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Autore: one directioner    24/05/2012    33 recensioni
Loro non mi conoscono. Io, invece, si.
Loro sono la perfezione. Io non mi piaccio.
Loro sono famosi. Io non sono nessuno.
Loro sono lontani. Io sono qui.
Ma, per favore, lasciatemi sognare la mia vita con i One Direction.

*** Era la sensazione più forte che avessi mai provato: come se tutto il resto fosse finito e c’era solo lui, come se non riuscissi più a pensare a niente, come se ci fossero terremoto, pioggia, sole e ghiaccio contemporaneamente. Le nostre labbra si muovevano con armonia e le nostre lingue danzavano il più bello dei valzer. Tutto ciò per cui valeva la pena di vivere io l’avevo appena trovato e non lo avrei mai lasciato andare.
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo che Harry mi chiamava, ma non volevo dargliela vinta così facilmente. Mentre le lacrime mi rigavano il viso cercai di accelerare il passo, ma l’enorme quantità di gente che c’era per le strade non mi permetteva di correre e lui mi raggiunse. Mi afferrò per un braccio stringendomelo e mi costrinse a girarmi verso di se.
-Lasciami andare!- gridai.
-Ma posso almeno sapere cosa hai fatto?- mi chiese costretto ad urlare per farsi sentire in mezzo a tutte quelle persone. Dato che io non volevo parlargli e mi dimenavo, aveva stretto la presa attorno al mio polso trascinandomi con lui fini ad arrivare in un parco; lì ci eravamo seduti su una panchina, ma io avevo tenuto lo sguardo rivolto verso terra, decisa a non alzarlo verso di lui.
-Allora??- aveva chiesto impaziente. Io mi ero asciugata le lacrime con il palmo della mano e avevo aspettato che il mio respiro ritornasse regolare prima di rispondere.
-Mi sembrava che ci fosse qualcosa che non andava Harry … Finalmente mi sono ricordata di tutto.-
-Ma cosa? Io non riesco a capire … - aveva risposto lui disorientato tenendosi la testa tra le mani.
- Quella sera Harry! Quella … prima che tu partissi!- e qui erano ricominciate a scendere le lacrime mentre i ricordi si facevano strada ferocemente dentro di me.
 
Due anni prima. 2:00 a.m.
-Sere! Presto corri! Muoviti vieni con me!- urlava Cassie.
-Cosa c’è?- le avevo domandato io mentre mi allontanavo dagli altri e cominciavo a seguirla. Lei aveva iniziato a correre velocemente ed ero riuscita a sentire soltanto le parole “Harry …” - e “Ha bisogno.”
Dopo qualche minuto di corsa eravamo arrivate ad un giardino poco lontano dalla casa in cui Madison aveva organizzato la festa. Nel parco avevo intravisto subito Harry sdraiato su una panchina con gli occhi semiaperti, mi ero avvicinata preoccupatissima e dall’odore che emanava avevo capito che si era ubriacato, ancora. Non avevo nulla contro una sana ubriacatura ogni tanto, ma Harry nell’ultimo periodo aveva perso il controllo e quella sera sentivo che ne avrebbe pagato le conseguenze. Faticava a respirare a causa di tutto quell’alcol che circolava nel suo sangue e non riusciva a muoversi. Avevo subito chiamato l’ambulanza che  era arrivata a prenderlo e lo aveva portato al pronto soccorso. Quella notte avevo dormito lì con lui, mentendo a mia mamma alla quale avevo detto di essere rimasta a dormire da Madison. La sera seguente  avevano dimesso Harry e io lo avevo riaccompagnato a casa, ma, durante il tragitto, mi ero sfogata dicendogli che era un deficiente, un idiota, che non si meritava la mia amicizia perché riusciva solo a comportarsi da immaturo.
-Sai una cosa? Non me ne frega niente della tua amicizia tienitela stronza!- mi aveva gridato contro.
-Ma come cazzo ti permetti? Sei un coglione che non vuole ammettere di aver sbagliato. Se non fosse stato per me saresti ancora là, steso su quella panchina!- avevo gridato con tutta la voce che avevo.
- Non avevo bisogno del tuo aiuto! E poi che amica sei? Eh?? Mi vieni a rinfacciare di avermi aiutato?-
-Ma non puoi solo comportarti da persona matura? Ti rendi conto che ti sei quasi ucciso?!- ero sbottata urlando come un’isterica.
- Non sono affari tuoi, faccio il cazzo che mi pare!- mi aveva risposto gridandomi contro.
-Bene, non hai più bisogno di me allora. Vaffanculo! –
- Certo che non ho più bisogno ti te! Domani parto!-
Appena pronunciate quelle parole, però, entrambi ci eravamo resi conto della gigantesca quantità  di realtà che ci era appena piombata addosso: quello era l’ultimo momento che avremo potuto passare insieme e lo avevamo trasformato in una litigata senza precedenti. Tutti e due eravamo stati incapaci di ribattere, io sentivo come un nodo in gola che mi impediva di dirgli qualsiasi cosa. Così mi ero girata ed avevo cominciato a correre in direzione di casa mia, scossa dai singhiozzi e con le lacrime che mi solcavano il viso. La mattina seguente Harry era partito senza farmi più sapere niente ed io avevo tentato con tutte le mie forze di dimenticarmi di quella sera e di rimanere con un ricordo dell’ Harry migliore che conoscevo.
 
Londra
Harry aveva finalmente capito a cosa mi riferivo e anche lui, come me, aveva cominciato a ripensare a quella sera ripercorrendo ogni momento. Rimanemmo immobili per parecchi minuti, ognuno immerso nei suoi ricordi. Poi alzai lo sguardo su di lui e vidi che qualche lacrima gli stava scendendo lungo le guancie. Mi fece una gran tenerezza: infondo io non ero più arrabbiata con lui anzi, l’unica cosa di cui mi ero veramente pentita dopo la sua partenza era che l’avevo lasciato andare senza essermi scusata e senza averlo salutato. Entrambi sapevamo di doverci perdonare, ma in quel momento le parole non servivano. Anche lui puntò gli occhi nei miei e mi sorrise debolmente, poi ci abbracciammo fortissimo come non avevamo mai fatto e come invece avremo dovuto fare quel giorno di due anni prima.
 
Dopo quasi venti minuti avevamo deciso di ritornare su un autobus che ci riportasse a casa. Durante il tragitto eravamo rimasta zitti, quando ad un tratto Harry aveva rotto il silenzio.
-Strano però che l’altro giorno, quando ci siamo rincontrati, non ci sia venuto subito in mente questo episodio … - aveva detto dando voce ai suoi pensieri. Anche io ci stavo pensando.
-Sai, dopo che te ne sei andato io ero arrabbiatissima, eppure mi sentivo terribilmente in colpa … Io … io ti volevo troppo bene per avercela con te, quindi decisi di cancellare completamente il ricordo di quella sera, fingendo che tu fossi ancora il mio migliore amico.-  avevo spiegato
-Quando arrivai qua, i primi giorni, ero sempre solo …  mi mancavi in maniera esagerata, non immagini quanto. Così decisi di mettere da parte l’orgoglio e ti avrei anche chiamata se non fosse stato che avevo paura che poi mi saresti mancata ancora di più!Anche io alla fine finsi che non fosse mai accaduto niente … -.
-Avevamo pensato esattamente la stessa cosa e ci eravamo perdonati a vicenda senza saperlo … - osservai e mi venne quasi da ridere.
- Comunque Harry mi dispiace davvero molto per … - avevo iniziato.
-Smetti, non devi scusarti … ero io che avevo sbagliato. Scusa. – mi aveva detto guardandomi serio negli occhi. Lo abbracciai di nuovo e poi scendemmo dall’autobus rosso. 
 
 
  
 
 
 Eccomi qua bellezze :')
dunquee ecco svelata la storia con Harry, non è un gran che questo capitolo, ma spero che vi piaccia comunque!
A partire dai prossimi vedremo di più la coppia Sere\Louis, ma ci tenevo tanto a raccontare bene dell'amicizia tra Hazza e Sere!
Per ultima cosa vi volevo dire semplicemente GRAZIE, di tutto.
Per sopportarmi; recensire; tenere questa storia nelle seguite\ricordate\preferite; per essere arrivate a leggere fin quaggiù(!); ma grazie anche se leggete soltanto questa storia. Sappiate che mi fa sempre tanto piacere sapere cosa ne pensate :)
ora vado a studiare Latino (yuppi) alla prossima <3




  
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