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Autore: SofyMalox    23/05/2012    2 recensioni
Quando finì, Aelita era sprofondata nel sonno, rannicchiata intorno a Mr. Puck.
La ragazza si alzò dalla sedia e mise a posto il libro. Mentre stava uscendo dalla porta, sentì Aelita che le diceva qualcosa. -Ti voglio bene sorellona...- Talia si girò con gli occhi un po' in lacrimati e con un sorriso sul volto affaticato. -Anch'io...e non sai quanto sorellina...-
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte prima

 

Capitolo 1

 

-Aelita, noi dobbiamo andare. Se hai bisogno di qualcosa, chiedilo a chi sai tu- disse la donna con voce delicata -si, ok mamma. State tranquilli!- Disse la bambina sorridendo, con la stessa delicatezza della madre, ai suoi genitori.

Uscirono dalla porta, ritrovandosi con i piedi avvolti nella neve gelata. La madre, prima di salite in macchina, guardo la sua adorata figlia, che la salutava sorridente fuori dalla finestra con il suo bel peluche in mano.

La macchina uscì dal cancello e la bambina andò nella camera di chi sapeva lei. Bussò due volte. Poi, si udì un piccolo lamento provenire dall'altro lato della porta. La bambina ridacchiò.

Uscì una ragazza sui tredici o quattordici anni. Le sorrideva, ma il suo sorriso era sforzato, forse per la stanchezza.

-Se ne sono andati?- Chiese la ragazza -si- le rispose Aelita. -Grazie per avermi avvertito- disse uscendo dalla porta.

-C'è qualcosa che posso fare per te?- Domandò gentile alla bambina -in effetti...c'è una cosa...- ammise la bambina guardandosi i piedi. La ragazza intuì quello che voleva. -Va bene, vai su a prepararti, io arrivo- Aelita le sorrise a corse in camera sua

-grazie Talia!-.

Mentre Aelita andava in camera sua, Talia pensava a quanto era fortunata ad avere conosciuto una bambina come lei.

-Wow, sei stata velocissima!- disse Talia mentre entrava in camera.

Aelita si era imbacuccata nelle coperte del suo letto e, affianco a lei, non poteva mancare Mr. Puck, il suo peluche.

-Ok...che libro vuoi che vi legga oggi?- -The elf!- Urlò Aelita piena di gioia. -Non sarai mai stufa di quel libro eh?- ridacchiò tra se e se Talia, sorridendo alla bambina e al suo peluche.

-No, mai! E' il mio preferito!- Le disse con la sua dolce vocina.

-Va bene, va bene. Allora...- e Talia iniziò a leggere il libro.

Quando finì, Aelita era sprofondata nel sonno, rannicchiata intorno a Mr. Puck.

La ragazza si alzò dalla sedia e mise a posto il libro. Mentre stava uscendo dalla porta, sentì Aelita che le diceva qualcosa. -Ti voglio bene sorellona...- Talia si girò con gli occhi un po' in lacrimati e con un sorriso sul volto affaticato. -Anch'io...e non sai quanto sorellina...-

 

La ragazza si alzò ansimante. Era tutta sudata e accaldata. Si guardò in torno un po' disorientata.

Poi, si fece cadere con la testa sul morbido cuscino, con lo sguardo puntato sulla finestra che era al disopra di lei. Si tolse le coperte di dosso, restando solo col suo bel pigiamino rosa.

Un altro incubo...” pensò la ragazza.“Perché non se ne vanno questi sogni che faccio? Ormai, è già da due mesi che mi perseguitano...rischio di impazzire! Eppure...Jeremy dice che non c'è da preoccuparsi. Però, non capisco. Mi sono iniziati da quando...da quando X.A.N.A. è stato sconfitto grazie a mio padre, grazie...al suo sacrificio...” pensò la ragazza guardando fuori dalla finestra.

Ma...anche se faccio quest'incubi su di me...e la mia famiglia, perché papà non lo vedo mai? Al posto della sua immagine, il nulla, sento solo la sua voce, ma non vedo niente...invece, vedo mia madre. All'inizio, questi sogni...o incubi che siano, mi piacevano. Grazie ai sogni, ora so com'è mia madre, conosco il suo volto e la sua voce...e quell'altra ragazza...che io chiamo sorella...non l'ho mai vista prima. Io, sono figlia unica.”

Pensò sempre più triste e con gli occhi un po' in lacrimati.

Dopo un po', scosse la testa con violenza, come se volesse scacciare via qualcosa che le era penetrato nella testa e che non riusciva più a togliere.

Poi, riprese la coperta che si era tolta con violenza e se la risistemò nel miglior modo che riusciva, cercando di riaddormentarsi con il suo piccolo peluche alla sua destra.

 

 

-Vi ho mai detto che le lezioni della Hertz sono così interessanti da far venire sonno?- disse un ragazzo, che era con la testa appoggiata sul banco e con le braccia distese. -Si Odd...un milione di volte...- li rispose un altro ragazzo nella sua stessa posizione, ma con la faccia spiaccicata al banco. -Beh, Ulrich, c'è chi stavolta mi ha ascoltato...- disse Odd indicando con le poche forze che gli restavano il banco difronte a loro. -No! Non ci credo!- Ridacchiò

Ulrich alzando la testa per vedere chi era.

La professoressa Hertz richiamò l'alunna addormentata.

-Signorina Stones, non me lo sarei mai aspettata da lei...-

la ragazza però non si svegliò. La prof andò vicino a lei. Poi, sbatté il libro di scienze sul suo banco e la ragazza si svegliò di soprassalto.

-Signorina Stones...la prego di stare più attenta alla lezione!- -Si, si professoressa. Mi scusi.-

Quando la Hertz riprese il discorso, Odd fece alla sua amica -wow Aelita, nottataccia?- -Si...proprio una nottataccia- disse mettendosi nella stessa posizione dei suoi due amici, ma con la mano destra che le reggeva la testa.

-Visto Jeremy? Aelita sta diventando sul serio mia cugina- disse Odd, che insieme ad Aelita ed Ulrich si fecero una risatina che durò fino a quando la Hertz non li richiamò dandogli una punizione.

 

-Grazie Rosa di questo squisitissimo...pranzetto- disse il ragazzo

-oh...non c'è di che Odd, ma sei sicuro di riuscire a mangiare tutta quella roba?- -Odd il grande non conosce limiti!- rispose il ragazzo con un tenero sorriso.

-Eccomi ragazzi, ma c'era la fila...- si giustificò Odd. Poi, il ragazzo spostò lo sguardo su Aelita, che si era addormentata. -Ehi, la bella addormentata sta di nuovo facendo un pisolino?- Disse Odd sedendosi affianco ad una ragazza -come di nuovo?-

-Oggi Aelita si è addormentata nel pieno della lezione della Hertz-

disse Ulrich sghignazzando con un sorrisetto sinistro.

-Wow, davvero? Aelita, non è da te!- Disse piuttosto divertita.

-Lo so Yumi, ma, ultimamente mi sento esausta...- le rispose l'amica mentre si svegliava dal suo sonno.

-Io lo sempre detto, troppi compiti ci danno i professori e così facendo ci fanno esaurire!- Sbottò Odd. -Infatti, ma almeno, mancano pochi giorni alla fine della scuola!- Disse tutto felice Ulrich -e sapete cosa vuol dire?- -Cosa?- Domandò Jeremy

-vacanze!- Urlò Odd, fatto sta che tutti gli alunni nella mensa si girarono verso di lui.

-Voi cosa avete in programma?- Domandò Aelita facendo rigirare la minestra con il cucchiaio -io penso che farò lezioni di recupero...tutta l'estate- disse cupo Ulrich. -Io con i miei credo che andrò in Giappone dai nonni, è da un po' che non li vedo, non mi dispiace andare da loro- disse Yumi cercando di ingerire la sostanza che per la cuoca della mensa era “cibo”. -Io andrò dalle mie adorate sorelle, da mia madre e da mio padre per qualche mese, poi penso che tornerò qua- disse Odd con la bocca piena di minestra e pezzi di pane. -Tu invece Jeremy?- Chiese Aelita -non lo so. Cercavo di coinvolgerti, così non resterai sola tutta l'estate-

-sei molto gentile, ma...quest'anno no, vorrei passare un po' di tempo per me. Voglio... passare un po' di tempo...con il mio passato.- I tre ragazzi e la ragazza, si guardavano con occhi di comprensione e che le avrebbero lasciata da sola, come voleva.

 

 

-Aelita! No!-

La ragazza, si sveglio spaventata, con Jim che le stava urlando nelle orecchie. -Signorina Stones...lo so che mancano solo...due giorni alla fine della scuola, ma questo non vuol dire che è autorizzata a farsi una dormitina- -ehm, mi scusi Jim- disse un po' spaesata la ragazza.

Dopo la lezione di ginnastica, Aelita voleva passare un po' di tempo da sola all'Eremo, per riflettere.

Entrata, salì al piano di sopra. Si guardava in torno, per cercare di trovare qualche somiglianza nella casa dei suoi sogni, ma era completamente diversa. Evidentemente, non era quella la casa e forse, non esisteva neanche quella dei suoi sogni, o incubi, nella realtà.

Andò nella sua camera, ormai devastata dal tempo, ma Jeremy e i suoi amici, l'avevano aiutata a risistemare un po' l'interno e l'esterno della casa, così per utilizzare quel luogo per ritrovarsi e passare un po' di tempo insieme.

Si sedette sul letto, con la schiena contro il muro. Chiuse gli occhi e si addormentò.

-Talia,vai a vedere chi è alla porta- disse il padre -ok. Ma... aspettavate qualcuno?- I genitori si guardarono. -Beh, no. In effetti non aspettavamo nessuno...- disse la madre. Talia andò ad aprire.

Si ritrovò davanti a due uomini grandi e grossi vestiti di nero. Li guardò più attentamente. Vide delle pistole che gli avanzavano dai fianchi e un altro uomo dietro di loro con un fucile M14 a tracolla.

Talia, richiuse subito la porta, ma uno dei tre uomini la blocco con un piede. Prese un coltello che si trovava sul tavolino al di fianco della porta e lo infilzò nel piede che avanzava dalla porta. Si sentì un tremendo lamento provenire dalla parte opposta, ma il piede non si spostò. Fu la porta a spostarsi.

La ragazza cadde sul pavimento tiepido, rialzandosi velocemente. Ora, i tre uomini erano dentro, con le armi che la puntavano, tutte pronte a far fuoco. Ma la ragazza rimase imperterrita, a sangue freddo, con le pistole e il fucile puntati sul suo petto. I genitori fecero capofitto nel corridoio. Quando videro la figlia, la madre per poco non si mise ad urlare e a piangere, ma si limito a fare qualche lacrima, per non far capire che aveva paura per la figlia.

Talia non si muoveva, restava li. Aveva paura, forse per quello non si muoveva, per il terrore di essere uccisa.

L'uomo con l'M14 si avvicinò a Talia.

Anthea stava per precipitarsi sull'uomo, ma Waldo la bloccò. L'uomo prese con una mano il volto della ragazza, stringendolo tra le sue fredde mani, per colpa della bassa temperatura che si trovava all'esterno.

Lei non spostava lo sguardo. Continuava a fissarlo negli occhi, seria. -Perché siete qui?- chiese Waldo, che stava tenendo stretta la moglie tra le sue braccia. -Oh...niente...ce l'ha ordinato Hannibal, facciamo solo il nostro lavoro- disse l'uomo che stava trattenendo Talia. Poi, lei si liberò dalla sua mano -certo...che bel lavoro... prendersela con chi non può difendersi- disse la ragazza studiando l'uomo con lo sguardo -Talia, taci!- Li disse il padre, lanciandoli uno sguardo fulminante. -Dai retta al paparino piccola peste o potresti farti tanto male...- -oh...che hai? Fifa di una ragazzina?! Si vede, te la stai facendo sotto...- disse divertita, ma il suo divertimento durò poco. Una pistola le venne puntata alla testa, facendo tremare la madre che si tratteneva a stento dalla disperazione.

-E adesso chi dovrebbe avere paura?- Disse l'uomo -io no, quindi penso tu, sennò non avresti reagito così- -Talia piantala!- Le urlò il padre. -Hai la lingua lunga...dai retta a tuo padre che ne sa di più di te piccola peste e non provarmi a rispondere che giuro che ti sparo.- La ragazza si morse il labbro cercando di trattenere il suo commento.

Il telefono, di uno dei due uomini con la pistola, suonò. -E' il capo- disse allontanandosi.

Talia non lo perse di vista, voleva sapere di cosa stavano parlando e per farlo, doveva vedere le sue labbra.

Lei era molto preparata. Sapeva moltissime cose per la sua età. Il padre gliele aveva insegnate in caso di necessità.

Alcune cose li sfuggirono, ma capì le cose più importanti. “Ne è sicuro signore? Non ci servono più? Ok, allora agiamo”. Dopo aver compreso quelle poche parole, Talia fece un passo indietro, poi un altro e un altro ancora finché non senti qualcosa alle sue spalle. Era l'uomo che aveva ferito con il coltello.

Poi, riguardò l'uomo che era al telefono. Stava ancora parlando e capì altre cose: “ok, allora uccidiamo il vecchio e la bambina? D'accordo, le portiamo le altre due, prepari una cella adatta a loro...” e chiuse la chiamata.

-Cos'ha detto il capo?- chiese l'uomo dietro a Talia -ha detto di portargli la ragazza e la madre- rispose lui con tono sereno, girato verso la porta -del padre e della bambina?- L'uomo non si sposto di un millimetro. Poi aggiunse, -uccidili-.

L'uomo dietro alla ragazza, prese le due donne mentre quello con l'M14 puntava sul petto di Waldo.

In quell'istante, Aelita uscì dalla sua stanza. Vedendo quello che stava capitando al piano inferiore si spaventò e cercò di scappare in camera. Ma non ce la fece. L'uomo con la pistola, mirò ad Aelita, che la prese sulla spalla sinistra, facendola cadere a terra.

-Aelita! No!- urlò Talia, che liberata dalla presa di quel grosso omone corse di sopra dalla sorellina. Lui prese la mira e colpi Talia di striscio sul fianco destro,ma le procurò comunque dolore.

-Ah! Ah...che...che male- -Tiger! Che fai?! Talia dobbiamo portarla viva da Hannibal! Lascia che vada, tanto non scappa da nessuna parte...-

La ragazza, raggiunse Aelita, che giaceva a terra, ma era ancora viva. Si precipitò su di lei inginocchiandosi, prendendole la testa con la mano sinistra e con la destra prese la mano di Aelita.

-Aelita...Aelita, mi senti?- Disse -stai bene? Ti prego, dimmi qualcosa...- -Sorellona...sei...sei tu?- -Si, Aelita, si. Sono io. Resisti, adesso io...cercherò di aiutarti, in qualche modo-.

Mentre lo diceva, dal piano di sotto si sentiva la madre che era scoppiata in lacrime.

-Talia...non credo che...potresti fare qualcosa...- disse la bambina ansimando e al posto del suo bel sorriso, c'erano continue smorfie di dolore. Talia guardò il padre, non poteva non salvare sua sorella, la sua sorellina, quindi, decise di aiutarla.

-Senti, Aelita. Io adesso ti guarisco, ma promettimi, che dovrai fingere di essere morta, ok? Loro non devono sapere. Non piangere se quegli uomini ci portano via, perché c'è papà con te. E poi, sappi che prima o poi, tornerò da te. Te lo giuro.-

Dopo pochi minuti, Talia scese dalle scale, asciugandosi le lacrime, facendo l'occhiolino al padre e alla madre.

-Allora, cosa aspettate a portarci via?- Chiese cupa Talia e con lo sguardo puntato su Praxis, l'uomo con l'M14.

-Ok, andiamo. Ma prima, Talia...devi fare una cosa. Uccidi Waldo-

disse con un ghigno sulla faccia e consegnando la pistola alla ragazza. -Talia no, non farlo!- Le supplicò la madre. -Fallo. O Anthea ne pagherà le conseguenze! E non m'importa se da Hannibal ci arriva viva o morta.-

Talia fissò la pistola. La prese e la puntò contro Waldo. Il padre le fece un sorrisetto quasi impercettibile agli occhi dei tre agenti.

Poi, si senti uno sparo e il corpo del padre che cadeva a terra.

-Molto bene Talia. Hai mai pensato di lavorare per Hannibal?- Iniziò il discorso Praxis, riconsegnando la pistola al suo collega e trasportando le due donne nel furgone.

 

-Aelita! Te lo giuro! Prima o poi,tornerò da te. Te lo giuro!-

Aelita si svegliò di soprassalto, anche questa volta. Come le succedeva di notte. Era tutta sudata e ansimava. Sentì qualcosa. Una fitta di dolore alla spalla sinistra. Si appoggiò la mano dove li faceva male e se la massaggiò.

Quando il dolore gli sparì, si sdraiò sul letto, guardandosi attorno.

Ma cosa mi succede? Forse dovrei parlarne con Jeremy di questo incubo. O forse...no, si preoccuperebbe per niente...” chiuse gli occhi “no, non glielo dico. Ora, saranno finiti...forse non ne avrò più...speriamo...” pensò la ragazza. Guardò fuori, era quasi buio, le conveniva avviarsi. Si alzò dal letto e si avviò per il collegio.

 

 

-Allora, ha finito?- -Ahm...ha detto che ormai gli manca poco ed entro qualche settimana...- -qualche settimana?! Ha detto così anche tre mesi fa! Digli che si sbrighi! Non mi piace aspettare...e lei lo sa!- -Si Signor Hannibal, glielo dirò.-

-Comunque...la figlia...Talia, ha finito il suo addestramento?- Chiese Hannibal. La sua voce era segnata dal tempo, era una via di mezzo tra il verso di un leone e quello di un lupo. -Ahm...si, quasi Signore. Oggi è il suo ultimo giorno- rispose l'uomo massaggiandosi i polsi -ma quanto ci mette? Ormai saranno passati...quasi ventiquattro anni- -Signore, le ricordo che...l'aveva fatta ibernare per 16 anni. Dato che nessuno poteva insegnarle, aveva deciso di farle mantenere la sua giovinezza affinché non ci fosse stato qualcuno. Al giorno d'oggi, tutti i nostri agenti sono quasi adolescenti e quindi,ci ha messo un po' ad imparare, ma molto più velocemente degli altri e poi lei ha fatto lezioni approfondite-.

Hannibal girò la sedia e guardò fuori dalla finestra. Godeva di un meraviglioso panorama su quasi tutta la sua fortezza. Truppe di ragazzi sui diciotto anni che controllavano il territorio circostante e i garage. Tutti pieni di moto e macchine nere,che i ragazzi se le personalizzavano per distinguere le proprie.

-Ha due giorni...- -scusi Signore?- -Di ad Anthea che ha solo due giorni per terminare- -ma Signore, aveva detto...- -non importa quello che avevo detto, corri da lei e diglielo! Muoversi!- -Ah...si Signore! Agli ordini Signore!- - Io andrò a fare una visitina a Talia...- sussurrò l'uomo.

Si alzò dalla poltrona e si avviò, insieme alle sue guardie del corpo.

 

 

-Ehi Aelita! Ma dov'eri finita?- Domandò preoccupato Jeremy con il telefono all'orecchio. Evidentemente, stava per chiamarla.

-Scusa, volevo stare un po' da sola...- lui la guardò con comprensione e le mise una mano sulla spalla sinistra. Lei indietreggiò e levò la mano dell'amico bruscamente, inginocchiandosi per terra con la mano destra appoggiata sulla sua spalla sinistra. -Aelita, che hai? Tutto bene? Che ti succede?-

-Ehi Jeremy, io e Ulrich abbiamo finito di mangiare quindi noi...Jeremy, che succede ad Aelita?- Domandò Odd correndo e inginocchiandosi verso Aelita, seguito da Ulrich, ma lui proseguì dritto. -Vado ad avvertire Jolanda, voi state con lei- disse il ragazzo un po' esitante nel correre fino in infermeria.

 

 

-Colpisci dove ti viene indicato! Ogni volta che sbagli, una scossa elettrica ti colpirà e ogni volta la potenza è maggiore! Quindi, ti conviene non mancarne neanche uno! Allora, via!- Urlò un uomo in faccia alla ragazza con il fucile M16 pronto a far fuoco -si Signore!- Rispose la ragazza portandosi il mirino del fucile all'occhio, pronta a sparare.

Gli colpì tutti, finché Hannibal non comparse dall'ascensore e la ragazza sbagliò l'ultimo bersaglio facendole provocare un tremenda scossa. Cadde a terra in ginocchio,scioccata per la scossa, ma non ebbe il tempo per riprendersi che poco dopo ne ebbe un'altra, facendola finire per terra con i gomiti.

-Alzati in piedi sfaticata! Hai ancora un bersaglio da colpire e finché non lo colpisci, le scosse continuano! Dopo riposi, adesso lavori! In piedi Talia!- Urlò l'uomo.

La ragazza si rialzò a fatica, riuscendo a mettersi in ginocchio. Diede un rapido sguardo ad Hannibal e poi, usando il fucile, si alzò. Stava per prendere la mira, quando una terza scossa, molto più potente delle precedenti, la colpì di nuovo, facendole scappare un urlo di dolore, ricadendo in ginocchio. -Muoviti scansafatiche! Sii più veloce, il nemico non aspetterà che ti rialzi per ucciderlo! Più veloce!-

A quel punto, Talia cercò di alzarsi il più velocemente possibile. Prese la mira e colpì l'ultimo bersaglio, lasciandosi cadere per terra, ansimando stremata per la fatica.

-Vedi che se ti concentri, ce la fai?- Gli disse l'uomo senza urlare, come suo solito.

La ragazza si rialzò a malapena e osservò Hannibal, che si era piuttosto divertito a vederla soffrire.

-Saluta il Signor Hannibal- disse l'uomo, affiancandosi a lei.

-Buon giorno Signore!- Disse la ragazza postandosi una mano in segno di saluto, facendo una smorfia di dolore.

-Allora...l'addestramento è terminato?- Chiese con curiosità Hannibal, sedendosi su una sedia -si Signore, oggi era il suo ultimo giorno. Devo dire...che è davvero molto brava. Ha i migliori voti di tutti gli altri agenti, Signore. Si merita una missione degna di lei, non crede?-

La ragazza si guardava spaesata, forse per colpa di quelle scariche si era un po' rimbecillita. -Stia tranquillo, ho una missione apposta per lei...ho grandi progetti per te ragazza. Tra qualche giorno, ti farò richiamare da un'agente, fino ad allora, riposati e rimettiti in sesto, la missione che ti attende è molto difficile- concluse Hannibal alzandosi dalla sedia e sparendo con l'ascensore.

Talia capì solo che doveva riposarsi, quindi, si avviò in infermeria per farsi curare quelle poche ferite gravi.

 

 

-Ah...dove...mi trovo?- Domandò spaesata la ragazza -Sei in infermeria Aelita, sei svenuta in cortile- rispose Jolanda, con quel sorriso stanco e affaticato dovuto forse perché era molto tardi.

-Che...ore sono?- Domandò Aelita perplessa su quello che le fosse accaduto -sono le...23.30. Sei qui da qualche ora- -oh...grazie. Ora se non le dispiace vado a dormire,sono un po' stanca, anche se ho dormito per così tanto tempo- sorrise a Jolanda e si alzò dalla branda, ma ricadde su se stessa facendo una smorfia di dolore.

-Ehi, tutto ok?- Domandò preoccupata Jolanda, che si era inginocchiata vicino ad Aelita -non lo so, mi fa male la caviglia-

-forse sei solo un po' indolenzita. Ti passerà. Se vuoi, puoi restare qui per la notte- -beh...si grazie, però devo andare a prendere il pigiama- -stai tranquilla, vado a prendertelo io- sorrise di nuovo e si avviò verso il dormitorio.

-Jolanda, cosa ci fa qui?- Domandò Jeremy, che la incontrò per le scale -ero venuta per prendere il pigiama alla ragazza che mi avete portato oggi. Dormirà in infermeria- -oh...come sta?- -Bene, ma è ancora indolenzita. Ora devo andare- così dicendo, Jolanda se ne andò.

 

 

-Ecco, così dovrebbe andare- -grazie, ora sto meglio- disse la ragazza levandosi le ultime bende. -Ti hanno conciato proprio male eh? Che ti è successo?- -Niente...solo un approfondimento del “tiro a segno”- disse sorridendo. Il medico rise e poi aggiunse -beh, con un allenamento impegnativo come quello di Praxis, è normale che tu sia conciata così. Comunque...ho sentito che Hannibal ha un'importante missione per te- -già...penso che domani debba andare da lui-. Restarono in silenzio per qualche minuto.

-Senti...Yarael...cosa succederebbe se...rifiutassi la missione?- Il ragazzo la guardò preoccupato -beh... credo che...ti ucciderebbe- -hm, temevo questa risposta- disse sconsolata Talia. Il ragazzo, vedendola così triste, si sedette vicino a lei, mettendole la mano sopra la sua. Lei si voltò verso di lui, sorridendogli. Lui si avvicinò al volto di Talia, baciandola. Lei non si tirò indietro, perché quello, poteva essere l'ultima volta che lo vedeva.

Avrebbero voluto che quel momento non finisse mai, ma purtroppo finì. Alla porta bussò Praxis, entrando subito dopo. -Talia, Hannibal ti vuole parlare- -uhm...d'accordo, arrivo. Mi tolgo le ultime bende.- Detto ciò, Praxis uscì.

-Beh, devo andare...però non vorrei...- -neanch'io vorrei che te ne andassi, ma non posso farci niente, mi dispiace Talia- -lo so...-

Talia era sull'uscio della porta, quando Yarael le prese la mano e richiuse la porta. -Che fai?- -Scusami, ma voglio guardarti un'ultima volta...guardarti bene, così non mi dimenticherò mai di te- disse Yarael, prendendogli il volto con la mano e delicatamente l'accarezzò. -Talia, io ti amo-. Lei sorrise, guardandolo negli occhi.

-Anch'io...- e si baciarono di nuovo, ma era diverso. Era appassionato.

 

 

-Ehi, come ti senti?- -Meglio, grazie- -ma cosa ti è successo Aelita?- Domandò Yumi -non lo so- le rispose l'amica.

Mangiarono e non parlarono molto.

-Ehi, che ne dite di andare all'Eremo oggi? Così, per passare il tempo, tanto non ci sono lezioni oggi pomeriggio- -per me va bene- rispose Aelita -si, anche per me, Odd ed Ulrich- disse Yumi.

-Chissà, magari troveremo altri misteriosi indizi- disse sarcastico Odd -eh...certo come no, speri sempre in qualcosa di nuovo- scherzò Ulrich.

-Ok, a che ora ci ritroviamo?- Domandò Yumi -tra...quindici minuti, ok?- Disse Jeremy alzandosi dal tavolo -ok- risposero gli altri quattro.

 

 

-Mi voleva parlare Signore?- Domandò la ragazza, fissando davanti a lei l'immensa poltrona nera. -Si, siediti Talia-.

Hannibal, lanciò sulla scrivania un dossier, con la scritta Schaeffer in alto a destra. -La tua missione è di accertarti che Waldo Schaeffer sia morto...e anche Aelita, sua figlia- si fermò per riprendere fiato, ma prima che lui potesse continuare, Talia sussurrò qualcosa -mio padre...e mia sorella...- lui riprese -esatto. Tuo padre, che ora non consideri più tale vero? Ormai, tu non sei più una Schaeffer, giusto?- -Si Signore...- -bene, affido a te questa missione, trovali e uccidili- -ma non erano morti?- Domandò la ragazza -a quanto pare no, sono sopravvissuti- -ne è sicuro? Io... ricordo bene che...i loro corpi giacevano a terra- disse fissando il dossier -beh, ci sono stati degli avvistamenti presso un collegio, circa dieci anni fa. Voglio che tu ti accerta che non siano loro- -sarà fatto Signore- -ah, prima che tu vada...tieni- disse Hannibal tirandogli una busta. Lei l'aprì, c'erano dentro due chiavi, la quale una era collegata ad una targhetta con su il numero “167” e una patente.

-Le chiavi senza la targhetta sono della tua moto, mentre le altre sono del tuo armadio- -armadio?- -Si, dentro ci sono tutte le armi che desideri, insieme ad un kit di medicazione, in caso ti facessi male durante la tua missione. Hai tempo per personalizzare la tua moto se vuoi. Poi, la patente. Beh, sai a cosa serve no? Ti permetterà anche l'autorizzazione per entrare nella fortezza. Quando hai finito, puoi andare-.

Talia rimase un po' sorpresa, ma non lo fece vedere e si avviò per i piani sotterranei sospettosa. -Prima che tu vada, tieni- Hannibal li consegnò un telefono -questo ti permetterà di parlare con me evitando che la polizia ti scopra. Nel tuo armadietto ci sarà un altro cellulare, quello puoi usarlo come vuoi. E' un normalissimo cellulare, così, da non destare sospetti- -grazie Signore-.

E la ragazza se ne andò, con in mano il dossier e un bigliettino ripiegato nella mano destra.

Arrivò ai piani inferiori, andò dove c'era il suo armadio e lo aprì. Era colmo di armi di prima scelta, COMMANDO, M14, M16, fucili di precisione, mitragliatrici leggere, fucili a pompa, fucili d'assalto, mirini da installare sulle armi, coltellini, balestre con dardi esplosivi, lanciamissili, pistole, granate, fumogeni...era un vero e proprio magazzino d'armi, con quelle si poteva dare inizio alla terza guerra mondiale.

Come aveva detto Hannibal, c'era un cellulare e un kit di pronto soccorso immediato.

 

 

Ulrich e Yumi si stavano avviando per andare all'Eremo, quando, nel bel mezzo del bosco, ebbero un'accesa discussione.

-Senti, Yumi...io vorrei che fossimo fidanzati- sbottò Ulrich dopo metà discussione -lo vorrei anch'io, cosa credi? Ma tu...non sembri dimostrarlo...quindi, restiamo solo amici per il momento, ok? Non voglio litigare con te- disse Yumi, incrociando le braccia e con un'espressione delusa. -Ma...dammi un'altra possibilità, ti prego...ti mostrerò tutta l'attenzione dell'universo. Possiamo fare ancora un tentativo? Mi dai un'altra... scians?- Chiese Ulrich inginocchiandosi su un ginocchio difronte a Yumi. Lei, alzò lo sguardo al cielo. -So già che me ne pentirò...va bene, ancora una, però poi basta- disse magnanima Yumi -grazie Yumi, sei sempre molto gentile e dolce con me...- così dicendo, Ulrich si alzò da terra e si avvicinò al volto di Yumi, baciandola profondamente. Quando le loro labbra si lasciarono, si presero per mano e si avviarono all'Eremo. -Credo che questa volta...Ulrich, non me ne pentirò-.

Aelita, Jeremy e Odd erano già li, quando i due piccioncini arrivarono.

-Ce ne avete messo di tempo! Mica vi sarete fermati per baciar... parlarvi? E' da dieci minuti che vi aspettiamo! Mi stavo seriamente preoccupando- Scherzò Odd. Yumi ed Ulrich lo guardarono con uno sguardo assassino, ma non durò molto, perché iniziarono ad entrare nella villetta, sedendosi dove capitava e iniziarono a parlare.

 

 

La porta bussò. Fece un rumore sinistro e quando si aprì, un cigolio di ruggine fece rabbrividire la donna che stava lavorando all'interno di quella stanza. Lei si girò. Vedendo Talia, le sorrise e andò ad abbracciarla.

-Ciao mamma. Come stai?- -Bene, grazie Talia. Non sai quanto sono felice di rivederti...- -anch'io, molto-.

Senti, mamma, io ora devo andare. Ho finito il mio addestramento e devo iniziare la missione che mi è stata assegnata. Ero venuta qui per salutarti...- -dove vai?- -Mi spiace, non è consentito dirtelo...- -hm, ok. Torna tutta intera, ok?- -Si, non preoccuparti. Stai tranquilla e finisci il lavoro che Hannibal ti ha chiesto. A proposito, Hannibal mi ha detto di dirti che puoi finire il lavoro tranquillamente, hai due settimane- -ah, quel uomo, cambia idea ogni giorno. Peccato abbia trasmesso questo suo caratteraccio anche alla figlia...- detto ciò, la madre salutò sua figlia, che era già sull'uscio della porta.

Andò al piano del garage, dove l'aspettava la sua moto. Già pronta e personalizzata. Si era portata con se il kit, un paio di granate,qualche fumogeno,un fucile COMMANDO, uno STONER63, un M16, un fucile di precisione L96A1, una mitragliatrice M60, due pistole CZ75, alcuni coltellini e un lanciamissili RPG con sei colpi. Era pronta, aveva caricato tutto sulla moto.

Prese il casco e se lo allacciò. Si era messa la tua da moto, i guanti e gli stivali. Nel casco, era presente un GPS. Ma non lo accese subito, prima voleva uscire dalla fortezza, fare qualche chilometro, fermarsi per guardare il cielo e...fare una telefonata.

 

 

-...e così la Hertz ti ha dato un brutto voto? Che novità...- rise Yumi guardando l'amico Odd -già-.

I ragazzi stettero in silenzio per un po', poi, Odd fece vedere un video sul cellulare, così, per passare il tempo. -Ah ah ah! Che simpatico!- Disse Ulrich guardando l'amico con un sorrisetto sulla faccia.

Passarono altri minuti in totale silenzio. Poi, sempre Odd parlò -ci descriviamo?- -Come scusa?- Domandò Jeremy -ma si, descriverci...Ulrich, tu come mi descriveresti?- -Allora...un ragazzo con i capelli sparati e una macchia viola nei capelli...uno sbruffone, buffone e imbranato, magro come un chiodo- -sono leggermente asciutto!- Disse indignato Odd. -Bene, allora ti descrivo io. Sei un ragazzo con dei capelli a spazzola marroni, sportivo, permaloso, poco studioso e ma infondo pur sempre simpatico.- -Ok, adesso io descrivo Aelita- disse Jeremy -Allora, simpatica, con dei bei capelli rosa, carina, spiritosa...gentile, coraggiosa, molto intelligente e anche un po' testarda-. -Ok, ora tocca a me descriverti. Uhm...secchione, dolce, testardo, occhiali tondi, capelli biondi, un po' insensibile e duro, ma allo stesso tempo simpatico e gentile-. -Ok, ora io descrivo Yumi. Allora, bella, con il suo look nero come i suoi bei capelli, spiritosa, piena di idee, combattiva, generosa e molto spiritosa- disse Ulrich -ehi, spiritosa l'avevi già detto- disse Yumi arrossendo.

-Ehi, guardate cos'ho trovato!- Disse Jeremy spostando alcuni scatoloni -ma è uno di quei telefoni del 700'!- -Odd...è un telefono di qualche hanno fa, non poi così vecchio. Beh, forse un po'- Ammise Jeremy. -Guarda, è ancora attaccato alla presa, ma mi sembra impossibile che funzioni ancora- disse Yumi chinandosi su quell'oggetto così...d'antiquariato.

 

Ormai, Talia era abbastanza lontana dalla fortezza, quindi si fermò nel bel mezzo del nulla, in una campagna verde e soleggiata. Faceva caldo. Lungo la strada che aveva percorso, aveva visto molti automobilisti che si dirigevano in spiaggia per trascorrere la giornata in famiglia.

Ormai, la parola “famiglia” gli sembrava irraggiungibile...così lontana e impossibile da riprovare la sensazione di avere proprio una famiglia normale...

Ma ormai...non ci doveva pensare.

Prese il telefono trovato nell'armadio, componendo un numero che aveva conservato su un fogliettino bianco, quando finì di comporlo, esitò ha premere il tasto di chiamata. Cercò di non pensarci e premette il tasto. Il telefono iniziò a squillare.

 

 

I cinque ragazzi stavano studiando quel vecchio telefono. Odd l'aveva appena toccato che squillò. Il ragazzo balzò all'indietro di qualche metro, insieme agli altri quattro.

Intanto, il telefono continuava a squillare. I ragazzi si guardavano spaventati. -Beh? E' ancora così campata all'aria l'idea di trovare qualche indizio Ulrich?- Sussurrò Odd al ragazzo, che era letteralmente a bocca aperta.

Aelita era quella più spaventata. Infondo, quella era casa sua. O meglio...lo era dieci anni fa...

Ma la sua paura scomparì. Magari c'era la speranza di parlare con qualcuno che la conosceva, quindi, senza pensarci di più, prese la cornetta e disse con un filo di voce -pronto?-

 

 

Talia si tolse il telefono di scatto, cercando di realizzare chi c'era dall'altro lato, ma non ci pensò due volte prime di rispondere -pronto? Con...chi parlo?- Aelita prima di rispondere guardò i suoi amici, poi, riprese a parlare -ahm...Aelita. Aelita Stones- -cosa?!-

-C'è qualche problema?- -Ah...no, no. Devo aver sbagliato numero, mi scusi- così dicendo, Talia chiuse la conversazione.

-Chi era?- Domandò Jeremy -non lo so- rispose l'amica -chissà come conosceva il numero di questo telefono...- si chiese perplessa la ragazza. -Mah...ha detto che ha sbagliato numero, quindi è una cosa normale. Comunque è una cosa abbastanza strana- disse Aelita sospettosa. Passò del tempo.

-Domani è il penultimo giorno di scuola...ci rivediamo qua domani?- Chiese Odd -Per me va bene, stessa ora o un po' prima?- Chiese Yumi -facciamo un po' prima, mangiamo presto e veniamo qui- disse Jeremy -va bene- risposero tutti.

 

 

Talia, intanto, stava sfogliando il dossier che gli aveva consegnato Hannibal. Poi, trovò qualcosa. Una piccola nota dietro una foto di Waldo :

Waldo Schaeffer ha cambiato spesso identità. Nome e cognome... sempre diversi, ma l'ultimo che ha utilizzato, è stato Franz Hopper. Mentre a sua figlia cambiò solo il cognome. Se sono ancora vivi, probabilmente, hanno ancora cambiato il loro nome e cognome.”

Probabilmente, adesso invece di Hopper avranno messo Stones” pensò Talia. -Beh, mi conviene avviarmi, il viaggio è ancora lungo...- disse prendendo fuori una cartina -il loro ultimo avvistamento è stato in quel collegio...Kadic. Eh...Aelita...spero che eri tu quella che mi ha risposto oggi, lo spero con tutto il cuore-. Detto ciò, ripiegò la cartina e accese il GPS del casco. Selezionò la destinazione e partì. 

  
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