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Autore: DeAnna     22/05/2012    2 recensioni
"Ho lavorato duro per non essere come te! - gridò Neal - Hai idea di cosa mi hai fatto? Da te ho imparato che tutto quello in cui credevo era solo una sporca bugia!"
Qualcuno ritorna dal passato di Neal.
Qualcuno che, mai e poi mai, avrebbe voluto rivedere
Eccomi qua, nonostante 2 FF ancora da finire , con una nuova storia su Wc. Ieri sera mentre vedevo l'ultima puntata della Terza serie la mia mente partoriva questa. Sarà una storia breve , con 4 o 5 cap al massimo.
Spero che vi piaccia e mi facciate sapere che ve ne pare
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    1

Peter Burke apprezzava la colazione.

Una volta l'aveva definita “quel pazzo rituale che faccio ogni mattina, quando mi siedo con la mia bella moglie ed una deliziosa tazza di cereali, senza alcun pensiero su Neal Caffrey!”


Se non che, fin troppo spesso, Neal si materializzava a casa sua ad interrompere quei preziosi momenti, proprio come quella mattina.


"Sputa il rospo, Neal. Cosa vuoi?" chiese al suo consulente che, entrando in cucina sfoggiava uno dei suoi sorrisi irresistibili.


Vuoi? - ripeté lui, ridacchiando – cosa ti fa pensare che voglia qualcosa?”

"Stai interrompendolo la mia colazione, Neal! Non prendermi in giro! Che succede?"



"Niente! - insistette Neal – uhm … In realtà mi chiedevo se fosse possibile avere un giorno libero …”


"Perché?"

"Ho pensato che ti piacerebbe fare quello che vuoi per il fine settimana … che so … lavorare qualche caso a cui mi è vietato l'accesso, trascorrere del tempo con tua assolutamente splendida – disse, strizzando l'occhio ad Elizabeth, che sorrise, divertita, scuotendo la testa – e soprattutto sapere che io non interromperò la tua colazione … almeno fino a Lunedì”
Peter socchiuse gli occhi “Stai girando intorno a qualcosa … e non mi piace!”


Neal alzò le mani, in segno di resa, poi disse “Sei tu che pensi sempre che ci sia qualcosa sotto! Elizabeth da quanto tempo non uscite insieme a fare qualcosa di divertente?”


"Ehi! Ora non cercare di coinvolgere mia moglie! E non fare quegli
occhi da cucciolo! - Peter fece schioccare le dita in faccia Neal - ho già un cane! Ok, prendiamoci il fine settimana libero … Potresti occuparti di quei documenti che hai portato a casa … quando? Ah, si! Due settimane fa!”".

"Peter che senso ha una giornata libera se devo trascorrerla a lavorare a casa anziché in ufficio?”


"Non è un mio problema – rispose Peter, prima di bere un sorso di succo d'arancia – puoi fare quello che vuoi questo fine settimana purché tu non piombi qui, ok?"

Neal sorrise e dichiarò:“Perfetto!”

"E
non fare niente d'illegale! - lo avvertì Peter, gesticolando con il cucchiaio dei cereali – non m'importa come la prenderà Mozzie!”

"Hai la mia parola" promise Neal , mettendo , teatralmente, una mano sul cuore.


Peter scosse la testa, mentre il ragazzo se ne andava fischiettando e con le mani in tasca.


Perché mi sento così stupido? È come se gli avessi appena dato il permesso di fare qualcosa di assolutamente folle ...”


Elizabeth gli posò una mano sul braccio. “Tesoro, tu e Neal avete lavorato sodo ultimamente … Devo ammettere che l'idea di un fine settimana tutto per noi non m dispiace affatto ...” ammise, sorridendo.


Ok, prenderò un giorno di ferie!” le rispose e lo sguardo che vide sul volto di sua moglie, mentre lui chiamava Diana per comunicarle la cosa, gli fece dimenticare immediatamente Caffrey!




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Neal aspettò di essere abbastanza lontano da casa Burke per abbandonare la maschera di allegria sul proprio viso.


Aveva chiesto – e ottenuto – il fine settimana libero, ma non era affatto sicuro di voler andare fino in fondo alla storia.


Non poteva – ad essere sinceri non voleva – parlare con nessuno di quella faccenda, ma aveva bisogno di un posto per riflettere e schiarirsi le idee.


Entrò in un bar, ordinò un the, senza provarci con la cameriera, e lasciò che i suoi pensieri corressero liberamente.




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Aveva lavorato fino a tardi la notte scorsa. Peter aveva deciso di voler assolutamente venire a capo di una caso e se Peter tirava tardi in ufficio significava che Neal era bloccato con lui.


Quando era tornato a casa era dolorante, stanco, seccato e i suoi occhi rossi e cerchiati non chiedevano altro che chiudersi per una settimana intera!

Avrebbe voluto stendersi sul letto e dormire per giorni, ma June gli era andata incontro agitata, quasi sconvolta, e lui non poteva certo ignorarla. Così aveva accettato il bicchiere di Chardonnay che lei gli aveva offerto, si era seduto sul divano e aveva ascoltato la sua storia.



"Oggi è venuto un uomo. Ti cercava – cominciò la donna - All'inizio pensavo fosse uno dei tuoi amici di un tempo … Gli ho suggerito di andare a cercare Mozzie, ma non aveva idea di chi fosse ...”



Neal si strinse nelle spalle “Non ho mantenuto i contatti con … i vecchi amici … Mozz e Alex sono gli unici che sanno che vivo qui, da te” disse, sincero.


June annuì “Lo so … E c'è qualcosa in quell'uomo che non mi piace. Tu e Byron non siete mai stati dei santi, ma nessuno di voi ha l'aria così truce … - sospirò, prima di continuare -

Gli ho detto che probabilmente aveva sbagliato casa, ma lui ha insistito che era assolutamente certo che fosse la casa giusta. Ha detto che tu sai chi è e mi ha chiesto di consegnarti questa”


La donna gli tese una busta color panna.


All'inizio pensavo fosse un trucco e non volevo dartela, ma …”


Cosa ti ha fatto cambiare idea?” le domandò Neal, prima di prendere la busta.


I suoi occhi” dichiarò lei, quasi tristemente.


I suoi occhi?” chiese Neal, confuso.


Neal: erano i tuoi occhi!”



Non era necessario aggiungere nient'altro; entrambi sapevano cosa significassero quelle parole.


Nella stanza regnò il silenzio per qualche minuto, poi June insistette “credo che dovresti aprire quella busta”

Neal dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per farlo.


All'interno c'era solo un biglietto, scritto da una grafia che non avrebbe mai potuto scordare, con un indirizzo, una data ed un numero di telefono.



Che devo fare?” chiese Neal alla donna che ormai era più di un'amica, era parte – con i Burke e Mozzie - della strana e meravigliosa famiglia di cui faceva parte.

“Sinceramente io penso che dovresti dargli la possibilità di spiegarsi; di dare la sua versione” dichiarò lei, posando la mano su quella del ragazzo.

"E se non volessi ascoltarlo?”


June prese entrambe le mani di Neal fra le sue , per costringerlo a guardarla negli occhi , quindi dichiarò “Allora assicurati che abbia ciò che merita”




Neal non era riuscito a chiudere occhio quella notte.


Mille pensieri si agitavano nella sua mente, peggiorando il suo mal di testa.


Suo padre era un uomo ancora ricercato- il vecchio non era mai stato catturato e processato per i suoi crimini – ma Neal non riusciva a decidere cosa avrebbe voluto e dovuto fare.


Si passò una mano fra i capelli e gemette. Lo odiava. C'erano davvero pochissime cose di cui Neal era sicuro e suo padre era una di queste. L'odio che provava per lui non era mai diminuito nel corso degli anni.


Si voltò verso la sveglia. Segnava esattamente le 4 e 37.


Non riusciva a dormire.


Non aveva senso stare a rigirarsi nel letto.


Si alzò, indossò dei vestiti puliti ed uscì.


Non lontano da casa di June c'era un telefono pubblico.



Neal Caffrey aveva preso al sua decisione.



  
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