“L’ultima volta mi sembrava di averlo visto in questa via.” Commentò sovrappensiero continuando a guardarsi attorno e maledicendosi di non essersi segnato la via del supermercato.
“Mi scusi signori-” Fece per fermare una giovane donna che, vedendolo, pensò bene di accelerare lasciandolo con un pugno di mosche.
“Cercavo solo il supermarket!!” Esclamò sconsolato lasciandosi sedere su una panchina e estraendo il cellulare dalla borsa.
Sul display lampeggiava la bustina dei messaggi, lo aprì senza smettere di pensare alla strada per il supermercato e alla reazione, per nulla gentile, della giovane donna.
“Appuntamento alle 15 davanti alla sede della Umbrella. Ti ho messo in contatto con un vecchio amico.”
Shaun guardò l’orario e si rialzò infilandosi il cellulare nella tasca, mancavano 5 ore, una persona comune le avrebbe definite eterne mentre lui ne avrebbe usate 3 abbondanti per trovare quel dannatissimo supermarket.
Iniziò a passeggiare irritato davanti alla panchina per alcuni minuti, più cercava di essere gentile e chiedere informazioni più le persone sembravano evitarlo, nemmeno fosse un lebbroso.
“Sto solo cercando il supermercato!” Esclamò spazientito ancora una volta facendo girare alcune persone che stavano passando in quel momento e che decisero di ignorarlo e allontanarsi, incredibilmente veloci.
“Attiri troppo l’attenzione in questo momento, se posso azzardare il mio modesto parere, bambino in nero.” Una mano lo afferrò dal braccio, la presa salda e sicura, quasi forte, che mai avrebbe potuto collegare ad una donna.
Si voltò osservando col sopracciglio inarcato la donna che a sua volta lo guardava con la stessa attenzione e un sorriso, quasi intenerito.
“Ci conosciamo?” Riuscì a dire soltanto in un misto di irritazione e curiosità.
“Vedo che la memoria inizia a perdere i colpi. Vediamo se ricordi così, l’ultima cosa che mi hai detto, quasi 8 anni fa fu: “Esci di qua e distruggi questo posto. Poi vattene.”.” Shaun continuò a guardarla poi scrollò le spalle.
“Non mi dice niente, in compenso almeno tu sai indicarmi la strada?” Con un sorriso la ragazzo indicò la via da cui lui era arrivato.
“Non è lontano da casa mia, ti accompagno.”
“Dovrebbe essere il ragazzo ad offrire compagnia alla ragazza.” Si fermò un attimo a pensare, soprattutto alle persone che fino a poco prima acceleravano il passo quando faceva una domanda, oltretutto banale.
“Ho qualcosa in faccia? Mi evitavano tutti.” Sospirò infine camminando al fianco della donna che, a quanto pareva lo conosceva.
Lei lo guardò stupita, non era la prima volta, da quando era arrivato, che qualcuno gli riservava uno sguardo simile e la cosa iniziava ad essere fastidiosa.
“Dunque?” Domandò ancora, la donna si limitò a tirare fuori uno specchietto dalla borsa e a porgerglielo prima di rovistare ancora alla ricerca di qualcos’altro.
L’iride aveva assunto una tonalità semi rossastra ma non era effettivamente quello il problema, poteva essere dovuto ad un riflesso, non era la prima volta che i suoi occhi gli giocavano quello scherzetto al sole.
No, il punto era un altro, delle striature erano apparse, per il momento, sulla parte destra del suo volto, rosse. Si diramavano tanto da sembrare vene.
Mantenendo un’apparenza calma Shaun chiuse lo specchietto con uno scatto e lo allungò alla donna che dopo averlo preso gli lasciò in mano una fiala leggera contenente un liquido blu brillante.
“E questo?” Chiese confuso scuotendo la fiala.
“È una soluzione temporanea. Almeno non farai scappare la cassiera.” Ridacchiò in risposta alzando il tappino e rivelando tanti piccoli aghi.
“Ti assicuro che non sentirai niente e in pochi minuti sarai come nuovo.” Shaun continuò a guardarla scettico anche mentre premeva la strana siringa sul suo braccio.
“Allora? Sono come nuovo? Oh! Il supermarket! Finalmente.” Esclamò interrompendo ogni cosa che la giovane stava per dire.
Si voltò a guardarla poco prima di entrare.
“Non mi hai detto come ti chiami. Sembra che tu mi conosca ma io non so niente di te.”
“Tracy Kennest. Imposto i sistemi di protezione di molte aziende della città. È il mio lavoro, la mia specialità.”
Shaun annuì e si voltò alzando una mano per salutarla, era in ritardo nonostante non avesse avuto nulla in programma.
Era grato a quella giovane, Tracy aveva detto?, per averlo accompagnato ma qualcosa, dentro di lui, lo metteva in guardia.
Non da lei, da se stesso.
La ragazza invece era forse la chiave per capire cosa gli stava accadendo e quasi sicuramente non era lei il contatto a cui Lucas si riferiva.
“Peccato, era simpatica.” Concluse iniziando a riempire il carrello con tutte quelle cose che potevano servire in una casa, cibo, detersivi, scorte di ogni genere.
Si fermò più del previsto nel reparto per gli animali, scansionando ogni scatoletta di cibo per cani prima di decidere che la carne fresca era migliore. Il volto della cassiera alla vista del carrello fu forse la cosa più divertente che avesse mai visto da quando era arrivato.
“Appena trasferito.” Biascicò fingendosi imbarazzato anziché divertito prima di uscire.
“Non si arrabbieranno se prendo in prestito un carrello, no?” Si domandò rendendosi conto che senza non sarebbe mai arrivato a casa.
Angolo Autrice: Finalmente l'aggiornamento... non riuscivo più ad andare avanti ma ora sono tornata, speriamo che la fortuna assista me e questa storia perchè non ho intenzione di abbandonarla!
So anche che è corto, mi spiace...
Grazie a chi recensirà!!