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Autore: Paolina91    25/05/2012    1 recensioni
Honey ha un sogno diventare una ballerina professionista ma questo desiderio sarà ostacolato dai genitori, quando la sedicenne andrà a New York per il concerto dei Tokio Hotel insieme alla sua amica la sua vità cambierà totalmente. Chissà cosa succederà nella vita dei quattro musicisti tedeschi e in quelli della bella ballerina.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10



Il grande giorno era arrivato anche per Honey.

Lei accompagnata dai genitori aveva preso il treno la sera prima e sarebbero arrivati a New York direttamente per l’audizione.

Con un taxi arrivarono davanti all’entrata dell’accademia.

I ragazzi erano già tutti dentro.

La fila era spaventosa.

Aveva davanti a lei 100 persone.

L’attesa si prospettava molto lunga ma cominciò subito a riscaldarsi.

Una ballerina classica la guardò storcendo il naso.

Era la tipica ragazza schizzinosa.

Bionda con uno chignon tiratissimo, indossava un tutù candido e delle scarpette bianche anche quelle.

Distolse lo sguardo e pensò solo a fare del suo meglio.

Sicuramente lì dentro non avrebbe avuto amici, lei era lì per trionfare anche se passare così tanto tempo lontano da casa da sola sarebbe stato molto difficile.

Ogni tanto si sentivano delle porte che si aprivano e chiudevano.

Erano iniziate le audizioni.

Si sentiva agitata, le sembrava di non ricordarsi nemmeno mezzo passo.

Il cuore batteva fortissimo, sperava che i giudici l’apprezzassero e anche gli insegnanti che l’avrebbero seguita nei mesi seguenti.


La sua mente cominciò a ricordare la prima lezione di danza della sua vita.

Era ancora una bambina.

Sua madre insisteva che doveva provare la danza o qualsiasi altro sport.

E non si sarebbe mai aspettata che un giorno avrebbe dovuto ringraziarla per quella prima lezione.

La musica classica, i primi fondamentali.

Il tutù rosa e i capelli raccolti in uno chignon.

Quanti ricordi, sembrava ieri mentre erano passati già 10 anni duranti i quali aveva trovato la sua strada.

Certo l’hip hop era stato solo un breve passaggio ma era molto brava.


La ballerina classica era appena entrata nella stanza per ballare una difficilissima variazione.

Il tempo passava anche troppo velocemente per certi versi.

Ora toccava quasi a lei.

Il cuore martellava sempre più forte, si ritrovò a pensare che da lì a poco sarebbe svenuta.

Prese la matita dalla sua borsa e cercò di far diventare la sua coda di cavallo in uno chignon per la prima parte della coreografia.

Su consiglio del suo insegnante avrebbe evitato le scarpette classiche.

Sperò che i professionisti l’avessero capita.

Ogni audizione durava al massimo 15 minuti.


Era il suo turno salutò i genitori ed entrò nell’aula.

-Buongiorno. – salutò tutti e poi posò lo sguardo sulla commissione.

La persona che l’aveva colpita maggiormente fu la presenza di un grande ballerino.

Forse il più grande Michael Jackson.

L’insegnante faceva parte della scuola ed era la direttrice e poi il critico era un scrittore del New York Times.


Cercò di concentrarsi al massimo mentre la base partiva.

Le piruette eseguite perfettamente, seguite da dei Fouetté, arabesque e attitude per chiudere.

Chiuse gli occhi mentre sentiva la musica che entrava in ogni fibra del suo corpo.

La base sfumò e mentre si toglieva la matita dai capelli per lasciarli raccolti in una semplice coda di cavallo altissima mentre continuò a ballare con tutta se stessa.

Il pezzo di jazz era stupendo, pieno di passi complessi ed altrettanti salti.

La canzone italiana di Tiziano Ferro risuonava nella stanza, sbirciò oltre la porte e vide i suoi genitori affacciati insieme ad altri ragazzi che la guardavano stupiti.

Forse stava ballando male, non era il momento delle riflessioni doveva pensare solo alla danza e i passi uscivano automatici.

La musica cambiò ulteriormente i toni.

Iniziava il pezzo hip-hop, aveva scelto una canzone sulla quale potesse uscire la vera Honey.

Si intitolava Conga e gliel’aveva fatta scoprire Gabriele.

Lui era il mago dell’hip-hop, la consigliava su come accompagnare i passi con altrettante espressioni e lei lo aveva applicato ad ogni tipo di danza.

Sentiva gli occhi di Jackson puntati su di lei.

Il suo giudizio contava tantissimo.

Era il più grande ballerino e cantante del mondo, aveva completamente cambiato il mondo della danza con i suoi passi.

Ora mancava l’ultima parte di quella coreografia costruita con tanti mesi di fatica e sacrifici.

Il pezzo di contemporaneo, forse era quello che sentiva di meno addosso ma cercò di impegnarsi al massimo.

In quella scuola doveva fare di tutto per andare bene a tutti gli insegnanti.

La musica terminò.

Quei dieci minuti le erano sembrati interminabili ma allo stesso tempo adesso temeva il giudizio della commissione.


Cominciò a respirare in modo affannoso e poco dopo qualcuno le porse una bottiglietta d’acqua fresca, ringraziò lo sconosciuto.

Poi si mise al centro della stanza completamente sudata ma felice e pronta di rispondere alle domande.

-Benissimo signorina, possiamo sapere perché ha scelto una coreografia composta di più stili?-

Prese fiato e poi rispose con tranquillità – Certo… allora ho studiato tutte e quattro le discipline e credevo che fosse giusto dimostrare tutto quello che so fare. –

La direttrice annuì soddisfatta e poi guardò i colleghi come per sapere se avessero qualcosa di chiedere, prese la parole il critico –Allora posso sapere quanti anni ha studiato ogni disciplina? E da quanto tempo studia?-

-Si… ho iniziato a studiare danza classica all’età di sei anni e ho continuato fino ai 10 anni. Dopo ho cominciato a studiare contemporaneo per due anni e lo stesso per l’hip-hop. Poi ho trovato il mio stile nella danza jazz. In tutto sono 10 anni che studio. –

Anche il critico sorrise e lasciò la parola al maestro.

Michael continuava ad osservare Honey come se fosse stato rapito da lei.

-Io non ho domande, mi basta guardarla negli occhi per capire quello che prova mentre danza. Posso solo dirti Honey che non ho mai visto una ballerina con così pochi anni di studio che è in grado di padroneggiare il palcoscenico come hai fatto tu. Hai passione, talento, le doti e ci metti tutta te stessa mentre balli. Complimenti! –

Si alzò perfino per applaudirla.

La mora si inchinò e poi uscì dalla stanza.

Si sedette insieme a tutti i ragazzi in attesa che venissero comunicati i nomi degli ammessi al corso estivo.


L’attesa era snervante.

Per i primi dieci minuti camminò avanti e indietro lungo quel corridoio.

Poi un immagine attirò la sua attenzione così cominciò ad osservare le fotografie.

In quella scuola avevano studiato dei grandi ballerini ed ètoile.

Non poteva credere ai suoi occhi.

Se fosse stata ammessa avrebbe avuto una grande opportunità e non doveva sprecarla per nulla al mondo.

Tornò vicino a tutti gli altri ragazzi e si sedette sulla panca di legno in attesa.

Cominciò ad osservare i suoi possibili rivali.

Il ragazzo che era seduto al suo fianco era veramente uno spettacolo.

Capelli castani a spazzola, occhi ambrati che se la osservavano, la facevano sentire come messa a nudo.

Quel ragazzo la affascinava non poco.

Sentiva che molto probabilmente con lui ci sarebbe stata molta affinità ed alchimia.

Decise di essere coraggiosa e di presentarsi.

-Ciao, io sono Honey una ballerina jazz. –

Solo con l’ultima parola riuscì ad attirare la sua attenzione.

-Piacere io sono Joe…. Anche io sono un ballerino jazz. Sai prima ho visto la tua esibizione complimenti!-

Lei arrossì e gli rispose a bassa voce –Grazie!- tanto che il ragazzo aveva faticato a comprendere la sua risposta.

Continuarono a parlare fino a che la direttrice uscì dall’aula e improvvisamente nell’atrio della scuola ci fu silenzio assoluto.

Un silenzio riempito solo dai battiti accelerati dei loro cuori e dai respiri profondi che Honey stava compiendo per calmarsi.

-Allora abbiamo deciso chi sono i dieci ballerini che verranno ammessi al corso estivo. Successivamente solo due entreranno a far parte della nostra accademia per tutto l’anno scolastico. Bene leggerò i nomi in ordine alfabetico: …....................., Harrison Honey….. –

La direttrice continuò a leggere i nomi ma ormai ad Honey non importava più nulla.

Era entrata nella lista dei dieci.

Si sentiva al settimo cielo.

Doveva assolutamente avvisare i genitori che l’aspettavano fuori dalla scuola.

Corse verso la porta con un sorriso che avrebbe potuto accecare chiunque.

-Mamma ce l’ho fatta! – cominciò ad urlare appena fuori.

I genitori si voltarono nella sua direzione con le lacrime agli occhi e successivamente le passarono il telefono.

-Hilary! Sono felicissima. –

La sorella rise dell’entusiasmo di Honey –Lo sapevo. Sei la numero uno non dimenticarlo mai. Adesso vado ci sentiamo presto. –

Chiuse la chiamata e si lasciò abbracciare da suo padre.

-Bravissima, sono fiero di te. –

I suoi occhi nocciola diventarono improvvisamente lucidi come quelli del padre e scoppiò in un pianto di felicità.

Era felice di poter realizzare il suo sogno, ma cosa più importante era felice delle parole che la bocca del padre aveva appena pronunciato.

Lui era fiero di lei.

Incredibile, non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe udito quelle parole.

Poi anche la madre si complimentò con lei.

Adesso doveva rientrare per cominciare subito a sistemarsi.

Salutò i genitori con la promessa di vederli il giorno del saggio finale dopo quattro settimane.


Rientrò nell’edificio con le sue valigie.

Aveva portato con sé solamente capi comodi e utili.

Prevalentemente pantaloni sportivi e magliettine e poi qualche jeans e vestitino se avesse dovuto uscire una sera.




***


Hilary in Germania si trovava veramente bene.

La sua compagna di stanza era una ragazza che le ricordava terribilmente sua sorella; ed erano già abbastanza amiche.

Si chiamava Elenoire e studiava anche lei giornalismo.

Arrivava dalla Francia per cui anche lei poteva capire benissimo come sentisse la mancanza della sua famiglia Hilary.

Dopo aver chiuso la chiamata decise di uscire insieme alla sua compagna per visitare quella meravigliosa città che era Berlino.

-Allora come va?- le chiese Ele.

-Oh tutto bene… ho parlato con i miei genitori e poi mi hanno passato mia sorella che oggi aveva un importante audizione. –

-Capisco… ti mancano tanto vero?-

Hilary rise leggermente –Si, e credo che si possa notare ma devo riuscire a realizzare il mio sogno così come sta facendo la piccola Honey. –

-Wow quando parli di tua sorella cambi completamente. Diventi una persona protettiva e sei anche estremamente orgogliosa di lei. –

-Già hai ragione. Io le voglio bene con tutta me stessa.-

Ele si strinse nelle spalle non sapeva cosa significava avere una sorella, ma ne avrebbe desiderata una anche lei.

Camminavano sotto braccio attraverso le vie della città.

Mancava poco per arrivare alla porta di Brandeburgo.

Era semplicemente un monumento importantissimo.

Per tanti anni assieme al muro aveva tenuto separato la Germania.

Tutto quello l’affascinava forse perché una parte di lei era tedesca.

Dopo una lunga camminata e molte chiacchiere per conoscersi meglio entrarono in un pub abbastanza frequentato per mangiare qualcosa, ormai era ora di cena.

Chissà cosa stava facendo sua sorella?

Molto probabilmente era già a dormire, l’aspettava un duro mese di lavoro.

Sapeva di per certo che sarebbe entrata in quell’accademia.

Era talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse del ragazzo biondo platino che aveva urtato accidentalmente.

-Oddio scusa ero sovrappensiero! –

Lui rise e con un gesto della mano si presentò –Piacere Andreas, sei nuova vero? Non ti ho mai vista qui. –

Lei si limitò ad annuire ammaliata dalla bellezza del ragazzo.

-Beh ci si vede in giro! Vado che mi aspettano i miei amici. – e mentre parlava indicava un tavolo in fondo alla sala.

Lei si voltò e rimase molto sorpresa.

Aveva già visto quei quattro volti.

Si ma dove?

Forse era solo frutto dell’immaginazione, per cui si affretto ad occupare un tavolo in attesa che arrivasse la sua compagna di stanza.

Poco dopo la sua amica la raggiunse tenendo fra le mani due lattine di coca cola.

-Eccomi, fra poco ci portano le ordinazioni. –

-Perfetto, beh allora brindiamo al nostro incontro! –

Risero e poi fecero scontrare le due lattine per poi bere un sorso della bevanda gasata.

Una cameriera si avvicino porgendo ad entrambe un hamburger con tanto di patatine fritte e salse.

Iniziarono a mangiare in assoluto silenzio.

-Allora sono meglio i cibi da fast-food americano?-

La bionda si scostò una ciocca di capelli ribelle e cominciò a pensare al sapore del cibo del suo paese.

-Beh diciamo che io sono abituata ai fast-food canadesi ma anche quelli della grande mela sono ottimi. –

-Quanto vorrei andare in America. –

-Beh una volta laureate potremmo andarci insieme per fare un viaggio oppure anche per le vacanze di Natale. –

L’amica la guardò con occhi sognanti e poi l’abbraccio talmente stretta che per qualche secondo le parve di soffocare.

Scoppiarono a ridere una volta che si furono staccate.

-Hilary prendimi per pazza ma io sento di volerti già un mondo di bene. –

La bionda guardò i capelli castani dell’amica e le rispose sinceramente. –Anche io, sai con te mi sembra di essere quasi in famiglia. A volte hai gli stessi atteggiamenti di mia sorella e questo mi fa sorridere. –

-Beh grazie… se ti fa stare bene ne sono contenta. –

Continuarono a cenare e poi ritornarono al dormitorio dell’università.

Condividevano una camera normalissima.

Aveva un enorme finestra che dava sul giardino del college.

Due letti ai lati opposti della stanza, con due scrivanie per poter studiare indipendentemente.

Un enorme armadio a muro che conteneva tutti i loro abiti.

Le pareti erano bianche con vari quadri e poster appesi.

Il tutto contornato da un ottima illuminazione che permetteva di studiare anche a tarda notte e poi avevano anche una tv, certo non era a schermo piatto ma meglio che nulla.

Per quanto riguarda i pasti potevano andare a mensa oppure scegliere di uscire come avevano fatto quella sera.

Hilary si mise a letto e a causa del fuso orario riuscì ad addormentarsi subito in un sonno senza sogni.



***


Andreas e i suoi amici erano decisi ad andare in discoteca.

Ovviamente non avrebbero fatto la fila.

E questo aveva i suoi vantaggi.

Avere delle persone famose come amici era fantastico.

Spesso lo invitavano a viaggiare con loro.

Aveva visitato moltissimi posti: Francia, Italia, Belgio.

Insomma gran parte dell’Europa, poi si occupava anche della Tokio Hotel tv.

Un cameramen li seguiva costantemente e lui si occupava del mixaggio e del montaggio.

Infatti all’università studiava per diventare regista.

All’interno del locale le luci cambiavano continuamente colore e la musica era assordante ma la cosa più divertente era vedere i volti stupiti delle ragazzine al passaggio dei suoi amici.

Molte di loro lo salutarono ammiccando.

Beh quel mondo gli piaceva sempre di più.

  
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