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Autore: Roxie    14/12/2006    1 recensioni
Una storia d'amore ostacolata dal mondo e dalla società in un pianeta molto vicino a noi ma purtroppo lontano dalle nostre concezioni di vita quotidiana e soprattutto di amore. Sta ai due ragazzi scegliere se vincere o rassegnarsi in questa lotta contro uno dei fenomeni più rilevanti nella nostra società:l'Islam e il mondo arabo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu il ventisette Ottobre che la vita mi disse basta. Ora dormi. Ti sveglierò io.

Ma io avevo poco sonno. O troppa voglia di vivere.

Il dieci Aprile di due anni dopo la vita mi risvegliò con il connubio dei sensi.

 

Dalla mia finestra non vedo altro che il cielo più meraviglioso che abbia mai visto,il cielo che mi fa da tetto ai miei secondi natali. Ma la cosa più incantevole è quella voce…Non è reale,forse vive nella mia testa,mi entra fin dentro le ossa.

Proviene dalla finestra. Provo ad alzarmi,mi trascino sulle braccia. O almeno tento. Mi sono appena svegliato da un coma lungo due anni. Non riesco neanche a parlare. Peccato,avrei chiesto chi fosse la padrona di quella voce che disturbava in modo sublime la quiete pubblica. Guardo le nuvole che si stendono sul cielo:è un cielo blu,immenso,riuscivo a sopprimere i suoi confini anche se era circoscritto dal perimetro della finestra. Quelle nuvole…Erano state le ultime cose che vidi prima di  quei due anni ormai intrisi nelle lenzuola del mio letto. Ora mi fanno tanta paura,però riesco a guardarle. Forse mi danno anche la forza di respirare. No,quella forza me la dona codesta voce,che continua ad echeggiare nella mia grande stanza bianca.

Canta una canzone che non conosco,nuova di due anni. Lunghi o brevi. Fate voi.

Quanto sono due anni? Possono essere tanto,tantissimo,possono durare il tempo di salire su quelle nuvole. O possono durare un secondo. Io due anni li consumerei ad ascoltare quella musica velata di mistero. Com’è affascinante. Probabilmente il cuore mi batte un po’ più forte. E chiudo gli occhi,e mi lascio andare a quelle note che lacerano la barriera dell’aria per arrivare a far battere il mio martello. Adesso sento le palpebre pesanti,le lascio andare,faccio ballare quella musica nel mio cervello,ma il tempo passa e allora i miei sono finalmente consapevoli del mio riavvio. Ma sono cauti e non vogliono farmi male. Semplicemente scorgo il sorriso di mia madre cosparso di musica. E vorrei sorridere anch’io,ma i muscoli sono ancora assopiti e non hanno voglia di svegliarsi per il momento. E mentre tutto si muove veloce,quella voce persiste nel tempo…

 

 

“Madre,ho fatto un sogno stupendo l’altra notte” dice candidamente Talitha con i suoi occhi che racchiudono il fascino di chi ancora non ha visto la vita bussare alla propria porta. Yasmine sorride dolcemente. Talitha si ferma sulla sua spalla e,con gli occhi sognanti,racconta. “Stanotte nel mio sogno c’era un principe. Era destinato ad una donna bella,e ricchissima. Aveva tutto quello che si potesse desiderare,forse di più,e il principe era probabilmente l’ultimo dei suoi desideri. Ma arrivò il giorno del matrimonio e i due erano quasi arrivati ad unirsi,quando il principe…Oh,madre! Il principe sceglie me! Me,una semplice ragazzina,così umile ed ignorante…” Talitha,con gli occhi ancora raggianti,viene ritrascinata sulla terra dalle parole pesanti di realtà della madre.

“Piccola,continua a sognare,perché è l’unico modo di sentirsi felici in questa terra per noi donne struggenti d’amore…”

 

E quella voce ancora chiama,e ancora vuole arrivare nei punti dove Dio dimentica di far risplendere luce,e ancora mi vuole suo. La stanza è inondata da medici e dottori che farfugliano e brontolano parole,parole inutili e superficiali paragonate  a quella melodia che proveniva dagli abissi marini e saliva,su,fino all’immensità dell’universo.

Tutte le medicine e gli intrugli del mondo ormai sono inutili,ho già tutto quello che mi serve:quell’ossigeno che respiro dalle orecchie.

 

Nadin osserva la piccola serva Talitha che lavora nel grande palazzo di uno degli sceicchi più ricchi di Riyad, Husam Ed Din Buzurg Ummid,e la chiama mentre lei,incuriosita, viene sballottata dal via-vai delle persone del palazzo,un po’ troppo affollato,pensa. “Talitha! Sai cosa è successo un’oretta fa?” Urla Nadin,per sovrastare quell’incessante chiacchierare della folla. Talitha vede Nadin seduto su uno sgabello e si avvicina. “Cos’è successo?” “Il figlio di Husam” Talitha non capiva,il figlio di Husam,Fares,era in coma senza verso di risvegliarsi. “Fares. Si è svegliato. Un’ora fa circa.” Talitha si sente in colpa adesso. “Che stupida! Non l’avrò mica importunato con i miei orridi canti?”

  
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