Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: lovemusic    25/05/2012    2 recensioni
La vita di sakura può sembrare quella di una normale diciasettenne, ma la ragazza nasconde una personalità in continuo conflitto con se stessa e con la sua doppia vita.
Non sapeva che nella sua nuova abitazione avrebbe conosciuto persone che le avrebbero completamente stravolto la vita. In particolare una.
Ma la ragazza dai capelli rosa sarà disposta a lasciarsi il passato alle spalle e godersì come tutte le sue coetanee il presente? o sprofonderà sempre più nel buio?
prima fan fiction! pietà!
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori , Itachi, Sakura Haruno
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Le note a fine capitolo.



Buona lettura!

 

 

 

 

 

Capitolo 15

Le undici e mezza di sera.

Per fortuna Kira e Sawako andavano a dormire abbastanza presto, doveva essere al deposito a mezzanotte.

Controllò di aver messo tutto e non essersi dimenticata niente dentro lo zainetto blu e, messo in spalla, si avvicinò alla finestra.

Con cautela, silenziosa e attenta a non svegliare nessuno, sollevò la vetrata fino ad aprirla del tutto.

La bloccò con il solito gancio per evitare che si chiudesse durante la sua assenza.

I rami spessi e districati della Farnia coprivano quasi tutta la visione impedendo a chiunque all’esterno di poterla vedere.

Calcolò bene la distanza e fece un piccolo salto fino a raggiungere il ramo più vicino e si aggrappò subito al tronco per evitare di scivolare.

Con calma di cui era solita fare e senza provocare alcun rumore, scese ramo per ramo fino a raggiungere con un salto il suolo.

Si guardò nuovamente intorno per accertarsi che nessuno nelle vicinanze la vedesse e partì spedita verso la sua meta.

 

 

 

Non appena scostò il tendone per entrare e la vide, un grande sorriso le si aprì sul volto.

La sua Kawasaki ninja 750, stupenda versione da corsa modificata fino al limite ovviamente. Per gare di quel genere, nessuno poteva arrivare a  permettersi moto con motore da 4 tempi, magari anche monocilindrici.

Quelle erano utilizzate giusto nelle gare importanti come i mondiali.

Per motociclisti ben diversi da quelli che c’erano in un posto come quello e lei sinceramente non ci si vedeva nemmeno in luoghi del genere.

Guidare a tutta  velocità le piaceva, le sembrava di volare, e poi l’adrenalina che provava ad ogni curva, dove sentiva il suolo quasi strusciarle contro il ginocchio, dove c’erano altri gareggianti da superare, quelle sensazioni   sì che la facevano sentire viva.

Ma per quanto potesse sembrare impensabile, nelle gare clandestine,  era proprio quell’essere qualcosa di proibito, nascosto, dove nessuno ti conosceva davvero e si rischiava veramente  di farsi male, ad attirarla in particolare.

Probabilmente non si sarebbe mai sentita a suo agio a farlo di mestiere.

Non le avrebbe più dato la stessa sensazione.

A quei pensieri cominciò a chiedersi se forse non fosse altro che una pazza masochista.

Si sedette sulla moto ad occhi chiusi, assaporando l’adrenalina e l’eccitazione che stava già cominciando a scorrerle in corpo. 

- Hey dormigliona! Non dirmi che sei già stanca, conto su di te dopo! Per fare i conti di tutte le  scommesse mi tocca rimanere a guardare e basta! La prossima volta toccherà a te, sappilo!-

Un sorrisetto spuntò tra le labbra di lei.

- Mi impegnerò per vincere allora- e aprì gli occhi, trovandosi davanti quelli azzurro cielo di Suigetsu .

- Ma questo era scontato confettino- rispose sorridendo anch’esso.

Rimasero per un po’ in silenzio, e in sottofondo i rumori degli altri, che erano già usciti fuori per prepararsi.

- Negli ultimi tempi sei scomparsa- aggiunse pacato il ragazzo.

- Vengo sempre per i scambi e le richieste di quelli…-

- Sai che intendo-

Rimasero di nuovo in silenzio per qualche minuto.

- Ti è passata la voglia? Da come ti ho vista poco fa, mi sembravi contenta di stare qui-

- E’ così- rispose.

-  E’ di nuovo uno di quei periodi? Ancora tanta confusione?- chiese tranquillamente. Quel ragazzo la conosceva più di chiunque altro. 

- Anche peggio di quel che sembra-

- Oh bene allora!- rispose con tono sarcastico. Si sorrisero a vicenda con uno sguardo di intesa.

- Beh ma vedo che alla fine sei ritornata! Bene, perché sono sicuro che a  questa moto mancavi parecchio- Intendeva dire che era mancata anche a tutti loro?

Improvvisamente il ragazzo assunse un espressione più seria.

- Però non ti sei dimenticata Sakura, vero? Anche se non ti interesserà più salire su questa moto, se decidessi che tutto questo non ti appartiene, ricordati che io sono comunque disponibile per le nostre serate tutta birra e divertimento, lo sai no?-

Sakura sorrise contenta.

- Non potrei mai dimenticarlo!- rispose portandosi una mano al petto con tono offeso e un ghigno contento tra le labbra. Eh sì, sapeva quello che voleva farle capire. Sapeva che lui era sempre suo amico e non l’avrebbe abbandonata nemmeno dopo. Questo la faceva sentire molto meglio.

- Bene allora!- concluse il discorso l’altro, ridacchiando e battendo le mani sbrigativo.

- Te l’avevo detto comunque che questa volta l’evento è più importante, no? Oltre ai soliti ci sarà anche qualche pezzo grosso che sta sera ha deciso di venire a passare qui la serata! Un favore da parte di quelli dell’Akatsuki, se vogliamo proprio ammetterlo, anche se più che farci un piacere lo fanno per avere una percentuale più alta. Ma il punto, è che ci guadagneremo di più anche noi!- sorrise diabolico. Mancava poco che al posto degli occhi comparissero forzieri d’oro.

- Ci saranno anche loro?- chiese infastidita solo al pensiero che quell’eventualità potesse risultare vera.

-  Saranno solo in due. Vogliono come al solito controllare che non gli freghiamo e che scontentiamo i loro amici.- rispose stizzito.

- Sai chi saranno?- chiese cercando di nascondere l’ansia , nonostante le mani avessero già cominciato a sudare. Frenetiche e nervose, le dita si intrecciavano e scioglievano continuamente tra loro.

- Quel tirchio di Kakuzu poco ma sicuro-

- L’altro?-

- Ah ma che ne so..e comunque, come mai tutta questa curiosità?-

- Niente!- esclamò sbrigativa uscendo velocemente dal tendone e raggiungendo gli altri con la moto.

Si avvicinò ai primi gareggianti guardandosi intorno.

Tra gli ospiti non vide nessuno dell’Akatsuki.

Guarda te se non è venuto anche lui sta sera, magari lo ha fatto anche apposta.

- Sakura! Nervosa?-

- E-Eh?- a risvegliarla dai suoi pensieri vide Jugo sorriderle gentile. Lo conosceva da anni, ma nonostante tutto non si era ancora abituata ai suoi cambiamenti di umore così lunati e drastici. Era messo peggio di lei!

Probabilmente erano gli effetti delle troppe sostanze che si fumava e iniettava. Per fortuna almeno lei non era caduta in quel vortice.

- Ah, ma no no- rispose distratta continuando a guardasi intorno.

- Anche Ichigo è nervoso. Guarda come trema!- continuò imperterrito.

- Fatti i cazzi tuoi e parla per te lunatico!- contro rispose  l’altro.

Sakura pensò che Ichigo le era sempre stato decisamente più simpatico. Buone maniere a parte, ovviamente.

I suoi “compagni”, o almeno quelli che vedeva più spesso e da più tempo, erano tipi abbastanza particolari, ma doveva ammettere che tutto sommato riusciva a rilassarsi e a stare tranquilla in mezzo a loro.

Tutto un altro mondo in confronto a come si sentiva a scuola, tra tutti quei studenti.

Si arrese al fatto che tanto non li avrebbe trovati in mezzo a quella folla e sperò che non si facessero vedere proprio. Tornò con l’attenzione sui due amici che continuavano a chiamarla, almeno per quanto riguardava Jugo insomma.

Qualche minuto e avrebbero cominciato con le prime piazzate.

 

 

 

 

Mancava poco, l’ultimo giro sarebbe stato decisivo. E lei era in gran vantaggio.

Superò il tipo massiccio sulla Honda crf 450 di cui non ricordava mai il nome e si piegò sul lato per superare la curva.

L’adrenalina che le inondava le vene, i battiti cardiaci velocissimi, la concentrazione era al massimo.

Continuò ad accelerare, fino a superare anche Ichigo.

Era rimasta solo lei, era la prima, ancora poco e avrebbe vinto.

L’emozione era così forte.

E si sentiva così sicura, non c’era niente che non andasse in quel momento, era tutto perfetto. Nessun problema, nessuno che la giudicasse. Era padrona di se stessa.

Non c’era più nessuna classe sociale, nessuno pronto a farla sentire inferiore, nessun dubbio. Mancava poco, pochissimo. E lei era forte, era invincibile, sentiva già tutti esultare per lei una volta ottenuta la vittoria.

In un secondo, prima che se ne accorgesse, il primo, piccolo, insolente dubbio, si insinuò tra tutta quella adrenalina e i suoi pensieri.

Sarebbe mai riuscita a trasportare tutto quel coraggio, tutta quella sicurezza nella Sakura inferiore e perennemente in sofferenza di tutti i giorni? Sarebbe mai riuscita a conciliare la sua vita abitudinaria a  quella che era in quel momento, in quella vita a parte? Aveva abbastanza fegato anche per questo?E in  quel secondo, quel insignificante attimo, la sua concentrazione vacillò.

E bastò quel sfuggente attimo di distrazione, per farle perdere il controllo.

Come aveva fatto a non vedere quella curva?

Provò a riprendere la direzione giusta , ma era troppo tardi.

Non riusciva a capire bene cosa stesse succedendo, sentì solo sbattere contro qualcosa che doveva essere un albero e saltare dal suo posto per strisciare in una scia sul terreno, per una distanza che non riuscì a definire.

Le sembrò che tutto fosse accaduto troppo velocemente per poter rendersi conto della situazione e prima di riuscire a far mente locale, senti gli occhi farsi improvvisamente pesanti .

Tutto ciò che vide in seguito fu buio totale e sentì perdere i sensi.

 

 

 

 

 

 

 

- Signorina..-

Sakura vedeva tutto nero, si sentiva come in un altro mondo parallelo.

- Signorina..-

Stava forse sognando?

Lentamente, aprì di poco le palpebre ma, ferita dalla forte luce bianca che rischiava di accecarla, li rinchiuse immediatamente.

- Signorina! È sveglia? Mi sente?-

Con più cautela sta volta, socchiuse nuovamente gli occhi e lentamente ricominciò a sentire anche il resto del suo corpo.

E con quello anche tutto il dolore che provava.

Dio come si sentiva indolenzita! Le faceva male ogni singola parte del corpo, cos’era successo? Ricordava di essere sulla moto, che era quasi arrivata  e poi, e poi sì, lo schianto contro l’albero.

Una piccola distrazione che avrebbe potuto costarle la vita.

Dove si trovava allora? Sentiva morbido sotto di se.

Solo in quel momento cominciò a guardarsi intorno, per capire dove fosse.

Era su di un letto, un enorme letto , e c’era un uomo con occhiali fini e il naso a punta che la fissava.

Nonostante fosse seduto si poteva notare dalla sua struttura magra,  fina e dalle gambe ripiegate, di quanto fosse alto, e i suoi tratti erano spigolosi, come se le ossa volessero spuntare da quella pelle troppo fina e priva di grasso. Il naso lungo, troppo,  e a punta. Di certo non era una visione piacevole, a primo impatto.

- Come si sente?- continuò a chiederle.

Sakura si passò una mano tra i capelli scompigliati guardandosi intorno con occhi socchiusi, nel tentativo di abituarsi alla forte intensità di luce causata della lampada sul soffitto e cercando di mettere a fuoco lo spazio attorno a se.

- I-io..ma cos’è successo?- fu l’unica cosa che riuscì a formulare,con  la voce impastata.

Si trovava in una grande camera da letto.

O forse era proprio un appartamento? Come poteva d’altronde, una camera da letto, essere così grande?

E poi quell’atmosfera così rilassante. Le pareti erano color panna, il lampadario grande, d’orato.

L’abbinamento con cui era stata arredata la stanza ricordava molto il deserto, e l’Africa.

Si alternavano i colori tra il grande armadio rosso scuro e lucido e la libreria color crema.

Alcuni assi di legno neri infissi sul muro tenevano poggiate su di loro sculture di vetro, come quelle create dai fulmini sulla sabbia. E c’era della vera sabbia tra di esse.

Grandi quadri occupavano le pareti opposte prive di altro mobilio. Quadri rappresentanti donne africane, alcune nude, altre vestite con vesti colorate e grandi cesti in testa.  E sabbia ai loro piedi.

Si può sapere dov’era finita?

- Oh signorina è stata molto fortunata, se l’è cavata solo con qualche livido, ma dovrà in ogni caso cercare di stare a riposo e non fare niente di troppo faticoso, ha comunque subito un trauma- rispose l’uomo con tono professionale.

Sakura lo guardò con espressione ancora più spaesata, allora lui fece risalire gli occhiali scivolati giù per il naso, sul loro posto, e si apprestò a spiegarsi meglio.

- Sono un medico signorina-

Sakura diede nuovamente un occhiata intorno per poi ritornare velocemente su di lui.

- E che ci faccio a casa sua?- cosa ci faceva un medico a notte fonda , in una gara motociclistica clandestina, soprattutto?

- Oh ma questa non è casa mia! È stato il signorino Sasori a chiamarmi e a chiedermi di venire urgentemente per vederla, sono il suo medico di fiducia sa, ero amico dei suoi genitori da anni ormai; Brave persone, davvero- spiegò e fu tentato di raccontare qualche aneddoto divertente con il padre di quest’ultimo ma l’espressione della ragazza di fronte sembrava troppo persa in un altro mondo.

Sakura era diventata di pietra.

Aveva sentito bene? Sasori? Lei si trovava a casa di Sasori? Come, come era potuta succedere una cosa del genere? Non l’aveva nemmeno visto prima della gara, aveva sperato  veramente che non fosse venuto e ora, si trovava a casa sua.

A casa di Sasori.

Doveva andarsene. Doveva sparire al più presto.

Scostò velocemente il lenzuolo che le avvolgeva le game, ignorando per il momento le fasciature e i graffi che le ricoprivano il corpo e rimandando a più in la quel problema.  Avrebbe trovato un modo per nasconderli in seguito.

Tolto l’impiccio provò di scatto a rialzarsi in piedi per andarsene, ma fu colta da un improvviso giramento di testa.

Cominciò a camminare a tentoni, sbilanciata e con gli occhi ormai socchiusi dalla confusione infernale che le causava quella visone offuscata. Sentiva la voce diventata ovattata del dottore che le raccomandava di tornare a letto o si sarebbe fatta male.

Troppo tardi, gli occhi stavano per tornare a chiudersi del tutto, un ombra passò davanti a lei prima del buio, e un momento prima di cascare per terra e perdere completamente i sensi, sentì due braccia afferrarla e sollevarla in tempo.

La mente era così dolente da crearle i pensieri più stupidi e insignificanti, come del chiedersi come mai quelle braccia che la tenevano stretta fossero così forti e solide. Si ricordava che il dottore era raggrinzito e scheletrico.

Sentì le braccia calde poggiare il suo corpo sul morbido materasso e lasciarla lì. La testa però continuava a girare come una trottola e lei chiuse gli occhi strizzandoli come per cercare di  fermarla. Il sonno che cominciò a sopraffarla nuovamente.

Sta volta le sembrò di sentire due voci; Parlavano tra di loro, una più acuta, la riconosceva, era quella che gli aveva parlato prima e l’altra, profonda, bassa, non l’aveva udita prima, ma quel timbro di voce sentiva di averlo custodito dentro il se da tanto.

Man mano le voci cominciarono a farsi più chiare, la trottola cominciò a rallentare, sempre di più, fino a fermarsi e lasciare solo un leggero mal di testa.

Intanto quella voce acuta era sparita e aveva sentito una porta chiudersi.

Provò a riaprire gli occhi, sta volta stando attenta alla forte luce.

Alzò il busto poggiando il peso sul gomito destro, mentre con l’altra mano si strofinava gli occhi.

- Possibile che ogni volta che ti vedo, Sakura, finisci per stupirmi sempre di più? Ogni incontro con te ormai, è diventata un avventura- disse sarcastico.

La voce calma, leggermente divertita.

Sakura inspirò ed espirò più volte, tentando di trovare una soluzione a tutto quel disastro.

 - Perché mi trovo qui- il tono di voce non riuscì ad essere poi così gelido come aveva desiderato.

- Hai paura che ti abbai rapita?- scherzò questo, per nulla intimorito dalla freddezza di lei.

- Hai fatto un incidente, un peccato, visto che stavi per vincere. Comunque ero lì con Kakuzu per controllare la situazione. Mi è piaciuto molto rivedere la grintosa Sakura che ho conosciuto già qualche hanno fa, per un momento avevo pensato che non ti saresti più fatta vedere- e si sedette ai piedi del letto.  Sakura ritirò le gambe indietro fino a che le ginocchia non le sfiorarono il petto.

-  Da quando ho scoperto che in realtà sei una ricca ragazza di alta società, la cosa mi ha sorpreso, ma tu eri rimasta così traumatizzata che qualcuno l’avesse scoperto, che pensavo veramente non saresti più tornata. Che avresti rinunciato a questo tuo lato accattivante per paura di rovinare la tua noiosa vita ordinaria. Sarei rimasto deluso se ti fossi comportata così- concluse con uno dei suoi sorrisi sghembi, e ovviamente quello sguardo.

Quello che continuava a penetrare dentro di lei fin nel profondo, facendole venire i brividi.

A cosa erano sempre stati dovuti quei brividi si chiese improvvisamente Sakura? Alla paura? Al disprezzo verso quella persona che aveva sempre odiato? Alla sua capacità così eccezionale e avvolte inquietante, che aveva nel riuscire ad intravedere fin dentro la sua anima, la sua mente, e scoprire tutto di lei?

-Non credo di aver nulla da temere. E credo di essere stata molta chiara già l’ultima volta. Se tu rivelerai qualcosa di me, io farò lo stesso con te. E penso che quello a rimetterci saresti più tu, parli tanto di me, della signorina ricca e viziata, e tu?- chiese e fece scorrere lo sguardo per tutta la stanza.

- Anche tu ti tratti bene mi pare, con che te lo sei pagato questo lusso? Con l’Akatsuki? O solo con il lavoro della società?-

Sasori cominciò a ridere.

- Colpito e affondato! Anche da stanche abbiamo sempre gli artigli pronti vero?- chiese divertito.

Poi si alzò avvicinandosi alla lei.

Le pose la mano. Sakura si strinse di più in se stessa guardandolo diffidente.

- Vieni con me, ti preparo qualcosa di caldo, così ti sentirai meglio- la sua voce era così rilassata e tranquilla.

Sakura girò il capo dalla parte opposta, seria – Devo tornare a casa, domani ho scuola e devo farmi trovare in camera da mia madre-

- E poi non ci penso proprio a farmi offrire qualcosa da te, risparmiati le tue patetiche cortesie-aggiunse.

Sasori lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, ma la sua espressione non mutò.

- Lo so. Sono le tre e mezza, direi che c’è ancora un po’ di tempo. E poi dove vorresti andare in queste condizioni? Resterai ancora un po’ qui finché non ti sentirai meglio, poi ti riaccompagno in macchina a casa. In tempo-

E le porse nuovamente la mano. Il viso tranquillo nascondeva velatamente il tono che invece non ammetteva molte repliche.

Sakura sbuffo, rassegnata ormai. Come avrebbe fatto a risalire la Farnia, in quelle condizioni?

Ma soprattutto, come cavolo aveva fatto a ritrovarsi in mischiata in una situazione del genere?

Afferrò la mano offertasi, e si lasciò sollevare lentamente dal ragazzo, maledicendosi intanto di quei stupidi brividi che l’avevano travolta nel momento in cui i loro copri erano entrati in contatto.

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qua  un nuovo capitolo!

Mi è piaciuto molto scriverlo, per cui ci terrei particolarmente che mi facciate sapere il vostro parere :)

Qui sono stata un pò più descrittiva, volevo che si capisse di più sulla vita notturna di Sakura, che si capisse perchè le piacesse tanto.

Ho notato che negli altri capitoli se ne parlava poco. 

E poi la descrizione della casa di Sasori mi è piaciuta scriverla in piccoli pezzi, sia perchè riguarderà qualcosa del prossimo capitolo, sia perchè descrive un pò più il carattere di Sasori. 

Al prossimo capitolo :)

lovemusic

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: lovemusic