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Autore: dayofsnoww    22/05/2012    3 recensioni
In un futuro non lontano gli USA sprofondano in una guerra civile, e l'arrivo di un nuovo virus semina il panico tra i cittadini. Nel McKinley High, Lima, Ohio, studenti e professori sono chiusi nella scuola per cercare di sfuggire alla morte e, soprattutto, al virus che li trasformerebbe in zombie.
Genere: Azione, Horror, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#1

Un'altra bomba scoppiava in lontananza, la seconda che i ragazzi avevano contato in una settimana.
Erano rimasti ancora in molti, nel McKinley High, ma sapevano che stavano solo ritardando l'inevitabile. Prima o poi il virus O37 sarebbe arrivato anche lì, e allora sarebbe stata la fine. 
Circa centocinquanta persone, studenti e professori, rimasti chiusi nella propria scuola da quasi un mese, da quando la guerra era scoppiata.
Nessuno voleva uscire, nessuno voleva morire con una pallottola in fronte o peggio, essere contagiato dal virus.
Nessuno voleva vedere la devastazione che si abbatteva sul proprio paese: intere case, palazzi, quartieri rasi al suolo, cadaveri per strada, schizzi di sangue e armi rotte su quello che rimaneva dei marciapiedi, le urla disperate della gente che fino a un mese fa conoscevano, ma che ora pativano la fame, le perdite dei propri cari, il virus, erano in fin di vita.
Un quadro grigio, orribile e inquietante, che si estendeva fuori dalle loro finestre. Che nel McKinley High erano state rinforzate o addirittura blindate per l'occasione, per tentare di tener lontano il virus e non vedere il dolore che presto li avrebbe raggiunti. 
Nessuno nella scuola sentiva i propri cari da quel giorno, quando si erano ritrovati bloccati tra quelle mura. Professori e ragazzi ansiosi di conoscere della salute di famiglie e amici, ma ormai la speranza era quasi perduta: chiunque si trovasse al di fuori della scuola era considerato morto.
 
Tra questi emergeva una ragazza, Rachel Berry, bassa, dai capelli castani e dalla voce magnifica, del penultimo anno. Insieme a pochi altri faceva parte del Glee club, il club di canto corale della scuola, un aggregato di voci potenti e meravigliose. Era considerata un po' la "leader", colei che portava avanti il tutto e che aveva la voce più bella di tutte: il suo sogno era, dopo il diploma. di trasferirsi nella Grande Mela e di studiare canto e recitazione alla prestigiosa università NYADA. Ma probabilmente la NYADA e la stessa New York neanche esistevano più, e lei non sapeva se sarebbe sopravvissuta fino al giorno dopo. Aveva qualcuno là fuori che avrebbe dovuto aspettarla, se mai il disastro fosse finito: il suo ragazzo, Jesse St. James, frequentava un'altra scuola e non aveva saputo più niente di lui. Ormai non credeva neanche più che fosse vivo, ma continuava a sperare. Il terzo giorno, quando realizzò che le cose erano serie, che non sarebbero potuti uscire per un bel po' e che tutti lì fuori stavano morendo, il suo primo pensiero andò a Jesse e scoppiò in lacrime, sull'orlo di una crisi.
«Vedrai che anche lui è vivo, si è salvato, è chiuso nella sua scuola come te e presto vi rincontrerete!»
«Questo non durerà per sempre, riusciremo ad uscire e lui sarà da qualche parte ad aspettarti.» le dicevano le amiche Quinn Fabray e Santana Lopez per rassicurarla. La cosa sembrò funzionare al momento, ma lei sapeva che tutto ciò che le dicevano non era vero, che Jesse, lei e tutti quelli che conosceva sarebbero morti atrocemente, sparati da una guardia, di fame, di dolore o di O37. L'O37 era la cosa più orrenda e ripugnante che a un essere umano potesse mai capitare. Era un potente virus creato in laboratorio e tenuto segreto per anni, finché il mese scorso un gruppo di ribelli non aveva rovesciato il governo democratico per tentare di instaurare un regime dittatoriale e tutto venne distrutto, partendo dai laboratori chimici, e l'O37 era stato scoperto e liberato. Si trasmetteva principalmente con la saliva, per iniezioni o con rapporti sessuali, ma in rari casi poteva essere anche trasmesso per via aerea. Dapprima il soggetto cominciava ad indebolirsi e a diventare meno lucido, le pupille rossastre e la pelle pallida. Alcuni perdevano la ragione da subito, erano colti da istinti omicida o si suicidavano in preda al panico, oppure venivano ammazzati dai loro stessi compagni prima di arrivare allo stadio finale. La pelle cominciava a decomporsi, diventava di un verdastro-grigio, gli occhi rossi erano intrisi di follia e il soggetto cominciava a cibarsi di carne umana, a trasmettere il virus e a uccidere sbudellando quella che prima era la persona che amavano di più al mondo. Se venivi semplicemente morso, venivi contagiato e continuavi a vivere. Come uno zombie, certo, ma continuavi a vivere. Nei casi peggiori venivi squartato e le tue interiora, dal tuo intestino al tuo cervello al cuore ancora pulsante, diventavano merenda per gli zombie. Dopo un po' di tempo morivano, il loro ciclo vitale non durava molto. Gli anarchici in cerca di potere che avevano scatenato la Devastazione Grigia, il nome che il popolo aveva dato a questa guerra civile, iniettavano siringhe di O37 a cittadini presi a caso, in modo da diffondere il virus e terrorizzare e decimare la popolazione. Correva voce che i "pazienti zero", coloro a cui il virus veniva iniettato invece che mischiato, fossero diversi dai normali zombie. Ma al McKinley High nessuno aveva mai visto una cosa del genere, nessuno poteva confermarlo.
Santana Lopez diceva convinta: «Un gruppo di scienziati pazzoidi è riuscito a creare questa cosa, un altro gruppo può riuscire a curarla. Dobbiamo solo aspettare che arrivino e sperare di essere ancora in vita per quel giorno.»
Per i rapporti sessuali non c'era problema, dato che nessuno era tanto idiota da farsela con uno zombie.
 
Al decimo giorno di isolamento, le cose cominciarono a precipitare. Il preside della scuola, Figgins, era morto. Aveva avuto la sfortuna di trovarsi in palestra con altri pochi professori e un paio di ragazzi quando un soldato dalla parte dei ribelli aveva fatto irruzione e ucciso tutti i presenti.
Fortunatamente passava in quel momento, nel corridoio, Finn Hudson, ex quaterback e voce principale maschile del Glee.Caricato il fucile, che portava sempre con sé dall'inizio della guerra, era entrato in palestra in un momento di distrazione da parte dell'uomo, gli aveva ficcato un colpo diritto nella nuca, e poi in testa.
Il suo corpo era stato gettato fuori dall'edificio da un gruppo di ragazzi, sotto indicazione dei professori. Ormai dovevano farci l'abitudine, trattare con i morti era questione d'ogni giorno. Dovevano per forza essere coraggiosi, non c'era altra scelta. Dovevano uccidere e liberarsi dei corpi, se volevano continuare a vivere.
Finora i ragazzi non avevano ucciso molte persone, appena tre. Di più erano i morti, arrivati al venticinquesimo giorno, ventuno tra ragazzi e professori, e sarebbero andati sempre di più aumentando. Avevano adibito ad obitorio l'aula di matematica e l'ufficio di Figgins, ma presto non sarebbero bastati più. Alcuni dei morti, circa quattro o cinque, erano usciti in cerca d'aiuto o chissà cosa e non avevano fatto ritorno, avevano trovato solo la morte. O l'O37. 

 
Il venticinquesimo giorno, appunto, il professor Will Shuester, insieme alla signorina Emma Pillsbury e alla coach Sue Sylvester, avevano deciso di radunare il Glee club nell'aula di musica, dove erano soliti far lezione.
«Ragazzi, voglio che vi ricordiate com'era stare qui,» diceva «quando io scrivevo il tema della settimana alla lavagna e voi cercavate canzoni da proporre.» alcuni ragazzi sorrisero malinconicamente, qualcuno poteva persino giurare di aver visto Tina Cohen-Chang piangere. «Il tema di oggi siete voi, le vostre storie e le vostre speranze. Cosa sperate di fare o chi di vedere una volta fuori, quando tutto sarà finito. Tutto finisce, e noi ne usciremo vincitori. Non ce l'avremo fatta nelle gare di canto, ma ora vinceremo.» I ragazzi risero al ricordo: avevano perso svariate volte, contro le altre scuole. Ma stavolta dovevano vincere, ne andava della loro vita. 
Shuester batté le mani, suo tipico gesto: «Allora, chi comincia?»





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Alloraaa, prima di tutto vi ringrazio di aver letto questa cosa, mi è venuta in mente grazie a Nicola e al gruppo dei gleeks che spero stiano leggendo :* 
Avevo un profilo su efp ma l'ho cancellato e ho deciso di ricominciare, quindi questa sarebbe la prima cosa che pubblico qui xD
Mi scuso per il capitolo un po' lungo ma probabilmente saranno tutti così, non sono capace di fermarmi, fosse per me farei una storia tutta continua xD Non ho ancora scritto il secondo, quindi non ho proprio idea di quando aggiornerò. 
Poi voglio dirvi di restare forti, cari gleeks, perché oggi è martedì 22 maggio, e sappiamo tutti cosa accadrà stanot...excuse me while i...*urla isteriche*
Recensite anche se avete pareri negativi, anzi soprattutto, perché a questa cosa ci tengo e voglio che mi venga bene c:
xx
 
  
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