Serie TV > RIS Delitti imperfetti
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Autore: Lisbeth17    23/05/2012    9 recensioni
Dal I capitolo:
“Mi dispiace molto Lucia, ma non è più una cosa discutibile, è una richiesta del Pubblico Ministero e visti i magri risultati ottenuti finora, non possiamo opporci. Non ti obbligo a collaborare in prima persona, ma devi mettere a disposizione uno dei tuoi uomini che farà da collegamento.”
“Mi sembra di capire che non ho molta scelta.”
“A questo punto no, posso capire la tua frustrazione ma non possiamo esimerci da una così chiara richiesta del magistrato.”
“Va bene generale metterò a disposizione uno dei miei uomini, quando dovremmo cominciare?”
“Questa sera passerà il Vice Questore aggiunto Andrea Manzi.”
“E per questa sera avrò delegato a qualcuno quest’operazione coordinata.”
E' passato un anno e molte cose sono cambiate, mentre altre invece purtroppo no.
I nostri Ris perderanno le redini dell'indagine.
Un commissario speciale.
Sempre Pugliese.
NB: Non è una L&O
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Between the laboratory and the police'
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Uncommon and Amazing
 
 
La mattina dopo al Ris la giornata proseguiva tranquilla, dopo il briefing mattutino a ognuno era stato assegnato un caso, Bart e Bianca dovevano occuparsi di una rapina in una gioielleria, Lucia ed Emiliano avrebbero seguito un caso di omicidio mentre Ghiro e Orlando sarebbero rimasti in laboratorio a esaminare prove ancora in attesa di analisi.
Orlando aveva lasciato il suo rapporto sulla scrivania di Lucia ed era tornato in laboratorio a fare alcune analisi con Ghiro, Lucia prima di uscire dal laboratorio con Emiliano si era seduta per leggere il rapporto di Orlando, era scritto bene, anche molto dettagliato, ma non diceva nulla di concreto in fondo, il primo incontro era stato conoscitivo e poi la parola era spettata soprattutto a lui che aveva cominciato a riferire la storia della banda del lupo.
Lucia ripose il rapporto sulla sua scrivania per uscire dal Ris, Emiliano la stava aspettando sulla porta. 
 
Ghiro e Orlando stavano facendo alcune analisi, verificando la reazione a determinati reagenti di una molecola specifica, quando il telefono del secondo prese a squillare, rispose senza neanche leggere chi fosse. «Pronto» Disse con la voce seria. «Ciao sono Andrea ... Manzi, il vice-questore.» Disse Andrea rispondendo al suo tono serio. «Ciao Andrea, vedi che non conosce molte donne che si chiamano come te. come va?» Chiese lui con un tono decisamente più rilassato e colloquiale. «Bene, ha confessato ti devo una cena.» Disse Andrea adeguandosi al suo tono per poi aggiungere «Voglio capirla meglio la tua scienza. Puoi passare per proseguire sul caso Pugliese?» Chiese poi senza mai perdere la serenità. Orlando guardò l'orologio e poi Ghiro, gettando un occhio a quello che stavano facendo per poi dire: 
«Certo, sarò lì tra un’ora.» Andrea interpretò diversamente la sua pausa e chiese: «Hai altri casi?» Orlando sorrise per di re prontamente. «No al momento no, stiamo facendo alcune analisi.» Andrea aveva intuito nella sua voce come se non fosse poi così impegnato e aveva voglia di prenderlo in giro, le era parso un ragazzo così vitale e solare «Giochi al piccolo chimico?» Orlando non riuscì a rimanere serio, tentò comunque di cambiare discorso «Non proprio, sono un po’ cresciuto per il piccolo chimico. Tu che fai?» Andrea sbuffò incapace di impedirselo. «Firmo carte, quando vieni ti registro che avrò la mano fuori uso. A dopo.» Disse capendo di dover tornare al suo lavoro. «Ciao.» Disse Orlando riattaccando il telefono.
 
Ghiro non aveva mai distolto lo sguardo dal suo amico. 
«Che c’è?» Chiese Orlando serio. 
«Niente!» disse Ghiro con la faccia di bronzo. 
«Parla, avanti...» Disse Orlando incrociando le braccia al petto. 
«Ma non sapevo che vi chiamaste già.. E poi il piccolo chimico?! Qui lavoriamo!» Disse Ghiro fingendosi contrariato. 
«Lo so perfettamente che noi qui lavoriamo ma anche se le ho detto che aveva torto, ammettilo questo test l’abbiamo fatto per divertirci, equivale a mettere le mentos nella coca-cola, smettila di controllarmi, sto bene. E poi Ghiro vedi che Andrea ed io lavoriamo insieme, l’obiettivo è Pugliese te lo ricordi?» Disse Orlando essendo stufo delle sue allusioni.
«Si sì.» Disse Ghiro lasciando intendere che poco lo convinceva quella prima scusa 
«Ok mi piace lavorare con lei. È simpatica e attenta, particolarmente accurata e gentile.» Disse Orlando tutto di un fiato,
facendo sorridere Daniele che disse «Si vede, e ne sono contento, mi sembravi un po’ spento nell’ultimo periodo.» Orlando guardò l’amico diventato improvvisamente serio, per poi rispondergli con la sincerità che per lui meritava  
 
«E’ vero, mi dispiace non avertene parlato ma è stato un momento difficile per me, sono stato seriamente tentato di lasciare questo lavoro, non sentivo più lo stimolo giusto, questa collaborazione mi ha riacceso, mi dà la possibilità di confrontarmi con persone completamente diverse.» Daniele in quel momento capì la cosa più importante per il suo amico di quella collaborazione e lo disse ad alta voce. 
«E poi non c’è Lucia..» Orlando annuì cercando di far capire al suo amico quello che provava. 
«Anche! Non ti nascondo che per me è difficile lavorare con lei, chiedere un trasferimento equivale, però, a bruciarmi la carriera quindi sono rimasto, ma è poco piacevole, mentre questa collaborazione mi dà uno stimolo nuovo per fare il mio lavoro.» Daniele sorrise, che fosse donna o uomo era irrilevante in quel momento, era positivo per Orlando e questo bastava, dandogli una pacca sulla spalla disse «Lo so, posso capire. Ora va sennò la poliziotta ti arresta.» 
Orlando si portò una mano al mento con fare riflessivo e disse «Non credo, ma non posso nemmeno escluderlo visto il tipo.» 
I due scoppiarono a ridere.
 
Orlando si tolse il camice e si mise la giacca, prese una borsa con i fascicoli su Mario e fece per uscire dal laboratorio, 
sulla porta incontrò Lucia che gli chiese «Ciao. Dove vai?»
«Da Andrea.» Disse Orlando sereno
«Vi date del tu?» Chiese Lucia stupita quasi dalla confidenza mostrata da Orlando.
«Sì.» Disse Orlando deciso «Problemi?»
«Assolutamente no, al momento questa collaborazione è la tua priorità.» Disse Lucia pensando un po’ a se stessa e volendo approfittare della collaborazione per vederlo di meno, per quanto si facesse forte averlo sempre di fronte era molto difficile anche per lei.
«Perfetto.» Disse Orlando volendo superarla per uscire.
«Tienimi comunque aggiornata.» Aggiunse Lucia bloccandolo per il braccio, 
cosa che Orlando poco apprezzò in quel momento rispose quindi secco «Sarà fatto. Ciao!» per poi uscire dal Ris.
 
Lucia si recò da Ghiro, che un po’ temeva che presto a tardi lei gli avesse chiesto qualcosa, ma aveva ragione Orlando su quest’argomento, Andrea era una poliziotta capace, era così importante porre l’accento che fosse una donna? Probabilmente no, pensò Ghiro.
«Ciao capitano..» disse Lucia avvicinandosi. 
«Buongiorno anche a lei capitano.» Le rispose Ghiro aprendosi in un lieve inchino, Lucia si aprì in un sorriso e poi rivolta verso la porta da dove Orlando era appena uscito disse «Mi sembra che questa collaborazione gli faccia piacere, mi sembrava un po’ spento nell’ultimo periodo.» Ghiro constatato l’argomento ancora neutro della conversazione decise di risponderle con sincerità «Si è vero, ne stavamo giusto parlando, si trova bene con il vice questore ed ha ritrovato stimoli che non sentiva più.» Lucia annuì e ammise «Mi fa piacere, mi dispiaceva vederlo così abbattuto. Novità qui?» Disse poi Lucia volendo cambiare discorso e voltandosi verso il banco colmo di provette del laboratorio «Ehm no! Stavamo facendo un test..» Disse Ghiro cercando di coprire parte delle cose sul tavolo «Ancora la storia delle mentos e della coca-cola? Dai, Ghiro, seguimi nel mio ufficio che ho novità sul caso che sto seguendo.»
 
Intanto in commissariato Andrea era china alla sua scrivania, sommersa da una serie di scartoffie da firmare, cosa che lei detestava profondamente, «ma ti pare» diceva  sempre «che non posso fare il mio lavoro per firmare tutte ste carte, e poi l’effetto serra, il buco dell’ozono, la scomparsa della foresta Amazzonica, dove li metti?!!» Era solita lamentarsi in questo modo con i suoi uomini, che cercavano di starle alla larga in certe giornate, fino a quando a un certo punto un audace bussò al suo ufficio. «Avanti!» disse lei con il tono scocciato, volendo far intendere al povero sventurato che non era per niente aria. Antonio il suo vice era un uomo sulla 50ina da sempre poliziotto, il suo più fidato ed esperto collaboratore, fece capolino nel suo ufficio. «Sei tu Giuda Iscariota... » Disse Andrea alzando la testa dalle carte. «Andrea devi fare il tuo lavoro per intero e quelle carte sono il tuo lavoro.» Disse l’uomo sulla difensiva sapendo quanto il suo capo detestasse la parte meramente burocratica del suo lavoro, e come questo si trasformasse velocemente in giornate nere, che fuori ci fosse il sole, era indifferente nel commissariato tirava sempre aria di tempesta. «Sono solo dettagli Giuda..» Disse Andrea per confermare che quella era una pessima giornata e Antonio allora osò l’impossibile «Come va?» Chiese sereno «Mi pigli pure per il culo??» Disse Andrea che sembrava stesse ruggendo «No dai..» Disse Antonio con tono più comprensivo avvicinandosi alla scrivania «Ok, la colonna piccola la puoi prendere e vedi che fra un po’ m’interrompo che viene Orlando.» Disse Andrea quasi in tono normale. «Chi???» Chiese Antonio sicuro di non conoscere nessuno con quel nome, e lui i nomi se li ricordava «Il carabiniere..» disse Andrea allora cominciando a fissare il suo collaboratore «Ma non collaboravi con la Brancato?» Chiese lui che del capitano Brancato aveva sentito parlare «Con un membro della sua squadra.» Disse Andrea non volendo polemizzare sul trattamento che la Brancato le stava riservando. «E vi date del tu?» Chiese allora Antonio curioso come una vecchia pettegola «Antonio che palle, ho la fortuna di collaborare con un carabiniere normale e tu rompi??» Forse Andrea rispose troppo velocemente e abbassando la testa, perché Antonio proseguiva nella sua fase pettegola «Carino?» Andrea alzò la testa per un attimo per dire «Sembri mia madre..» e subito dopo un porta penne sulla sua scrivania volò fino alla porta che Antonio chiuse prontamente, abituato a certe intemperie del suo capo, sapeva poi di aver un pochino esagerato.
 
In quel momento si scontrò con un uomo, giovane castano con gli occhi color nocciola e lo sguardo limpido e una borsa piena di documenti a tracolla. «Si?» Chiese Antonio con ancora i fogli in mano. «Cercavo Andrea.» Disse Orlando sorridendo «Il carabiniere?» Intuì Antonio, che aveva l’occhio fino, trovò subito simpatico quel ragazzo «Tenente Orlando Serra, piacere» Disse Orlando tendendogli la mano libera. «Antonio Pezzi, piacere mio, quello è l’ufficio della dottoressa.» Disse indicando la porta alle sue spalle, in privato le dava del tu ma di fronte a terzi le dava del lei, chiamandola sempre dottoressa «Attento.» Disse poi il poliziotto una volta che lui ebbe raggiunto la porta, siccome gli stava simpatico, un avvertimento se lo meritava.
 
Orlando lo guardò confuso da quello strano avvertimento, per poi voltarsi di nuovo verso la porta bussare e aprirla piano, in quel momento vide un fermacarte volargli addosso.
«Ciao anche a te.» Disse prendendo l’oggetto al volo.
Andrea alzò la testa dai fogli per vedere che non era Antonio a essere entrato nella sua stanza ma un Orlando sorridente con il ferma carte in mano, Andrea si alzò velocemente dalla sua scrivania e gli corse incontro.
«Ti ho fatto male? Scusami credevo fosse Antonio, il mio vice..» Disse Andrea nel tentativo di scusarsi. 
«Li tratti beni i tuoi uomini..» Disse Orlando sorridendo al caratterino che lei stava mostrando di avere. 
«Quando mi fanno certi regali» disse indicando la scrivania «e vengono pure a prendermi in giro sì.» Disse Andrea ferma indicando una pila di carte sulla sua scrivania.
«Ricominciamo. Ciao, come stai? Ti prego accomodati.» Disse poi aprendosi in un sorriso e invitandolo a sedersi. 
«Giornata dura?» Chiese lui ancora con il pensiero fermo a osservare la pila di documenti. 
«Detesto le scartoffie e non ho dormito nulla.» Disse Andrea con la calma nella voce.
«Vuoi che torni un'altra volta?» Chiese Orlando con il volto preoccupato avendo notato le sue occhiaie. «Ti ho chiesto io di venire. Per lavorare bene insieme poi non puoi fissarmi le occhiaie.» Disse Andrea decisa, non le piaceva apparire stanca di fronte ai suoi colleghi, era donna e non poteva permettersi di farsi vedere debole, altrimenti comune stanchezza sarebbe stata scambiata per femminea inadeguatezza. «Non sono un tuo sottoposto.» Disse Orlando cercando di capire cosa stesse catturando la sua mente «Giusto!» disse Andrea pensierosa, capendo che forse lui era diverso  «Ma non puoi guardarmi come se fossi uno straccio ugualmente.» Orlando addolcì il tono a quella confessione «Non sei uno straccio, sei solo stanca e si vede, lo sarei anch’io se avessi passato la notte insonne.» Andrea fece un sorriso stanco, capendo che probabilmente non l’avrebbe spuntata, decise di orientarlo verso il lavoro «Va bene signore della verità, possiamo lavorare ora?» Disse allontanando un po’ di carte, Orlando scosse la testa, non sarebbe riuscito facilmente a farle cambiare idea «Va bene, dove eravamo rimasti?». Andrea rispose prontamente «All’omicidio commesso da Giordana.» Orlando non potè che sorridere all’interesse mostrato da lei «Non fare quella faccia non è mica la favola di cappuccetto rosso.» Andrea ammiccò nella sua direzione per ammettere «Lo so ma tu la racconti bene, ci metti pure quel pizzico di psiche del personaggio che mi piace un sacco.» Orlando senza perdere il sorriso disse «Vabbè ricominciamo.»
 
Dopo due ore Andrea non smetteva di ascoltarlo completamente rapita, fu portata alla realtà da Antonio che si era precipitato nel suo ufficio. «Che succede?» Chiese Andrea rivolta verso di lui. «Deve sparire dottoressa, c’è il Questore che vuole il solito rapporto dalle sei.» Andrea sbuffò spazientita, essendosi completamente dimenticata del suo superiore «Che palle!! Vieni.» Disse poi facendo segno a Orlando di seguirla.
 
Orlando prese la sua giacca e la borsa e la seguì, uscirono dalla stanza di Andrea passando per una porta laterale che Orlando entrando non aveva nemmeno notato, e poi uscirono dal retro del commissariato, il tutto di corsa, Andrea sembrava inseguita da un branco di lupi affamati; arrivati fuori, si guardarono, entrambi con il fiatone e scoppiarono a ridere.
 
«Ma dico dottoressa, lei scappa dai suoi superiori?»
«Quello non mi può vedere e vuole che gli faccia rapporto almeno tre volte al giorno e poi mi fa perdere un sacco di tempo.» Disse Andrea mettendo il broncio come una bambina.
«Capito capito. E adesso?»
«Adesso vado a prendere l’autobus e me ne vado a casa, quello entrando avrà notato occupato il mio parcheggio e mi farà le poste per un po’, quindi io me ne vado a casa con i mezzi, tanto se succede qualcosa mi chiama Antonio.»
«Ti accompagno io, andiamo.»
Andrea lo guardò con fare interrogativo.
«No non ho parcheggiato davanti al commissariato, non c’era posto, ma qua dietro.»
«Ok, andiamo. Poi me la spieghi meglio questa cosa della verità..»
Orlando era scoppiato a ridere all’ultima battuta fatta da Andrea, mentre lei lo seguiva continuando a guardarlo stupita.
 
Dopo poco tempo arrivarono a casa di Andrea, era un attico in via Cipro, la vera impresa fu trovare parcheggio, ma Andrea aveva insistito perché potesse ricambiare la gentilezza fattale da Orlando. Una volta entrati in casa Orlando notò quanto fosse carina, piccola, ma non troppo, non saranno stati più di 80mq ma c’era una cucina abitabile e un piccolo angolo soggiorno, la camera di Andrea con bagno in stanza e uno studio, c’era anche poi un piccolo bagno per gli ospiti con la doccia.
 
«Carina questa casa.» Disse Orlando guardandosi intorno.
«E’ la mia bomboniera.» Disse Andrea con lo sguardo illuminato.
«E’ anche molto ordinata!!» Disse Orlando stupito costatando l’ordine che regnava nella casa.
«Ne dubitavi?» Chiese Andrea fissandolo di sbieco.
Orlando la fissò squadrandola da capo a piedi. «Sì, un po’ sì.»
Andrea scoppiò a ridere per poi dire. «E fai bene, ma non ci sono mai e una signora mi aiuta con le pulizie quindi è facile trovarla immacolata, considera che erano tre giorni che non tornavo.»
«Come mai?»
«Quando seguo casi spinosi non riesco a staccare mai veramente e resto in ufficio, dormicchio un po’ sul divano.»
«Mi pare stupido.»
«E lo è, ma sono fatta così e non riesco a staccare.»
Orlando la fissò per sorriderle poi dolcemente, Andrea rispose a quel sorriso chinando leggermente la testa di lato.
«Se non ti dispiace aspettare, mi faccio una doccia velocemente e ti preparo una cena.»
«Ah ecco la cena che mi dovevi offrire. te la cavi con così poco?»
Andrea gli si fece sotto e cominciò a dire. «Punto primo, non intendevo questa come la cena che ti ho promesso, punto secondo, sono un’ottima cuoca e dovrei sentirti lusingato dal poter mangiare anche solo uno dei miei stuzzichini, punto terzo, se preferisci un panino comprato per strada come la tua cena di ieri, sei liberissimo di andare.» Concluse indicandogli la porta. Orlando aveva Andrea a pochi centimetri da lui, ne percepiva il profumo e la guardava basito. «Buona furia, come... come sai cosa ho mangiato ieri per cena?» Andrea fece un passo indietro e tirò fuori un biglietto dalla tasca. «Ti è caduto questo quando ti sei tolto la giacca entrando in casa.» Disse passandogli il foglio. «Sono uno sbirro, ma non ho poteri magici.» Andrea dicendolo alzò le mani mentre Orlando poté costatare che era lo scontrino della sua cena della sera prima. «Ok, accetto l’invito e vedi che puoi anche evitare di sbrigarti sotto la doccia.» Andrea si avvicinò a lui posandogli un bacio sulla guancia per poi sparire in camera sua disse solo «Grazie.»
 
Orlando si avvicinò alla libreria per guardare i libri presenti, c’erano diverse biografie storiche occupavano un intero ripiano, molte riguardavano la prima e la seconda guerra mondiale e altre antichi romani, c’erano anche diversi testi dedicati alle grandi regine inglesi. La parte centrale della libreria era dedicata ai gialli, diversi autori molti stranieri, alcuni nordeuropei, insomma una bella collezione. Gli scaffali più in basso riguardavano tutti la stessa cosa, la psicologia criminale e un testo sulla pedofilia che anche lui aveva letto, e diversi manuali. Era ancora chinato a guardare i libri quando la voce di Andrea lo sorprese alle spalle. «Vuoi farmi il profilo partendo dalla mia libreria?» Orlando sobbalzò leggermente. «Mi hai spaventato.» Disse Orlando portandosi una mano al petto. «Forse perché hai la coscienza sporca?!»
 
Orlando si voltò finalmente a guardarla, indossava dei pantaloni da ginnastica che non nascondevano per niente le sue forme e una canottiera sportiva, i capelli ancora bagnati che stava frizionando con l’asciugamano. «Non ho la coscienza sporca, solo che non è molto carino fissare così attentamente casa altrui.» Andrea sorrise e disse «Se c’è qualcosa che t’interessa prendi pure.» Per poi tornare nella sua camera per posare l’asciugamano e poi mettersi a cucinare.
«Sei davvero brava a cucinare?» Chiese Orlando sedendosi al tavolo della cucina.
«Non ti rispondo neanche, m’implorerai di invitarti di nuovo. Sei astemio?» Disse Andrea con il sorriso sulle labbra. «No.» Disse Orlando affascinato dalla sua sicurezza. «Allergico a qualcosa?» Chiese poi mentre tirava fuori alimenti da frigo, Orlando notò qualcosa che non gli piaceva e voleva dirglielo «No ma non mi piac…»  Ma Andrea lo interruppe subito. «No no no nella mia cucina non esiste il non mi piace, proverai qualsiasi cosa io preparerò se non ti sarà piaciuto, me lo dirai solo alla fine.» In quel momento il telefono di Andrea cominciò a squillare e lei si mise a cercarlo.
 
«Ciao Antonio, dimmi tutto.» Disse lei sorridendo in direzione di Orlando. 
«Guarda che questo sta ancora qua.. Lo tumuleranno nel tuo ufficio.» Disse il suo vice riferendosi ovviamente al Questore.
Andrea scoppiò in una fragorosa risata che fece ridere anche Orlando, in quel momento anche il suo telefono squillò e si affrettò a rispondere.
 
«Pronto.»
Antonio che era ancora al telefono con Andrea e disse «Chi c’è lì con te?»
Ghiro aveva chiamato Orlando non avendolo visto rientrare al Ris «Dove sei?»
«Come scusa?» chiese Andrea stupita dal tono inquisitorio del collaboratore.
«Che cosa è questo tono?» Chiese Orlando colpito dal tono di Ghiro
«Non sei sola ho sentito una voce maschile.» Aggiunse Antonio
«Dove sei? Sento un'altra voce.» Disse Ghiro confuso.
«Esatto e questa conversazione sta prendendo una bruttissima piega.» Disse Andrea scocciata dall’interrogatorio.
«Ghiro sono fatti miei non ceno a casa.» Disse Orlando intenzionato a chiudere la conversazione.
«Scusa, non volevo è che lo sai che mi preoccupo per te.» Disse Antonio cercando di scusarsi
«Ho capito, sei con Andrea.» Disse Ghiro in tono malizioso.
«Si lo so, ma non puoi comportarti come fossi mio padre.» Disse Andrea in parte rabbonita dalle sue scuse ma comunque decisa.
«Daniele sei fuori strada, smettila.» Disse Orlando fermo.
«Hai ragione difatti ti ho chiesto scusa, ma si può sapere chi è? Aspetta aspetta aspetta, lo so! Il carabiniere!» Disse Antonio malizioso.
«Salutami il bel commissario!» Disse Ghiro divertito
«Antonio va a quel paese!» Disse Andrea riattaccando il telefono in faccia.
«Ghiro sei un cretino!» Disse Orlando attaccando il telefono senza aspettare nemmeno una sua risposta.
 
I due si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. «Controllano anche te?» chiese Andrea tornando ai fornelli. «Sì, il famoso capitano Ghirelli, e mio coinquilino. A te invece chi  che ti controlla?» Chiese Orlando avvicinandosi a lei «Il mio fidato braccio destro, Antonio.» Orlando annuì ricollegando il fidato braccio destro all’uomo che aveva incontrato al commissariato «Bel tipo, mi aveva avvisato di fare attenzione quando entravo nel tuo ufficio, in effetti senza il suo avvertimento l’avrei preso in faccia il fermacarte.»
 
I due scoppiarono di nuovo a ridere quando i loro telefoni squillarono di nuovo, entrambi, avevano ricevuto un messaggio.
 
Antonio: ‘Passa una buona serata, divertiti se puoi e non parlare solo di lavoro.’
 
Ghiro: ‘Sono un coglione, scusa. Passa una piacevole serata, non parlate solo di Pugliese.’
 
Leggendo i rispettivi messaggi, i due si aprirono in un sorriso. 
 
La cena preparata da Andrea era effettivamente notevole, aveva poi accompagnato ciascuna portata da un diverso vino, non erano per nulla ubriachi ma avevano quel lieve senso di leggerezza che ti lascia un buon bicchiere di vino, non avevano parlato minimamente di Pugliese ma Andrea aveva interrogato Orlando sulla sua specializzazione, né era sinceramente affascinata.
«Lo sai che in Italia in pratica nessuno crede in quello che faccio?» Disse Orlando senza allontanare lo sguardo da lei. «Io ci credo.» Disse lei semplicemente fissandolo. «Grazie, mi sono praticamente imposto a Lucia quando sono arrivato al Ris e abbiamo discusso non poche volte circa gli strumenti da me utilizzati.» Disse Orlando tornando con la mente a molto tempo prima. «Posso capirla, certo cose sono poi difficili da poter usare in tribunale ma sono utili nell'avviare le indagini secondo me.» Andrea gli rispose con sincerità e professionalità, capendo anche il punto di vista della Brancato. «Esatto.» Disse lui trovandosi concorde con lei. 
Si erano spostati sul divano ancora con il calice di vino in mano.
«I funghi non mi piacciono.» Disse Orlando fissandola dopo un breve momento di silenzio «Ma il tuo tortino era delizioso.» Andrea sorrise con gli che dicevano io lo sapevo e disse «Visto, non puoi dire che qualcosa non ti piace in assoluto!» Disse decica e Orlando annuendo «Va bene, ti concedo il beneficio del dubbio sull’argomento cibo.» I due sorrisero per fare un nuovo brindisi al cibo.
«Eravamo arrivati all’omicidio Zanchi.» Disse Andrea poi posando il bicchiere sul tavolo. «Sei sicura di non essere stanca?» Chiese Orlando che aveva notato le sue occhiaie farsi sempre più profonde ma Andrea scosse la testa e prese il suo blocco per gli appunti con una penna, lui allora tirò fuori il fascicolo del caso Zanchi, in altre parole l’omicidio commesso da Maiale e che di fatto aveva portato al primo arresto di un membro della banda del lupo.
 
Dopo un po’ che parlava senti che la testa di Andrea era scivolata sulla sua spalla, sorrise nel vederla così profondamente addormentata e serena, posò il fascicolo e le tolse il blocco dalle mani, la prese delicatamente in braccio per portarla in stanza da letto, dopo averle rimboccato le coperte, scrisse un biglietto che lasciò sul tavolo della cucina e dopo un po’ lasciò il suo appartamento per tornare a casa sua.
Arrivato a casa, fortunatamente, non trovò Ghiro pronto ad aspettarlo, quindi si defilò di corsa in camera sua per mettersi a letto e addormentarsi poco dopo.
 
 
 
Un fascio di luce si fece spazio tra gli scuri per arrivare a  colpire Andrea sul volto, quando lei aprì gli occhi, si ritrovò nel suo letto sotto le coperte e non si ricordava assolutamente di esserci andata, aveva la bocca impastata dal vino bevuto la sera prima, si diresse in bagno per sciacquarsi la faccia e lavarsi i denti, quando arrivò in cucina, trovò il tavolo sparecchiato e la lavastoviglie che era stata caricata, sul tavolo un bigliettino.
 
‘Bella addormentata, se il caso Pugliese ti fa quest’effetto non te ne parlo più.
Scherzo.
Ti auguro una buona giornata.
Fammi sapere quando sei disponibile a proseguire il sonno.
 
Orlando’
 
Si aprì in un sorriso e corse a cercare il telefono.
 
Orlando era arrivato al Ris, si era svegliato riposato e sereno e per evitare un probabile interrogatorio da parte del coinquilino era anche uscito presto da casa.
Si stava prendendo un caffè alla macchinetta quando il suo telefono cominciò a squillare.
«Buongiorno!» Disse leggendo chi lo stava chiamando. 
Lucia che passava da lì rimase colpita dal tono in cui Orlando aveva detto quella semplice parola e rimase ad ascoltare la sua conversazione.
«Buongiorno.» Disse Andrea con la voce ancora impastata dal sonno.
«Ben svegliata.» Disse Orlando cominciando a immaginarsela appena alzata.
«Sono una tremenda ospite. Mi hai portato tu a letto?» Chiese Andrea tranquilla.
«Sì e vedi che non sei così pesante.» Disse Orlando ripensando a quanto lei effettivamente fosse leggera.
«E hai lavato anche i piatti?» Chiese ancora Andrea che era ancora in cucina.
«Mi sembrava il minimo dopo la cena deliziosa che tu hai preparato.» Disse Orlando ripensando alla sera prima, inoltre, non era per niente stanco e una volta averla messa a letto gli era parso il minimo, lavare i piatti, per sdebitarsi in qualche modo. 
«Mi piace il tuo concetto di parità di sessi.» Disse Andrea ancora con il sorriso sulle labbra mentre accendeva la macchinetta del caffè.
 
I due sorrisero mentre Lucia cominciava a mettere insieme le informazioni appena ascoltate, Orlando la sera prima era stato a cena con una donna, evidentemente a casa perché lei aveva cucinato, la cosa in qualche modo la infastidiva anche se non stavano insieme da molto, si sentì improvvisamente gelosa.
 
«Mi sono preso un tuo libro.» Disse Orlando interrompendo il silenzio. Andrea mugugnò qualcosa e Orlando udì rumori di passi e poi silenzio all’altro capo del telefono. «L’esecutore.» Dissero poi insieme. «Brava.» Disse Orlando colpito e stupito, la sua libreria era davvero piena di libri. «Memoria fotografica.» Disse Andrea per fugare lo stupore nella sua voce, per poi aggiungere. «E’ molto bello.» «Te lo rendo appena lo finisco.» Disse Orlando prontamente. «Non ho fretta tranquillo.» Disse Andrea sincera. «Sei ancora a casa?» Disse Orlando sentendo il rumore di una macchinetta del caffè. «Sì.» Disse Andrea stiracchiandosi. «Ce la prendiamo comoda oggi??» Costatò divertito. «Ho già sentito Antonio che mi sta mandando una macchina, per oggi però mi sa che sono incasinata, non credo di riuscire ad avere tempo per Pugliese.» Disse poi intristendosi leggermente. «Non ci sono problemi, chiamami tu quando sei libera.» Disse Orlando anche lui dispiaciuto. Andrea ritrovò la serenità dicendogli. «Buona giornata e ... Grazie.» Restituendola così a Orlando che le rispose a sua volta.  «E di cosa? Grazie a te della piacevole serata. A presto.» Riattaccò il telefono con ancora un sorriso stampato sul volto. 
 
Lucia lo intercettò mentre usciva dalla saletta del caffè.
«Buongiorno!» disse sorprendendolo.
«Buongiorno a te!» rispose Orlando sereno, certo nella voce non c’era l’enfasi dedicata poco prima al telefono e il sorriso aveva perso intensità.
«Come va?» Chiese Lucia cordiale.
«Tutto bene. Hai il rapporto sulla tua scrivania.» Rispose lui formale.
«Grazie, per oggi vorrei che seguissi Bart e Bianca sul loro caso.» Disse Lucia stufa di quel silenzio che si stava creando tra di loro.
«Va bene, non ci sono problemi.» Deviò per dirigersi alla sua scrivania dicendole «A dopo.»
 
Andrea era nel suo ufficio la mattinata costretta a firmare carte, all’ora di pranzo l’avevano chiamata per un omicidio dietro via Terenzio e alle quindici era di nuovo nel suo ufficio, esaminava al computer le foto di quest’ultimo caso, quando Antonio fece capolino alla sua porta.
 
«Entra entra.» disse facendogli un segno con la mano.
«Come va?»
«Una meraviglia, stavo esaminando le foto di questa scena del crimine, sta storia mi puzza non poco.»
«Il caso Pugliese?»
«Oggi non credo di aver tempo da dedicargli.» Rispose sicura per poi alzare la testa verso il suo collaboratore che la fissava con un mezzo sorriso sulle labbra.
«Ti vedo riposata oggi!»
«Ho dormito parecchio stanotte.» Disse lei secca per poi aggiungere «Pezzi a lavorare, forza, abbiamo convocato la moglie della vittima?» Quando il suo vice la faceva arrabbiare lei lo chiamava per cognome e Antonio capiva che era il caso di smetterla di fare certe domande.
«Sta arrivando.»
«Novità dal medico legale?»
«Quando mai.»
«Be ancora qui sei? A lavorare ho detto.» Disse Andrea alzando uno sguardo scocciato su di lui.
«Che cosa gli hai preparato?» Chiese Antonio mentre usciva di corsa dalla stanza, da fuori sentì il rumore del fermacarte che sbatteva sulla porta. 
Andrea scosse la testa e uscì dal suo ufficio.
«Torno subito.» Disse al suo uomo al centralino Novelli, era nuovo e un po’ pasticcione ma un caro ragazzo.
 
Prese il motorino di un suo collaboratore per fare prima e si diresse alla città universitaria per parlare con l’anatomopatologo.
 
 
 
 
NDA
 
Ed eccomi di nuovo qui, ho pubblicato con un po' di anticipo, ma non fateci l'abitudine.. ;-)
Se vi sembra di riconoscere in Andrea un caretterino noto, aspettate e vedrete, c'è un senso a questo carattere oltre che alle sue capacità investigative che verrà chiarito più avanti..
Allora che ne dite di questo nuovo personaggio? Che ne pensate del vice questore Andrea Manzi? Siate spietate se volete, sono pronta a tutto, mi piace sempre leggere i vostri commenti.
 
P.S.: Se Lucia vi sembra 'fuori' dal personaggio è in parte dovuto alla storia e in parte alla mia immaginazione, come si comporterebbe se.. è per il suo personaggio se essenzialmente ho inserito tra le note OOC.
Alla prossima
 
 
Dal prossimo capitolo
 
Orlando fece un salto che gli fece perdere l’equilibrio, Andrea lo afferrò per il braccio per evitargli la caduta 
ma senza successo e caddero sul divano uno sopra all’altra.
   
 
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