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Autore: Sherlock Holmes    24/05/2012    1 recensioni
Quando una donna grigiovestita farà il suo ingresso a Baker Street, un nuovo caso verrà aperto dall'investigatore londinese...
Un caso che lo porterà a scontrarsi con un certo professore...
[Storia ripubblicata con migliorie grafiche]
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E’ una follia.
Lo so, ne sono perfettamente conscio.
Eppure cerco di non pensarci.
Cammino e basta, un passo dopo l’altro, verso Regent Street.

E’ una serata cupa, buia.
Per i passanti, è esattamente come tutte le altre notti londinesi, ma per me è diverso.
E’ questa quella in cui si compirà il mio destino.
Già, perché ormai ho deciso.

Sembra buffo. La mattina precedente non ero altro che un consulente investigativo in preda ad una crisi di depressione, ed ora…
Ma devo cominciare dal principio.

Tutto è  iniziato nel mattino scorso. Ero in uno stato di inattività mentale che aveva portato a livelli critici la mia sopportazione della monotonia londinese.
Il fatto che non vi era stato alcuno sviluppo da due mesi del caso più importante della mia carriera investigativa mi aveva fatto perdere la determinazione.
Mi feci scivolare lungo la parete. Cercando uno sfogo, impugnai il mio amato revolver, deciso a sparare, quando, senza preavviso, Watson fece irruzione nella mia stanza.
- Non cerchi di fermarmi…- mormorai.
- Perché mai dovrei farlo? La stanza è la sua.- mi rispose con noncuranza, appoggiandosi sullo stipite della porta. Già, ormai era abituato a vedermi utilizzare gli alloggi come poligono di tiro.
Presi la mira.
- Sappia però che molto probabilmente, sparando, terrorizzerà ulteriormente la sua futura cliente.-
- Cliente?-
Mi bastò quell’unica parola: lasciai perdere pistola e proiettili, mi alzai con uno scatto fulmineo, andai allo specchio, mi ripulii come meglio potei e fui pronto ad accogliere la mia ospite.
- Finalmente rivedo quella luce combattiva ed impaziente nei suoi occhi.- mi rivelò Watson, sorridendo tra sé. - Quanti miracoli può fare una parola, eh?- aggiunse
- Watson, deve capirmi: la mia mente mal sopporta il ristagno… Datemi problemi, datemi lavoro: così io sarò accontentato.-
Il mio amico si strinse nelle spalle:- Quindi oggi sono stato foriere di buone notizie.
- Già.-
Tacqui per un secondo.- Penso che non dovremo far aspettare oltre la signora, non trova?- domandai.
- … Oppure non dobbiamo far aspettar lei, Holmes?- rispose Watson, per ripicca.
- La pensi come vuole…- sussurrai.
- Vado nel mio studio medico… Ho dei pazienti che mi stanno attendendo. Tornerò questo pomeriggio, sul tardi.- disse, mettendo lo stetoscopio nel borsello da medico ed afferrando la bombetta. – Non faccia come l’ultima volta… Eviti di dar fuoco agli alloggi, Holmes…-
Lo fissai, gelido.
Watson sorrise sotto i baffi ed uscì, invitando la signora a fare il suo ingresso.
Quando entrò, la donna portò con sé un alone di ansia e inquietudine.
Era grigiovestita. Il suo lungo abito riluceva dei riflessi che le lampade producevano sulla stoffa.
Si tolse il cappello velato, rivelando uno dei visi più belli e raffinati che avessi mai visto.
- Lei è il signor Sherlock Holmes?-
- Sì, sono io.-
La osservai attentamente, per poi continuare, sicuro:- Lei, invece, è una donna sposata da circa un anno, molto in ansia per suo marito. Fino a prima del suo matrimonio, lavorava come cucitrice a domicilio e ha preso una carrozza a Oakly Street, dove lei, probabilmente, abita.-
Mi fissò, meravigliata.- Tutto ciò che ha detto è corretto. Ma come ha fatto?-
- Semplici deduzioni. Ho intuito che lei proviene da Oakly Street esaminando i residui di terreno sul fondo della sua veste. Non ne ha altri, e da ciò ho compreso che per giungere fin qui deve aver utilizzato una carrozza. Per quanto riguarda il suo lavoro, ho notato delle punture di ago sul pollice della mano destra (e da ciò ho anche capito che lei è mancina), che però si sono rimarginate completamente. Sono cicatrici di circa un anno fa. Quindi, è da un anno che non cuce più quotidianamente. Inoltre, è sposata da dodici mesi o poco più. La pelle è leggermente più chiara in corrispondenza della fede, ma non così tanto da ipotizzare un periodo di sposalizio più lungo. Per affermare che lei è preoccupata per suo marito, mi sono basato sul fatto che lei sta ripetendo, da quando è entrata, la rotazione della fede nuziale sull’anulare, segno di affanno per il coniuge.-
- Mi ha stupita, davvero.-
- Ne sono compiaciuto. Allora, perché è così impensierita per il suo sposo?-
- Beh, le interesserà intanto sapere che lei conosce mio marito.-
- Ah sì?-
- Lei, però, lo chiama Porlock.-
  
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