."
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
Mad men & infusions. La conclusione di un'altra, lunga, giornata.
Happiness.

- Fuku-cho,
lo richiamò con tono piatto Saito Hajime.
- Notizie di Souji?
ringhiò il vice-comandante, reprimendo un conato di vomito. Decisamente, non reggeva l'alcol.
- Ancora nessuna,
rispose laconico.
- Posso fare un osservazione, fuku-cho?
Hijikata lo guardò distrattamente, poi annuì. In fondo, Saito era uno dei pochi membri della Shinsengumi ad avere ancora un po' di sale in zucca - gli altri erano ormai una causa persa - quindi un suo parere non poteva essere così dannoso per la sua compromessa, forse per sempre, sanità mentale.
- Come avete fatto a non accorgervi di nulla?
Saito Hajime era una della poche persone serie e intelligenti all' interno della squadra, questo era vero, ma sapeva essere franco e schietto nei momenti meno opportuni.
Non rispose, non ne aveva la forza e, come se non bastasse, si sentiva anche un po' frustrato. Da quando aveva un sonno così pesante? Da quando non riusciva più ad accorgersi del nemico mentre dormiva? Una fitta di dolore alla testa lo fece desistere dal porsi ulteriori quesiti.
- Basta con queste domande, Saito-san,
replicò in risposta Masa, impegnata nel suo lavoro di guaritrice, ovvero occuparsi di bagnare il fazzoletto che aveva poggiato sulla fronte di Hijikata nel tentativo di fargli passare il mal di testa.
Anche perché, a detta di Hijikata, la tisana di poco prima non aveva fatto altro che peggiorare le cose.
- Piuttosto, può andare a preparare un altra tisana, Saito-san?
Hijikata rivolse uno sguardo tagliente al suo sottoposto, nel tentativo di fermarlo e di evitare la fine disastrosa di poco prima. Non sapeva esattamente cosa ci fosse in quella tisana, ma era fastidiosa e l'effetto non era dei migliori.
Il capitano ricambiò lo sguardo, intuendo una velata minaccia e il problema che vi era dietro, quindi annuì.
- Torno subito,
disse semplicemente, prima di uscire dalla stanza.
La tisana avrebbe aspettato.



- Sano, sei sicuro che sia stata una buona idea lasciare Hijikata nelle mani di Masa-san?
- No Shinpachi, non ne sono per niente sicuro, anzi! avrei dovuto fermarla. Speriamo che Hijikata sia ancora vivo al nostro ritorno.
Sospirò.
- Perché quelle facce preoccupate? Masa-san è brava, no?
domandò Heisuke, leggermente confuso.
- In cucina sicuramente,
commentò Shinpachi.
- Ma in medicina no, assolutamente no,
sospirò il capitano della decima unità.
- E' un vero disastro - continuò - mai farsi curare da lei. Ogni volta tira fuori rimedi strani che dice siano tramandati nella sua famiglia da generazioni. Senza contare le tisane, quelle sono la sua arma micidiale. Il bello è che lei non se ne rendo conto.
- Ricevuto, mai farsi male se c'è lei nelle vicinanze,
replicò Heisuke, preoccupato.
- Comunque, questa mattina Souji ha detto che sarebbe andato a giocare con i bambini, voleva mostrargli le sue oikake-koma.
- E di solito i bambini si radunano davanti al tempio
Nishihonganji.
- Quindi direi di andare lì,
concluse Heisuke sospirando.



- Sou-nii!
- Dimmi Ai-chan, qualcosa non va?
- Non riesco a far girare la trottola. Mi spieghi di nuovo come si fa?
Souji sospirò, divertito. La bambina era la più piccola del gruppo e, non sapeva bene perché, ma era particolarmente affezionato a lei.
- Allora, prendila tra pollice e indice...
- Questo è l'indice?
- Brava, ora fai compiere mezzo giro alla trottola e poi... lasciala andare! Visto?
La trottola aveva iniziato a girare, seguita poco dopo da quella di Souji e da quella di Jou.
La bambina osservò estasiata le tre koma colorate inseguirsi e, euforica, iniziò a battere le mani.
Okita, divertito, le scompigliò affettuosamente i capelli.
- Sou-nii, porti le trottole anche domani?
chiese la bambina, speranzosa. Il ragazzo la osservò, poi scoppiò a ridere.
- Ma certo che le porto anche domani, Ai-chan,
rispose prendendola in braccio e facendola volteggiare in aria, proprio come una trottola.



Quando i tre arrivarono al tempio si trovarono davanti a una scena che li lasciò increduli.
- Quello... è Souji?
domandò Heisuke, perplesso.
- A quanto pare...
In lontananza Souji faceva volteggiare in aria una bambina, ridendo, circondato da molti altri bambini che attendevano il loro turno per essere sollevati.
Davanti a quello spettacolo si chiesero se alla fine fosse così necessario chiamare Souji e portarlo da Hijikata. In fondo, quei bambini avevano occhi solo per lui e anche il ragazzo sembrava divertirsi un mondo. Non lo avevano mai visto ridere in quel modo così spensierato.
Poi gli tornò alla mente Masa, impegnata a curare Hijikata. I tre rabbrividirono al solo pensiero. Il vice-comandante conosceva Masa, ma non sapeva che la ragazza in quanto a cure era un disastro.
Sospirarono. In fondo, probabilmente il vice-comandante se n'era accorto già dopo il primo infuso.
Quindi, impietositi dall'immagine di un Hijikata imbottito di improbabili tisane, si avvicinarono.
- Ne, Souji! Questa volta l'hai combinata grossa,
esordì Shinpachi, divertito.
- Ah, si è svegliato?
replicò euforico il ragazzo. Non vedeva l'ora di sapere la reazione di Hijikata.
- Si, e ormai ha raggiunto la follia. Ha iniziato a ordinare seppuku a chiunque gli passi davanti!
replicò Sano, leggermente irritato.
I bambini, sentendo quel tono accusatorio, si artigliarono ai vestiti del capitano della prima unità, che dapprima li osservò sorpreso, poi scoppiò a ridere.
- Non trattare male Sou-nii, tu!
gridò Jou in un improvviso slancio di coraggio, che stupì Souji.
- Si, lasciate stare Sou-nii!
replicarono gli altri in coro.
Okita scoppiò nuovamente a ridere, poi, mettendosi seduto sugli scalini del tempio, prese in braccio Ai-chan e iniziò a spiegare. 
- Vedete, quei due tipi grandi e grossi sono delle scimmie senza cervello, mentre l'altro, il piccoletto, è anche lui una scimmia, ma più piccola. Sono demoni in forma umana.
Le tre scimmie, al sentire quella spiegazione, rimasero sconvolte. 
- Però dovete stare tranquilli, non sono cattivi. Questa mattina ho fatto uno scherzo a uno di loro e adesso sono venuti a chiamarmi perchè devo chiedere scusa.
A Jou salirono le lacrime, nel ricordare il suo incubo.
- Tranquillo Jou-chan, loro sono demoni buoni. Non faranno del male a nessuno.
Il bambino annuì, asciugandosi gli occhi con la manica dello yukata.
- Bene, adesso devo tornare a casa per scusarmi con loro e anche per prepararmi per la ronda. Voi giocate ancora e state tranquilli, non succederà niente.
Li osservò ad uno ad uno.
- Vi lascio le mie oikake-koma, così domani mattina vedremo chi riuscirà a battermi.
I bambini urlarono un "si" euforico, poi presero le piccole trottole.
- Vi allenerete un po' per uno, facendo a turni, e a fine giornata tu, Ai-chan - disse girandosi verso la bambina, che ancora teneva in braccio - dovrai prenderle e conservarle fino a domani mattina. Le affido a te, mi raccomando.
La bambina annuì, poi lo abbracciò.
Souji la fece scendere e dopo aver salutato tutti, Toshiro compreso, si unì ai tre, che lo aspettavano impazienti.
- Demoni, eh?
commentò Shinpachi, piuttosto irritato.
- Bhè, siamo o non siamo uno squadrone di demoni - rispose con espressione divertita il ragazzo, poi aggiunse - piuttosto, Hijikata-san come sta?
I tre lo guardarono, scorgendo chiaramente nella sua espressione, nel suo ghigno e nei suoi occhi il suo essere sadico.
Il ragazzo scoppiò a ridere. Era la sua solita risata divertita e apparentemente spensierata, ma dietro si nascondeva chiaramente quel pizzico di perfidia che non guasta mai. Non poterono far altro che sospirare, affranti, e sperare di trovare un Hijikata ancora vivo al loro ritorno.



Masa si chiese se ci volesse così tanto per preparare una tisana o se, peggio, fosse successo qualcosa allo shinsengumi mentre la preparava. Era molto che aspettava e Saito non era ancora tornato. Chissà il povero Hijikata-dono come stava soffrendo.
Prese il fazzoletto e lo bagnò di nuovo con l'acqua fresca.
- Assorbite l'acqua come una spugna,
disse la ragazza, contrariata. Hijikata avrebbe voluto replicare, ricordandole che quel fazzoletto serviva per rinfrescare la fronte bollente e non per fargli assorbire l'acqua, ma alla fine una constatazione del genere non avrebbe fatto altro che convincere ulteriormente la ragazza di essere un medico provetto. Quindi, per la sua incolumità, era meglio lasciarla parlare. Anche se dai termini che usava da un ora a quella parte, sembrava lo stesse trattando come una pianta morta.
- Temo mi dovrò allontanare un attimo, non vorrei fosse successo qualcosa a Saito-san.
Il vice-comandante sbuffò divertito. Come se Saito potesse avere qualche problema a preparare una tisana. In realtà, come si era aspettato, l'uomo aveva intuito subito che quell'infuso era l'ultima cosa che volesse bere, quindi si era dileguato senza lasciare traccia. Sapere di avere un sottoposto così in gamba gli fece tirare un sospiro di sollievo. Stessa cosa non si poteva dire di altri tre stupidi che non erano ancora stati in grado di trovare il quarto stupido della situazione. Ringhiò, facendo sussultare Masa, che nel frattempo si era alzata.
- Tornerò subito Hijikata-dono.
Anche in questo caso il vice-comandante avrebbe voluto replicare che era meglio se non tornava proprio. Preferiva vederla inseguire Sano e abbandonarlo lì, al suo mal di testa e hai conati di vomito. A lui avrebbe pensato Gen-san che sicuramente, oltre a cucinare bene, aveva anche una certa esperienza con le ferite, i mal di testa e tutto il resto.
La sentì aprire la fusuma. La sentì sussultare. E sentì anche una voce fin troppo familiare, quella di Gen-san, che si scusava per averla spaventata. Pregò vivamente che l'uomo si offrisse volontario almeno per preparargli un té decente e, oltre ogni aspettativa, così fu. Che gli avesse letto nel pensiero? Diciamo che più probabilmente la sua faccia sofferente doveva aver lasciato intendere tante cose. Che vergogna, lui, il vice-comandante della Shinsengumi, ridotto in quello stato.
- No, non si preoccupi Inoue-san, la ringrazio,
sorrise sincera.
- Insisto per preparare io la tisana, così che lei possa rimanere qui a controllare il vice-comandante. Sarà già molto affaticata, Masa-san.
- No, mi devo sdebitare in qualche modo. Questa mattina ho procurato non pochi fastidi a Hijikata-dono venendo qui, e mi sento in dovere di aiutarlo.
- Non è colpa sua, Masa-san, ma del mio allievo che non è stato in grado di valutare tutti i rischi.
Tani Sanjuro? Perfetto, forse lui sarebbe riuscito a fermarla con i suoi discorsi articolati e incomprensibili.
- No, Sano non ha colpe, Sanjuro-san - commentò il capitano della sesta unità - piuttosto la colpa va a Souji, che ha ubriacato nel sonno Hijikata-san.
Perfetto, e così lo sapevano tutti. Hijikata si chiese da che parte si stesse schierando Gen-san. Avrebbe voluto dirgli di lasciar parlare Tani, ma a quanto pareva questa volta la lettura del pensiero non aveva funzionato.
- In ogni caso, Masa-san, lei non ha colpe. Sta già facendo tanto, quindi lasci preparare a noi la tisana,
concluse il capitano della settima unità. Hijikata sospirò, sollevato.
- Va bene Tani-san, Inoue-san, vi ringrazio. Ecco, queste sono delle erbe particolari che porto sempre con me, perchè possono tornare utili. Ne avevo date un po' a Saito-san, ma temo sia successo qualcosa. Usatele come infuso.
I due capitani annuirono.
Gen-san intercettò lo sguardo sofferente del vice-comandante e, come Saito prima di lui, intuì il pericolo. D'altronde si conoscevano da una vita. Per quanto riguardava Hajime, invece, si trattava solo di affinità.
- Torniamo subito,
disse Tani Sanjuro, aprendo la fusuma.
Sano gli aveva raccontato una volta, di sfuggita, parlandogli di Masa, di come fosse bravissima in cucina, ma tirasse spesso fuori dei rimedi strani per curare. Quindi, appena aveva sentito parlare di tisana, aveva subito intuito la gravità della situazione e aveva tentato di dissuaderla.
Per questo non si stupì troppo quando, una volta usciti, Gen-san si diresse dalla parte opposta a quella dove si trovava la cucina.
- Speriamo che Hijikata-san sopravviva,
mormorò, affiancandosi a Inoue.
- Speriamo davvero,
rispose l'altro.



- Souji, fossi in te mi preparerei spiritualmente al seppuku. Hijikata-san questa volta non te la farà passare liscia.
- Ne, Sano, questo suggerimento dovresti darlo proprio a Hijikata-san, che si trova nelle mani di Masa-san,
constatò.
Shinpachi e Heisuke scoppiarono a ridere, seguiti poi dalla risata sguaiata di Souji.
- Si, ma ora basta offenderla in quel modo!
- Hai ragione, scusa - rispose il capitano della seconda unità, divertito - e poi, non sarà brava con le medicine, ma sicuramente in cucina è fantastica. Ah, Sano, sei proprio fortuna...
Una vocina tagliente non gli fece concludere la frase e l'immagine di una Kotsune addolorata con una mannaia in mano lo spaventò.
- K-Kotsune-chan...
mormorò terrorizzato. Sano si fece scappare una risatina.
- A essere sincero, sono un po' preoccupato per Hijikata-san, per la sua salute mentale,
osservò Heisuke, pensieroso. 
Persi nelle loro elocubrazioni mentali, Souji con un ghigno stampato in faccia, arrivarono al tonsho.



- Strano che non siano ancora tornati con l'infuso. E' un vero peccato Hijikata-dono, se fosse arrivato prima ora stareste già meglio.
Il vice-comandante, con quel briciolo di pazienza rimasta, cercò gentilmente di cambiare discorso. Capiva perfettamente le buone intenzioni di Masa, ma non avrebbe retto ancora per molto.
- Mi sentirei sicuramente meglio con Souji qui e io con la katana in mano che sto per...
- Saranno qui a breve,
lo fermò la ragazza, spaventata dal tono con il quale l'uomo aveva ripreso spirito.
- Toshi!
La fusuma si spalancò e per qualche secondo il vice-comandante, esasperato, ebbe il terrore di ritrovarsi davanti un Gen-san sorridente con la tisana in mano.
- Toshi, come stai? 
chiese Kondo Isami entrando veloce, preoccupato.
- Oh, buongiorno Kondo-sama. Mi scusi, so che non dovrei trovarmi qui.
- Buongiorno Masa-san, nessun problema davvero. Anzi, ho sentito che si sta prendendo cura lei di Toshi. La ringrazio.
La ragazza, imbarazzata, si alzò veloce, chinandosi profondamente.
- Non sto facendo molto...
- No, no, se Toshi si sta riprendendo è solo grazie a lei.
L'occhiataccia che il suddetto Toshi lanciò al comandante fece scappare una risata divertita, difficilmente trattenuta, a Suzuki Mikisaburo, in piedi vicino a Kondo.
Hijikata digrignò i denti. Lui si stava riprendendo? Perchè Kondo-san era sempre così dannatamente ingenuo? Aveva per caso la faccia di uno che si stava riprendendo? Più che altro la sua era la faccia di uno che stava per morire.
- Ho saputo da Gen-san cosa ha combinato Souji. Questa volta mi sentirà!
affermò, imperioso. Mikisaburo si lisciò i baffetti, incuriosito.
- Mi scusi Masa-san, cosa sta dando a fukucho per farlo riprendere?
- Ah, gli ho fatto bere una tisana con delle erbe mediche che la mia famiglia si tramanda di generazione in generazione.
- Ottimo rimedio, le tisane sono sempre la cosa migliore in questi casi,
fu il commento di Kondo.
Tale frase, detta in modo così poco accorto, non potè far altro che distruggere l'ultimo briciolo di pazienza di Hijikata Toshizo.
- Kondo-san! Ti sembra che io stia bene?
replicò, nero di rabbia.
- In effetti no, hai ragione. Masa-san, forse un altra tisana potrebbe...
constatò, serio in volto.
La ragazza annuì.
- A dir la verità, avevo chiesto a Saito-san di preparla, ma non è tornato. E dopo ho chiesto anche a Inoue-san e Tani-san, ma anche loro sono spariti.
- Capisco, ci penserò io personalmente,
concluse Kondo, prendendo la bustina con le erbe che la ragazza gli porgeva.
Hijikata, occhi ormai imploranti, piantò lo sguardo in quello di Suzuki Mikisaburo, che capì al volo.
- Ma no Kondo-san, ci penso io, lei resti qui con Hijikata-san, 
tentò il capitano.
- Nessun problema Mikisaburo-san, la preparo io.
- In ogni caso la accompagno,
concluse, notando lo sguardo omicida che Hijikata stava lanciando a tutti e tre.
- Grazie Kondo-sama, siete davvero gentile.
- Oh, si figuri Masa-san, per così poco.
Hijikata, dopo aver provato inutilmente a tirarsi su, ricadde con la schiena sul futon, colpito da un altro cerchio alla testa. Tutti i capitani conoscevano Masa-san e tutti sapevano che la ragazza era brava in cucina. Ma non tutti erano a conoscenza delle sue proverbiali e micidiali tisane. Micidiali nel senso negativo del termine chiaramente. A dir la verità, anche lui fino a quella mattina ne era all'oscuro e ora l'unico rimasto era Kondo che, anzi, si prodigava nel dare una mano alla ragazza.
Lo osservò uscire dalla stanza, con la bustina di erbe in mano. Decisamente, quella roba era pericolosa.
- Vedrete Hijikata-dono, vi sentirete sicuramente meglio appena bevuta la tisana.
Il vice-comandante sospirò, chiudendo gli occhi. Il seppuku. Seppuku, seppuku, seppuku. Per lui ovviamente. Ma prima avrebbe fatto da kaishaku a Souji.



Quando Kondo Isami tornò con la tazza di tisana fumante in mano, Hijikata divenne bianco e un nuovo conato di vomito, questa volta dovuto all'odore nauseabondo dell' infuso, lo colse.
Suzuki Mikisaburo si avvicinò al futon, sedendosi vicino a lui.
- Mi dispiace Hijikata-san, io ci ho provato.
Il vice-comandante annuì. Vide Masa avvicinarsi e chiuse gli occhi, pregando per la sua reincaranzione futura, affinchè non subisse lo stesso supplizio a cui era stato sottoposto lui. Sicuramente, l'aver resistito così tanto avrebbe influito positivamente. Questo, almeno in parte, lo consolò.
La ragazza lo aiutò a tirarsi su e la tazza fumante si avvicinò pericolosamente alla sua bocca.
- Con questa vi sentirete subito meglio.
Hijikata avrebbe voluto replicare che no, non si sentiva affatto meglio, anzi, la situazione era peggiorata, ma con la testa che ancora girava, non ebbe nemmeno la forza di rispondere.
- Masa-chan!
Una voce fermò la mano della ragazza a pochi centimetri dalle labbra del vice-comandante, che, sollevato, si lasciò andare sul cuscino con un sospiro.
- Sano! Avete trovato Okita-san?
chiese, preoccupata per la salute del ragazzo nel momento in cui sarebbe finito tra le grinfie di Hijikata.
- Eccomi qui Masa-san - disse divertito il ragazzo in questione, spuntando fuori da dietro la fusuma - come va, Hijikata-san? Vi sentite meglio?
Hijikata aprì di scatto gli occhi, vedendo Amaterasu che sorrideva dopo aver esaudito il suo desiderio. Da quel giorno avrebbe iniziato seriamente a venerare i Kami.
- Souji...
mormorò.
Il capitano incautamente si avvicinò al futon, sedendosi sorridente vicino al vice-comandante.
- Souji...
lo chiamò Hijikata.
- Hmmm?
sorrise il ragazzo.
- Okita-san, forse è meglio se si allontana,
suggerì Masa, allontanandosi lei stessa. Ugualmente fece Suzuki Mikisaburo, intuendo il pericolo. Il ragazzo scoppiò in una risata di gusto, posando la mano sulla katana, sotto lo sguardo severo di Kondo. Nonostante avesse un sorriso tranquillo e spensierato stampato in faccia, sentì comunque la necessità di tenersi pronto a ogni evenienza. Perchè, riuscì ad ammetterlo anche a se stesso, questa volta l'aveva combinata davvero grossa.
Però, indubbiamente, si stava divertendo un mondo.
Il vice-comandante, con grande sorpresa di tutti, afferrò la sua katana, alzandosi.
Stessa cosa fece il capitano della prima unità, che strinse la presa sull'elsa e si allontanò di un passo.
- Hijikata-san, non vi sforzate troppo.
Quella fu la goccia che fece trabboccare il vaso.
Souji scattò indietro, schivando la lama della spada che veloce Hijikata aveva sfoderato. Schivò un altro colpo, portandosi sempre più verso la veranda. Kondo cercò di fermarli, ma, mosso un passo, venne bloccato da un Hijikata urlante e furioso. La sua leggendaria compostezza era scomparsa.
- Che nessuno si intrometta...
Un ringhio sommesso fece desistere chiunque dall' intervenire. Non che poi ne avessero così tanta voglia. In fondo, lo spettacolo era piuttosto divertente.
Masa, più sconvolta che spaventata, si avvicinò a Sano, che le mise un braccio intorno alle spalle.
- Tranquilla, non lo ucciderà. Gli vuole troppo bene per ucciderlo.
- E poi - aggiunse San'nan, sopraggiunto dopo aver sentito le urla, nonostante avesse una vaga idea del motivo - non è così semplice uccidere Okita Souji.
- San'nan-san...
Masa avrebbe voluto chiedergli se ne fosse così certo, ma il sorriso rassicurante che l'uomo gli rivolse la fece desistere. In fondo, poteva anche essere vero che Hijikata un po' di affetto lo provava nei confronti di Okita, che, in effetti, era famoso per la sua bravura con la spada. Si disse che anche da parte di quest'ultimo un po' di affetto doveva esserci, se si premurava sempre di dare fastidio proprio al vice-comandante.
Osservando la scena da quel punto di vista la trovò spensierata, quasi all'ordine del giorno e, come tutti, si fece scappare una risata di cuore.
Nel frattempo Souji, con espressione seria e al contempo divertita, era arrivato nel giardino dove, sotto lo sguardo sconvolto di alcuni soldati, schivava i colpi di un Hijikata che aveva ormai perso la sua proverbiale lucidità. Il vice-comandante demoniaco sembrava un demone nel vero senso della parola, confermando il suo soprannome.
- Okita Souji... ti distruggo...
- Non oggi, Hijikata-san, non oggi...
replicò con un ghigno divertito il capitano della prima unità.


***

Kotsune si rigirò la lettera tra le mani. Le era stata consegnata da O'Sumi-chan a cui, da quanto aveva capito, era stata consegnata a sua volta da un venditore di medicine.
Non lesse subito il contenuto, troppo impegnata a rimuginare sulla sera prima. Era rimasta piuttosto delusa dal fatto che Shinpachi non fosse venuto, impaziente com'era di rivederlo. Invece quell' uomo tutti muscoli e niente cervello non si era presentato. Niente cervello... scoppiò in una risatina divertita. Diciamo che un cervello ce l'aveva, anche piuttosto brillante, ma ogni tanto dimenticava di usarlo.
Le tornò il buon'umore e curiosa lesse il biglietto.

Cara Kotsune-chan,

ti mando questo messaggio tramite Yamazaki - che non condivide più di tanto l'idea. Ieri sera non sono riuscito a venire al Kame'ya, ti chiedo scusa. Hijikata mi ha beccato mentre uscivo dal Tonsho. Era arrabbiato, probabilmente per qualcos'altro - penso c'entri Okiku -  e non mi ha dato nemmeno il tempo di spiegare per bene.
In ogni caso, oggi è stata una giornata particolare e voglio concluderla in bellezza, venendo a trovarti.
Souji ha ubriacato Hijikata nel sonno, quindi ti lascio immaginare in che condizioni si trovasse appena alzato. Ha iniziato a ordinare seppuku a chiunque, anche a me, Heisuke, Sano, e Masa - perchè si, c'era Masa. Sano aveva pensato che non ci fossero troppi problemi se veniva la mattina presto, quindi l'aveva invitata. Non aveva valutato il pericolo Souji.
E poi, Masa si è offerta di aiutare Hijikata a riprendersi e sai che in quanto a cure è un disastro.
Ma ti spiegherò meglio questa sera.
Tanto Hijikata fa fatica a reggersi in piedi e se il gatto non c'è, i topi ballano.
Ti amo

Shinpachi




Fine.





Note cap. 3:
Kaishaku: Assistente nel seppuku. Taglia la testa a colui che compie il suicidio rituale per accellerare la morte e non farlo soffrire troppo. Solitamente si tratta di un conoscente, un parente, un amico, insomma, una persona a lui vicina.


Note recenti e non:
Recenti e non perchè sono spezzoni di note appuntate qua e là. Oh miei dei...
Beh, la ff non ha avuto il successo sperato, però alla fine la cosa davvero importante è che chi l'ha letta sia rimasto soddisfatto. XD
Ringrazio di cuore
Shinkutsuki per aver recensito il secondo capitolo, Brilly_nya per aver aggiunto la ff alle seguite e ancora Chandrajak per aver recensito il primo capitolo e aver aggiunto la storia alle preferite. :)
Francamente non so che dire, non mi viene in mente niente. Una volta che hai sproloquiato nei due capitoli precedenti non sai proprio cosa scrivere.
E niente, la fanfiction finisce qui. Spero vivamente, veramente tanto, che vi sia piaciuta e ringrazio tutti in generale, soprattutto chi è arrivato fin quaggiù.
Ultima citazione storica:
"E poi...
Shinpachi che chiama Kotsune, Kotsune-chan, dovevo assolutamente scriverlo!"
 
Alla prossima! ;)

saku


  
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