[Senza fine.]
Piccole
gocce di sangue macchiano il pavimento ai miei piedi.
Fa
male, fa davvero male.
Ma
non è la ferita che mi sono inferto ad essere
così dolorosa, è
qualcos'altro qui vicino al cuore che è peggio, molto peggio.
Mi
sfugge un gemito quando la lama del bisturi che stringo nella mano
destra incide la pelle pallida dell'altro braccio; non è che
mi
piaccia davvero, farmi del male, ma almeno il dolore fisico, anche
solo per poco, mi distoglie da quello pressante che da mesi mi
attanaglia il petto.
A
causa sua non riesco a dormire, non riesco a fare niente, non riesco
a respirare: sono come paralizzato di fronte a tutto ciò e
non so
che cosa fare, come gestirlo.
Che
cosa mi sta succedendo?
Tu
me lo sai dire?
Tu
mi sai aiutare?
Vorrei
dirtelo, vorrei dirtelo, vorrei che tu comprendessi il mio immenso
dolore e mi aiutassi a superarlo ma sembra che la tua sola presenza
non faccia che acuirlo.
Mi
fa male, mi fai davvero male.
Aiutami.
Ma
dirlo solo a te non so se basterebbe perché è troppo grande,
troppo
grande.
Vorrei
urlare, vorrei che il mondo intero venisse a conoscenza del mio
dolore, magari verrebbe condiviso tra tutte le persone, magari sapere
che gli altri sanno mi aiuterebbe a sopportare.
Ma
niente, non posso, me lo dicevi anche tu e io continuo a vivere una
vita normale, mascherando il mio dolore dietro ai monotoni movimenti
della quotidianità sperando che prima o poi passi, svanisca
nel
nulla così come è nato.
Dovrei
ignorarlo, devo
ignorarlo, ma come sembra essere sparito torna più forte di
prima,
questo dolore, impedendomi quasi di fingere normalità.
Ma
devo farlo, altrimenti verrò creduto pazzo,
diventerò pazzo.
Che
cosa mi sta succedendo?
Con
la schiena appoggiata al muro della mia stanza, freddo, bianco e
impersonale, sono seduto sul pavimento: fisso un punto non ben
definito nello spazio che mi circonda e ripenso ai bei momenti
passati assieme, a quanto ci siamo divertiti, a quanto la tua
presenza sia stata importante per me.
Sapere
che adesso tutto questo non c'è più, sapere che
non tornerà più,
sapere che appartiene al passato mi fa ancora più male ma
devo solo
ignorare questo fattore in fondo non così
trascurabile per poi
tornare a mentire a me stesso e credere che i ricordi siano la
realtà.
Devo
fare in modo che i ricordi rimpiazzino la realtà, devo fare
in modo
che i ricordi non mi sbattano in faccia la realtà.
Sono
un bugiardo, un bugiardo che cerca di nascondere la propria vera
natura.
Giocherello
con quel bisturi che mi ha provocato una nuova ferita nel braccio e
guardo le piccole gocce di sangue che da essa sgorgano.
Mi
fa male, vero, ma è sempre meglio di quella sensazione che
mi
opprime il cuore.
Il
mio dolore, si, il mio dolore che cosa sta nascondendo?
Con
la schiena appoggiata al muro freddo ma almeno dai colori caldi della
tua stanza, sono seduto sul pavimento: fisso un punto ben preciso
nello spazio, il tuo volto.
I
tuoi occhi, una volta così pieni di vita e gioiosi, sono ora
immobili e vacui.
Morti.
Il
tuo corpo, così bello ed armonioso, è piegato una
posizione
innaturale, piena di sofferenza.
Per
un attimo sei riuscita a sentirla anche tu, come la mia?
I
tuoi lunghi capelli mossi e scuri si muovono appena, spinti da un
filo d'aria che passa attraverso la finestra socchiusa e sembrano
accarezzare le mia mani sporche di sangue.
Per
una volta questo sangue non è mio.
E'
il tuo, è il tuo sangue.
E'
il tuo, sulle mie mani.
Perché
se sei tu la causa del mio dolore, se tu non ci sarai più
anche lui
con te sparirà, morto.
Ti
accarezzo il viso, la tua testa poggia sulle mie gambe.
Sarà
dura ma potrò vivere anche senza di te perché i
dolci ricordi mi
terranno compagnia.
Oramai
ci ho fatto l'abitudine, sai?
E
il dolore, il dolore è sparito.
Si!
Il dolore è sparito!
Niente
più sofferenza, non riesco più a trovarla da
nessuna parte ma anche
tu, così, sei scomparsa.
Non
importa perché il mio dolore adesso è lontano,
lontano.
Il
dolore dovrebbe essere sparito con te.
Ma
perché allora lo sento ancora?
Ma
perché allora continua a far male, perché fa male?
Questo
è ciò che aspettavo da così tanto
tempo, perché è così
insoddisfacente, perché?
E
il dolore, il dolore è tornato.
Ancora
più forte di prima, mi attanaglia il petto e sembra non
volersene
andare.
Cos'è
che mi fa così male?
~*~
E'
da un po' che sentivo la necessità di scrivere qualcosa in
questo
fandom e dopo aver cestinato numerose idee, la magnetica canzone
“Hurting
for a Very Hurtful Pain”
di VY1 e VY2 mi ha offerto lo spunto tanto agognato.
E'
inutile dire che non è una song fic e che quindi non mi sono
attenuta letteralmente al testo stesso scegliendo peraltro di
inserire la mia personale interpretazione rispetto a quella
più in
voga sul web ossia che VY1 si sia suicidata per far cessare il dolore
del ragazzo: reputando questa versione con dei punti difficilmente
spiegabili, credo inceve che sia stato Yuuma ad uccidere colei che lo
aveva lasciato tempo prima e che nella canzone emergano i pensieri di
MIZKI potrebbe essere traccia del fatto che stia incominciando a
prendere coscienza di cosa le accadrà per mano dell'altro.
Se
avete altre interpretazioni fatemelo sapere che è sempre
interessante!
Ah, le numerose ripetizioni sono volute in quanto a parer mio riescono bene a sottolineare il confuso flusso di pensieri del protagonista, quelli che sono quasi farneticazioni... Spero
comunque che vi sia piaciuta.