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Autore: 11cerbero    25/05/2012    1 recensioni
Gaia è un romanzo fantasy d'azione, mirato a diventare lo Shonen letterario. Pagina Facebook: http://facebook.com/GaiaElementalWorld
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una casa grigia, ricoperta di grigia cenere che si affaccia al Corso Settembre possiede una porta che non ne vuole assolutamente sapere di chiudersi. Mikah ha imprecato numerose volte contro quella porta, ma questa a ogni tocco sembra sbriciolarsi di più. All'interno della casa non c'è più nessuno, nemmeno i rimasugli degli abitanti. Lewis ha mandato a quel paese tutto, si è tuffato su un letto matrimoniale e ha scartato con noncuranza delle foto di una donna sorridente, tutte accartocciate. In questo momento Lewis sta ancora sbavando sul lenzuolo rosa pallido, mentre il suo amico fa la guardia. Si sono resi conto che tutta la città non è stata semplicemente ricoperta di cenere, ma erosa avidamente. Il cemento ha resistito, consumandosi di una manciata di centimetri. Ma le persone, le porte, i vetri sono stati distrutti. Le macchine non funzionano più, si piegano fragilmente al tocco. Scappare a piedi da Tera non è così semplice. È una città grande, a dir poco enorme. Ci vorranno veramente giorni, e il fatto che il posto brulichi di soldati non semplifica le cose. Sembra che qualcuno non voglia che esistino testimoni dell'evento, ma perché? Quegli uomini hanno uno stemma particolare, che nessuno ha mai visto prima. Rappresenta un serpente piumato che morde la propria coda, forse vengono da una terra lontana. Eppure parlano stessa lingua dei ragazzi, senza alcun accento particolare. Se solo Mikah avesse l'atlante, potrebbe controllare nella lista degli stemmi nel mondo. Adesso è seduto sotto una finestra. Ha poggiato di fronte uno specchio, così da poter vedere i passanti mentre è nascosto. E con un occhio legge il libro delle fiamme. Prima di riuscire a utilizzare qualsiasi incantesimo lì presente, deve comprendere per bene come evocare la magia del fuoco. Cercando indizi tra le pagine del libro e nei meandri dei suoi ricordi, è riuscito a combinare qualcosa. Sono ore che si sta esercitando nella focalizzazione dell'energia. Una volta capace di immaginare perfettamente un elemento, potrebbe essere capace di evocarlo. Quindi basta pensare continuamente alla forma della fiamma e combinare questo pensiero con la forza di volontà per evocare un incantesimo. In teoria sembra facile, ma non lo è per Mikah.

Si sta esercitando con pazienza: focalizza l'immagine di una fiamma e si convince che deve apparirgli tra le dita. Ma l'unico risultato che riesce a ottenere è qualche scintilla e tanto odore di gas. Il ragazzo guarda ancora il libro. Quanto sarebbe bello riuscire a padroneggiare quella magia? Ma un timore è rintanato nel fondo del suo cuore: è possibile che l'incantesimo che ha devastato Tera provenga proprio da questo libro?

Una riga delle prime pagine lo colpisce. "Solo coloro nati nell'elemento del fuoco riusciranno a padroneggiare perfettamente queste tecniche, un incantatore estraneo dovrebbe sacrificare metà della sua anima per dedicarla a questo elemento."

Che significa essere nati nell'elemento del fuoco? Mikah non ricorda di nulla del genere nelle lezioni di magia. Questo vuol dire che ognuno nasce affine a un solo e determinato elemento? Effettivamente non è una teoria da scartare. È facile notare che una persona come Lewis sia affine all'aria, è infatti l'unico tipo di forza che si è degnato di imparare.

Un rumore di passi fa drizzare le orecchie a Mikah. Sono più di cinque persone e camminano contemporaneamente: si tratta di una truppa di soldati in perlustrazione. Il ragazzo si alza e raggiunge lentamente il suo compagno. Lo scuote violentemente e gli poggia una mano sulla bocca per evitare che urli chissà cosa.

"Pericolo" mima con le labbra senza fiatare. Ci vuole qualche secondo per far sì che Lewis capisca cosa stia succedendo. "Dove sono?" Sussurra il ragazzo.

"Zitto, o ci sentiranno." Sibila l'altro, dandogli uno schiaffo sulla testa. Lewis lo guarda inferocito. "Abbiamo bisogno di comunicazione, siamo umani perché sappiamo comunicare. Forse dovremmo imparare il linguaggio dei gesti."

Mikah si passa una mano sui capelli, nervoso. "E come facciamo?" Sussurra "Sono morti tutti. C'è un esercito di sei o sette persone sul corso Settembre, potrebbero entrare in qualsiasi momento."

Lewis si infila in fretta e furia le scarpe. "La finestra della sala da pranzo si affaccia a un vicolo secondario, da lì possiamo scappare."

La stanza è enorme, praticamente più grande di tutta la casa messa insieme. I mobili bianchi contengono vasi di porcellana, bomboniere, dei piatti con su dipinti dei gattini e frasi di incoraggiamento. Il grosso tavolo rotondo ha due gambe rotte, e si appoggia al pavimento come un animale ferito. La tovaglia candida rovesciata sembra un uccello morto, agonizzante, con una teiera spaccata in due sul fianco. La finestra senza vetro si affaccia a uno sporco e lurido vicolo, una vista veramente pessima. La casa sarà costata una miseria. Appena i ragazzi si affacciano, vedono due soldati fare la guardia. Uno di loro mantiene una lancia a cui è attaccato uno stendardo raffigurante il loro stemma. Lo sguardo viene ricambiato.
"Ehi, voi due!" Maledizione. I soldati sono furbi, una piccola truppa entra nelle case mentre le altre si appostano sulle vie d'uscita. "C'è qualcuno nell'abitazione 627."

Sentendo il richiamo dei loro compagni, altri soldati si apprestano a entrare in casa. Un totale di otto uomini in armatura e dalla spada sguainata li circondano. L'elmo ha una visiera che tutti tengono abbassata, dando l'anonimato. Sono fregati.

"Poggiate a terra le armi e chinatevi. Se obbedirete, la vostra morte sarà rapida e indolore."

Non ci sono molte vie d'uscita. Il tavolo rovesciato intralcia la strada per qualsiasi fuga improvvisata. Potrebbero buttarsi dalla finestra, ma altri due soldati li aspettano per il vicolo.

"Siete impazziti, brutti stronzi?" Ringhia Mikah, furioso e pronto a combattere. "Credete davvero di potermi chiedere una cosa del genere!?" Estrae la lama e stringe al petto il libro delle fiamme. I soldati, al posto di infuriarsi, si intimoriscono. Lewis e Mikah credono di non capire cosa stia succedendo. Uno di loro indica il suo libro.

"Lei è il generale! Per l'Oroboro, mi scusi, le chiedo infinitamente scusa." Dopodiché si inchina. Qualcun altro sembra scettico. "Il generale? Noi non lo abbiamo mai visto. È vero che è giovane e maleducato, ma non credo che dobbiamo inchinarci a tutti gli sbarbatelli che rispondono male. E poi non dovrebbe essere a Romalo?"

"Stolto, guarda il libro!" Gli intima quello già inchinato. Appena tutti i soldati notano il libro delle Fiamme tra le mani di Mikah, cala il silenzio. Dopodiché si inchinano, col cuore in gola. Il clangore delle armature rende l'inchino più solenne. Passa qualche altro secondo di silenzio, dove il ragazzo non ha idea di cosa debba fare. Ma una gomitata di Lewis lo risveglia.

"Sì. È esatto, io sono il generale." Esclama titubante Mikah. "Potete vederlo dal libro. Io sono il generale perché ho il libro delle fiamme, sì. E siccome ho il libro delle fiamme, io sono il gen.." Un'altra gomitata di Lewis lo intima di smettere di blaterare.

Il primo a essersi inchinato gli si avvicina, camminando sulle ginocchia e con il capo ancora chino. "Mi dispiace esser stato tanto indisponente, ma come lei sa nessuno dei soldati è mai riuscito a vederla."

Questa situazione capita a fagiolo. Nessuno di loro ha mai visto questo fantomatico generale, sanno solo che possiede il libro. L'unico problema ora sta nel non farsi scoprire.

"Alzatevi ora." Tutti eseguono i suoi ordini. "Cosa state facendo oggi?"

Sempre il solito soldato, che ora crede di essere il privilegiato solo perché ha scambiato quattro chiacchiere con il loro capo, risponde "Stiamo eliminando ogni superstite, come lei e i caporali avete ordinato."

Mikah si accarezza il mento. "E perché lo state facendo?"

I soldati si scambiano uno sguardo incerto, e si chiedono che razza di domanda sia.

Lewis se ne accorge, fa un passo avanti e con voce autoritaria e severa urla "Volete dire che non lo sapete!?"

Quei poveri uomini si intimoriscono ancora di più, temendo una ghigliottina cadere magicamente sulla loro testa o qualcosa del genere. "Le calamità sono giunte sulla nostra terra per distruggere i peccatori. Ma è compito nostro eliminare i sopravvissuti sfuggiti casualmente all'ira divina."

"Bravo, soldato. Il tuo nome?"

"Jorgesson, generale."

Mikah sorride al suo compagno. Lewis è veramente un genio, non fosse stato per lui sarebbero stati scoperti. Invece adesso non solo sono salvi, ma hanno anche un'informazione in più. Quindi si tratta di una punizione divina? Credono di agire nel bene? "Bene, soldato Jorgesson. Mi ricorderò di te. Adesso devo andare, con urgenza. Sai dirmi una strada dove non c'è nessuna possibilità di incontrare soldati?"

"Generale!" Continua il soldato, chinandosi ancora di più finché non raggiunge il pavimento. "Se può permettermi possiamo scortarla verso Le Chariot, così può lasciare la città velocemente e in sicurezza. E le assicuro che non ci saranno soldati, nessun soldato può avvicinarsi a Le Chariot."

I due si lanciano un secondo sguardo. Mikah confuso, Lewis di trionfo. I ragazzi so allontanano di qualche passo. "Che sarebbe Le Chariot?" Chiede Mikah. "Non lo so, credo significa la cariola, Le Chariot, o qualcosa del genere. Ha detto che tremo lasciare la città così, quindi è un mezzo di trasporto garantito."

Una volta lasciata la città, raggiungere un qualsiasi altro paese lontano e non rischiare di venir trucidati da un manipolo di soldati ogni secondo. Potranno vivere in pace. Saranno salvi. Quando i ragazzi si voltano di nuovo, hanno un'aria sicura e strepitante. "Va bene, scortateci e facciamo in fretta."

Il gruppo di soldati affiancano i protagonisti in una formazione strana, che loro chiamano parallela. Quattro soldati a sinistra e quattro a destra, camminano tutti all'unisono. Attraversano due piazze, che un tempo erano piene di vita. Ora sono vuote, buona parte delle persone erose dala cenere si sono sbriciolate per il vento. La statua più gloriosa della città, rappresentante il fondatore di Tera, è crollata finendo in mille bianchi pezzi. Nel bel mezzo di Corso Umbra è rovesciato un autobus, bloccando la strada. I soldati aprono un varco nel ventre eroso e indebolito del veicolo con la spada. Molte macchine sono andate fuori strada, creando un ambiente confusionario e apocalittico. Fortunatamente non incontrano nessun altro soldato pronto a smascherare i truffatori.

"Se posso chiedere, generale" Parla Jorgesson, guardando dritto ed evitando un qualsiasi contatto visivo "Chi è il suo accompagnatore?"

"Un mio amico." Risponde distratto Mikah.

"Amico?"

Il ragazzo si rende conto troppo tardi di aver detto una stupidaggine. Data la paura che hanno loro verso il generale, è probabile che questo sia un ragazzo senza un briciolo di sentimenti, che sparge sangue tanto per divertimento. Lewis ride prontamente con aria servile.

"Il generale mi sta prendendo in giro. Mi sono azzardato a dare una minima confidenza, e lui me ne ha fatto pentire. Ancora adesso ogni volta che nomina la parola "amico" mi vengono i brividi. No, no, no, sono il suo scudiero personale."

Il soldato annuisce e non parla più. Guardatelo, Lewis. È il truffatore in persona, un attore perfetto, la vera e propria spia, capace di ingannare chiunque tranne Mikah. Ma questo è perché sono migliori amici da anni, si conoscono perfettamente. L'uno può dire in qualsiasi momento quando l'altro mente o dice stupidaggini. Sono legati da qualcosa che va ben oltre l'immaginazione.

Superato 'Voglia di pane', la panetteria più buona di Tera, i soldati si fermano. Uno di loro indica il teatro Halhma, dall'ingresso imponente con due bidoni della spazzatura rovesciati, e dice "Le Chariot è nel teatro. Dobbiamo chiederle di proseguire da solo, nessuno di noi può avvicinarsi a Le Chariot senza previa autorizzazione. Saremmo falciati, anche in presenza del generale. Ho già mandato un avviso della sua presenza, così Le Chariot sarà pronto per voi."

"Va bene, sparite il prima possibile." Dice Mikah. Non vede l'ora che siano da soli sulla carrozza, così potranno partire a tutta velocità, il più lontano possibile da Tera. Non hano idea di cosa sia questo carro, ma siccome hanno parlato di lasciare la città, si tratterà probabilmente un mezzo di trasporto. Questi soldati posseggono armature e un accento che sembra provenire dalle zone medioevali, quindi l'idea che utilizzino una carrozza per spostarsi non è così assurdo. Ma dovevano proprio metterlo in un teatro? Il portone di ingresso è largo due metri, una carrozza riuscirebbe a passarci? I ragazzi entrano, venendo avvolti da un silenzio così imponente da restarne intimoriti. A Mikah torna subito un ricordo in mente, di qualche anno fa. Erano andati in teatro con la scuola, e il gruppo di stronzi della seconda B li aveva subito presi d'occhio. Prima di cercare i posti, sono stati fermati con una scusa stupida, una a cui nessuno dotato di buon senso sarebbe cascato. E poi giù di botte, di quelle pesanti. Uno di loro aveva un tirapugni, e aveva fatto uscire del sangue a Lewis. In quel momento Mikah non ci ha visto più, è saltato addosso ai bulli e li ha riempiti di pugni e schiaffi. Ma per gli insegnanti era colpa di loro due. Certo, sono sempre stati loro due a essere i ragazzi problematici, ma la verità è che sono i guai a insinuarsi tra di loro e non il contrario. Non importava comunque. Lewis non è mai stato in grado di cavarsela a pugni. Era dovere di Mikah difenderlo, e sempre lo sarà. Sui lunghi muri sono scolpiti in altorilievo cavalli inferociti, cervi spaventati, tori imbestialiti, come monumento al loro combattimento. Nel teatro c'è un buio opprimente. E soprattutto, i due non trovano nessuna carrozza.

Una voce giunge da chissà dove. "Pensavo che i pochi sopravvissuti fossero attaccati all'arte della loro città. O che perlomeno fossero furbi. Invece niente, non c'è nessuno qui, generale."

Le luci si accendono, aggressive, una ad una.

"Generale?"

I due notano con sgomento una nuova figura dell'esercito. Sembra di grado più alto dei semplici soldati. È un giovane uomo dai capelli rossi, tirati all'indietro. L'armatura nera è ricoperta da effigie dorate e rosse. In mano mantiene una lancia, mentre sulla cinta è appesa una spada corta.

"Tu non sei il generale. Perché diamine hai il libro delle Fiamme?"

"E chi diamine saresti tu?" Risponde sgomento Mikah. L'uomo si fa avanti mostrando feroce i denti appuntiti. "Caporale maggiore Le Chariot, comando la fanteria e mi occupo di scortare personalmente il generale."

"Siamo fottuti, Mikah." Commenta Lewis, incrociando le braccia. "Oh, se siamo fottuti. Dovevo immaginarlo, era troppo facile, davvero troppo. Non ci resta che combattere. Siamo in due, magari ce la facciamo."

Le Chariot ride forzatamente, e intanto stringe l'asta della lancia. "Credi davvero di essere in vantaggio numerico? Posso chiamare i miei soldati quando voglio."

A Lewis scatta qualcosa in mente. Sorride, sicuro di sé. "Non è vero. I soldati hanno detto che tu non puoi neanche vederli. Anche se non ho idea del perché. Sei omofobo o qualcosa del genere?"

Mikah lancia uno sguardo preoccupato al suo amico. Che diamine sta facendo? Perché lo prende in giro? Ma Lewis lo guarda tranquillo. Lui ama agire sulla mente dell'avversario prima di combattere fisicamente. E la provocazione è un modo perfetto per minare l'animo avversario. Le Chariot sarà forte fisicamente, ma senza avere una mentalità lucida riuscirà a fare ben poco. Ma funzionerà davvero contro un caporale dell'esercito?

"Non solo siete dei sopravvissuti, testimoni oculari dell'operazione Cenere. Ma vi siete finti il Generale, e avete osato prendere in giro me; un caporale. Meritate la pena di morte assoluta, verrete eseguiti da me."

Deve pur avere un punto debole. Ha sentito la necessità di minacciarli chiamando rinforzi, sebbene fosse una frottola. Perché?

"A meno che voi non vi scusiate, baciandomi i piedi, e mi restituiate il libro. Allora, e solo allora, vi darò la libertà."

Mikah si fa avanti. "Riuscirò a sconfiggerlo da solo." Dice sghignazzante. Con aria spavalda estrae la spada. La lama ruggisce silenziosamente appena fuoriesce dal fodero.

"Sei sicuro, Mikah?" Chiede Lewis.

"Tranquillo." E sorride ancora. Le Chariot sembra stizzito, compie qualche passo in avanti. A ogni passo l'armatura ringhia metallicamente.
"Devi essere davvero sicuro di te per voler combattere da solo. Cosa ti dà tanta sicurezza?"

"Vedi, caporale. Io ho un gran punto di forza." Mikah mostra il libro delle fiamme. "So che il libro delle Fiamme è di vitale importanza. A quanto pare dovrebbe essere del Generale. E quest'ultimo potrebbe innervosirsi parecchio se si rovinasse. Dovrai fare veramente molta attenzione nel combattere contro di me."

Lewis fischia. Questo è un comportamento sleale, ma che importa? Stanno per combattere, e Le Chariot potrebbe ucciderlo. Non esiste morale in guerra.

Il caporale china la testa di lato. "Ottima tattica, complimenti. Sai invece qual è il mio punto di forza?"

"Inventare frottole?"

Le Chariot ride, lentamente. "No, simpaticissimo falso generale. È l'abilità e la precisione con cui uso la lancia." Immediatamente la fa scattare, utilizzando solo un braccio. Colpisce con l'asta il libro, facendolo cadere da mano a Mikah. Lo prende utilizzando il piatto della lama della lancia e lo porta a sé. La punta d'acciaio stridisce contro il pavimento di marmo.

"Tattica annullata. Vuoi ancora combattere da solo contro di me? Avanti, puoi darmi un bacetto sui miei stivali d'acciaio, se vuoi anche con la lingua, e poi potrai andartene. Non ti costerà nulla, solo un po' di umiliazione. No? Non vuoi? Va bene, deciderò io per te."

La lancia scatta ancora verso Mikah, mirando al petto. Il ragazzo devia il colpo con la spada e fa qualche passo indietro, terrorizzato. Non riesce a credere nel guaio in cui si è cacciato. Le Chariot continua ad avanzare, punzecchiando l'avversario in punti apparentemente casuali. Mikah si limita ad alzare la spada. La lama data la sua lunghezza finisce sempre per deviare il corpo all'ultimo secondo.

"Tu non sei un guerriero. Hai la spada solo per decorazione, per bellezza. Non hai un minimo di tecnica né di riflessi. Davvero credevi di poter sconfiggere un caporale dell'esercito dell'Oroboro? Alto là, negretto, non fare un passo avanti o vi azzoppo entrambi e vi torturo."

I due restano immobili, quasi paralizzati. E presi dalla rabbia. Ma il livello dell'avversario è fin troppo alto. L'illusione di poterlo sconfiggere è svanita di colpo. Paradossalmente l'unica cosa che Lewis ha in mente è dire che non è nero, ha solo la pelle estremamente scura. Non è nero! La lama della lancia punta sul collo di Mikah, e preme leggermente facendo scorrere un rivolo di sangue. Il ragazzo tira un lungo respiro e chiude gli occhi prima di decidere cosa fare. Deve prendersi un attimo, ragionare sulla tattica migliore per combattere contro questo guerriero. Dopodiché apre gli occhi e spinge da parte la punta della lancia.

Con la testa completamente vuota e priva di qualunque tattica o osservazione, si fionda avanti con la spada sguainata, la stessa spada rubata a uno dei suoi soldati. Mena un fendente per colpirlo, ma Le Chariot tira su il manico della lancia e para il colpo con lo spazio tra le sue due mani. Dopodiché colpisce le gambe dell'avversario con la punta della lancia.

Mikah cade a terra, ma senza nemmeno indugiare si butta di nuovo avanti. Uno, due, tre, quattro colpi tutti perfettamente parati. A ogni difesa parte un contrattacco mirato alle gambe, al fianco, al braccio.

Le Chariot si difende dal quinto attacco, e ricambia subito colpendo alla spalla Mikah. Quest'ultimo si lascia colpire, e afferra l'arma dell'avversario. Il ragazzo sorride. Il caporale contrattacca sempre allo stesso modo. Basta qualche colpo per capire la sua tattica- Tirando a sé la lancia, Mikah si getta in avanti stringendo la spada. Con la lancia bloccata non potrà difendersi, né tantomeno contrattaccare. La lama arriva dritta verso il suo collo ma viene deviata all'ultimo secondo. Un irritante stridio metallico pervade il teatro. Le Chariot ha estratto prontamente la spada corta appesa alla cintura. Dà un calcio allo stomaco di Mikah, e una volta caduto a terra lo colpisce di nuovo con forza usando il bastone della lancia.

"È inutile provare a combattermi. Sono più forte in tutto: abilità, forza, riflessi. Non possiedi neanche un briciolo di energia magica. Non c'è modo per sconfiggermi."

La punta della lancia tocca il collo di Mikah mentre lui è steso per terra, così non può alzarsi.

"Omofobo, hai detto?"

"Cosa?" Chiede Mikah.

"No, mi riferisco al tuo amico bastardo. Mi hai dato dell'omofobo perché non mi circondo mai di soldati. " Le Chariot ride. "Ti sbagli, io odio il servilismo. Il che è strano per un caporale che cerca di scalare i ranghi di un esercito, vero?" Sposta la punta della lancia sulla gamba dell'avversario, premendola. Mikah cade in ginocchio, e la gamba comincia a sanguinare copiosamente.

"Esatto, io odio il servilismo. Quando le persone che si inchinano dinnanzi a me mi viene solo voglia di ucciderle."

E con la lancia colpisce l'altra gamba di Mikah. Con ferite così profonde, non sarà mai capace di camminare. Gli dà un calcio al petto e lo stende per terra. E sorride. Il caporale Le Chariot lascia il guerriero sanguinante per dopo. La battaglia non è durata neanche pochi minuti.

"Allora negretto, tocca a noi due. Se c'è una cosa che odio del servilismo sono i bulletti che si pavoneggiano. Perché tra i due c'è un brevissimo passaggio: il potere dell'avversario."

Lewis fa un passo indietro, Le Chariot ne fa uno avanti. "Lascialo stare, sono io il tuo avversario." Dice Mikah, ancora a terra.

"Prima mi hai preso in giro. Quando avrai tutti gli arti fuori uso mi pregherai come un verme di risparmiarti. Vedi? Da bullismo a servilismo, è una cosa rivoltante ma è così che funziona."

Lewis si guarda attorno in cerca di una qualsiasi via di fuga, o un modo per cavarsela. Cosa può il suo cervello di fronte a un avversario armato e molto più potente? Nulla. È pateticamente in gabbia, come un topolino all'angolo. Potrebbe girare i tacchi e scappare. Ma lascerebbe il suo migliore amico in gabbia. No, piuttosto la morte. Preferirebbe scalare la montagna dell'inferno con lui piuttosto che comportarsi da codardo.

"Omofobo di merda! Girati e combatti con me."

Le Chariot si ferma per qualche secondo, ragionando su cosa ha appena sentito. Dopodiché si volta. "Invece le persone come te sono le migliori. Mantengono la propria posizione dall'inizio alla fine: non sei cambiato da quando credevi di poter vincere."

Mikah si mette in ginocchio, in difficoltà. Il pavimento di marmo si macchia di rosso. "Non osare mai più insultare il mio migliore amico, né devi provare a fargli del male. È la persona più in gamba e intelligente che io conosca."

"Sei una persona fedele, vedo. Quale sarebbe il tuo nome?"

"Puoi chiamarmi 'no, ti prego, non la mia faccia'. Urlerai il mio nome molto presto."

Le Chariot sorride, inarcando le sopracciglia. "Vorrà dire che ucciderò il negretto per prima. Voglio vedere quanto reggerà la tua integrità, una volta messo alle strette."

Dopo qualche passo, Le Chariot si immobilizza. Non capisce. È arrivato qualcuno di nuovo? Cos'è tutta questa energia, cos'è tutta questa forza? Si volta.

Mikah è in piedi. Le ferite non sanguinano più. È suo dovere aiutare Lewis, lo è sempre stato. Nulla può permettersi di fermarlo. Sbaraglierà ogni avversario che minacci la sua vita. Lo ha fatto dieci anni fa, lo farà ora e lo farà in futuro, per sempre.

"Ho detto che non devi più insultarlo."

"Ma che.."

Mikah gli si fionda contro. Schiva abilmente la lancia, che gli sfiora la faccia rigandogli la tempia. E gli dà un pugno sul volto. Le Chariot cade e rotola per numerosi metri, fino a sbattere contro la scultura di cavalli e tori impazziti. Lewis guarda la scena sgomento. Cos'è successo esattamente? Le Chariot ha parlato di energia, si riferiva davvero a Mikah? È impossibile, il suo migliore amico non possiede un minimo di energia magica o spirituale, non è capace di fare magie. L'unica forza che possiede è quella di volontà, e la capacità di rialzarsi sempre. E soprattutto la rabbia è ciò che lo muove di più. Neanche i muri resistono a Mikah incazzato. Ma allora cos'è successo, perché Mikah è riuscito a colpirlo? E non solo, il colpo è stato così forte da farlo sbattere contro un muro. Il guerriero corre verso di lui, i suoi occhi lasciano intravedere una furia cieca. Esattamente la stessa che usava quando difendeva Lewis dai bulli della scuola, dai professori incapaci in cerca di prede facili da punire, da chiunque lo minacciasse. Chiunque. Il caporale si rialza e gli punta la lancia contro.

"Ti sgozzerò come un maiale!" Urla. E l'arma raggiunge il collo di Mikah. Ma si ferma poco prima di penetrare la carne. Il guerriero ha afferrato l'arma.

"E ho detto che non devi provare nemmeno a fargli del male." La lancia si spezza tra le sue mani. Le dita sono bianche, incandescenti. Si sente odore di legno bruciato tra la polvere e il sangue.

Un altro pugno raggiunge il volto di Le Chariot. Lui sbatte contro il muro e perde il fiato. Lewis crede di essere impazzito, non è possibile ciò che sta vedendo. Il muro contro cui è sbattuto il caporale presenta delle crepe, crepe che prima non possedeva. La testa di un cavallo cade e rotola. Non è possibile questo. E non è nemmeno possibile che Mikah stia usando la magia.

"Sai cos'altro ho detto?" Ringhia Mikah. Le sue mani sono di fuoco, bruciano. È magia, vero? Ma non è possibile, pensa Lewis, che della magia sia scatenata dalla rabbia. Ha sentito di uomini che risvegliano il proprio talento magico quando sono in pericolo di vita. Ma lui ha rischiato di morire per tutto il combattimento, eppure non è successo nulla. Invece quando Lewis è stato minacciato.. Mikah è come andato in una trance furibonda. Le mani del guerriero, completamente ricoperte dal fuoco si avvicinano al volto del caporale.

"No.. non in faccia."

"Ho detto che ti avrei sconfitto facilmente da solo."

"Ti prego, non la mia faccia!"

Le mani infuocate di Mikah premono sul volto del caporale. Puzza di carne bruciata emerge come una dispettosa messaggera.

"Brucia!" Urla Mikah. "Esplodi!" E le sue mani partoriscono un inferno. Un lampo bianco acceca tutti in pochi secondi. L'onda d'urto fa sbriciolare le porte e vibrare le statue. Cadono altre sculture, intimorite dalla rabbia del guerriero. Lewis assiste alla scena esterrefatto. Mikah ha provocato una vera e propria esplosione, una cosa che non si vede da centinaia di anni, semplicemente usando la rabbia e la forza di volontà. Forse non è solo questo. Forse è stata la presenza del Libro delle Fiamme, che possiede un'energia spettacolare, a influenzarlo e renderlo più propenso a usare la magia.

Il caporale Le Chariot è steso per terra, il suo volto è ustionato, gli mancano pezzi di pelle. Ed è svenuto. Mikah si china su di lui e prende il Libro delle Fiamme. Dopodiché stacca dalla cintura il fodero della sua spada corta, elegantemente decorata, e la estrae pronto a finirlo.

"Mikah, stanno arrivando dei soldati. Filiamocela."

Il ragazzo sputa per terra, e se ne va lasciandolo ancora vivo. Dopo una ventina di metri, come se tutto fosse perfettamente naturale, Mikah perde i sensi. Maledizione, pensa Lewis,

questo non ci voleva proprio.

   
 
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