Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: nightmerd    25/05/2012    1 recensioni
{ Remake: GUARDIANS }
" -D’accordo-, dice tranquillo e si mette comodo, come se ci attendesse una lunga chiacchierata. –Gli angeli si sono estinti tutti. Sono rimasti solo quattro arcangeli. Uriel, Mikael, Raphael e Gabriel. Questi qui, per rimanere in vita uniscono la loro esistenza a quella degli umani, facendogli da ‘angelo custode’. Così, se muore il loro protetto muoiono anche loro-.
-Frena un secondo, play boy!-, lo interrompo. –Come si sono estinti gli angeli?-.
-Li avete uccisi voi umani. Con l’inquinamento uccidete la natura e di conseguenza gli angeli-. Annuisco e lui continua. –Però molti demoni potenti, tra i quali Nergal, vogliono distruggere la razza angelica e per farlo devono uccidere i protetti degli arcangeli. Tuttavia, Lucifero è al corrente di questo complotto e ha inviato noi demoni minori a proteggere i protetti degli arcangeli, perché questi ultimi sono troppo deboli per farlo-.
-E’ una cosa contorta-, commento corrugando la fronte.
-Lo so-.
-Ma perché Lucifero vuole preservare gli arcangeli?-.
-Per divertimento, suppongo-, fa spallucce. –Senza gli angeli il mondo per noi demoni non è divertente-. "
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando cala la sera, Nicholas mi porta in un ristorantino davvero carino. Certo, prima abbiamo vagato un po’ per Tokyo perché lui non ricordava dove fosse ma alla fine l’abbiamo trovato. Ed ora eccoci qui, a mangiare del sushi. Ad essere sincera non amo molto il pesce crudo però mi dispiace anche lasciarlo. E poi ho paura che qualcuno possa tagliarmi la testa, come i samurai.

A Nicholas piace il sushi, a quanto pare. Perché lo mangia con appetito. –Voi demoni mangiate anche?-, chiedo.

-A dire il vero, non ne abbiamo bisogno. Ma se ci va lo facciamo. Dormire è una cosa molto più impensabile per noi, ma anche per gli angeli-.

-E perché tu hai sonno?-.

Storce la bocca e fissa il piatto. –Non lo so. Anzi, a dire il vero ho paura. Temo che sto cominciando a morire-.

-Eh?!-, ditemi che è uno scherzo…

-Eh già. È quello che temeva Lucifero. La teme e cerca di prevenirla. Te l’ho già detto, se si estinguono gli angeli, ci estinguiamo pure noi. Moriamo così, piano piano. Prima ci viene sonno, poi anche fame, infine diventiamo umani e ci si azzera totalmente la memoria, tanto che non sapremo neppure parlare. E lì altri demoni sono costretti a farti fuori-.

Rimango in silenzio. Nicholas sta morendo…? E io che farò? –Quanto… Quanto ti rimane ancora?-.

-Beh siccome siamo appena al primo sintomo direi… Su per giù, almeno mille anni-.

Avete presente quelle scene dei cartoni animati dove al personaggio cade la mascella dallo stupore? Beh, la situazione è quella.

-Hai ancora una vita bella lunga eh?-.

-Tsk! Mille anni non sono niente per un demone. E’ come per voi un anno. Ti piacerebbe morire tra un anno? A me no. E l’idea di morire mi innervosisce-.

-Ma diventerai solo umano…-.

-È anche peggio della morte diventare umano e non sapere più niente, per noi-.

-Quanto intervallo c’è fra un sintomo e un altro?-.

-Mah, io direi una decina d’anni. Ma questo cambia da demone a demone-. Mi sono stufata di parlare di morte, malattie, sintomi. Che argomento potrei prendere? Non mi va di rimanere in silenzio.

-In che epoca sei nato?-, chiedo. Alza un sopracciglio, vagamente divertito da quel cambio improvviso di discorso.

-Cento anni dopo la nascita di Cristo. Ho conosciuto Dante, Leopardi, la Regina Vittoria, le sue figlie, la regina Elisabetta I, anche-.

-Wow eri conosciuto fra le regine e gli scrittori famosi eh?-.

-Ehehe questo perché so farmi amare, nonostante tutto-. Mi strozzo col pesce e mi batto una mano sul petto.

-Come?-. Mi lancia un’occhiata assassina. –Hai sentito-.

-Già, solo che non riuscivo a credere alle mie orecchie-. È  la cavolata più grossa che io abbia mai sentito in tutti i miei sedici anni di vita!

-Però a quanto pare hai conosciuto molte donne. Anzi, soprattutto donne-, aggiungo. –Avevi lo stesso aspetto di adesso?-.

-No, Sembravo un cinquantenne-, dice con sarcasmo.

Faccio una smorfia e bevo un po’ d’acqua. Però davvero, chissà com’era Nicholas a quei tempi, che voce aveva.

Uno squillo di cellulare mi fa sobbalzare. È il telefono di Nick. Risponde e aguzzo le orecchie per sentire meglio. Lui annuisce e basta, o dice “Ok”. Prima ti attaccare sorride maliziosamente e dice:-A tra poco-.

-Chi era?-, indago mentre rimette il telefono in tasca.

-Vieni. Dobbiamo andare da una persona-. Si alza e neanche mi aspetta. È già fuori. –Ehi, ma… il conto-, gli ricordo.

-Uffa voi umani siete così ordinari-.

-Questa è una questione di rispetto. Noi mangiamo e gli diamo dei soldi. Funziona così sai?-.

Mi scocca un’occhiata scocciata. Poi sospira e rientra per poi riuscire poco dopo.

-Contenta? Ora andiamo-. Ci avviamo. Chi avrebbe mai pensato che un giorno sarei finita a Tokyo? Certo, viaggiavo spesso con mio padre ma mai avrei pensato di arrivare a Tokyo. Massimo in Russia.

Anche quando è mezzanotte la città brulica di persone. Sì siamo stati parecchio in quel ristorante, ma considerate che io alle otto non avevo fame. Abbiamo girato per la città, mi sono comprata un paio di magliette e abbiamo giocato a biliardo in una sala giochi. Infine, siamo andati a cena che erano le nove, poi abbiamo aspettato che venissero a prendere l’ordinazione, che ci portavano i piatti. Insomma tra una cosa e un’altra si è fatta mezzanotte ma la città sembra più viva.

Nicholas entra in un casinò americano, pieno di occidentali. Le scritte qui non sono in giapponese, ma in inglese. Meglio, almeno questo lo capisco.

Si avvicina a un uomo seduto al bancone, sulla trentina. Ok è un demone e le sue ali sono persino più grosse di quelle di Nicholas. Ha i capelli scuri, è vestito elegante.

-Ehilà ragazzo-, dice salutando Nick. Poi mi guarda. –È la tua protetta?-.

-Eh già-.

-Ciao, piccola. Non fare caso a questo demone che ti tocca seguire. Ci farai l’abitudine col tempo-.

Sbatto le palpebre. –No, aspetta. Per quanto tempo sarà il mio custode?-.

Nicholas grugnisce e si gira dall’altra parte. Il demone gli lancia un’occhiata di disapprovazione. –Fino a quando non finirai di vivere-.

Checcosa?

–Davvero?-, dico soltanto. Quel demone annuisce. –Mi chiamo Orias. Tu devi essere Beatrice. Nick mi ha parlato di te. Sai, lui fa tutto il duro ma sotto sotto è un tenerone-.

Le mie povere orecchie non sopporteranno un’altra cavolata… -I demoni sanno essere teneri?-.

-Alcuni sì. Com’è vero che non tutti i demoni sono cattivi, allora nemmeno tutti gli angeli sono buoni no?-.

Rimango in silenzio. Se si chiamano angeli c’è una ragione. È impossibile che ci sia un angelo cattivo. Anche perché sono rimasti in quattro.

-Ma sono solo quattro-, obietto.

-Io non ne sarei così sicuro-. Sinceramente, non mi fido molto. Dopotutto è un demone. Viene spontaneo non fidarsi. Nick si rigira con uno sguardo annoiato. Non riesco a credere che questo demone da strapazzo sia un tenerone. È impossibile.

-Allora, Orias, ci vuoi dire o no dove si trova Nergal?-.

-Nergal?-, ripeto.

-Il demone più pettegolo di tutti gli Inferi-, sghignazza Orias. –Sa tutto di tutti. Comunque si trova a Berlino-.

-Ok grazie-. Saluta con la mano ed esce. Faccio lo stesso e lo seguo.

-Fammi capire-, comincio. –Noi siamo venuti fin qui solo per chiedere a un tizio dove si trova questo Nergal?!-.

Mi guarda come se fossi stupida. –È l’amico più caro di Nergal. Solo Orias sa dove trovarlo perché Nergal non si mostra mai a nessuno. Quindi era indispensabile-.

-Bastava una telefonata!-.

Sorride con aria di sufficienza. –Sì ma volevo tornare a Tokyo. E quindi ne ho approfittato-.

-Mah… Contento tu-.

Intreccia le dita dietro la nuca e si mette a guardare il cielo, mentre torniamo all’albergo. –Non sei contenta di essere venuta a Tokyo?-.

È stranamente serio, pensieroso, forse anche preoccupato. Lo guardo un attimo poi abbasso gli occhi. –Sì effettivamente sì. Beh ti ringrazio-.

Si gira verso di me e mi guarda stupito. –Che cosa hai detto?-.

-Ti ho ringraziato-, alzo un sopracciglio. In un attimo mi ritrovo le sue meni sulle mie spalle che mi scuotono.

-Perché hai mangiato Beatrice?! Oooh, sono un pessimo Custode!-.

-Ehi, la smetti? Guarda che tra poco rigurgito tutta la cena-, lo avverto. –E poi mica è la prima volta che ti dico grazie-. Mi molla e io mi porto le mani sulla testa. Mi gira tantissimo. –Idiota-, borbotto.

Lo vedo sghignazzare e allungare il passo. Che cavolo ma si ricorda che sono umana e non sono super veloce?

Nell’albergo, comincia a sbadigliare. Quando arriviamo nella suite fa uno scatto verso la sua stanza e non esce più.

Aggrotto le sopracciglia, preoccupata. Non riesco a credere che Nicholas sta morendo. Ehi, non pensate che mi piaccia. È solo che… Beh ormai mi ci sto affezionando e so che non dovrei perché un demone, ma cercate di capirmi. È l’unico su cui posso contare…

 

  

  
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