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Autore: kutinjiu    25/05/2012    0 recensioni
La sua solitudine e la sua pace sono turbate. Egli decide di recarsi al Sancta Sanctorum per trovare una risposta, non solo a questa domanda, ma anche a quelle che emergeranno durante il suo viaggio.
Genere: Generale, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sancta Santorum, il cuore del mondo

Vive nelle Lande Desolate dell'Est, lontano da ogni compagnia, ad eccezione della sua vecchia pipa. Coltiva un orticello polveroso; accanto ad esso scorre un ruscello, dal quale il lupo solitario trae l'acqua, la risorsa più rara e preziosa di quelle terre selvagge. A stento ricorda come è fatto il mondo, d'altronde a lui basta conoscere l'area che si estende per qualche centinaio di passi attorno alla sua casupola. Un villaggio modesto è situato qualche iarda più lontano, lui però non l'ha mai visitato. Si limita ad osservarlo mentre si staglia all'orizzonte, stranamente luminoso quando il Sole di Mezzogiorno brilla alto nel cielo. Il tempo scorre placido come una bisciastriscia che serpeggia fra i granelli di sabbia. Oggi, tuttavia, quell'armonia ripetitiva e pacifica è turbata dal prosciugarsi del ruscello. Il lupo solitario medita a lungo, seduto comodamente su una poltrona e fumando la pipa con gusto. Si ricorda poi dell'esistenza del Sancta Sanctorum, il luogo dove la gente si reca quando necessita di aiuto, dove le domande trovano sempre una risposta, dove ogni speranza si riaccende. Parte, sperando che il viaggio sia breve, dato che non vuole consumare troppo la suola delle scarpe sgualcite che indossa da innumerevoli anni. Si dirige verso Sud: magari incontrerà i profughi che sono fuggiti dai pericoli delle Lande Desolate alla ricerca di una vita migliore. Non tutti apprezzano le schermaglie garbate con i lupi ombrosi o gli agguati insidiosi dei camaleoni. Gli torna in mente un amico di vecchia data: egli aveva scoperto a sue spese che a volte le rocce non sono inanimate come sembrano. Dopo essersi seduto su un camaleone ed essere miracolosamente sopravvissuto, aveva dovuto prenotare svariate sedute dallo psicologo. Dopo qualche giorno, la sua gola è secca come una spugna che aspetta invano di essere imbevuta. Decide di deviare verso Rossospuma, la città dai dolci e verdi declivi, produttrice del vino più buono al mondo. Lungo le ampie vie della famosa località, non vi è nessun ubriaco che festeggia la sua fortuna, come era tradizione in passato. Non si odono nemmeno gli interminabili strepiti dei fringuicchi che minacciano le coltivazioni sulle colline, spinti dalla fame. La città è popolata soltanto da inquietanti statue di vetro antropomorfe. Di certo il loro scultore aveva impiegato una cura straordinaria nel rifinirne i dettagli. Il viandante non ha tempo da perdere. Rompe la vetrina di un elegante negozio e prende alcune bottiglie di vino pregiato: agli abitanti spettrali di Rossospuma non sarebbero più servite. Approfitta del loro consenso inespresso per rifornirsi anche di cibo e per procurarsi degli indumenti nuovi. Adesso perfino i nobili altezzosi di Babele avrebbero dovuto portargli rispetto. Da tempo incalcolabile, questi ometti un po' paranoici cercavano di dimostrare la propria grandezza costruendo case sempre più alte. Ora Babele non ha nessun pinnacolo da sfoggiare: è caduta in rovina e solo le macerie testimoniano la sua esistenza. L'abitante dell'Est, si incammina nuovamente verso il Sancta Sanctorum; sembra quasi che raggiungere quel luogo crei più problemi di quanto esso non ne risolva in seguito. Il paesaggio non è più come nei suoi ricordi: il mare ha invaso le vaste pianure e le frane hanno sgretolato le montagne. I prati sono diventati savane, le savane sono diventate deserti. Si accorge di una chiazza verdognola in lontananza: è la famosa foresta di cactuspini, che ora però si è trasformata in una palude maleodorante. Gli dispiace di come la natura sia degenerata poichè quel legno sarebbe stato perfetto per intagliarci una pipa, nel caso in cui la sua si fosse rotta. A causa della scomparsa dei cactuspini, gli abili falegnami di Porto Truciolo avrebbero dovuto senz'altro cambiare lavoro, se fossero stati ancora in vita. Anche di loro sono rimaste solamente gelide statue di vetro. Tutta questa desolazione non impressiona affatto il viandante, lui è abituato ad essere circondato dal nulla. Probabilmente il suo isolamento era stato un metodo per sfuggire alla compagnia. Fortuna sfacciata? Istinto animale? Egli certamente possiede almeno una di queste doti, dato che giunge al Sancta Sanctorum. Chissà quanto denaro facile avrebbe potuto guadagnare al Casinò Des Palmiers, che ora marcisce avvolto in grigie ragnatele abbandonate. Se i suoi frequentatori avevano scommesso di sopravvivere, erano morti da miseri perdenti. Davanti all'ingresso del Sancta Sanctorum è accalcata una marea di statue di vetro che sembrano lottare tra loro, come se stessero fuggendo da un terribile abominio. Il lupo solitario si apre la strada mandandone molte in frantumi; svanito lo stupore e subentrata l'abitudine, quelle figure hanno perso ogni valore ai suoi occhi. Il pensiero di incontrare per caso l'abominio, il probabile responsabile di tutto questo caos, lo fa esitare. Aveva dimenticato il significato del terrore dopo aver respinto gli attacchi dei lupi ombrosi per dieci notti consecutive. Vivere nelle Lande Desolate dell'Est ha un prezzo molto alto, sia per gli uomini che per le bestie. Fortunatamente, i lupi ombrosi avvertono le proprie vittime ululando di giorno ed attaccando al calar della notte. La loro condotta morale però non li ha salvati dagli spari di una carabina: la mancanza assoluta di onore è una delle armi migliori degli esseri umani. Scende nelle viscere del Sancta Sanctorum, fino a raggiungerne il cuore. Nell'ultima stanza, vi è un semplice specchio che riflette la sua immagine. Durante il viaggio sotto il Sole cocente, l'abitante dell'Est ha cambiato la propria domanda: gli dispiace rinunciare al benestare del suo ruscello, ma non ha altra scelta. "Quale calamità, quale abominio ha colpito il mondo?" chiede con il sollievo di chi finalmente è giunto alla resa dei conti. La sua controparte riflessa sghignazza ruvidamente per un intero minuto, poi risponde gelidamente: "Tu li hai uccisi. Tu sei la calamità. Tu sei l'abominio. Come puoi ancora vivere, sapendo ciò?". Egli replica in tal modo: "Oggi, la mia lenta vita si è trasformata in una lenta morte. Potrò forse riscattarmi, portando questo terribile fardello?". Ma il riflesso tace. Intanto il Sancta Sanctorum, il cuore del mondo, si sgretola: non ne rimangono nemmeno le macerie.

  
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