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Autore: Kamon    24/05/2012    0 recensioni
- Non mi toccare feccia… che cosa mi hai fatto? - quell’uomo, anzi no, quel MOSTRO, aveva reso un Mostro anche Darc che era disorientato e confuso, avrebbe potuto aspettarsi un giorno di fare un incidente in macchina, di mangiare una libellula o perfino di fare un Cosplay di Molly delle Superchicce ma non di poter diventare un Angelo Caduto capace di sparare buchi neri a casaccio e di uccidere persone.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi è stato fatto notare che i capitoli precedenti erano un poco lunghetti, ho cercato di accorciare quindi tutta la pappardella...oltre a ciò, lo so, il titolo è una mezza schifezza ma non sapevo che altro mettere XD ______________________________________________________________________________





Il caldo pomeridiano stava ormai andando a scomparire, lasciando il posto alla tipica frescura delle ore serali ed assieme alla venuta della sera, anche il Sole stava ormai andando a nascondersi dietro l'orizzonte, tingendo il cielo con sfumature scarlatte ed arancioni, dipingendo l'intera volta celesta come in un bagno di sangue, dello stesso sangue che gli colava dalle mani, dalla pelle spaccata a causa dell'acido con cui erano entrate in contatto ma come se non bastasse, era quell'odioso odore misto a carne bruciata e decomposizione che gli faceva saltare in nervi: era vicino a vomitare e non poteva fare a mano di far passare il proprio sguardo stupito, da quel vecchio che quasi orgoglioso si stagliava sulla sommità di quella collinetta, affianco a lui il cadavere del pino tranciato poco prima da Susan, e a quelle nubi tossiche di un colore giallo malato, che lentamente si avvicinavano a lui bruciando l'erba che trovava sulla sua strada, lasciandosi dietro un alone giallo, l'erba moriva immediatamente non appena entrava in contatto con quella sostanza. Era paralizzato dal terrore. Era stato convinto fino a qualche secondo appena fa, di poter essere d'aiuto a Susan, la ragazza misteriosa che fino a quel mattino era stata solamente la sua compagna di classe fin troppo carina, ma mentre ora lei volteggiava e compieva pigri archi nell'aria serale, anche lei intenta a schivare i fiotti di acido che tentavano di colpirla, Darc rimaneva fermo, gli occhi smeraldini colmi di panico e le mani strette a pugno, con talmente tanta forza che l'epidermide già corrosa si spaccava ancor di più, sembrando ora quasi squamata tanto era rovinata. « Idiota! Scappa se non vuoi diventare una gelatina tutti i gusti+1 al gusto di pozzanghera! » ma che idiozie si metteva a dire ora Susan in quella situazione? Non aveva importanza, la voce familiare della ragazza aveva contribuito a riscuoterlo leggermente dalla paura che attanagliava le sue membra, e mentre il cricetino nel cranio iniziava a girare, mandò un occhiata veloce alla ragazza, la quale con i suoi artigli, il Palmo di Adonai li aveva chiamati, cercava di colpire Gray, il vecchio bastardo che aveva dato inizio a tutto questo. Gli artigli della ragazza lasciavano lungo la loro scia una misteriosa scia celeste, che baluginando dietro la propria traiettoria lasciava ad indicare lo spostamento quasi impercettibile che la ragazza colpiva tentando di colpire l'angelo, ma nonostante le braccia di Susan sembrassero solamente una scia sfocata tale era la velocità a cui si muoveva, non riusciva a colpire il vecchio creatore di acidi, probabilmente un ex spacciatore dato il suo attuale potere, anzi quest'ultimo sembrava quasi divertirsi a scansare i colpi della ragazza, che però non mostrava segni di stanchezza nonostante la folle velocità. « Ma certo...» la scia celeste che continuava a baluginare dietro le lunghe lame utilizzate dalla ragazza gli avevano fatto venire un idea; se fosse riuscito ad utilizzare il potere che aveva scatenato la sera prima nella chiesa forse avrebbe potuto fare qualcosa. Il criceto si era finalmente svegliato! Socchiude gli occhi smeraldini, ora colmi di una determinazione fine a se stessa, la determinazione nel sopravvivere e nel poter spaccare la faccia di quell'odioso vecchio, la voglia di tornare a casa e fare qualsiasi cosa, persino guardarsi la maratona di Hanna Montana piuttosto che morire in quell'assurdo modo. E quindi lo fece. Flesse le gambe, facendo leva sugli arti inferiori, infine facendo pressione sul suolo spiccò un salto. Normalmente un normale essere umano avrebbe potuto saltare in alto per al massimo un metro, ma non fu così, non appena il suo corpo di distaccò completamente da terra, iniziarono a formicolargli le mani ed i piedi, la schiena si fece pesante e per un attimo pensò di essere stato colpito dalla nube tossica, ma non appena riaprì gli occhi, si accorse di aver saltato per almeno otto metri, e di star ancora salendo nella sua ascesa, il corpo era finalmente diventato leggero, il formicolio era scomparso così come era arrivato ed il peso sulla schiena si era fatto quasi dolce e familiare, un nuovo rumore si poteva benissimo udire nella calma serale, un battito di ali, soave e piacevole all'udito e non appena si accorse di ciò, si guardò indietro: un paio d'ali completamente bianco oscurava quasi tutto lo spazio dietro di lui, gli arti piumati che si gonfiavano con l'aria serale, le piume che si sollevavano ed i tendini che si contraevano, quei muscoli appena nati forti e vigorosi che gli avevano permesso di sollevarsi a quell'altezza immensa, scansando così la nube tossica che aveva infine, concluso la propria avanzata quasi dissolvendosi nell'aria color rosso sangue del tramonto. Guardò in basso e notò che i due contendenti, Susan il braccio sinistro della nemesi – qualsiasi cosa significasse – e Gray il vecchio spacciatore, lo guardavano entrambi, il loro combattimento sospeso in modo tale che potevano guardarlo, la prima palesemente sorpresa mentre il velenoso individuo stranamente compiaciuto, neanche Darc si fosse messo a ballare Waka Waka completamente nudo, in quel caso, spera, le reazioni dei due avrebbero dovute essere invertite! « Oh no cazzo!!! » spalancò completamente le ali, arrestando la propria salita verso il cielo che ancora proseguiva « Sono tornato un colibrì!!! » fece per guardarsi le mani, avvolte da un quasi piacevole tepore e con sorpresa si accorse che non erano più in condizioni disastrose, le piaghe si erano asciugate e ritirate, solo traccie di pus erano ancora visibili sulla sua pelle, ora non più squamata ma rimarginata e perfetta. « Perfetto! » la voce del vecchio era possibilmente ancor più stridula di prima, simile allo stridio di due pezzi di acciaio, fastidiosa all'udito e che quasi gli faceva venire la pelle d'oca, ma mentre portava entrambe le mani al solito collare di pelle sul collo, che come sempre fungeva da antistress, quei primi istanti di paura scomparvero rapidi « Ora fai il bravo e vieni con me...» allungò la propria mano, la tela del mantello da lui indossata scese oltre il polso, rivelando una mano rachitica e quasi scheletrica che con il palmo aperto verso il cielo era un evidente invinto ad avvicinarsi a lui, le unghie mangiucchiate e rovinate, la pelle più simile ad un vecchio foglio di carta giallastro e chiazzata, quasi fosse venuta in contatto con qualche sostanza velenosa e corrosiva «...oppure la tua amica tra poco sembrerà un piatto cucinato a Cotto e Mangiato! » come a sottolineare le sue parole, dall'altra mano cominciò ad addensarsi una nuvola rossastra, d'una colorazione simile a quella del sangue, l'odore di marcio si fece ancora più intenso e pungente e Darc in quell'istante dovette controllare i conati di vomito, l'odore era nauseante nonostante l'altezza a cui stava fluttuando placido. La ragazza però non sembrava per nulla intimorita, anzi, le di lei gote pucciose si erano sollevate, le labbra sottili piegate in un sorriso quasi malvagio, la sua pelle candida e di una colorazione chiarissima baluginava tetra sotto la luce lattea e celeste che i suoi artigli ancora emanavano « Ma non farmi ridere! » Darc era quasi sicuro che mentre diceva quelle parole le sue mani si fossero portate ai capelli bruni a scostarli da davanti al volto, ma non ne avrebbe avuto fisicamente il tempo a meno che non avrebbe potuto muoversi ad una velocità pazzesca. Ed in effetti così fece. Nonostante la stazza non proprio atletica della ragazza, essa con un movimento fulmineo si mosse, bruciando i pochi metri che la separavano da Gray, che non potette far altro che assistere indifeso; Susan scomparve per un attimo lasciando dietro di se solamente un immagine sfocato, un immagine residuo, qualche istante dopo ricomparve, a svariati metri di distanza dal venefico vecchio, le braccia artigliate davanti a se e piegate a formare una croce, le tre lame che da ogni polso scaturivano – segno palese di una qualche imbragatura nascosta – mandavano riflessi scarlatti, il celeste di entrambe le mani nascosto ora parzialmente da alcune macchie di sangue « La sentenza è unanime!!! Hai perso! » d'un tratto il silenzio che venne dopo fu infranto da un urlo agghiacciante, il vecchio Gray e Darc potevano osservare ora uno spettacolo raccapricciante: la mano rachitica del vecchio, quella poc'anzi tesa a scagliare l'ennesima nube tossica, stava tracciando un arco nell'aria, lasciando dietro la propria traiettoria un disegno di sangue che schizzava dappertutto sporcando al già corrosa erba di quella zona di Central Park, infine dopo qualche attimo l'arto mozzato cadde a terra, con un tonfo sordo orribile mentre il sangue continuava a zampillare dal moncherino di Gray, che non aveva neanche avuto il tempo di stringersi il braccio ormai privo di mano. « AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!! » i denti marci dell'angelo si erano ora scoperti, rivelandosi in un ghigno selvaggio e colmo di dolore, gli occhi sbiaditi del vecchio incappucciato ora pieni di rabbia e dolore « Lurida stronza! » nonostante il dolore e la vecchiaia fese uno scatto assurdamente veloce, e con l'unica mano cercò di colpire Susan precedentemente di spalle dato l'attacco poco prima portato dalla Nemesi, ma quella si era già spostata con un ultimo scatto velocissimo, la sua figura che ora si stagliava quasi trionfale sul cadavere dell'albero tranciato all'inizio del combattimento, l'esile figura di Susan seduta sul tronco abbattuto e con la mano contro la guancia quasi stesse osservando un film alla TV, i denti bianchi e perfetti scoperti, in un sorriso beffardo « Sei veramente forte Gray...penso che se io non avessi ne gambe e braccia, ed io avessi l'intelligenza di un frullatore, lo scontro sarebbe quasi alla pari! » un soffio di vento soffiò sul di lei volto, facendogli leggermente arrossare le gote e scompigliandole i capelli, perfetti nonostante il combattimento. « Muori! » era stato Gray a parlare, con il braccio sano evocò una nuova nuvola di acido velenoso, nuvola giallastra che si separò dalla sua mano dirigendosi verso la ragazza, che sembrava fissare annoiata il nulla. « Non troppo in fretta vecchio! » Darc si era finalmente riscosso dalla sorpresa per le movenze straordinario dei due, e si era finalmente fatto forza per entrare a sua volta in azione, con i capelli corvini riflessi di rosso per le sue naturali sfumature ed il riflesso del tramonto, ormai morente scompigliati dal vento che si era alzato, un vento che sembrava voler purificare l'aria putrida del luogo e la sua figura, ancora in divisa sebbene ormai rovinata si stagliava nel cielo terso. Se aveva le ali era più che autorizzato ad utilizzarle no? « Attenzione! E' apparso un Muk selvatico! » Contrasse i muscoli delle piumate protuberanze, si diede la spinta verso il basso inclinando così il busto per potersi dirigere verso Gray, che aveva alzato la mano menomata evidentemente dimentico della sua recente mutilazione ma non ebbe probabilmente il tempo di accorgersi di quel suo errore, perché qualche secondo dopo, Darc era già arrivato davanti a lui, sferrandogli un pugno con tutta la sua potenza, il braccio ben disteso così da colpire il centro della fronte rugosa e giallastra del vecchio con le nocche, conscio della sua potenza fisica derivata da innumerevoli risse nei bar e per strada, ma ci fu qualcosa di strano che successe in quell'istante, il suo petto formicolò, un brivido che gli percorse il torso arrivando nel braccio da lui utilizzato per l'attacco e dal suo polso, si materializzò celere una lama d'oscurità, sottile ed appuntita, d'un nero quasi inquietante che si conficcò nel cranio di Gray, l'angelo venefico, procurandogli così la morte. No, non voleva uccidere ancora, l'angoscia e la disperazione per un attimo colmarono il suo spirito, i denti che in un attimo calarono sul labbro inferiore con talmente tanta forza che subito l'angolo della sua bocca iniziò a sanguinare, talmente era l'irritazione per ciò che stava compiendo che con tutta la sua forza d'animo cercò di ritrarre quell'arma di tenebra, scaturita chissà come dal suo stesso corpo, ma era ormai troppo tardi ed il corpo privo di vita dell'anziano angelo andò ad accasciarsi al suolo mentre una pozza di sangue andava ad espandersi sull'erba del prato. « Allora ci sai fare quando vuoi....» Susan era avvicinata velocemente e silenziosamente, grazie probabilmente alla sua abilità ancora occulta, la fronte spaziosa di lei imperlata appena da uno strato leggero di sudore, unico lascito del combattimento, gli artigli però sembravano scomparsi così come li aveva evocati prima che tutto ciò accadesse, le bianche mai di lei che accarezzavano meccanicamente la coda di cavallo, riportandola sulla spalla sinistra «...e a quanto pare non solo sei dalla mia parte, ma disponi anche di un frammento pericoloso! » sembrava compiaciuta di tutto ciò, come se la morte di Gray fosse già stata rimossa dalla sua mente, ma se il suo sorriso dapprima divertito si stagliava sul bel volto di lei, in un attimo scomparve quando Darc, il volto dipinto in una maschera d'ira gli puntò verso il collo la lama d'oscurità che ancora si dipanava dal suo polso, una lama che era andava ad allungarsi sfiorando appena la pelle perfetta del collo di lei, esattamente sopra la clavicola « Susan...» la tristezza colmava il suo animo, non voleva uccidere, lo considerava immortale, da sempre aveva considerato la vita come una cosa bella, un dono quasi, e ora nell'arco di appena due giorni aveva ucciso due persone, persone che volevano fargli senza alcun dubbio del male, ma rimaneva il fatto che era diventato un omicida « Vuoi spiegarmi che cazzo succede? » il sangue caldo gli colava dal labbro inferiore, donandogli quasi l'aspetto di un ragazzo che ama la sua donna tutti i giorni del mese, ma non se ne curava affatto e con il braccio disteso e la lama d'ombra ancora materializzata fissava la ragazza, che ora esibiva un cipiglio non molto felice. « Semplice Darc Deepagate...sei un angelo, esattamente come lo era lui, sebbene non fosse evidentemente uno dei più forti e non avesse ancora rivelato il suo aspetto angelico...» gli occhi di entrambi, quelli smeraldini di Darc e quelli ambrati di Susan andarono in contemporanea ad osservare il cadavere di Gray, morto in una posa quasi composta, un taglio nel bel mezzo della fronte ed il braccio sinistro mozzato all'altezza del polso, i denti marci e giallastri scoperti come in un ultimo sorriso maligno, o un ghigno d'ira, il corpo magro e scheletrico del collaboratore di Feitan coperto dalla tunica fin troppo larga per le sue membra gracili «...ed il suo frammento non sembrava neanche tanto forte, pericoloso si, ma davvero lento! » la ragazza annuiva alle sue stesse parole, soddisfatta di ciò che diceva « E poi diciamocelo, niente è più veloce del palmo di Adonai, forse solo Feitan! » i due tornarono a guardarsi, lei sorridente e lui incazzato nero. « Non sai veramente nulla? » sembrava veramente sorpresa di questo « No! » il suo braccio armato di lama oscura si abbassò, l'arma d'ombra che scomparve sotto le luci di una Falce di Luna appena accennata nel cielo « Ieri sera sentivo come una voce che mi diceva di andare alla Cattedrale, questo Gray...Feitan l'omosessuale ed un altro tipo mi hanno preso e....boh, mi hanno fatto questo! » lentamente andrò a sfiorare le ali, ora tenute penzoloni dietro la schiena, l'estremità piumata che sfiorava l'erba corrosa dall'acido del vecchio « Allora vorrà dire che ti spiegherò io...» la ragazza gli porse la mano, in un gesto amichevole, mentre il sorriso tornava a stagliarsi sul suo volto «...se sei disposto a venire con me, posso farti spiegare cosa siamo noi, le Nemesi e cosa sono i frammenti, cosa fa Feitan...tutto » aveva inclinato di lato il capo, assumendo un espressione davvero graziosa, la chioma bruna che incorniciava il di lei volto dai tratti rotondi e quasi infantili ancora, ma lineamenti belli, il suo corpo slanciato seppur non atletico in quel momento sembrava a Darc perfetto, i forse 160 cm della ragazza avvolti nella divisa, la gonna dell'uniforme che andava a sfiorarle le ginocchia, i seni piccoli ma sodi di lei, la pelle chiara... scrollò il capo, cercando di cacciare dalla mente quei pensieri oziosi: a che diavolo andava pensando in un momento simile?! « Se non mi farai del male allora ti seguirò! » strinse la mano della ragazza, con forza come a volersi accertare di quell'alleanza appena saldata. « Non ti preoccupare pasticcino...non ti farò del male, sei il tesoro più importante che abbiamo in questo momento! » era tornata ad essere la solita ragazza di sempre, maliziosa e disinvolta, come si comportava sempre quando erano a scuola. « Abbiamo? Pretendo spiegaz..!!! » con la stessa velocità con cui si era esibita nell'incontro appena concluso si era avvicinato a lui, posandosi l'indice della mano libera della stretta sulla bocca, impedendogli così di finire la frase « Andiamo da me, gli altri saranno già al corrente di quello che è successo! » annuendo e sciogliendo la presa delle mani, iniziò ad incamminarsi lentamente verso il lato Est di Central Park. « Uff! » Darc si passò la mano destra sul labbro insanguinato per pulirsi dal sangue, osservando per un attimo appena il cadavere di Gray, quasi più bello da morto che da vivo, entrambe le mani accarezzarono il collare di pelle sul collo, a sminuire lo stress « Ti muovi o no Deepagate!? » si voltò Susan, quasi arrabbiata neanche stesse perdendo tempo ad aspettare lui « Ma sei cieca o cosa?! » aprì lentamente le ali nella loro massima ampiezza mentre anche le braccia venivano aperte di late, quasi con fare stanco « Come pretendi che possa andare in giro conciato come uno fringuello obeso?! Mi fermerebbero subito! » le risa della ragazza, una risata di vero divertimento dopo tutte quelle sadiche udite quella sera infranse l'atmosfera serale mentre ella si voltava, riprendendo a camminare. Proprio mentre la ragazza superava una collinetta lieve, le ali dietro la schiena di Darc scomparvero, lasciando spazio solo a due enormi squarci nella divisa, la pelle nuda della schiena muscolosa ben visibile « Oh perfetto! Lancerò una nuova moda! ». Partiva dunque all'inseguimento della ragazza, con il presentimento che sarebbe stata una serata davvero lunga!!!
   
 
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